"È avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune
associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi
orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni
etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento
morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in
contraddizione con principi basilari della coscienza cristiana, non sono
compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si
definiscono cattoliche. Analogamente, è da rilevare che alcune Riviste e
Periodici cattolici in certi Paesi hanno orientato i lettori in
occasione di scelte politiche in maniera ambigua e incoerente,
equivocando sul senso dell’autonomia dei cattolici in politica e senza
tenere in considerazione i principi a cui si è fatto riferimento.. (Dinanzi a esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili,
infatti, i credenti devono sapere che è in gioco l’essenza dell’ordine
morale, che riguarda il bene integrale della persona. E’ questo il caso
delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia (da non confondersi con la rinuncia all’accanimento terapeutico, la
quale è, anche moralmente, legittima), che devono tutelare il diritto
primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine
naturale. Allo stesso modo occorre ribadire il dovere di rispettare e
proteggere i diritti dell’embrione umano. Analogamente, devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia,
fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso e
protetta nella sua unità e stabilità, a fronte delle moderne leggi sul
divorzio: ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun
modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto
tali un riconoscimento legale. Così pure la garanzia della libertà di educazione
ai genitori per i propri figli è un diritto inalienabile, riconosciuto
tra l’altro nelle Dichiarazioni internazionali dei diritti umani. Alla
stessa stregua, si deve pensare alla tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù
(si pensi ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della
prostituzione). Non può essere esente da questo elenco il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un’economia
che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della
giustizia sociale, del principio di solidarietà umana e di quello di
sussidiarietà, secondo il quale «i diritti delle persone, delle famiglie
e dei gruppi, e il loro esercizio devono essere riconosciuti». Come non
vedere, infine, in questa esemplificazione il grande tema della pace.
Una visione irenica e ideologica tende, a volte, a secolarizzare il
valore della pace mentre, in altri casi, si cede a un sommario giudizio
etico dimenticando la complessità delle ragioni in questione. La pace è
sempre «frutto della giustizia ed effetto della carità»; esige il
rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede
un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità
politica.)
La fede in Gesù Cristo che ha definito se stesso «la via, la verità e la
vita» (Gv 14,6) chiede ai cristiani lo sforzo per inoltrarsi con
maggior impegno nella costruzione di una cultura che, ispirata al
Vangelo, riproponga il patrimonio di valori e contenuti della Tradizione
cattolica. La necessità di presentare in termini culturali moderni il
frutto dell’eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo
appare oggi carico di un’urgenza non procrastinabile, anche per evitare
il rischio di una diaspora culturale dei cattolici. Del resto lo
spessore culturale raggiunto e la matura esperienza di impegno politico
che i cattolici in diversi paesi hanno saputo sviluppare, specialmente
nei decenni posteriori alla seconda guerra mondiale, non possono porli
in alcun complesso di inferiorità nei confronti di altre proposte che la
storia recente ha mostrato deboli o radicalmente fallimentari. È
insufficiente e riduttivo pensare che l’impegno sociale dei cattolici
possa limitarsi a una semplice trasformazione delle strutture, perché se
alla base non vi è una cultura in grado di accogliere, giustificare e
progettare le istanze che derivano dalla fede e dalla morale, le
trasformazioni poggeranno sempre su fragili fondamenta.
La fede non ha mai preteso di imbrigliare in un rigido schema i
contenuti socio-politici, consapevole che la dimensione storica in cui
l’uomo vive impone di verificare la presenza di situazioni non perfette e
spesso rapidamente mutevoli. Sotto questo aspetto sono da respingere
quelle posizioni politiche e quei comportamenti che si ispirano a una
visione utopistica la quale, capovolgendo la tradizione della fede
biblica in una specie di profetismo senza Dio, strumentalizza il
messaggio religioso, indirizzando la coscienza verso una speranza solo
terrena che annulla o ridimensiona la tensione cristiana verso la vita
eterna....
V. Conclusione
9. Gli orientamenti contenuti nella presenta Nota
intendono illuminare uno dei più importanti aspetti dell’unità di vita
del cristiano: la coerenza tra fede e vita, tra vangelo e cultura,
richiamata dal Concilio Vaticano II. Esso esorta i fedeli a «compiere
fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del
vangelo. Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una
cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano di poter
per questo trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che
invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la
vocazione di ciascuno». Siano desiderosi i fedeli «di poter esplicare
tutte le loro attività terrene, unificando gli sforzi umani, domestici,
professionali, scientifici e tecnici in una sola sintesi vitale insieme
con i beni religiosi, sotto la cui altissima direzione tutto viene
coordinato a gloria di Dio».
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II nell’Udienza del 21 novembre
2002 ha approvato la presente Nota, decisa nella Sessione Ordinaria di
questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il
24 novembre 2002, Solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo.
+ JOSEPH CARD. RATZINGER
Prefetto
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