APPUNTI NON
RIVISTI DAL RELATORE
ESERCIZI SPIRITUALI
LIGNANO 2012-05-02
“O MIO DIO TRINITA’
CHE ADORO”
Inizia la prima meditazione con un canto:
la preghiera di Dante alla Vergine
Vergine
madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che
creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.
Termine fisso d’eterno consiglio.
Tu se’ colei che l’umana
natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.
Non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore.
Così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.
Se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.
Sua disïanza vuol volar senz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.
Liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!
Quantunque in creatura è di bontate!
Questo canto è una delle più belle preghiere scritte nella
letteratura ed è stata scelta per cogliere il mondo e la creazione nel punto in
cui tutto il Creatore si e piegato su una creatura umana, questa creatura è
Maria, il luogo della dimora è il Grembo.
E’ l’immagine della Trinità chinata e preoccupata che si
dona alla sua creatura, è l’immagine della Santa Vergine, della Chiesa, di noi.
E’ l’immagine del Mistero della nostra fede.
La parola Mistero non deve assumere quel significato di
oscuro o di difficile, quanto piuttosto di infinitamente bello, infinitamente
profondo, infinitamente grande.
Ripensiamo all’episodio di ieri sera,
(la sera precedente, Padre
Antonio, iniziando con la Santa Messa gli esercizi, nell’omelia, ha rievocato
l’episodio di sant’Agostino quando passeggiando sul mare e pensando al mistero
Trinitario, incontra un bambino che ha scavato una buca nella sabbia dentro la
quale voleva mettere tutto il mare, Sant’Agostino disse al bambino che era
impossibile mettere il mare nella buca ed il bambino gli rispose che era
impossibile anche mettere il mistero della grandezza della Trinità nella sua
testa…….. Padre Antonio ci ha richiamati a vedere l’episodio non con l’amarezza
di non capire il Mistero Trinitario quanto all’accoglierlo: così come l’acqua
del mare messa nella buca ritorna al mare, così anche noi riceviamo dentro di
noi la bellezza del mistero trinitario che ritorna poi all’Origine.)
L’immagine del bambino che gioca con la buca della sabbia e
il mare, è un’immagine giocosa, il bambino ha diritto di giocare, ha bisogno di
perdersi davanti all’infinità del mare, così ogni uomo ha bisogno di perdersi e
di commuoversi davanti alla bellezza del nostro Dio Trinità.
Un grande teologo diceva: “La Trinità di Dio è il mistero
della Sua bellezza, negarla significa avere un Dio senza bellezza e senza humour”.
Quando recitiamo il Padre Nostro, noi diciamo “sia
santificato il Tuo nome”, cosa significa santificare? Chi deve santificare Dio?
I santi, gli angeli… tutti! Tutti dobbiamo santificare Dio e santificare,
significa essere felici del Nostro Dio, contenti.
Felici per il Dono, felici per il Mistero che si è aperto
nel nostro cuore, solo così potremo partecipare alla conversione del mondo, non
sono solo le nostre opere, le nostre parole, ma la Gioia per la maniera in cui
Dio ha manifestato se stesso a noi creature.
Come facciamo ad avvicinarci al Mistero della Trinità?
Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine, leggiamo la Genesi, creò
l’uomo e la donna con il dono della fecondità nella sua completezza. Partiamo
da questa realtà, è vero che siamo anche peccatori è vero che non ci conosciamo
fino in fondo, sant’Agostino diceva “io sono mistero di me stesso”, ma noi dobbiamo aprirci al mistero di Dio
guardando come siamo fatti.
Dio ci ha creati unici irripetibili e dentro ognuno di noi
c’è un qualcosa di Divino.
“Dio non fa mai due volte la stessa cosa, il non ripetersi è
l’eternità del singolo” è una citazione che appare difficile da capire ma, il
fatto di essere unici nella storia, nel mondo ci dice che non possiamo essere
sostituiti che non possiamo mancare.
Dentro di noi c’è una scintilla divina, un qualcosa di
irripetibile che mai nella storia si può ripetere, se tu non fossi stato unico
non ci sarebbe stato il bisogno di te. non puoi essere sdoppiato.
Se non custodissimo nel cuore la verità di essere unici al
mondo, la verità che Dio non ci confonde con la massa, che Dio ha gli occhi su
ognuno di noi, non solo per giudicare, come si diceva un tempo “guarda che Dio
ti vede” ma, perché se non ci sei Dio ne sente al mancanza, se tutte le nostre
riflessioni non danno questa certezza, saremmo malati di insignificanza.
Una persona malata di insignificanza, sarebbe privata di
tutte le energie, di tutte le forze, di tutte le motivazioni….. “io che ci sto
a fare al mondo…….. un malato terminale che ci sta a fare al mondo……SEI UNICO
ed anche se è doloroso, la tua presenza serve è necessaria fino all’ultimo
istante, perché Dio mi ha voluto, mi ha pensato, mi ha fatto nascere, qui e
ora!
L’unicità dell’essere umano che è se stesso si dal concepimento
e non ha bisogno di niente per essere se stesso.
Questo essere umano è unico e irripetibile da tutti i punti
di vista e ha bisogno di un Altro. Gli occhi hanno bisogno di vedere una
persona simile o diversa (Adamo ed Eva), le mani hanno bisogno di toccare
l’altro, le orecchie hanno bisogno di sentire l’altro….. tutti i sensi ci
dicono che abbiamo bisogno di percepire l’altro, lo sguardo l’udito, il tatto,
il gusto, sono le porte del tuo essere e ti dicono che hai bisogno di un altro
che ti fa vibrare. La voce dell’innamorato ti fa vibrare l’anima. Tutto in te
ti dice che ha bisogno e che sei fatto per l’altro.
