
Ha denunciato il Pontefice: alla "parola solidarietà, non ben vista dal mondo economico, come se fosse una parola cattiva, bisogna ridare la sua meritata cittadinanza sociale". E, ha aggiunto a braccio, "la solidarietà non è un atteggiamento in più, non è un'elemosina sociale ma è un valore sociale. E ci chiede la sua cittadinanza".
Infatti, ha spiegato il Papa, "la crisi attuale non è solo economica e finanziaria, ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica. Seguire gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana, è diventato norma fondamentale di funzionamento e criterio decisivo di organizzazione".
Così, ha proseguito il Pontefice, "ci si è dimenticati e ci si dimentica tuttora che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c'è l'essere umano e c'è qualcosa che è dovuto all'uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità profonda: offrirgli la possibilità di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune".
Dobbiamo tornare alla centralità dell'uomo, a una visione più etica delle attività e dei rapporti umani, senza il timore di perdere qualcosa".
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