3. Terze Mansioni - Maturazione e Purificazione
INTRODUZIONE:
Lottando e perseverando nelle Seconde Dimore, l'anima si è
rafforzata nella decisione di non uscire più dal suo "Castello
interiore", cioè di non interrompere mai più il rapporto
d'amore che la lega al suo Dio. Ha imparato così a "vivere in
preghiera" e a disseminare la sua vita di "atti di
preghiera". Le Terze Dimore rappresentano dunque, per
moltissimi buoni cristiani, il luogo in cui abiteranno quasi tutta la
vita, o nel quale trascorreranno lunghi anni.
Santa Teresa non teme di chiamare
"eletti di Dio" coloro che abitano in
queste Dimore, e tali sono, soprattutto se cercano di corrispondere
generosamente
all'amore, se si rafforzano nell'umiltà, se sono pronti
all'obbedienza e al compimento della volontà di Dio, se cercano di
controllare le loro inclinazioni disordinate, se approfittano
volentieri di buoni esempi che vedono attorno a sé.
Insomma, coloro che abitano nelle Terze
Dimore non sono certo perfetti, ma sono già "eletti" se si
rendono conto umilmente dei propri difetti e non cercano di
compensarsi traendo uno sciocco vanto dalle proprie virtù. "L'umiltà
– avverte Teresa – è l'unguento di ogni ferita…".
TESTO:
A
coloro che per misericordia di Dio hanno superato tutti questi
combattimenti, e con la loro perseveranza sono entrati nelle terze
mansioni, che cosa diremo se non: Beato l'uomo che teme il Signore?
Non è piccola la grazia che il Signore ha fatto loro nell'aiutarle a
vincere le prime difficoltà. Esse, per misericordia di Dio -
desiderano ardentemente di non offendere il Signore, si guardano
anche dai peccati veniali, amano la penitenza, hanno le loro
ore di raccoglimento, impiegano bene il
tempo, si esercitano in
opere di carità verso il prossimo, sono
molto regolate nel parlare e nel vestire, e quelle che
hanno famiglia la tengono assai bene. Ho
conosciuto molte anime che, avendo raggiunto questo stato, vivevano
da molti anni in grande rettitudine e regolarità di vita, sia
interna che esterna.
Ciò
nonostante, quando pareva che già dominassero tutto il mondo, o per
lo meno che ne fossero pienamente disingannate, bastava che Sua
Maestà le
mettesse alla prova, e in cose non gravi, che subito cadevano in
tanta inquietudine e turbamento di spirito che io ne rimanevo
attonita e molto turbata.
Dar consigli è inutile. Col pretesto che
da tanto tempo fan professione di virtù, si credono in grado di
insegnare agli altri, e pensano di aver tutte le ragioni per essere
sensibili a quelle prove.
Eppure Iddio
giusto e misericordioso, i cui doni sono sempre superiori ai nostri
meriti, non lascia senza ricompensa neppure coloro che dimorano in
queste terze mansioni, e dà loro gioie così grandi che superano di
molto tutti i piaceri della terra. Ma credo che non li favorisca di
troppi gusti spirituali, se non qualche volta e a ragione d'invito,
allo scopo di far loro vedere quello che si gode nelle altre
mansioni, affinché si dispongano ad entrarvi.
Le anime che,
per bontà di Dio, sono giunte a questo stato approfitteranno molto,
secondo me, se cercheranno di esercitarsi attentamente nella
prontezza dell'obbedienza.
Pur non trattandosi di persone religiose,
sarebbe assai utile
avere una guida da cui dipendere per rinnegare in tutto la propria
volontà, causa ordinaria di ogni nostra rovina: perciò, non una
guida che abbia le stesse nostre vedute e agisca con troppi riguardi,
ma che sia staccata da tutto, non essendovi nulla che più ci aiuti a
ben conoscerci quanto il trattare con persone che apprezzino il mondo
per quello che vale.
Oltre a ciò,
vi sono cose che sembrano impossibili; ma se vediamo che altri le
fanno facilmente, ne prendiamo coraggio,
come gli uccelli che quando imparano a
volare imitano a poco a poco i loro genitori, senza far subito grandi
voli.
Sebbene tali persone siano fermamente decise
di non offendere Dio, è sempre bene che si allontanino da ogni
occasione perché le loro forze non sono ancora fondate sulla
roccia.
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