"Da un grande male che ha colpito la nostra famiglia,per grazia di Dio,possano nascere un bene e un conforto per tanti che sono sottoposti a dure prove"
( Antonio Socci dalla prefazione del suo libro "Caterina")
Il 12 settembre 2009 la figlia maggiore di Antonio e Alessandra Socci, Caterina, 24 anni, cade in coma dopo un inspiegabile arresto cardiaco. Nel libro Caterina. Diario di un padre nella tempesta, Socci aveva raccontato il calvario e la prima “resurrezione” di Caterina, quel giorno in cui uscì dal coma con la sua risata «inconfondibile». Il libro da oggi in libreria per Rizzoli, libro di Socci, Lettera a mia figlia. Sull’amore e la vita nel tempo del dolore (Rizzoli, pagine 190, euro 16,50), è il racconto di ciò che è accaduto dopo. Ed è forse ancora più interessante per la nostra mentalità così cinematograficamente abituata all’happy ending e ai titoli di coda.
UN LIBRO INDISPENSABILE. Perché uscita dal coma Caterina continua a soffrire, a lottare col suo corpo per recuperare il controllo dei muscoli sfidando il dolore con una tenacia quotidiana. Accanto a lei la sua famiglia e un popolo che si riconosce tale in preghiera. L’altro aspetto che rende questo libro indispensabile, infatti, è il racconto di un mondo di fede sconosciuto. Come disse, ed è uno dei bellissimi brani citati da Socci, il cardinale Bagnasco in un’omelia per la festa dell’Immacolata: «Quanto eroismo circola nelle strade della nostra città. Quanta gente, nel segreto dei giorni, vive dentro la luce di Cristo. Il mondo non lo vede, ma Dio sorride, vede e si fa vicino, vede e asciuga le lacrime segrete di quanti, madri e padri, giovani e anziani, portano la vita quotidiana con dignità e sacrificio, con grande umile eroismo. (…) sono le meraviglie di Dio, sono come tante fiammelle che risplendono». Caterina è una fiammella e un fuoco che brucia. In grado di illuminare la vita di chi la incontra. (Da "Tempi")
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