A volte rimango come Pietro, un po' testone, tardo e lento di cuore, come dice Gesù ai due di Emmaus. Eppure corro come fa lui, sfido il buio che prima mi faceva tanta paura e torno indietro, come i due di Emmaus. Perché ho una speranza nuova, che prima non avevo. Ricordo le Parole di Gesù che mi dice: abbi coraggio, io ho vinto il mondo. (da una testimonianza)
A convincerci della verità del fatto che Gesù è Risorto è anche un’osservazione generale. Al momento della morte di Gesù i discepoli si sono dispersi; il suo caso è dato per chiuso: “Noi speravamo che fosse lui…”, dicono i discepoli di Emmaus. Evidentemente, non lo sperano più. Ed ecco che, improvvisamente, vediamo questi stessi uomini proclamare unanimi che Gesù è vivo, affrontare, per questa testimonianza, processi, persecuzioni e infine, uno dopo l’altro, il martirio e la morte. Che cosa ha potuto determinare un cambiamento così totale, se non la certezza che egli era veramente risorto?Non possono essersi ingannati, perché hanno parlato e mangiato con lui dopo la sua risurrezione; e poi erano uomini pratici, tutt’altro che facili a esaltarsi. Essi stessi sulle prime dubitano e oppongono non poca resistenza a credere. Neppure possono aver voluto ingannare gli altri, perché, se Gesù non era risorto, i primi ad essere stati traditi e a rimetterci (la stessa vita!) erano proprio loro. Senza il fatto della risurrezione, la nascita del cristianesimo e della Chiesa diventa un mistero ancora più difficile da spiegare che la risurrezione stessa.
Questi sono alcuni argomenti storici, oggettivi, ma la prova più forte che Cristo è risorto, è che è vivo! Vivo, non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché lui tiene in vita noi, ci comunica il senso della sua presenza, ci fa sperare. “Tocca Cristo chi crede in Cristo”, diceva sant’Agostino e i veri credenti fanno l’esperienza della verità di questa affermazione.(P.Cantalamessa)
"Soffrire di coraggio è la più bella malattia" (dall'ultimo cd di Renato Zero 2013 "Amo" )
Nessun commento:
Posta un commento