OMBRE SULLA CINA    
(China Cry)
Usa 1990, di James F. Collier, con Julia Nickson-Soul, Russell Wong, James Shigeta, France Nuyen…
Ombre sulla Cina  è un film che sceglie l’insolita ambientazione cinese per trattare un  ancora più insolito argomento: le persecuzioni cristiane dell’epoca  contemporanea, (in questo caso perpetrate dal comunismo). Siamo nel II  dopoguerra, il partito comunista si afferma grazie alle energie spese  nella cacciata dell’invasore nipponico. Sung Neng Yee , figlia di un  rinomato medico di Shangai e di un’ereditiera, trascorre un’infanzia  principesca che verrà improvvisamente spezzata dall’irruenza giapponese.  Perduta la casa e gli agi del passato studierà con profitto  all’università, appoggiando nel frattempo, con entusiasmo e speranze,  l’ascesa del presidente Mao. Terminati con strepitoso successo gli studi  troverà impiego come insegnante presso una scuola militare. Sung aveva  completamente lasciato scorrere nel nulla una parentesi della sua  adolescenza, ma ciò che per lei rimane un semplice ricordo, brucia  insopportabilmente sul braccio armato del partito. L’aver frequentato  una scuola presbiteriana (selezionata per la sola qualità della  didattica) le costerà tantissimo, e suo padre del resto, pur non essendo  religioso, dovette pagare il passato borghese e l’essersi accostato  alla religione cattolica durante la sua formazione giovanile in Francia.  Sung è incinta (del marito incontrato durante gli anni universitari)  quando viene sottoposta agli estenuanti interrogatori conditi da calci e  maltrattamenti vari. Incredibilmente la drammaticità della situazione,  anziché disperarla, la riconduce presso ciò che aveva intravisto nella  scuola cristiana. Inizierà così un percorso di rivelazione dagli effetti  inattesi, persino miracolosi.

Il  film trascrive adeguatamente, senza picchi d’espressione né lacune  ritmiche, una vicenda da ricondurre alla biografia – da discernere –  della reale Nora Lam, fondatrice della World Children’s Fund. .
 La  protagonista è un credibile testimone cinematografico di quel  percorso intimo di accostamento a Dio che negli agi e nelle sicurezze  quotidiane talvolta appare arduo, ma che non viene invece rinnegato,  eroicamente, da quanti soffrono e patiscono ogni prepotenza. La scena  memorabile? Quella in cui un gruppo di cristiani clandestini intona  senza voce (per non correre il rischio di essere sentiti) muovendo solo  le labbra, un inno sacro. 

 Il film è pressoché  sconosciuto in Italia, ma disponibile a poco prezzo in DVD.
 
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