A margine degli Esercizi del MEC"Pregare nel mondo" tenuti da P.Antonio Sicari nel 2003 ....un libero riassunto di un partecipante trovato in internet
Una ragazza quasi analfabeta vissuta alla fine del XVIII° secolo dalle
parti di Bologna, di nome e divenuta poi S. Clelia Barbieri (muore a
soli 23 anni), portava sempre con sé un biglietto con questo scritto
riferito a Dio:
"La speranza che io ho di vederti santa è straordinaria"
In questi giorni in cui parliamo della "preghiera nel mondo", se non chiediamo, o non cerchiamo, questa possibilità di pregare, non si capirà mai ciò che vogliamo davvero pregare.
"La speranza che io ho di vederti santa è straordinaria"
In questi giorni in cui parliamo della "preghiera nel mondo", se non chiediamo, o non cerchiamo, questa possibilità di pregare, non si capirà mai ciò che vogliamo davvero pregare.
Il solo esistere, il solo respirare è già un inizio di quella parola che dobbiamo pronunciare: "Grazia".
La meravigliosa Sua "Grazia", che sarà l'ultimo respiro, l'ultima preghiera, così avremo compiuto l'ultima nostra preghiera.
"Il primo respiro apre alla vita e l'ultimo la chiude".
Ogni uomo è parola di Dio fatta carne, e noi oggi dobbiamo imparare ad ascoltarla; anche gli avvenimenti trasmettono la parola di Dio, e noi dovremmo imparare ad ascoltarli. Noi siamo fatti - diceva S. Teresa d'Avila - come un castello dove Lui abita, in mezzo a noi, e noi potremo ascoltarlo: dipende dalla nostra capacità di ascolto; se ci comporteremo come dei "sordo-muti" non riusciremo a parlare con Dio.
Alcuni esempi: il monaco che anticamente faceva un viaggio su di un carro in compagnia di due giovani che amoreggiavano, questi (il monaco) si mette a piangere pensando alla tenerezza di Dio: anche questa è preghiera.
Un uomo, un rabbino, diceva in proposito: dovunque io vato TU, dovunque mi fermo TU, terra, cielo, mare, TU, il Signore: anche questa è preghiera.
Dopo Auschwitz, dopo le brutture fatte all'uomo e dall'uomo in campo di concentramento, si è conosciuta la storia di una ragazza ebrea, quasi non credente, che non sapeva inginocchiarsi, non sapeva pregare, e invece scrive un libro-diario sulla preghiera: una cosa meravigliosa ciò che ha scritto! Racconta nelle "Lettere dal campo di concentramento" che una domenica, fredda e piovosa, già molto triste perché assieme ad altre compagne non si accorgevano che era "domenica", ma al mattino sente, mescolato alla pioggia, un profumo forse di gelsomino e lo scopre in fondo al recinto, alla rete, tutto in fiore, bianco pallido e la fa esclamare, e ripetere per tutto il giorno: "Voglio che tu, Dio, stia bene con me!" E pensare che si diceva che dopo Auschwitz non si poteva più pregare, invece …
Questo è il vero volto del Cristianesimo, della parola del Vangelo e dell'uomo che si fa parola da ascoltare. Gesù si è fatto uomo per essere ascoltato, per essere guardato. "Gesù diventa familiare nello sguardo", ancora, "Guardare Gesù come amore" (S. Teresa del B.G.). Anche questo diventa preghiera se lo vogliamo.
Pregare come respirare, come ascoltare per poi parlare: ascolta la voce della creazione, la voce degli avvenimenti, della storia: quindi la parola si fa carne, persona, la si ascolta totalmente e in pienezza, perché è Gesù stesso che ci parla.
Il Vangelo è stato scritto anche per essere visto, cioè guardato: vedere Gesù che muore sulla croce, vedere Maria che sta ai piedi della croce e guardare suo figlio. "abìtuati ad innamorarti" della sua umanità - dicevano alcuni santi riguardo a Gesù - a portarlo sempre con te, a rallegrarti con lui, a lamentarti con lui (come facciamo già tante volte, ma ciò è umano …)
"Egli - Gesù - aspetta anche un solo tuo sguardo, anche un istante, è un regalo prezioso per te" (S. Giovanni della Croce).
Lui, il Signore, è grato anche di una piccolissima cosa, come lo sguardo verso di lui, che ci ama infinitamente.
La suprema ragione umana è mettersi in relazione con lui fin dal primo respiro (il bambino che nasce) e all'ultimo respiro (l'uomo che muore).
Ogni creatura umana è chiamata alla "comunione" con Dio. Per la sua "dignità" è chiamato alla comunione con Dio e solo lui può farlo.
Anche se una persona è impossibilitata a farlo (per malattia o handicap) lui è chiamato, ripeto, per la sua dignità umana, ad essere in comunione con Dio.
La dignità dell'uomo significa essere in dialogo con Dio, secondo la sua capacità: l'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio è stato creato solo per amore (dall'Enciclica: "Gaudium et Spes")
La preghiera quindi è solo un amoroso dialogare, silenzioso contemplare, festoso celebrare e infine è un generoso agire, cioè mettere in atto i propositi recitati nella nostra preghiera fin dal nostro primo respiro del mattino che è, come gia detto, anche questo è preghiera.
"La preghiera è la porta del mattino (apre) e il catenaccio della sera (chiude la giornata)".
Celeste Ferrari Parrocchia di San Michele Arcangelo in Calino
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