Pensando ancora all’unicità, proviamo a pensare al volto,
stessi tratti, pochi elementi ma tutti diversi, come è possibile? per far venire
al mondo miliardi di volti tutti diversi c’è bisogno di anime. Detto questo,
tutto dice che siamo fatti per la relazione per la comunicazione per l’Amore.
La forza che abbiamo
dentro di relazione permette a dei corpi non formato di comunicare in modo sorprendente,
avete forse letto che una piccola bambina ha vinto il premio di bella
calligrafia, ciò che rende particolare questo fatto è che la bambina non ha
mani. Oppure la storia di una ballerina che danza in modo sinuoso e non ha
braccia.
Il bisogno di comunicare, porta all’anima la forza di
trovare il modo per farlo anche quando i mezzi primari non ci sono.
Papa Benedetto XVI° ha scritto che “solo l’Amore ci rende
felici perché viviamo la relazione dell’amare e dell’essere amati”.
L’uomo è
Unico
Ha bisogno d’amare
Ha bisogno di incontro
Di relazione
Di amicizia
D’amore
Certo si può amare in
tanti modi….
Cosa accade appena si scatena l’amore? Viviamo il dono
dell’Eucarestia o della Comunione
L’amore porta al desiderio di dare e donare e più dai, più
soffri perché il dono è solo un segno. L’amore porta a donarsi totalmente, il
dono diventa la stessa persona che si dona.
Ma anche quando si sperimenta il donarsi totalmente (e
stiamo parlando del rapporto tra marito e moglie: il fare l’amore) si sente
ancora la lontananza dell’amato, c’è sempre qualcosa che non puoi donare. Ed
anche quando l’amore diventa concreto e toccabile (il figlio) ci si accorge che
sfugge, cresce e se ne va.
Questo mistero dell’amore umano da struggimento, consuma e
allo stesso tempo dona gioia e riempie di domande, di attese, di paure, perché
l’amore è l’unica cosa data liberamente e c’è in gioco la libertà dell’ uno e
dell’altro nel rapporto.
E sappiamo bene anche quando in amore c’è tanta
superficialità, banalità, permettetemi il termine: sporcizia.
Ma anche quando c’è la più bella ricchezza e bellezza sembra
che l’amore sia incompiuto.
Prendete canzoni d’amore, poesie e leggetele, non come se
fosse un episodio, ma come se fosse la sostanza e la realtà che si percepisce:
Mangi il pane e non ti tieni in piedi,
bevi l’acqua e non ti disseti,
tocchi le cose e non le senti al tatto,
annusi il fiore e il suo profumo non
arriva alla tua anima.
Se però l’amato è accanto a te, tutto
improvvisamente risorge,
e la vita ti inonda con tale forza che
ritieni il vaso d’argilla della tua esistenza incapace a sostenerla.
(Christos
Yannaras in Variazioni sul Cantico dei Cantici)
Poesie di Jacque Prevert (non ho trovato quella citata da P.
Antonio diceva più o meno “che cosa sarebbe il mondo se tu non fossi mai nata,
sarebbe come una cometa caduta…….. e
senza la tua presenza, che ne sarebbe dell’universo”
“Nel fumo"
di Eugenio Montale
Quante volte t’ho atteso
alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. E’ un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
Eugenio Montale
Il dramma del dono: ci è stato donato il dono di avvicinarci
al mondo di Dio e poi ci sfugge ci si trova lontani…..
Io cristiano, devo partire da un sussulto di gioia partendo
dal mio amore e l’Amore di Dio.
Dio ci dice: “sai perché il tuo cuore è fatto così? perché
l’ho fatto Io”
Vuoi capire come fare a tornare a Dio? Non puoi capire Dio,
ma può accadere che Lui ti dica vengo Io da te, così Gesù è venuto a spiegarci
come siamo fatti e a rendere il nostro amore una cosa splendida.
- Søren Kierkegaard (da Discorsi edificanti, pp. 81-82)
- "Cos'è che rende un uomo grande, ammirato dal creato, gradevole agli occhi di Dio? Cos'è che rende un uomo forte, più forte del mondo intero; cos'è che lo rende debole, più debole di un bambino? Cos'è che rende un uomo saldo, più saldo della roccia; cos'è che lo rende molle, più molle della cera? È l'amore! Cos'è che è più vecchio di tutto? È l'amore. Cos'è che sopravvive a tutto? È l'amore. Cos'è che non può essere tolto, ma toglie lui stesso tutto? È l'amore. Cos'è che non può essere dato, ma dà lui stesso tutto? È l'amore. Cos'è che sussiste, quando tutto frana? È l'amore. Cos'è che consola, quando ogni consolazione viene meno? È l'amore. Cos'è che dura, quando tutto subisce una trasformazione? È l'amore. Cos'è che rimane, quando viene abolito l'imperfetto? È l'amore. Cos'è che testimonia, quando tace la profezia? È l'amore. Cos'è che non scompare, quando cessa la visione? È l'amore. Cos'è che chiarisce, quando ha fine il discorso oscuro? È l'amore. Cos'è che dà benedizione all'abbondanza del dono? È l'amore. Cos'è che dà energia al discorso degli angeli? È l'amore. Cos'è che fa abbondante l'offerta della vedova? È l'amore. Cos'è che rende saggio il discorso del semplice? È l'amore. Cos'è che non muta mai, anche se tutto muta?
- È l'Amore, e Amore è solo quello che mai si muta in qualcos'altro."
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