Non è un dover fare, ma un dover essere. La vacanza è il tempo della libertà, non come liberazione dallo studio e del lavoro, ma perché obbliga alla fatica e alla responsabilità della libertà e della sincerità. È il tempo in cui viene a galla quello che vuoi veramente.
C'è in me la presenza di qualche cosa di reale come il mare e le montagne. Io sono sempre io.
Il tempo della vacanza è quello della personalità. Bisogna salvare in esso la permanenza di un criterio (momento di fedeltà e di continuità).
Dopo un po' di tempo anche la novità cessa e provoca la noia. La novità è la vera ricerca del nostro destino. Bisogna fare per questo attenzione agli altri.
Adattarsi a un ambiente in vacanza non vuol dire compromettersi con esso.
In vacanza dobbiamo fuggire perciò fuggire queste tentazioni :
- considerare il riposo come un dimenticare quello che è accaduto prima
- non avere un programma
- accettare di recitare una parte che mi renda più simpatico a quelli che mi circondano
- paura di rimanere soli, che nasconde spesso la paura della responsabilità del tempo
Questi i consigli:
Fissare dei punti nella giornata (sapere ciò a cui si va incontro) di cose serie, di preghiera.
Saper riprendere sempre. Scrivere. Disporsi a vivere con bontà. Avere discrezione con l'ambiente.
Evitare certe esperienze.
Appunti da un Raggio con Don Giussani 9 giugno 1962
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