Giovedì 16 Maggio 2013 11:47
di P. Agostino PAPPALARDO, Ocd
E’ sempre una grazia speciale il poter partecipare a una giornata così ricca di doni, anche per un frate come il sottoscritto che conosce l’esperienza dagli anni ’80.
Sono le sette del mattino e sulla collina del Santuario della Madonna della Stella, (Cellatica- Brescia) e, in contemporanea, presso l’antica chiesetta di S. Alessandro (Adrara, nella Bergamasca) si radunano gruppi sempre più consistenti di giovani, ragazzi, adulti, e famiglie intere (più tardi vedremo perfino bimbi di pochi mesi nel passeggino!), giunti da ogni parte: attendono il grande Inizio. E’ una bella Domenica di maggio, il 12, mentre celebriamo l’ Ascensione di Gesù; mentre celebriamo Maria, la Madre colma di gioia, in questo “suo” mese. Tanti amici e fratelli si accingono per una giornata di cammino insieme; vogliono imparare il percorso della vita, con un desiderio più grande di pienezza, domandando non solo con le labbra, ma con tutta la persona in cammino, perfino con il corpo; desiderano imparare a cercare, a trovare la Sorgente della Vita.
Nella splendida cornice delle colline di Franciacorta e delle vicine terre di Bergamo, iniziamo così il Trentacinquesimo Pellegrinaggio mariano a piedi (di ca. 22 chilometri), che coinvolge ormai migliaia di persone, con due cortei diversi. Il gesto costituisce una delle iniziative più belle e significative del Mec ed è divenuto con gli anni un avvenimento di popolo, atteso da molti; vi partecipano anche persone e realtà non propriamente del Movimento: famiglie della nostra Scuola Cattolica di Adro, gruppi, parrocchie, come quella di S. Teresa di Verona. Il Pellegrinaggio è organizzato con cura dalle nostre comunità di Adro e Brescia (studio del percorso; domande di autorizzazione ai comuni che i due cortei attraversano; contatti con gli oratori ospitanti; stampa e confezione dei libretti dei canti e preghiere; coordinamento di parecchie decine di volontari per servizio d’ordine, filodiffusione e amplificazione, ecc.).
La partenza del corteo pricipale è quella dal Santuario della “Stella”, ma ormai da tre anni l’esperienza del Pellegrinaggio è arricchita felicemente dalla realizzazione di un secondo corteo, dalla Provincia di Bergamo, per favorire la partecipazione di molte persone di quel territorio, parecchi amici della Franciacorta, quest’anno si è aggiunto pure un gruppo di Treviso e altri. Domenica siamo rimasti stupiti perché quest’ultimo corteo addirittura ha raggiunto il numero di quasi 500 persone! E’ più che raddoppiato rispetto all’anno scorso I cortei colorati, vivaci, lunghissimi, ormai si snodano ( più di un chilometro quello partente dalla “Stella”, che quest’anno ha toccato la quota di 1500 persone ca.), coi fili che, collegati a una centralina mobile e microfoni, fiancheggiano ciascuna delle due rispettive processioni; numerose (almeno 8) le pesanti trombe di amplificazione portate a spalla durante tutto l’itinerario, per consentire a quanti più partecipanti possibili di seguire, con una acustica ben predisposta, la guida comune (canti, preghiera, musica, riflessioni, avvisi pratici, ecc.). Le due processioni seguono ovviamente due itinerari geografici diversi, ma questi hanno lo stesso numero di chilometri e sono segnati dallo stesso programma intenso, dallo stesso cuore: si iniza il mattino, con un momento di canto-preghiera e riflessione, in ciascuno dei due Santuari, subito dopo comincia il cammino, spesso accompagnati dal tripudio di canti, dai musicisti affiatatissimi, con chitarre, tamburi, sax, ecc.; i bambini, guidati dagli animatori, successivamente compiono un tratto consistente del percorso su carri appositamente addobbati per loro.
