Roberto Guarneri, in arte “Bobo”, nasce nel cuore di Brescia, all’ombra della Pallata. L’infanzia la vive respirando i profumi della città vecchia, ed è lì, sulla strada, che matura la propensione all’incontro “cuore a cuore” con le persone. Dopo essersi diplomato all’Istituto Agrario Pastori decide di dedicarsi all’educazione, scegliendo la facoltà di Pedagogia. Nel frattempo inizia a comporre le prime canzoni, ispirandosi ai cantautori, tra i quali un posto di riguardo è riservato a Fabrizio De Andrè. Per Roberto Guarneri le canzoni non sono il fine ma il mezzo attraverso cui comunicare il suo istinto educativo, lo stesso che lo porta a scegliere la professione di insegnante e ora di dirigente scolastico. Insegnante, educatore, dirigente scolastico, cantautore, scrittore di racconti brevi: sono questi solo alcuni dei molteplici aspetti che fanno di Roberto Guarneri un comunicatore curioso, con lo sguardo sempre attento all’indagine dei sentimenti umani e con l’animo desideroso di cogliere lo spirito vitale dell’uomo. Nel 2006 ha pubblicato il suo primo cd ufficiale, “Il vecchio mondo ha un cuore”, un disco di canzoni per bambini ma non solo, arrangiato da Paolo Milzani, collaboratore di Antonella Ruggiero, e con la partecipazione ai suoni dello stesso Milzani e di Charlie Cinelli. Nel brano “Dimmi papà” canta il giovane talento Lucrezia Travella. Nel 2006 ha partecipato col brano “Benvenuta, stella stellina” alla raccolta “Note di Natale, il Natale cantato dai musicisti bresciani” ha concesso a Palcogiovani una canzone in dialetto che parla di memoria e di emozioni, “Ritorno a Brescia”, inserita nel sesto capitolo di “Goi de contala?...” (2006) e per l’Editrice La Scuola ha pubblicato “Abibone”, cd di canzoni per bambini che fa da supporto ad un testo guida per gli insegnanti delle Scuole per l’infanzia. Nel mese di Aprile del 2007 ha pubblicato il mini cd “Noi siamo gli invitati, quattro canzoni per l’unica festa”, disco che prosegue e rilancia il discorso iniziato con “Il vecchio mondo ha un cuore”, con il supporto di Daniele Gozzetti, Roberto Giribardi, Giovanni Rovati e Max Comincini e con la partecipazione alla voce di Maria Alberti. A Natale, sempre del 2007, esce “La lumachina di Natale”, un racconto scritto da Roberto Guarneri con allegato un cd che contiene lo stesso racconto recitato da Pietro Arrigoni e musicato dal maestro Edmondo Savio e in aggiunta il brano “E tutto il mondo insieme vuole cantare”, scritto e cantato dallo stesso Guarneri. Infine, sempre sul finire del 2007, la sua canzone dialettale “Celestina” viene inserita nel settimo volume del cd “Goi de contala…?” Insegna attualmente alla Scuola "Madonna della Neve" ad Adro.. Altre notizie sulla sua vita e sulle sue canzoni ,le trovate nei 2 siti citati sopra.......
