“La vita dell’uomo consiste nell’affetto che principalmente la sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione”.
(San Tommaso)
sabato 29 ottobre 2011
IL SOLISTA....film consigliato.. "Quello che ti trasmette è la forza del suo cuore....essere suo amico ti fa sentire a casa..."
http://www.youtube.com/watch?v=cmZgfLyB3_g
"I pezzi migliori sono quelli del centro di accoglienza, dove si mette a nudo, in mezzo alle immagini di Katrina, come anche in una città organizzata come Los Angeles si dimentichino gli abitanti e li si lasci alla deriva: nonostante la loro nobiltà d'animo intrinseca e i loro valori, le grandi associazioni si muovono solo quando possono ricavare dei soldi e per questo permettono ad Ayers di compiere un difficile cammino di ricongiunzione, senza nemmeno riuscirvi perché vedono la cosa dal lato sbagliato dell'essere umani e comprensivi. Per il cinico Lopez, che credeva che l'unica storia con un'anima fosse quella che faceva vendere più giornali, sarà una lezione da non dimenticare."
"I pezzi migliori sono quelli del centro di accoglienza, dove si mette a nudo, in mezzo alle immagini di Katrina, come anche in una città organizzata come Los Angeles si dimentichino gli abitanti e li si lasci alla deriva: nonostante la loro nobiltà d'animo intrinseca e i loro valori, le grandi associazioni si muovono solo quando possono ricavare dei soldi e per questo permettono ad Ayers di compiere un difficile cammino di ricongiunzione, senza nemmeno riuscirvi perché vedono la cosa dal lato sbagliato dell'essere umani e comprensivi. Per il cinico Lopez, che credeva che l'unica storia con un'anima fosse quella che faceva vendere più giornali, sarà una lezione da non dimenticare."
venerdì 28 ottobre 2011
TRASMISSIONE TORMENTONE....GRANDE FRATELLO 12....grande fratello ....ma senza famiglia...
Il comune denominatore: genitori separati, padri perlopiù assenti, incomprensioni profonde, lunghissimi silenzi e distacchi sofferti. E’ la famiglia contemporanea? Probabilmente anche, ma come non pensare che dopo 12 tornate di GF gli autori non abbiano puntato tutto sul potere seduttivo dell’abbraccio con padre e madre, del ritorno all’ovile, del perdono in altissima definizione. Potere seduttivo nei confronti dell’auditel, naturalmente. E cinicamente, centrato sulla tensione emotiva dei ragazzi che quest’anno saranno sottoposti alla solita estenuante sfida psicologica, fra loro stessi e contro i capricci del Grande Fratello.
Auditel al massimo..cultura al minimo....televisione spazzatura che ti rinchiude per farti famoso...
Auditel al massimo..cultura al minimo....televisione spazzatura che ti rinchiude per farti famoso...
don Guanella--Beato---Santo della carità-21 Ottobre 2011
"Il Signore osserva te, come un padre che gode nel fissare lo sguardo nel volto del suo figliuolo unico. Per intendersela giustamente con gli uomini bisogna anzitutto sapersi intendere col Signore, che è via, verità e vita."
Se ci vien fatto di fare un’opera di carità, noi la compiamo con quella specie di freddezza infastidita con cui ci leviamo dall’abito un insetto che vi sia caduto. Fare la carità in questo modo non è un atto di amore, ma quasi di egoismo: è toglierci d’attorno un seccatore o una seccatura. Bisogna invece che tutto il nostro essere sia presente e soprattutto sia lieto nel compiere questo atto buono. Bisogna che la carità ci compenetri del tutto e per tutto.
Frasi e scritti di questo Santo,discepolo di Don Bosco,aiuto per i poveri,
a questo link:http://www.donguanellasanto.org/pagine/appro_massime.php?categoria=37&formMassimeButton=Conferma
"
Le autorità politiche non vedevano di buon occhio l'iniziativa benefica e consideravano don Guanella «un prete sovversivo venuto in Valtellina dalla scuola di don Bosco con l'idea di popolare la valle di preti, frati e monache». "
Se ci vien fatto di fare un’opera di carità, noi la compiamo con quella specie di freddezza infastidita con cui ci leviamo dall’abito un insetto che vi sia caduto. Fare la carità in questo modo non è un atto di amore, ma quasi di egoismo: è toglierci d’attorno un seccatore o una seccatura. Bisogna invece che tutto il nostro essere sia presente e soprattutto sia lieto nel compiere questo atto buono. Bisogna che la carità ci compenetri del tutto e per tutto.
Frasi e scritti di questo Santo,discepolo di Don Bosco,aiuto per i poveri,
a questo link:http://www.donguanellasanto.org/pagine/appro_massime.php?categoria=37&formMassimeButton=Conferma
"
Le autorità politiche non vedevano di buon occhio l'iniziativa benefica e consideravano don Guanella «un prete sovversivo venuto in Valtellina dalla scuola di don Bosco con l'idea di popolare la valle di preti, frati e monache». "
giovedì 27 ottobre 2011
Discorso del Papa Benedetto XVI ad Assisi 27 Ottobre 2011.....".Pellegrini della verità, pellegrini della pace".
Ho inserito tutto il discorso per la grande lucidità del Papa (sicuramente aiutata dallo Spirito Santo)
nel leggere il presente ed indicare un futuro certo per la pace nel mondo..
PACE CHE PARTE DAL CENTRO INTERIORE DELL'UOMO
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
distinti Capi e rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo,
cari amici,
sono passati venticinque anni da quando il beato Papa Giovanni Paolo II invitò per la prima volta rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per una preghiera per la pace. Che cosa è avvenuto da allora? A che punto è oggi la causa della pace? Allora la grande minaccia per la pace nel mondo derivava dalla divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro. Il simbolo vistoso di questa divisione era il muro di Berlino che, passando in mezzo alla città, tracciava il confine tra due mondi.
Nel 1989, tre anni dopo Assisi, il muro cadde – senza spargimento di sangue. All’improvviso, gli enormi arsenali, che stavano dietro al muro, non avevano più alcun significato. Avevano perso la loro capacità di terrorizzare. La volontà dei popoli di essere liberi era più forte degli arsenali della violenza. La questione delle cause di tale rovesciamento è complessa e non può trovare una risposta in semplici formule. Ma accanto ai fattori economici e politici, la causa più profonda di tale evento è di carattere spirituale: dietro il potere materiale non c’era più alcuna convinzione spirituale. La volontà di essere liberi fu alla fine più forte della paura di fronte alla violenza che non aveva più alcuna copertura spirituale. Siamo riconoscenti per questa vittoria della libertà, che fu soprattutto anche una vittoria della pace. E bisogna aggiungere che in questo contesto si trattava non solamente, e forse neppure primariamente, della libertà di credere, ma anche di essa. Per questo possiamo collegare tutto ciò in qualche modo anche con la preghiera per la pace.
