ECCO ALCUNI BRANI PER PREPARARCI ALL'INCONTRO..
Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l’orazione e la meditazione.
Per quanto io ne capisca, la porta per entrare in questo castello è l’orazione e la meditazione.
Non
sto più per la mentale che per la vocale, perché dove si ha
orazione occorre che vi sia pure meditazione.
Non
chiamo infatti orazione quella di colui che non considera con chi
parla, chi è che parla, cosa domanda e a chi domanda, benché muova
molto le labbra.
Alle
volte sarà buona orazione anche questa, quantunque non accompagnata
da tali riflessioni, purché queste si siano fatte altre volte. Ma se alcuno
ha l’abitudine di parlare con la maestà di Dio come con uno
schiavo, senza pensare se dice bene o male, contento di quello che
gli viene in bocca o ha imparato a memoria per averlo recitato altre
volte... non tengo ciò per orazione, né piaccia a Dio che vi siano
cristiani che così facciano.
Quanto
a voi, sorelle, spero nella bontà di Dio che questo non vi accada,
grazie all’abitudine che avete di trattare spesso di cose interiori :
cosa assai utile per preservarvi da simili stupidaggini. …...
Quanto
alla luce che si diffonde dal palazzo reale, dovete avvertire che le
prime mansioni ne ricevono assai poca.
Benché
non siano nere e tenebrose come quando l’anima è in peccato,
tuttavia
sono alquanto in penombra, e non possono essere vedute
neppure
da coloro che le abitano,non
per difetto dell’appartamento, ma per ragione delle molte
cose
nocive, serpenti, vipere e animali velenosi che, essendosi introdotti
con l’anima, le impediscono di avvertire la luce.
con l’anima, le impediscono di avvertire la luce.
Non
so come spiegarmi, ma è come se uno entra in una stanza inondata
di
sole con gli occhi così impiastricciati di fango da non poterli
quasi dischiudere
.
La
sala è illuminata, ma egli non ne gode la chiarezza a causa di quel
suo impedimento
o,
nel caso nostro, per le bestie e i serpenti che l’accecano in
tal modo da non permettergli di vedere altro che loro. Così mi pare
che debba essere dell’anima, la quale, benché non sia in cattivo
stato, tuttavia è così immersa nelle cose del mondo, così
ingolfata negli affari, nei traffici e negli onori, da sentirsi
impedita di considerare se stessa e di godere come vorrebbe della sua
propria bellezza, sembrandole, per di più,
che
da tanti impedimenti non sappia liberarsi.
Eppure
per entrare nelle seconde mansioni bisogna che si disbrighi da tutte
le cure ed affari che non siano indispensabili, sia pure in
conformità al suo stato.
Ciò
è di tanta importanza che se non comincia subito a farlo, non solo
non arriverà alla mansione principale, ma sarà pure impossibile
che, senza grande pericolo,
rimanga nella mansione che occupa, benché già nel castello: fra
tante bestie velenose è impossibile che una volta o l’altra non ne
venga morsicata.............(S.;TERESA D'AVILA)
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