venerdì 26 aprile 2013

RESURREZIONE...ALZA LO SGUARDO, IL DIVINO E' VICINO A TE...Ti tiene in vita, dà un senso a tutto e ti fa sperare....

Molte volte la mia fede si ferma al Venerdì Santo. Metto l'indice sulle fatiche, sulle durezze e sulle negatività che la vita ti propone a volontà. Vedo solo i teli, quello che c'è da vedere, non vedo Gesù, che sembra non esserci. Non intendo la voce dell'angelo, delle donne, cioè di chi mi sta vicino, che mi ripete, guarda che lui qui non c'è, alza lo sguardo per favore.
Allora qui, oggi, io per primo, ognuno di noi, può fare i conti con se stesso e dirsi: ma quando smetto di guardare in basso? Quando smetto di lamentarmi, di ragionare con la logica del mondo, di piangermi addosso per le ingiustizie - vere o presunte - che ricevo? Invece di sprecare questa sofferenza, che tanto mi tengo, perché non la uso per crescere, per fare il bene? Perché non la investo in speranza, mettendo un pizzico di eternità nella mia giornata? Non devo fare gesti eroici, ma le stesse cose di ieri con la consapevolezza che Gesù è qui con me e mi dà la forza che io non ho, basta che gliela chieda. Allora mi accorgo che le lacrime si asciugano, non solo per me, che le ferite si rimarginano, anche quelle degli altri.
A volte rimango come Pietro, un po' testone, tardo e lento di cuore, come dice Gesù ai due di Emmaus.  Eppure corro come fa lui, sfido il buio che prima mi faceva tanta paura e torno indietro, come i due di Emmaus. Perché ho una speranza nuova, che prima non avevo. Ricordo le Parole di Gesù che mi dice: abbi coraggio, io ho vinto il mondo.   (da una testimonianza)


A convincerci della verità del fatto che Gesù è Risorto è anche un’osservazione generale. Al momento della morte di Gesù i discepoli si sono dispersi; il suo caso è dato per chiuso: “Noi speravamo che fosse lui…”, dicono i discepoli di Emmaus. Evidentemente, non lo sperano più. Ed ecco che, improvvisamente, vediamo questi stessi uomini proclamare unanimi che Gesù è vivo, affrontare, per questa testimonianza, processi, persecuzioni e infine, uno dopo l’altro, il martirio e la morte. Che cosa ha potuto determinare un cambiamento così totale, se non la certezza che egli era veramente risorto?Non possono essersi ingannati, perché hanno parlato e mangiato con lui dopo la sua risurrezione; e poi erano uomini pratici, tutt’altro che facili a esaltarsi. Essi stessi sulle prime dubitano e oppongono non poca resistenza a credere. Neppure possono aver voluto ingannare gli altri, perché, se Gesù non era risorto, i primi ad essere stati traditi e a rimetterci (la stessa vita!) erano proprio loro. Senza il fatto della risurrezione, la nascita del cristianesimo e della Chiesa diventa un mistero ancora più difficile da spiegare che la risurrezione stessa.
Questi sono alcuni argomenti storici, oggettivi, ma la prova più forte che Cristo è risorto, è che è vivo! Vivo, non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché lui tiene in vita noi, ci comunica il senso della sua presenza, ci fa sperare. “Tocca Cristo chi crede in Cristo”, diceva sant’Agostino e i veri credenti fanno l’esperienza della verità di questa affermazione.(P.Cantalamessa)

"Soffrire di coraggio è la più bella malattia" (dall'ultimo cd di Renato Zero 2013 "Amo" )

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