Ma che cosa è avvenuto in seguito? Purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da libertà e pace. Anche se la minaccia della grande guerra non è in vista, tuttavia il mondo, purtroppo, è pieno di discordia. Non è soltanto il fatto che qua e là ripetutamente si combattono guerre – la violenza come tale è potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. La libertà è un grande bene. Ma il mondo della libertà si è rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la libertà viene fraintesa anche come libertà per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi.
Cerchiamo di identificare un po’ più da vicino i nuovi volti della violenza e della discordia. A grandi linee – a mio parere – si possono individuare due differenti tipologie di nuove forme di violenza che sono diametralmente opposte nella loro motivazione e manifestano poi nei particolari molte varianti. Anzitutto c’è il terrorismo, nel quale, al posto di una grande guerra, vi sono attacchi ben mirati che devono colpire in punti importanti l’avversario in modo distruttivo, senza alcun riguardo per le vite umane innocenti che con ciò vengono crudelmente uccise o ferite.
Agli occhi dei responsabili, la grande causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudeltà. Viene messo fuori gioco tutto ciò che nel diritto internazionale era comunemente riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza. Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudeltà spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del "bene" perseguito. La religione qui non è a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza.
La critica della religione, a partire dall’illuminismo, ha ripetutamente sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con ciò ha fomentato l’ostilità contro le religioni. Che qui la religione motivi di fatto la violenza è cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente. In un modo più sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa di violenza anche là dove la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri. I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermezza: questa non è la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione.
Contro ciò si obietta: ma da dove sapete quale sia la vera natura della religione? La vostra pretesa non deriva forse dal fatto che tra voi la forza della religione si è spenta? Ed altri obietteranno: ma esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le religioni ed è pertanto valida per tutte? Queste domande le dobbiamo affrontare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla violenza per motivi religiosi. Qui si colloca un compito fondamentale del dialogo interreligioso – un compito che da questo incontro deve essere nuovamente sottolineato.
Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo è stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia. La Croce di Cristo è per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l’altro e l’amare con l’altro. Il suo nome è "Dio dell’amore e della pace" (2 Cor 13,11).
È compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilità per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinché – nonostante la debolezza dell’uomo – sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo.
Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con ciò le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dall’aspetto multiforme ha una motivazione esattamente opposta: è la conseguenza dell’assenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanità che va di pari passo con ciò. I nemici della religione – come abbiamo detto – vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dell’umanità e pretendono quindi la scomparsa della religione. Ma il "no" a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell’assenza di Dio.
Qui non vorrei però soffermarmi sull’ateismo prescritto dallo Stato; vorrei piuttosto parlare della "decadenza" dell’uomo, in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi più pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. L’adorazione di mammona, dell’avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta più l’uomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicità degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nell’animo. La violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune parti del mondo la nostra gioventù. Poiché la violenza diventa cosa normale, la pace è distrutta e in questa mancanza di pace l’uomo distrugge se stesso.
L’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo. Ma dov’è Dio? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo nuovamente all’umanità per fondare una vera pace? Riassumiamo anzitutto brevemente le nostre riflessioni fatte finora. Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre l’orientamento dell’uomo verso Dio, vissuto rettamente, è una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessità del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Dall’altra parte, ho affermato che la negazione di Dio corrompe l’uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza.
Accanto alle due realtà di religione e anti-religione esiste, nel mondo in espansione dell’agnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio. Persone del genere non affermano semplicemente: "Non esiste alcun Dio".
Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono "pellegrini della verità, pellegrini della pace". Pongono domande sia all’una che all’altra parte. Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c’è un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verità esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perché non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri.
Queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinché Dio – il vero Dio – diventi accessibile. Per questo ho appositamente invitato rappresentanti di questo terzo gruppo al nostro incontro ad Assisi, che non raduna solamente rappresentanti di istituzioni religiose.
Si tratta piuttosto del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verità, dell’impegno deciso per la dignità dell’uomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto. In conclusione, vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica non desisterà dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere "pellegrini della verità, pellegrini della pace".
nel leggere il presente ed indicare un futuro certo per la pace nel mondo..
PACE CHE PARTE DAL CENTRO INTERIORE DELL'UOMO
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
distinti Capi e rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali e delle religioni del mondo,
cari amici,
sono passati venticinque anni da quando il beato Papa Giovanni Paolo II invitò per la prima volta rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per una preghiera per la pace. Che cosa è avvenuto da allora? A che punto è oggi la causa della pace? Allora la grande minaccia per la pace nel mondo derivava dalla divisione del pianeta in due blocchi contrastanti tra loro. Il simbolo vistoso di questa divisione era il muro di Berlino che, passando in mezzo alla città, tracciava il confine tra due mondi.
Nel 1989, tre anni dopo Assisi, il muro cadde – senza spargimento di sangue. All’improvviso, gli enormi arsenali, che stavano dietro al muro, non avevano più alcun significato. Avevano perso la loro capacità di terrorizzare. La volontà dei popoli di essere liberi era più forte degli arsenali della violenza. La questione delle cause di tale rovesciamento è complessa e non può trovare una risposta in semplici formule. Ma accanto ai fattori economici e politici, la causa più profonda di tale evento è di carattere spirituale: dietro il potere materiale non c’era più alcuna convinzione spirituale. La volontà di essere liberi fu alla fine più forte della paura di fronte alla violenza che non aveva più alcuna copertura spirituale. Siamo riconoscenti per questa vittoria della libertà, che fu soprattutto anche una vittoria della pace. E bisogna aggiungere che in questo contesto si trattava non solamente, e forse neppure primariamente, della libertà di credere, ma anche di essa. Per questo possiamo collegare tutto ciò in qualche modo anche con la preghiera per la pace.
Ma che cosa è avvenuto in seguito? Purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da libertà e pace. Anche se la minaccia della grande guerra non è in vista, tuttavia il mondo, purtroppo, è pieno di discordia. Non è soltanto il fatto che qua e là ripetutamente si combattono guerre – la violenza come tale è potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. La libertà è un grande bene. Ma il mondo della libertà si è rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la libertà viene fraintesa anche come libertà per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi.
Cerchiamo di identificare un po’ più da vicino i nuovi volti della violenza e della discordia. A grandi linee – a mio parere – si possono individuare due differenti tipologie di nuove forme di violenza che sono diametralmente opposte nella loro motivazione e manifestano poi nei particolari molte varianti. Anzitutto c’è il terrorismo, nel quale, al posto di una grande guerra, vi sono attacchi ben mirati che devono colpire in punti importanti l’avversario in modo distruttivo, senza alcun riguardo per le vite umane innocenti che con ciò vengono crudelmente uccise o ferite.
Agli occhi dei responsabili, la grande causa del danneggiamento del nemico giustifica ogni forma di crudeltà. Viene messo fuori gioco tutto ciò che nel diritto internazionale era comunemente riconosciuto e sanzionato come limite alla violenza. Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente e che proprio il carattere religioso degli attacchi serve come giustificazione per la crudeltà spietata, che crede di poter accantonare le regole del diritto a motivo del "bene" perseguito. La religione qui non è a servizio della pace, ma della giustificazione della violenza.
