venerdì 30 gennaio 2015

FILM SU DON BOSCO DEL 1935 (Su Youtube)...puoi vederlo in streaming...

 
Don Bosco
Italia, 1935, 35mm, 89', B/N

Regia
Goffredo Alessandrini

Soggetto
Onorato Castellino, Rufillo Uguccioni

Sceneggiatura
Goffredo Alessandrini, Aldo Vergano, Sergio Amidei

Interpreti
Gianpaolo Rosmino (don Giovanni Bosco), Maria Vincenza Stiffi (Margherita, sua madre), Ferdinando Mayer (Giovanni Bosco ragazzo), Roberto Pasetti, Vittorio Vaser, Cesare Carini-Gani, Felice Minotti, Arturo Zan, Elia, attori non professionisti

Direttore di produzione
stripslashes(Aldo Vergano)

Produzione
Lux
Furono impressionati 40.000 metri di pellicola, 2.500 dei quali furono montati.
Costo del film: oltre 2.000.000 di lire.
Locations: Torino, Chieri, Monferrato; Interni: Studi Fert-Microtecnica di Torino.




Sinossi

Biografia del Santo piemontese, dall’infanzia nelle campagne del Monferrato, alla giovinezza in seminario, all’attività educativa e sociale compiuta a Torino con i ragazzi degli strati sociali più umili, fino alla fondazione dell’Opera Salesiana e alla canonizzazione.
[…] Io aspettavo da tempo di fare un film corale, un grosso affresco sul piano drammatico, e tentai questo grosso quadro con i Salesiani e con tutto quel mondo di quell'epoca lì. C'era il personaggio che invadeva tutta la scena, don Bosco, carico di quei valori umani ai quali io tenevo di poter dedicare un racconto mio. Così mi sono attenuto proprio alla vita di don Bosco, quasi senza sceneggiatura. C'erano le memorie sue e i libri di altri storici, non ho inventato niente, ho solo creato dei legami cinematografici che potessero unire un episodio e un altro. Forse qualche cosa d'inventato c'era in certe piccole scene di collegamento, ma i grossi fatti erano veri. Poi mi interessava, le ripeto, il quadro. […] Nel film c'è un solo attore professionista, Rosmino […]. Ma gli altri erano presi dalla strada, come si dice. Cioè la madre e lo zio del ragazzo; e il ragazzino era stato anche lui scelto così, e poi c'erano i preti autentici, i Salesiani autentici, che si prestarono tutti quanti a fare quello che avevano fatto i loro predecessori molti anni prima. Mi ero estremamente interessato anche ai luoghi dove si girava. Il mondo della chiesa e dei conventi, il mondo in cui vivono questi ragazzi sino a che diventano adulti, è tutto un mondo al di fuori dal piccolo vivere quotidiano. Era tutto estremamente colorito, anche se era tutto nero, per le tuniche dei sacerdoti, però il bianco era molto bello con la neve. Mi ricordo che quell'inverno a Torino era bianco di neve, con il sole e il cielo azzurro. Mi ricordo certi conventi come quello di Chieri. Scenograficamente, in un convento, cento o duecento ragazzi coi loro abitini da prete, sono un quadro che qualsiasi pittore che amasse queste scene corali di ambienti strani, impazzirebbe a poterlo fare. A parte poi il personaggio straordinario di un uomo veramente forte, veramente coraggioso, che valeva la pena di raccontare. […] Goffredo Alessandrini

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