mercoledì 8 aprile 2015

Castello Interiore : seconde mansioni ( libretto degli amici di Bologna) SECONDA PARTE

2. Seconde Mansioni - Lotta e perseveranza

INTRODUZIONE:

Si può dire che anche nelle Seconde Dimore si aggirano "bestie velenose, pericolose e insidiose", che tentano al male. La situazione dell'anima non è molto diversa da quella già descritta: ella si porta ancora dietro il retaggio della passata condizione (quando viveva "come se Dio non ci fosse").
Le persone che riescono a entrare nelle Seconde Dimore, quindi, sono ancora proclivi al male, e le cadute peccaminose non mancano.

Tuttavia qualcosa di essenziale è accaduto: la loro anima ha cominciato a sentire la voce di Dio.
L'uomo, cioè, percepisce che Dio lo invita ad avvicinarsi a Lui, e ciò gli provoca un indefinibile struggimento interiore. E' ancora poco, ma si tratta già di "amore", e Dio ne è sommamente felice.
Non si sa ancora rispondere all'invito di Dio, ma si può per lo meno diventare attenti ai messaggi che Dio vuol farci giungere. Perfino le prove e i travagli della vita sono "voce" di Dio che chiama.

In queste Seconde Dimore, nelle quali l'uomo deve cominciare a dar prova di sé, a lottare e purificarsi per diventare capace di rispondere a Dio, è essenziale sapere che la prima lotta va condotta contro i propri scoraggiamenti. La lotta contro le nostre incapacità deve essere condotta con la fiducia che l'amore di Dio ne uscirà vittorioso.

L'esperienza delle Seconde Dimore è tutta qui: l'anima si rende conto di dover lottare, cerca i sostegni necessari e comincia umilmente e coraggiosamente la sua battaglia per riuscire un giorno a "dare tutto".

TESTO:
Diciamo ora quali siano le anime che entrano nelle seconde mansioni, e cosa vi facciano. Parlo dunque di coloro che han già cominciato a fare orazione e hanno compreso quanto importi non rimanere nelle prime mansioni, benché non sappiano ancora uscirne definitivamente. Ciò dipende dal non fuggire le occasioni, cosa assai pericolosa. Tuttavia, non mancano alle volte, per grande misericordia di Dio, di sottrarsi ai serpenti e alle altre cose velenose, persuasi che ciò sia bene.
Essendosi avvicinate all'appartamento di Sua Maestà, ne sentono gli inviti e capiscono di aver in Lui un buon vicinante, grande in bontà e misericordia. Questo nostro Signore vede tanto volentieri che noi l'amiamo e ne cerchiamo la compagnia, che non lascia di quando in quando di chiamarci perché andiamo a Lui. Ed è così dolce la sua voce che la povera anima, vedendo di non saper far subito quello che le dice, si sente tutta distruggere! Ecco dunque che è più penoso udire che non udire.

Queste voci ed inviti si odono nelle parole di certe buone persone, nelle prediche, nelle buone letture e in tutti quegli altri modi di cui Dio si serve per far sentire le sue chiamate: prove, malattie e certe verità che Egli fa conoscere nei momenti che si consacrano all'orazione, sia pure svogliatamente, ma da Lui molto stimati. Sua Maestà sa aspettare anche per molti giorni ed anni, specialmente quando vede perseveranza e buoni desideri. Questa disposizione è assolutamente necessaria, e con essa si guadagna molto.

Intanto la volontà s'inclina ad amare il Signore per le innumerevoli attrattive di cui lo scopre fornito. E avendo ricevuto da Lui tante dimostrazioni di amore, desidera di ripagarlo almeno in qualche cosa. Soprattutto la colpisce il pensiero che questo vero Amante non solo non l'abbandona, ma le resta sempre vicino per darle l'essere e la vita. L'intelletto le fa capire che un amico migliore non si potrà mai trovare, neppure in molti anni di vita; che il mondo è pieno di falsità; che i piaceri del demonio apportano inquietudine, contraddizioni e travagli; che fuori del castello non vi è sicurezza né pace, e che non bisogna frequentare le case altrui, perché, volendolo, si può godere in casa propria ogni abbondanza di beni.

Purché non abbandoniamo l'orazione, il Signore volge tutto in nostro bene, anche se nessuno ce ne dica il modo. Ma se commettiamo questo sbaglio, non c'è altro rimedio che tornare a riprenderla, sotto pena d'indebolirci sempre più.
E piaccia a Dio che ce n'accorgiamo!

A chi ha cominciato, chiedo che la prospettiva della lotta non lo faccia tornare indietro…..




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