La critica della religione, a partire dall’illuminismo, ha ripetutamente sostenuto che la religione fosse causa di violenza e con ciò ha fomentato l’ostilità contro le religioni. Che qui la religione motivi di fatto la violenza è cosa che, in quanto persone religiose, ci deve preoccupare profondamente. In un modo più sottile, ma sempre crudele, vediamo la religione come causa di violenza anche là dove la violenza viene esercitata da difensori di una religione contro gli altri. I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermezza: questa non è la vera natura della religione. È invece il suo travisamento e contribuisce alla sua distruzione.
Contro ciò si obietta: ma da dove sapete quale sia la vera natura della religione? La vostra pretesa non deriva forse dal fatto che tra voi la forza della religione si è spenta? Ed altri obietteranno: ma esiste veramente una natura comune della religione, che si esprime in tutte le religioni ed è pertanto valida per tutte? Queste domande le dobbiamo affrontare se vogliamo contrastare in modo realistico e credibile il ricorso alla violenza per motivi religiosi. Qui si colloca un compito fondamentale del dialogo interreligioso – un compito che da questo incontro deve essere nuovamente sottolineato.
Come cristiano, vorrei dire a questo punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo è stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia. La Croce di Cristo è per noi il segno del Dio che, al posto della violenza, pone il soffrire con l’altro e l’amare con l’altro. Il suo nome è "Dio dell’amore e della pace" (2 Cor 13,11).
È compito di tutti coloro che portano una qualche responsabilità per la fede cristiana purificare continuamente la religione dei cristiani a partire dal suo centro interiore, affinché – nonostante la debolezza dell’uomo – sia veramente strumento della pace di Dio nel mondo.
Se una tipologia fondamentale di violenza viene oggi motivata religiosamente, ponendo con ciò le religioni di fronte alla questione circa la loro natura e costringendo tutti noi ad una purificazione, una seconda tipologia di violenza dall’aspetto multiforme ha una motivazione esattamente opposta: è la conseguenza dell’assenza di Dio, della sua negazione e della perdita di umanità che va di pari passo con ciò. I nemici della religione – come abbiamo detto – vedono in questa una fonte primaria di violenza nella storia dell’umanità e pretendono quindi la scomparsa della religione. Ma il "no" a Dio ha prodotto crudeltà e una violenza senza misura, che è stata possibile solo perché l’uomo non riconosceva più alcuna norma e alcun giudice al di sopra di sé, ma prendeva come norma soltanto se stesso. Gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell’assenza di Dio.
Qui non vorrei però soffermarmi sull’ateismo prescritto dallo Stato; vorrei piuttosto parlare della "decadenza" dell’uomo, in conseguenza della quale si realizza in modo silenzioso, e quindi più pericoloso, un cambiamento del clima spirituale. L’adorazione di mammona, dell’avere e del potere, si rivela una contro-religione, in cui non conta più l’uomo, ma solo il vantaggio personale. Il desiderio di felicità degenera, ad esempio, in una brama sfrenata e disumana quale si manifesta nel dominio della droga con le sue diverse forme. Vi sono i grandi, che con essa fanno i loro affari, e poi i tanti che da essa vengono sedotti e rovinati sia nel corpo che nell’animo. La violenza diventa una cosa normale e minaccia di distruggere in alcune parti del mondo la nostra gioventù. Poiché la violenza diventa cosa normale, la pace è distrutta e in questa mancanza di pace l’uomo distrugge se stesso.
L’assenza di Dio porta al decadimento dell’uomo e dell’umanesimo. Ma dov’è Dio? Lo conosciamo e possiamo mostrarLo nuovamente all’umanità per fondare una vera pace? Riassumiamo anzitutto brevemente le nostre riflessioni fatte finora. Ho detto che esiste una concezione e un uso della religione attraverso il quale essa diventa fonte di violenza, mentre l’orientamento dell’uomo verso Dio, vissuto rettamente, è una forza di pace. In tale contesto ho rimandato alla necessità del dialogo, e parlato della purificazione, sempre necessaria, della religione vissuta. Dall’altra parte, ho affermato che la negazione di Dio corrompe l’uomo, lo priva di misure e lo conduce alla violenza.
Accanto alle due realtà di religione e anti-religione esiste, nel mondo in espansione dell’agnosticismo, anche un altro orientamento di fondo: persone alle quali non è stato dato il dono del poter credere e che tuttavia cercano la verità, sono alla ricerca di Dio. Persone del genere non affermano semplicemente: "Non esiste alcun Dio".
Esse soffrono a motivo della sua assenza e, cercando il vero e il buono, sono interiormente in cammino verso di Lui. Sono "pellegrini della verità, pellegrini della pace". Pongono domande sia all’una che all’altra parte. Tolgono agli atei combattivi la loro falsa certezza, con la quale pretendono di sapere che non c’è un Dio, e li invitano a diventare, invece che polemici, persone in ricerca, che non perdono la speranza che la verità esista e che noi possiamo e dobbiamo vivere in funzione di essa. Ma chiamano in causa anche gli aderenti alle religioni, perché non considerino Dio come una proprietà che appartiene a loro così da sentirsi autorizzati alla violenza nei confronti degli altri.
Queste persone cercano la verità, cercano il vero Dio, la cui immagine nelle religioni, a causa del modo nel quale non di rado sono praticate, è non raramente nascosta. Che essi non riescano a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio. Così la loro lotta interiore e il loro interrogarsi è anche un richiamo per i credenti a purificare la propria fede, affinché Dio – il vero Dio – diventi accessibile. Per questo ho appositamente invitato rappresentanti di questo terzo gruppo al nostro incontro ad Assisi, che non raduna solamente rappresentanti di istituzioni religiose.
Si tratta piuttosto del ritrovarsi insieme in questo essere in cammino verso la verità, dell’impegno deciso per la dignità dell’uomo e del farsi carico insieme della causa della pace contro ogni specie di violenza distruttrice del diritto. In conclusione, vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica non desisterà dalla lotta contro la violenza, dal suo impegno per la pace nel mondo. Siamo animati dal comune desiderio di essere "pellegrini della verità, pellegrini della pace".
Assisi 27 Ottobre2011:le religioni rinnovano il loro impegno per la pace 25 anni dopo il loro primo incontro di preghiera nella terra di San Francesco
http://www.zenit.org/article-28443?l=italian«La preghiera è il respiro della Chiesa, è il suo grande bisogno. Quando organizziamo una giornata di preghiera non facciamo altra cosa che ma-nifestare lo stato di salute della Chiesa che può respirare, che respira, che prega. Che sa che la sua forza non viene dalla terra, ma da Dio». OSCAR ROMERO (†1980), Vescovo di San Salvador
mercoledì 26 ottobre 2011
Preghiera a Nostra Signora di Lourdes...il calore di una presenza...sentito da noi del gruppetto...
Preghiera a Nostra Signora di Lourdes
Maria, tu sei apparsa a Bernardetta nella fenditura di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernardetta, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!
Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!
