La
notizia di una Marcia per la vita indetta a Roma per 12 Maggio ha fatto
scattare in me ed in altri amici il desiderio di parteciparvi.
In breve tempo ci siamo resi conto che si poteva anche organizzare un pullman da Brescia e così abbiamo fatto.
Era
tempo che pensavo, e così anche i miei amici, che fosse necessario non
restare indifferenti di fronte al genocidio di tante vite umane.
Gli
strumenti scientifici che oggi abbiamo a disposizione ci permettono di
sapere oltre ogni ragionevole dubbio che nel grembo materno vi è a tutti
gli effetti la vita umana.
Lo stesso
ginecologo Dr. Bernard Nathanson, uno dei più decisi promotori
dell’aborto negli USA (ne fece circa 75.000), quando poté utilizzare i
primi strumenti scientifici come gli immagini ad ultrasuoni (disponibili
del 1976)
si rese conto che l’
aborto è l’uccisione di una vita. Smise pertanto di praticarli e divenne
un difensore della vita (consiglio il video “l’urlo silenzioso” dove
racconta anche della sua vita).
Ma
anche il buon senso e la logica ci inducono ad arrivare alla stesso
conclusione. Che ne sarebbe di ognuno di noi se fosse stato distrutto in
un momento qualsiasi dal suo concepimento alla nascita? Semplicemente
ora non sarebbe in vita.
E’ solo con
un pregiudizio ottuso, oscurantista molto spesso contorniato da comodo
egoismo che si può negare l’evidenza dei fatti.
Così
siamo partiti per Roma e abbiamo vissuto con gioia e intensità la
marcia per la vita dal Colosseo a Castel Sant’Angelo e quindi fino a
Piazza San Pietro assieme ad altri 30.000 persone perché la coscienza
degli uomini e delle donne di oggi non si nasconda ipocritamente dietro
una legge iniqua ma si rispecchi onestamente nell’evidenza della realtà.
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