Note di sapore gregoriano intanto riempiono la campagna, dal primo mattino; la limpida voce della solista canta sommessa: “Lode a te, Maria,… che risplendi come l’aurora,… pura come il sole!”: sembra dar voce all’intera creazione ancora in silenzio, alla nostra anima; già quasi “in presa diretta” col Mistero. La musica e le Lodi, le brevi meditazioni, i silenzi, intercalati con le decine del Rosario, con le stupende preghiere della tradizione liturgica e spirituale, dei Padri della Chiesa, orientale e occidentale, dei Santi di ieri e di oggi, i canti di gioia coinvolgenti, con le mani alzate al cielo, e quelli di contemplazione, anche a più voci, con l’aiuto formidabile delle nostre belle Corali; e poi i momenti di fraternità, di reciproca conoscenza, di allegria, di condivisione della colazione e del pranzo a sacco negli Oratori dei paesi di passaggio (Rodengo, Calino, per il corteo “bresciano”, Credaro, Capriolo, per quello “bergamasco”), quindi la fatica del cammino, soprattutto di quelli che, con generosità, a turno, portano le trombe acustiche o tengono a posto il filo elettrico, anche per delimitare il corteo, e assieme la bellezza della creazione che a maggio sembra esplodere (soprattutto col tempo ideale che il buon Dio questa Domenica ci ha regalato), gli scorci suggestivi di questa terra benedetta, coi suoi lunghi filari di viti, le distese di fiori variopinti, le case antiche, le cascine di pietra, ristrutturate con fine gusto, le chiesette e le edicole sacre, i castelli in cima ai colli, i borghi e i paesi, dove le persone, le famiglie sull’uscio o dalle finestre osservano e spesso pregano con noi, mentre passiamo. E poi: la gioia di rivedere o di conoscere per la prima volta degli amici di cammino, l’offrire al Padre celeste e a Maria anche le speranze, le preoccupazioni, le gioie e i problemi della vita quotidiana, dei propri cari, degli amici lasciati a casa, gli eventuali disagi della giornata, il percorso su qualche breve tratto di strada in salita o infangata, le intenzioni di preghiera scritte sui foglietti per essere consegnate alla Madonna, e poi: la pace che dona il Sacramento della Riconciliazione, a cui si accostano molti partecipanti, in coda ai due lunghi cortei, dove ci sono i padri. Infine la voce di P. Gino fa riecheggiare le recenti parole del nostro Papa Francesco, rivolte ai giovani, sulla croce, la gioia e la speranza che Gesù fa scaturire, sul vero potere di Colui che serve.
Tutte queste grazie date a ciascuno di noi, questi doni, elencati sempre con approssimazione, costituiscono da decenni un aiuto per le persone che si lasciano coinvolgere: sono grazie preziose che ci fanno vivere una piccola - grande esperienza di Cristo e del Suo Corpo, la Chiesa. Infatti il Pellegrinaggio è una esperienza educativa che potremmo definire “completa”: sono tante le testimonianze di coloro che (soprattutto quelli chiamati a svolgere un compito di servizio concreto) hanno imparato a seguire nella vita non se stessi, ma il Dio fattosi carne visibile e incontrabile; hanno imparato ad appartenere al “Corpo” vivo di Gesù Risorto, che è la Chiesa, a camminare con la Chiesa, lasciandosi formare da una comunità, da una guida buona. E’ una giornata di apprendimento a vivere accompagnati dalla Madre, dalla “Porta della Fede”, Maria, che offre, intera, se stessa, non a un’idea, ma al Vivente, perché tutti abbiano la Vita, e in abbondanza. Questa del Pellegrinaggio è una scuola che può segnare la vita di una persona.
Il culmine: l’arrivo congiunto ad Adro, al Santuario, dei due pellegrinaggi che confluiscono in un unico popolo, verso le 15,30. Molti pellegrini visitano la bellissima Madonna della Neve, “l’Avvocata dei peccatori”, che ha lo “sguardo di Paradiso”. Nel piazzale celebriamo L’Eucaristia, siamo in tanti. Abbiamo implorato con uno dei nostri canti più significativi: “ O Madre di ogni famiglia, al Figlio che ti assomiglia, consacra Tu il nostro cuore”.
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