Amen!
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.
Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!
Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.
Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.
Con Bernardetta, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!
Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!
Amen!
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA...,Video con sottotitoli.....".dividi il companatico raddoppia l'alleggriaaaaa."..
Video dedicato a Gianni e ad Anna (anche a Federica)
per i giovedì -POLPETTA-DAY
Paolo Vallesi Le persone inutili .............sanno amare più di noi ma non le troveremo mai nei giornali........RICCA POVERTA' E'ASSUMERE LA POVERTA' ALTRUI COME PROPRIA RICCHEZZA
Penso ad Adriano,che vive da solo,è albino e ci vede bene solo la sera, che tutte le sere pulisce l' oratorio...a genitori che fanno fatica ad arrivare coi soldi alla fine del mese e aiutano gli altri...ad anziani amici che i figli non vanno più a trovare ma che sono genitori di "altri"o a quelli che vivono con una misera pensione e che la dividono col figlio disoccupato,a bambini soli che anche mia figlia va ad aiutare all'istituto , a persone sole anche del nostro movimento che ci sono perchè cercano sopratutto amicizia e compagnia...
persone importanti che sento di amare sempre di più anche grazie alla nostra Scuola di Cristianesimo...
Gesù ama sopratutto loro.....che ci aiutano a vivere la ricca povertà..
domenica 23 ottobre 2011
Amati di Dio, chiamati di Gesù Cristo” è il tema dei prossimi Esercizi Spirituali ...si parte sabato 29 Ottobre....si torna l'1 Novembre............AMATI
Amati di Dio, chiamati di Gesù Cristo” è il tema dei prossimi Esercizi Spirituali organizzati dal Movimento Ecclesiale Carmelitano che per quest’anno si svolgeranno nel territorio regionale di ogni comunità locale.
Lignano Sabbiadoro (Udine) per il Nord Italia
giovedì 20 ottobre 2011
A SCUOLA DI CRISTIANESIMO NEL MOVIMENTO ECCLESIALE CARMELITANO (da Ultima pagina di DIALOGHI CARMELITANI numero di settembre 2011)
Riassunto personale dell'articolo di Lella Tomasini (per il gruppetto)
A cosa serve la Scuola di Cristianesimo?
Ad implicarci dalla testa ai piedi nell'annuncio di un Dio fatto carne
Con l'intelligenza, il cuore, la volontà e l'azione.tutto di noi deve consegnarsi all'incontro con Cristo.
Il lavoro di meditazione,riflessione,confronto e preghiera deve far nascere una nostra vera affezione a Cristo e alla nostra esperienza di Chiesa.
Con la RAGIONE capiremo i dati della fede,
con l'AFFETTIVITA' riconosceremo e ameremo Cristo,
con l'AZIONE ci muoveremo come conseguenza naturale e necessaria del comprendere e dell'amare.
Le meditazioni, le lezioni di scuola di Cristianesimo, il lavoro nel gruppetto devono declinarsi nella nostra vita in modo coraggioso personale e comunitario e non sono per un nostro "abbellimento" spirituale.
La COMUNIONE è il luogo generativo della nostra scuola.
I nostri non sono solo incontri di catechesi ma vita di comunione e momenti di vera e fraterna amicizia (è la fisionomia del gruppetto)
La MISSIONE è la destinazione della nostra scuola : l'orizzonte è il mondo.
"Il desiderio di abbracciare tutto e di donare tutto è spesso il metodo più semplice ed immediato per rapportarci con gli altri"(P.Antonio )
A cosa serve la Scuola di Cristianesimo?
Ad implicarci dalla testa ai piedi nell'annuncio di un Dio fatto carne
Con l'intelligenza, il cuore, la volontà e l'azione.tutto di noi deve consegnarsi all'incontro con Cristo.
Il lavoro di meditazione,riflessione,confronto e preghiera deve far nascere una nostra vera affezione a Cristo e alla nostra esperienza di Chiesa.
Con la RAGIONE capiremo i dati della fede,
con l'AFFETTIVITA' riconosceremo e ameremo Cristo,
con l'AZIONE ci muoveremo come conseguenza naturale e necessaria del comprendere e dell'amare.
Le meditazioni, le lezioni di scuola di Cristianesimo, il lavoro nel gruppetto devono declinarsi nella nostra vita in modo coraggioso personale e comunitario e non sono per un nostro "abbellimento" spirituale.
La COMUNIONE è il luogo generativo della nostra scuola.
I nostri non sono solo incontri di catechesi ma vita di comunione e momenti di vera e fraterna amicizia (è la fisionomia del gruppetto)
La MISSIONE è la destinazione della nostra scuola : l'orizzonte è il mondo.
"Il desiderio di abbracciare tutto e di donare tutto è spesso il metodo più semplice ed immediato per rapportarci con gli altri"(P.Antonio )
martedì 18 ottobre 2011
Incontro Gruppetto 17 Ottobre 2011
Il nostro gruppetto si è ritrovato a casa di Betty
Ecco un breve resoconto dell'incontro:
Preghiera di Compieta
Canto..Madre sublime del Redentore
Introduzione di Walter: Lettura della testimonianza di Giulia Gabrieli(Da Tempi)La ragazza di Bergamo morta a 14 anni è stata testimonianza di ricca povertà perchè nella sua malattia ha aiutato tante persone ad incontrare Cristo.
Testimonianza di P.Aldo Trento...rialzato nella vita dall'incontro con don Giussani ora è missionario ed aiuta tante persone nel suo ospedale e con la sua testimonianza (lettura sulla rivista Tempi)
Lettura del riassunto delle ricche povertà (lo troviamo anche sul blog..
Testimonianze di Roberto,di Gianni T.,di Paola,di Michele,di Renata..
Tutte centrate sulle ricche povertà (confessione,viaggio a Lourdes,povertà sul lavoro e rapporto coi colleghi,povertà nella malattia, povertà nella nostra appartenenza alla Chiesa)
Gianni conclude leggendo l'articolo Ultima pagina di Lella su Dialoghi(cercherò di darne riassunto più avanti perchè molto interessante) una preghiera della Delbrel che c'è sul libro di SDC,e come chiusura di questi 3 anni sui consigli evangelici ci rimanda all'incontro di Lunedì in Castello...
Ricordarsi venerdì ore 21 Rosario dai Frati Carmelitani in S.Pietro in Castello.
Ecco un breve resoconto dell'incontro:
Preghiera di Compieta
Canto..Madre sublime del Redentore
Introduzione di Walter: Lettura della testimonianza di Giulia Gabrieli(Da Tempi)La ragazza di Bergamo morta a 14 anni è stata testimonianza di ricca povertà perchè nella sua malattia ha aiutato tante persone ad incontrare Cristo.
Testimonianza di P.Aldo Trento...rialzato nella vita dall'incontro con don Giussani ora è missionario ed aiuta tante persone nel suo ospedale e con la sua testimonianza (lettura sulla rivista Tempi)
Lettura del riassunto delle ricche povertà (lo troviamo anche sul blog..