Un suo bellissimo disco è “Non è un cappello ma è un elefante” : un disco a tema, come quelli che si usavano negli anni Settanta e che venivano definiti concept album. Il tema che ha ispirato il cd è la splendida vicenda de “Il piccolo principe”, il best seller di Antoine de Saint- Exupery che, oltre ad essere un bellissimo racconto adatto a tutte le generazioni, rimane ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile nell’ambito della pedagogia. Roberto Guarneri ha plasmato le varie canzoni seguendo l’idea di attribuire un volto preciso ai vari protagonisti del racconto, aiutato nella scelta e nella rielaborazione dei testi da Valeria Lotta. Troviamo così “Il geografo”, “Il lampionaio”, “Il re”, “Il vanitoso”, “L’uomo d’affari”, dipinti in maniera poetica e accompagnate da suoni diversi a seconda del personaggio descritto. L’album si apre con “Chi dice (e non sa guardare)”, dedicata a chi non ha (o ha perduto) la capacità di osservare la vita con gli occhi della fantasia e della poesia. Splendida la partecipazione di Vincenzo Albini al violino e incisivo Paolo Milzani alla seconda voce. “Il geografo” (il medico e lo psicologo) ha il suono fresco e vivace del twist anni ’60, con tanto di coretti e voce filtrata. “Il lampionaio (il mestiere della bellezza)” scivola dolce aiutando la riflessione sulle parole sempre profonde di Guarneri (“e ogni volta che accende il suo lampione è come se facesse nascere una stella”) ispirate dal grande Saint-Exupery che, a proposito del lampionaio, scrive: “E’ una bellissima occupazione, ed è veramente utile, perché è bella”. “Il re(e un sacco di altra gente)” rimanda a suoni antichi, mentre Guarneri rimane a metà tra il canto e il recitativo. Cambio di prospettiva con “Il vanitoso (e il suo cappello)”, vestito di blues, con l’organo di Giancarlo Zucchi (Sonhora, Omar Pedrini, Riccardo Maffoni, Jury Magliolo) sugli scudi. Tenera è commovente è “L’oro dei tuoi capelli”, cantata da Lucrezia Travella (la voce delle canzoni dell’ultimo cd di “Sgridò”) e dalla piccola Valeria Piantoni. “L’uomo d’affari (un uomo serio)” è malinconica e per questo di nuovo blues. “La rosa e le rose” è un gioiellino, una ballad di rara intensità vicina alle atmosfere di Massimo Bubola, con un testo ancora una volta da assimilare (“E non c’è niente di così prezioso come chi ti vuole bene, per questo io e la mia rosa stiamo insieme”). Deliziosa nel brano la chitarra di Paolo Milzani. “Quello che ho imparato” è invece trascinante, un rock d’impatto con un ritornello – “E’ questo quello che ho imparato da un bambino grande così, forse era un principe” - da cantare tutti insieme. Chiude il cd “Quando le stelle ridono”, racconto musicale recitato da Luca Maffoni. La canzone è dedicata ad Antonio (Ton), morto a 17 anni a causa di un tumore. Bellissimi e decisivi, ancora una volta, gli arrangiamenti di Paolo Milzani, cantautore, autore per Antonella Ruggiero e partecipante a Sanremo, alcuni anni fa, con i Pincapallina.
Info: www.parlatosemplice.com – www.robertoguarneri.it
Exit - richi.barone@libero.it – www.myspace.com/baronericky 348-9528897
A proposito del cd Roberto Guarneri scrive:
Ci sono libri che attraversano il tempo, attraversano le generazioni. A volte parlano contemporaneamente a generazioni diverse, ai figli e ai padri. Sono libri che avvicinano al mistero. Il primo a esserne stupito, probabilmente, è il loro stesso autore.
Ho sempre pensato questo de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery.
L’ho letto non so quante volte, ci ho lavorato su, a scuola, a teatro. Però mi ci si cono sempre accostato con un certo timore, con discrezione, col rispetto dovuto a parole che consideravo intoccabili, immodificabili. Ho visto diverse rappresentazioni di quel testo e nessuna mi ha mai comunicato la stessa magia e la stessa verità. Non volevo correre lo stesso rischio. Per questo, nonostante le mille idee che frullavano in testa, ho sempre scacciato il proposito di ricavarne una canzone.
Poi un giorno, guardando fuori dalla finestra, mi è capitato di osservare le foglie degli alberi del giardino, che la primavera stava facendo germogliare. Avevano forme e colori diversi. Ho pensato: “Solo uno stupido può pensare che le foglie siano tutte uguali. Perché uno stupido non sa guardare!” Non so perché (è forse questa l’ispirazione?) il pensiero è andato immediatamente a quel disegno, ma sì, dai…, quello del boa che ingoia un elefante. Quello che molti (stupidi?) prendevano per un cappello.
Così sulla pagina della mia agenda ha preso forma il testo di una canzone. E poi un’altra… e un’altra… senza più quel timore e quel rispetto. O, meglio, con la confidenza che tanti anni di conoscenza avevano fatto crescere tra me e quella piccola persona così speciale.
Ora c’è questo album, dieci pezzi che non mettono in musica il testo di Saint-Exupery (quello, la musica, ce l’ha già dentro); piuttosto raccontano quello che io ho imparato.
Voglio pensare che, ascoltandole e cantandole, anche qualcun altro possa imparare qualcosa. A guardare le foglie, per esempio.
GRAZIE ROBERTO PER L'ESEMPIO CHE SEI PER NOI DEL MEC.....
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