Siamo a Boston, la città americana più "europea", più aristocratica e colta, e tra le più antiche. Sul finire del decennio Settanta si fa ancora sentire forte l’influenza della mentalità controculturale del decennio precedente. L’antefatto è che due giovani, Cam e Maggie, si sono innamorati nel bel mezzo dell’eroica stagione studentesca, hanno unito i loro destini e hanno avuto due figlie. Cam viene da una famiglia importante e ricca di Boston, Maggie ha la pelle nera e non viene certo dal privilegio. Ma, se togliamo la sicurezza sociale di formazione che gli consente di vivere con disinvoltura signorile o snob una condizione effettiva di povertà (resta un signore anche alla guida dei suoi rottami o con indosso abiti arrangiati), a Cam la provenienza serve poco. Perché se la passa male. Si è sviluppata in lui una grave patologia psichiatrica: disturbo bipolare o maniaco-depressivo. Alterazione di umore, impeti di autostima e impennate di iperattività e loquacità (ma anche di irritabilità) alternati a fasi di abbattimento autodenigratorio. L’instabilità emotiva e comportamentale lo rende uomo, marito e padre inaffidabile. E si deve allontanare dalla famiglia per curarsi. Ma non cessa affatto il reciproco amore e desiderio di condivisione, di stare insieme e tornare insieme. A un certo punto però, data l’incalzante indigenza (Cam, pur dotato di mille risorse, non può più lavorare), Maggie deve rimboccarsi le maniche. Ed essendo a sua volta dotata e ambiziosa, ha ottenuto l’opportunità di trasferirsi temporaneamente a New York, alla Columbia University. Come organizzare la vita? Il patto, azzardato, è quello di far tornare Cam a casa per occuparsi delle ragazze, due brillanti e simpaticissime pesti. Disoccupato dall’inesauribile fantasia, Cam si rivela un padre divertentissimo compagno di giochi. Ma il ménage è un disastro, la casa e il regime alimentare non ne parliamo, e lo stress per lui (ma anche per le figlie) insopportabile. Con tutte le ricadute del caso che schiacciano la mamma-moglie sotto una montagna di sensi di colpa. Eppure l’amore resiste, più forte di tutto.
Film di atmosfere, di scrittura e di attori, più che di intreccio e di azione. Dall’inconfondibile sapore giovanile confermato dal suo giro festivaliero che lo ha portato dal Sundance al Torino film festival. Tutto è lieve, anche le cose più serie. Maggie è la Zoe Saldana del molto più cupo Il fuoco della vendetta accanto a Christian Bale, oltre che naturalmente di Avatar. Ma il merito e il peso maggiore è quello di Mark Ruffalo, nel ruolo di Cam. Attore versatile, da Foxcatcher a Tutto può cambiare, da I ragazzi stanno bene a Shutter Island, le cui potenzialità non sono state forse ancora del tutto esplorate malgrado i suoi quarantotto anni.
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