Testimonianze di Roberto,di Gianni T.,di Paola,di Michele,di Renata..
Tutte centrate sulle ricche povertà (confessione,viaggio a Lourdes,povertà sul lavoro e rapporto coi colleghi,povertà nella malattia, povertà nella nostra appartenenza alla Chiesa)
Gianni conclude leggendo l'articolo Ultima pagina di Lella su Dialoghi(cercherò di darne riassunto più avanti perchè molto interessante) una preghiera della Delbrel che c'è sul libro di SDC,e come chiusura di questi 3 anni sui consigli evangelici ci rimanda all'incontro di Lunedì in Castello...
Ricordarsi venerdì ore 21 Rosario dai Frati Carmelitani in S.Pietro in Castello.
sabato 15 ottobre 2011
giovedì 13 ottobre 2011
mercoledì 12 ottobre 2011
Who Am I-Casting Crowns- LA NOSTRA RICCA POVERTA' E' L'APPARTENERGLI
Chi sono io, che il Signore di tutta la terra
Si è preso cura di sapere il mio nome
Si è preso cura di sentire il mio male
Chi sono io, che la lucente stella del mattino
Si è preso cura di sapere il mio nome
Si è preso cura di sentire il mio male
Chi sono io, che la lucente stella del mattino
Ha preso ad illuminare il percorso
Per il mio cuore sempre errante
Non per chi sono io
Ma per quello che hai fatto
Non per quello che ho fatto
Ma a causa di chi sei
Io sono un fiore che rapidamente svanisce
Qui oggi e domani
Un'onda gettata nell'oceano
Un vapore nel vento
Ancora Mi senti quando sto chiamando
Signore, Tu mi rialzi quando sono caduto
E Tu mi hai detto chi sono
Io sono tuo, io sono tuo
Who Am I, che gli occhi che vedono il mio peccato
Sono su di me con amore a guardami risorgere
Who Am I, che la voce che ha calmato le acque
Mi ha chiamato fuori sotto la pioggia
E calma la tempesta in me
Io sono tuo
Di chi avrò paura
Di chi avrò paura
Perche' io sono tuo
Ma per quello che hai fatto
Non per quello che ho fatto
Ma a causa di chi sei
Io sono un fiore che rapidamente svanisce
Qui oggi e domani
Un'onda gettata nell'oceano
Un vapore nel vento
Ancora Mi senti quando sto chiamando
Signore, Tu mi rialzi quando sono caduto
E Tu mi hai detto chi sono
Io sono tuo, io sono tuo
Who Am I, che gli occhi che vedono il mio peccato
Sono su di me con amore a guardami risorgere
Who Am I, che la voce che ha calmato le acque
Mi ha chiamato fuori sotto la pioggia
E calma la tempesta in me
Io sono tuo
Di chi avrò paura
Di chi avrò paura
Perche' io sono tuo
Io sono tuo
martedì 11 ottobre 2011
La vera Gioia - Marco Frisina .....LA VERA GIOIA CHE NASCE DA UNA RICCA POVERTA'
"VI E' PIU' GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE"
(San Paolo)
RICCHE POVERTA' richiamate nella Scuola di Cristianesimo di questa settimana
Scuola di Cristianesimo di questa settimana... 9 volti della Ricca povertà
(da pag 110 a pag 118 del libro "Ci ha chiamato amici" di Antonio Maria Sicari)
RICCA POVERTA' E':
-Appartenere al Popolo di Dio con fierezza (Fede carità e speranza)
-Assumere la povertà altrui come propria ricchezza (portarne il peso con amore)
-Arricchire la propria famiglia con i figli
-Affrontare con responsabilità il proprio lavoro (per custodire innanzitutto la propria umanità e quella di coloro per cui si lavora)
-Curarsi del ben-essere nostro e di quelli che ci sono affidati (il denaro,il cibo e i beni sono fatti per renderci più "persone")
-Curarsi sopratutto del ben-essere SPIRITUALE proprio e altrui (esperienze di vita e bilancio familiare per partecipare meglio alla vita comunitaria ecclesiale)
-Essere solidali col bisogno altrui (tempo,capacità affettive,intellettuali e professionali,denaro, devono dilatarsi nella carità aprendo un varco abituale nel nostro egoismo)
-Offrire parte dei nostri beni perchè la Chiesa sia sempre più missionaria
-Accettare saggiamentei propri impoverimenti ,dovuti alla salute cagionevole ,alla privazione degli affetti,alle sventure,all'invecchiamento ecc..(ci sono molte "cose celesti" accantonate in tempi di prosperità che risaltano più limpidamente in questi momenti di impoverimento)
L'impotenza gradualmente e saggiamente accettata giunge a spogliarci del nostro egoismo,per prepararci a ciò che ci oltrepassa.
La fede in Cristo Risorto è la risposta al mistero dell'impotenza e degli impoverimenti della vita.
(da pag 110 a pag 118 del libro "Ci ha chiamato amici" di Antonio Maria Sicari)
RICCA POVERTA' E':
-Appartenere al Popolo di Dio con fierezza (Fede carità e speranza)
-Assumere la povertà altrui come propria ricchezza (portarne il peso con amore)
-Arricchire la propria famiglia con i figli
-Affrontare con responsabilità il proprio lavoro (per custodire innanzitutto la propria umanità e quella di coloro per cui si lavora)
-Curarsi del ben-essere nostro e di quelli che ci sono affidati (il denaro,il cibo e i beni sono fatti per renderci più "persone")
-Curarsi sopratutto del ben-essere SPIRITUALE proprio e altrui (esperienze di vita e bilancio familiare per partecipare meglio alla vita comunitaria ecclesiale)
-Essere solidali col bisogno altrui (tempo,capacità affettive,intellettuali e professionali,denaro, devono dilatarsi nella carità aprendo un varco abituale nel nostro egoismo)
-Offrire parte dei nostri beni perchè la Chiesa sia sempre più missionaria
-Accettare saggiamentei propri impoverimenti ,dovuti alla salute cagionevole ,alla privazione degli affetti,alle sventure,all'invecchiamento ecc..(ci sono molte "cose celesti" accantonate in tempi di prosperità che risaltano più limpidamente in questi momenti di impoverimento)
L'impotenza gradualmente e saggiamente accettata giunge a spogliarci del nostro egoismo,per prepararci a ciò che ci oltrepassa.
La fede in Cristo Risorto è la risposta al mistero dell'impotenza e degli impoverimenti della vita.
lunedì 10 ottobre 2011
Preghiera per aiutarci nella comunione tra di noi...del Cardinale Van Thuan
La comunione è un combattimento di ogni istante.
La negligenza di un solo momento può frantumarla;
basta un niente;
un solo pensiero senza carità,
un pregiudizio ostinatamente conservato,
un attaccamento sentimentale,
un orientamento sbagliato,
un 'ambizione o un interesse personale,
un 'azione compiuta per se stessi e non per il Signore...
Aiutami, Signore, a esaminarmi così: qual è il centro della mia vita?
Tu oppure io?
