Benedetto XVI celebra la messa della notte di Natale e dice:«Attraversate con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo »
Il Papa ha celebrato la messa della notte di Natale, e nell’omelia, tutta incentrata sullo stupore per la nascita di Betlemme, per un Dio che accetta di diventare piccolo e indifeso, ha così pregato: «In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fa’ che i bastoni dell’aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, così che la tua pace vinca in questo nostro mondo».
«Un bambino, in tutta la sua debolezza – ha detto Ratzinger – è Dio potente. Un bambino, in tutta la sua indigenza e dipendenza, è padre per sempre. Dio è apparso come bambino. Proprio così Egli si contrappone ad ogni violenza e porta un messaggio che è pace». In questo momento, in cui il mondo «è continuamente minacciato dalla violenza in molti luoghi e in molteplici modi; in cui ci sono sempre di nuovo bastoni dell’aguzzino e mantelli intrisi di sangue, gridiamo al Signore: Tu, il Dio potente, sei apparso come bambino e ti sei mostrato a noi come Colui che ci ama e mediante il quale l’amore vincerà. E ci hai fatto capire che, insieme con Te, dobbiamo essere operatori di pace». Noi, ha continuato il Papa, «amiamo il tuo essere bambino, la tua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdura nel mondo, e così ti preghiamo anche: dimostra la tua potenza, o Dio».
Oggi, ha ricordato ancora il Papa «il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce».
Ratzinger ha quindi spiegato l’atteggiamento necessario per incontrare il Dio bambino. Lo ha fatto citando l’ingresso piccolo e angusto che porta alla basilica della Natività di Betlemme. «L’intenzione – ha detto – era probabilmente di proteggere meglio la chiesa contro eventuali assalti, ma soprattutto di evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio. Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi.
Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”. Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio… Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per così dire, a piedi, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’umiltà di un bimbo appena nato».
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