«La carità mi dette la chiave della mia vocazione. Capii che se la Chiesa ha un corpo composto da diverse membra, l'organo più necessario, più nobile di tutti, non le manca; capii che la Chiesa ha un cuore e che questo arde d'amore. Capii che l'amore racchiude tutte le vocazioni, che l'amore è tutto. Allora nell'eccesso della mia gioia delirante esclamai:
"Gesù, Amore mio, la mia vocazione l'ho trovata finalmente, la mia vocazione è l'amore"». Nasce in Normandia nel 1873 da Luigi Martin e Zelia Guérin. Rimasta orfana di mamma, si trasferisce con il padre e le sorelle a Lisieux. È molto religiosa e presto prende la via del Carmelo. La data della professione religiosa segna l'inizio di un lungo periodo di aridità attraverso il quale il Signore la fa crescere spiritualmente. Né le mancano le prove della vita quotidiana. Il dolore più grande è l'infermità del padre. Nel 1893 è nominata vicemaestra delle novizie, quasi contemporaneamente scopre la «piccola via» alla santità.
«L'ascensore che deve innalzarmi fino al cielo sono le vostre braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più». Questa scoperta l'induce a offrirsi all'amore di Dio come vittima di olocausto. La sua offerta viene presto accolta e già nella settimana santa del 1896 si manifestano i primi segni della tubercolosi che la condurrà a morte nell'anno successivo. La missione di Teresa non è giunta tuttavia a compimento. Dichiara prima di morire:
«Sento che la mia missione sta per incominciare, la mia missione di far amare il buon Dio come io lo amo». «La bambina più amata della storia» (Pio XII) è santa e dottore della Chiesa.
(Elio Guerrero su Avvenire di oggi)
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