Se sei Tu, ci raccoglierai nell'unità.
Ma se vedo che intorno a me pian piano tutti si allontanano
e si disperdono,un solo pensiero senza carità,
un pregiudizio ostinatamente conservato,
un attaccamento sentimentale,
un orientamento sbagliato,
un 'ambizione o un interesse personale,
un 'azione compiuta per se stessi e non per il Signore...
Aiutami, Signore, a esaminarmi così: qual è il centro della mia vita?
Tu oppure io?
Se sei Tu, ci raccoglierai nell'unità.
Ma se vedo che intorno a me pian piano tutti si allontanano
questo è il segno che ho messo al centro me stesso".
domenica 9 ottobre 2011
Dialoghi racconta la vita del Movimento Ecclesiale Carmelitano nei suoi momenti forti e nelle sue iniziative caritative e culturali, ma dà spazio anche a molte storie di singole persone con le loro preziose esperienze (numero del settembre 2011)
Dobbiamo regalare, vendere, far abbonare nuove persone, amici e parenti,
non per “aumentare le vendite, ma certi che come cristiani, e anche come figli della grande famiglia carmelitana, abbiamo qualcosa da dire, di nuovo e di antico.
In tempi di instabilità e di incertezza, di relativismo e di indifferenza, ci pare di sentire l’urgenza di capire, di interrogare, di sfidare il nostro tempo con tutte le sue risorse e contraddizioni.
Non significa saper rispondere sempre alle criticità che talvolta ci spiazzano, ma divenir capaci di
chiedere, quando nessuno più domanda,
di affermare, quando tutti tacciono,
di porre un dubbio, se serve, quando tutto pare fili liscio,
di intervenire, se gli altri girano la testa,
di resistere e combattere per ciò che vale.
Dialoghi vuole essere un (piccolo) contributo di formazione e di crescita della consapevolezza e coscienza della nostra fede, accettando, attraverso i propri articoli, la fatica del pensiero, dell’indagine e dell’approfondimento.
sabato 8 ottobre 2011
Ci sono tantissimi missionari che donano la loro vita intera,penso che loro siano dei veri maestri ( articolo di Antonio Socci su morte di Jobs )
"Anche“Avvenire” – il giornale dei vescovi – ha dedicato a Jobs un articolo (con foto) in prima e all’interno addirittura quattro pagine. Che francamente lasciano un po’ perplessi considerato che ci sono tantissimi missionari che donano la loro vita intera, fin da giovani, per assistere i più diseredati della terra, in condizioni durissime (ho presente certi lebbrosari africani) e la loro morte non è segnalata da nessuno, nemmeno sulla stampa cattolica.
Eppure credo che potrebbero testimoniare qualcosa, sulla vita e sulla morte. Penso che loro siano dei veri maestri. E la loro vita potrebbe essere più interessante e istruttiva della vicenda professionale di Jobs che in fin dei conti viene magnificato per delle massime che trasudano una certa banalità.
Sentite queste: “nella vita tutto serve”, “bisogna credere in qualcosa”, “quando la vita vi colpisce con una bastonata non scoraggiatevi”, “nessuno vuole morire, ma alla morte nessuno è mai sfuggito”.
Non c’era bisogno di Jobs: questi pensieri li abbiamo già sentiti tutti da nostra nonna. Decantare queste parole come perle filosofiche rischia di farci finire nell’assurdo o nel ridicolo.
Jobs è un uomo del nostro tempo. E’ stato un bravo inventore e un industriale di grande talento. Anche un tipo simpatico e tosto, per come ha vissuto la malattia. Ma, sinceramente, non mi pare uno che ha rivoluzionato la storia umana. Nemmeno un filosofo."
Il seguito dell' articolo.... sul link
http://www.antoniosocci.com/2011/10/ora-basta-jobs-non-era-il-messia/
Eppure credo che potrebbero testimoniare qualcosa, sulla vita e sulla morte. Penso che loro siano dei veri maestri. E la loro vita potrebbe essere più interessante e istruttiva della vicenda professionale di Jobs che in fin dei conti viene magnificato per delle massime che trasudano una certa banalità.
Sentite queste: “nella vita tutto serve”, “bisogna credere in qualcosa”, “quando la vita vi colpisce con una bastonata non scoraggiatevi”, “nessuno vuole morire, ma alla morte nessuno è mai sfuggito”.
Non c’era bisogno di Jobs: questi pensieri li abbiamo già sentiti tutti da nostra nonna. Decantare queste parole come perle filosofiche rischia di farci finire nell’assurdo o nel ridicolo.
Jobs è un uomo del nostro tempo. E’ stato un bravo inventore e un industriale di grande talento. Anche un tipo simpatico e tosto, per come ha vissuto la malattia. Ma, sinceramente, non mi pare uno che ha rivoluzionato la storia umana. Nemmeno un filosofo."
Il seguito dell' articolo.... sul link
http://www.antoniosocci.com/2011/10/ora-basta-jobs-non-era-il-messia/
Mese Missionario 2011.. Approfondimenti : Link ,missionari martiri 2010 e loro volti parola del Papa
http://www.missioitalia.it/
Uccisi nell’anno 2010, 23 operatori pastorali
1 Vescovo
15 Sacerdoti (13 diocesani; 1 OFM; 1 OFM Conv)
1 Religioso (SDB)
2 Seminaristi (1 SJ)
1 Religiosa
3 Laici
Paesi di origine
Asia 5 (2 Cina, 2 Iraq, 1 India)
America 14 (5 Brasile, 3 Colombia, 2 Messico, 1 Perù, 1 Stati Uniti,1 Portorico, 1 Haiti)
Africa 2 (1 R.D.Congo; 1 Togo)
Europa 2 (1 Italia, 1 Polonia)
Luoghi della morte
Asia 6 (2 Cina, 2 Iraq, 1 India, 1 Turchia)
America 15 (5 Brasile, 3 Colombia, 2 Messico, 2 Perù, 1 Venezuela, 1 Haiti, 1 Ecuador)
Africa 2 (2 R.D.Congo)
Uno dei martiri : Don Wasim Sabieh, nato in Iraq, Diocesano, ucciso il 31 ottobre a Baghdad (Iraq)
Don Wasim Sabieh e Don Thaier Saad Abdal,appena trentenni, sono rimasti uccisi durante il gravissimo attentato compiuto nella Cattedrale siro-cattolica di Bagdad, che ha causato decine di morti e feriti fra i fedeli che erano riuniti per la Santa Messa domenicale. Secondo il racconto dei testimoni, p. Thaier ha detto ai terroristi che hanno fatto irruzione in chiesa: “uccidete me, non questa famiglia con bambini” facendo loro scudo col suo corpo.
“Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza.Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali.” (Benedetto XVI per il mese missionario 2011)
Uccisi nell’anno 2010, 23 operatori pastorali
1 Vescovo
15 Sacerdoti (13 diocesani; 1 OFM; 1 OFM Conv)
1 Religioso (SDB)
2 Seminaristi (1 SJ)
1 Religiosa
3 Laici
Paesi di origine
Asia 5 (2 Cina, 2 Iraq, 1 India)
America 14 (5 Brasile, 3 Colombia, 2 Messico, 1 Perù, 1 Stati Uniti,1 Portorico, 1 Haiti)
Africa 2 (1 R.D.Congo; 1 Togo)
Europa 2 (1 Italia, 1 Polonia)
Luoghi della morte
Asia 6 (2 Cina, 2 Iraq, 1 India, 1 Turchia)
America 15 (5 Brasile, 3 Colombia, 2 Messico, 2 Perù, 1 Venezuela, 1 Haiti, 1 Ecuador)
Africa 2 (2 R.D.Congo)
Uno dei martiri : Don Wasim Sabieh, nato in Iraq, Diocesano, ucciso il 31 ottobre a Baghdad (Iraq)
Don Wasim Sabieh e Don Thaier Saad Abdal,appena trentenni, sono rimasti uccisi durante il gravissimo attentato compiuto nella Cattedrale siro-cattolica di Bagdad, che ha causato decine di morti e feriti fra i fedeli che erano riuniti per la Santa Messa domenicale. Secondo il racconto dei testimoni, p. Thaier ha detto ai terroristi che hanno fatto irruzione in chiesa: “uccidete me, non questa famiglia con bambini” facendo loro scudo col suo corpo.
“Non possiamo rimanere tranquilli al pensiero che, dopo duemila anni, ci sono ancora popoli che non conoscono Cristo e non hanno ancora ascoltato il suo Messaggio di salvezza.Non solo; ma si allarga la schiera di coloro che, pur avendo ricevuto l’annuncio del Vangelo, lo hanno dimenticato e abbandonato, non si riconoscono più nella Chiesa; e molti ambienti, anche in società tradizionalmente cristiane, sono oggi refrattari ad aprirsi alla parola della fede. È in atto un cambiamento culturale, alimentato anche dalla globalizzazione, da movimenti di pensiero e dall’imperante relativismo, un cambiamento che porta ad una mentalità e ad uno stile di vita che prescindono dal Messaggio evangelico, come se Dio non esistesse, e che esaltano la ricerca del benessere, del guadagno facile, della carriera e del successo come scopo della vita, anche a scapito dei valori morali.” (Benedetto XVI per il mese missionario 2011)
venerdì 7 ottobre 2011
Conversazioni sul rischio di educare...DI PADRE IN FIGLIO.....Libro da comprare...
http://www.samizdatonline.it/node/12324
"Nembrini demolisce le certezze di chi punta sulla dialettica, sulle regole o sulle tecniche, scommette tutto sulla lealtà con l’esperienza e sul fascino della testimonianza. Esorta i genitori a non avere paura di sbagliare, a non bloccarsi di fronte alle proprie incoerenze, li invita ad offrire ai figli dei buoni motivi per sciogliere le vele e lanciarsi nell’avventura della vita. Che è l’avventura di un grande "sì", la risposta libera di chi si sente amato da un amore più grande delle proprie capacità. «Solo così - scrive - può continuare ad accadere quel miracolo che sempre è stata l’educazione e che ha garantito, nel bene e nel male, anche in momenti terribili della storia, che il mondo andasse avanti». Oggi più che mai ce n’è un gran bisogno. "
"Nembrini demolisce le certezze di chi punta sulla dialettica, sulle regole o sulle tecniche, scommette tutto sulla lealtà con l’esperienza e sul fascino della testimonianza. Esorta i genitori a non avere paura di sbagliare, a non bloccarsi di fronte alle proprie incoerenze, li invita ad offrire ai figli dei buoni motivi per sciogliere le vele e lanciarsi nell’avventura della vita. Che è l’avventura di un grande "sì", la risposta libera di chi si sente amato da un amore più grande delle proprie capacità. «Solo così - scrive - può continuare ad accadere quel miracolo che sempre è stata l’educazione e che ha garantito, nel bene e nel male, anche in momenti terribili della storia, che il mondo andasse avanti». Oggi più che mai ce n’è un gran bisogno. "
giovedì 6 ottobre 2011
S.Francesco e sorella povertà.....L’esperienza di Francesco suggerisce che quando hai la pace dentro puoi sopportare ogni sofferenza. E ciò accade a coloro che hanno Dio vivo nel loro cuore.
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-san-francesco-ridottoa-marionetta-senza-dio-3222.htm
E tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo. (S.Francesco)
E tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo. (S.Francesco)
mercoledì 5 ottobre 2011
Ricordo gli amici del Movimento che non hanno lavoro o sono difficoltà lavorative...
"Il lavoro è la strada fondamentale della nostra partecipazione all’edificazione del corpo di Cristo. Questo è infatti il senso esauriente dell’esistenza: servire Cristo.
La strada per imparare ad amare è cominciare a servire. È proprio la quotidianità del servire che fa entrare nel ritmo dell’amore. Il ritmo dell’amore vero, dell’amore maturo, è la fedeltà. Soltanto il servire fa entrare in questo ritmo. A poco a poco non ci si accorge quasi neanche più di servire. Ci si accorge soltanto di amare.
Attraverso questa strada, la quotidianità del lavoro, si realizza la cosa più grande che esista al mondo: si impara ad amare Cristo". (Don Camisasca)
Con sofferenza ricordo gli amici del Movimento che non hanno lavoro o sono difficoltà lavorative...
Penso che la povertà, loro, la vivono concretamente ogni giorno,affidandosi veramente al Signore e a persone amiche per il loro sostegno spirituale e materiale..
Durante i nostri incontri forse questo non passa in modo fraterno,e ce lo dimentichiamo...
Chi legge questo post ,stassera, dica per loro una preghiera a Maria.donna del pane,che chissà quante volte all'interno della casa di Nazareth ha sperimentato la povertà della mensa,che avrebbe voluto meno indegna del Figlio di Dio...
Il Pane vivo disceso dal Cielo sia con questi nostri amici...Ave Maria...
La strada per imparare ad amare è cominciare a servire. È proprio la quotidianità del servire che fa entrare nel ritmo dell’amore. Il ritmo dell’amore vero, dell’amore maturo, è la fedeltà. Soltanto il servire fa entrare in questo ritmo. A poco a poco non ci si accorge quasi neanche più di servire. Ci si accorge soltanto di amare.
Attraverso questa strada, la quotidianità del lavoro, si realizza la cosa più grande che esista al mondo: si impara ad amare Cristo". (Don Camisasca)
Con sofferenza ricordo gli amici del Movimento che non hanno lavoro o sono difficoltà lavorative...
Penso che la povertà, loro, la vivono concretamente ogni giorno,affidandosi veramente al Signore e a persone amiche per il loro sostegno spirituale e materiale..
Durante i nostri incontri forse questo non passa in modo fraterno,e ce lo dimentichiamo...
Chi legge questo post ,stassera, dica per loro una preghiera a Maria.donna del pane,che chissà quante volte all'interno della casa di Nazareth ha sperimentato la povertà della mensa,che avrebbe voluto meno indegna del Figlio di Dio...
Il Pane vivo disceso dal Cielo sia con questi nostri amici...Ave Maria...
martedì 4 ottobre 2011
Ascolta l'infinito - Fiorella Mannoia ...
.
Com' è difficile dire tutto quello che sento
tutte le piccole grandi verità
ed ogni movimento che mi cambierà
e camminare così nell'infinito che ho dentro
che si modifica e cerca libertà
e chiede di capire quello che sarà
se parli piano puoi sentirlo già
ascolta l' infinito. .
Com' è difficile dire tutto quello che sento
tutte le piccole grandi verità
ed ogni movimento che mi cambierà
e camminare così nell'infinito che ho dentro
che si modifica e cerca libertà
e chiede di capire quello che sarà
se parli piano puoi sentirlo già
ascolta l' infinito. .
INCONTRO GRUPPETTO DEL 3 OTTOBRE 2011
Ieri sera incontro del nostro gruppetto.
Ecco gli appunti su quello che è successo...
Canto: Come è bello,come è dolce che i fratelli stiano insieme ..
(ps.stassera alla fine ancora leccornie da parte della Betty)
Gianni ci dice dell'incontro responsabili MEC di Sabato con P.Antonio...Hanno parlato sulla Trinità...ma ci ritorneremo sopra un'altra volta..
Invece APPARTENERE CON FIEREZZA AL POPOLO DI DIO SIGNIFICA parlare dell'esperienza di Elian in Libano,della Comunità della Lettonia,della Comunità di Roma dove la testimonianza molte volte è eroica...
Noi dobbiamo sul loro esempio far diventare cultura la nostra fede,amare e sperare col desiderio di essere veramente afferrati da Dio e, intaccati nel nostro IO, vivere una vera RICCA POVERTA'.
Paola ci parla della sua esperienza sul lavoro con colleghi che non credono,una di questi sta vivendo un momento importante di vita e speriamo di conversione.
Poi ci parla degli scritti di Carlo Carretto e del Discorso del Papa in Germania.
Giorgio ci legge una lettera di un'amica che nella sofferenza ha vissuto una RICCA POVERTA',offrendosi al Signore per la crescita del Movimento a cui apparteneva.
Valter accenna alle difficoltà della testimonianza nella propria vita ma consapevole della Ricchezza di appartenere con gioia al gruppetto e al Movimento.
Gianni conclude accennando ai gesti che P.Antonio suggerisce per vivere veramente una RICCA POVERTA' in compagnia di Gesù Cristo:
-Confessarsi almeno una volta al mese
-Partecipare almeno ad una messa feriale oltre a quella Festiva (meglio il Martedì in Castello col MEC)
-Pregare almeno 15 minuti al giorno secondo il metodo carmelitano di preghiera (ne abbiamo parlato nel blog)
-Rispettarsi in Comunità,sostenersi ed incoraggiarsi (vivere più fraternamente)
P.Agostino,intervenuto al nostro incontro,conclude dicendoci che la parola Ricca davanti alla parola Povertà è appropriata solo nella sequela di Cristo...
Walter...(aspetto contributi del gruppetto...)Ciao...
Ecco gli appunti su quello che è successo...
Canto: Come è bello,come è dolce che i fratelli stiano insieme ..
(ps.stassera alla fine ancora leccornie da parte della Betty)
Gianni ci dice dell'incontro responsabili MEC di Sabato con P.Antonio...Hanno parlato sulla Trinità...ma ci ritorneremo sopra un'altra volta..
Invece APPARTENERE CON FIEREZZA AL POPOLO DI DIO SIGNIFICA parlare dell'esperienza di Elian in Libano,della Comunità della Lettonia,della Comunità di Roma dove la testimonianza molte volte è eroica...
Noi dobbiamo sul loro esempio far diventare cultura la nostra fede,amare e sperare col desiderio di essere veramente afferrati da Dio e, intaccati nel nostro IO, vivere una vera RICCA POVERTA'.
Paola ci parla della sua esperienza sul lavoro con colleghi che non credono,una di questi sta vivendo un momento importante di vita e speriamo di conversione.
Poi ci parla degli scritti di Carlo Carretto e del Discorso del Papa in Germania.
Giorgio ci legge una lettera di un'amica che nella sofferenza ha vissuto una RICCA POVERTA',offrendosi al Signore per la crescita del Movimento a cui apparteneva.
Valter accenna alle difficoltà della testimonianza nella propria vita ma consapevole della Ricchezza di appartenere con gioia al gruppetto e al Movimento.
Gianni conclude accennando ai gesti che P.Antonio suggerisce per vivere veramente una RICCA POVERTA' in compagnia di Gesù Cristo:
-Confessarsi almeno una volta al mese
-Partecipare almeno ad una messa feriale oltre a quella Festiva (meglio il Martedì in Castello col MEC)
-Pregare almeno 15 minuti al giorno secondo il metodo carmelitano di preghiera (ne abbiamo parlato nel blog)
-Rispettarsi in Comunità,sostenersi ed incoraggiarsi (vivere più fraternamente)
P.Agostino,intervenuto al nostro incontro,conclude dicendoci che la parola Ricca davanti alla parola Povertà è appropriata solo nella sequela di Cristo...
Walter...(aspetto contributi del gruppetto...)Ciao...
Vocalizzi - Esercizi di riscaldamento per la voce...Alla fine del video ce ne sono degli altri (basta cliccare sui video sotto ) anche lezioni di canto.....
"Chi canta prega 2 volte"dice S. Agostino...ma bisogna esercitarsi in tutto questo...Facciamolo insieme!
A proposito.....Perchè un tenore di solito ingoia i francobolli?
Per...impostare la voce.
domenica 2 ottobre 2011
Mater Iubilaei - cantata da Tosca .........MESE DI OTTOBRE : MESE MARIANO
ORE 18,00 e in replica ORE 20,00 sul canale SAT 2000 , tutti i giorni S.Rosario da Lourdes
(il 16 Agosto un piccolo gruppetto di noi , alle 18,00 stava dicendo lì il Rosario in comunione con gli amici del MEC)
http://vivificat.wordpress.com/2011/09/28/ottobre-mese-mariano-ottobre-mese-dedicato-alla-madonna-del-rosario-il-santo-rosario-supplica-alla-madonna-del-rosario/
(il 16 Agosto un piccolo gruppetto di noi , alle 18,00 stava dicendo lì il Rosario in comunione con gli amici del MEC)
http://vivificat.wordpress.com/2011/09/28/ottobre-mese-mariano-ottobre-mese-dedicato-alla-madonna-del-rosario-il-santo-rosario-supplica-alla-madonna-del-rosario/
sabato 1 ottobre 2011
Oggi 1 Ottobre S.Teresa di Lisieux --La «piccola via»--...il nostro gruppetto di Scuola di Cristianesimo del Movimento Ecclesiale Carmelitano di Brescia vuole imparare da lei "una vita eucaristicamente vissuta nella vera amicizia"
(Elio Guerrero su Avvenire di oggi)
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