Quel silenzio assordante
Egr. Direttore,
ho assistito come tutti con sgomento alla cronaca
degli attentati parigini di metà novembre, battezzati subito come l' 11
novembre europeo. Ho visto ed ho letto le manifestazioni di vicinanza al
popolo francese, dal profilo fu tinteggiato di tricolore francese, all'inno della
marsigliese nei campi di serie B, ai lumini e alla penosa esibizione pianistica
del ragazzo sulle note di John Lennon. Una risposta che non ha nome, una
religione senza Dio. Tutto mi è parso una reazione 000lescenziale, emotiva,
superficiale e vuota. Non ho visto o sentito qualcuno invitare a pregare. Ho
seguito tutti i talk televisivi nella speranza che qualche conduttore o qualche
ospite ne analizzasse le cause. Tutti a cercare il colpevole. Tutti politicamente
corretti uniti e compatti a criticare il governo- ma questo era scontato - e a
evocare i valori della tradizione e dell'Occidente. Non si è sentita una parola
di pietà cristiana,. Sono rimasto ferito dal silenzio assordante della
comunità cristiana. Non ho visto la chiesa parigina, radunarsi al Sacré Coeur
sulla collina di Mon1martre a pregare. Papa Francesco invece si è fatto immediatamente
sentire. Ma anche la nostra chiesa locale dov'era? È vero, abbiamo aggiunto
una preghiera dei fedeli alla Messa nella quale si celebrava la dedicazione
della Chiesa! Forse qualche sacerdote più sensibile ha allungato l'omelia con
un pensiero e un ricordo alle vittime del terrorismo. Parigi, una città
smarrita, ecco quello che ho visto, una Francia smarrita, un'Europa smarrita.
Questo è l'aggettivo più calzante. Quando si tradisce la propria fede e ci si
affida ad un fumoso senso di appartenenza, siamo baldanzosi e arroganti nei
momenti di gioia e spensieratezza, ma diventiamo impauriti e smarriti di
fronte ai gravi ten1i del dolore e della morte, perché ci mancano i
fondamentali della speranza. I giorni in cui si scriveva la Costituzione della
Comunità europea, la maggior parte dei rappresentanti volle inserire il termine
"radici cristiane" nei valori su cui si basa il nostro continente.
Francois Mitte'rand si oppose fermamente in nome della laicità. Noi italiani,
come sempre, ci siamo affrettati a riconoscere le ampie vedute del presidente
francese, abbiamo allegramente e stupidamente collaborato a dare delle grosse
spallate per buttar giù la Chiesa, con la soddisfazione infantile che si prova
a distruggere le cose vecchie per gettarle nel fuoco. Adesso che la fiamma si è
spenta, ci sentiamo vuoti e nudi, senza valori di fede, senza la voglia di
pregare.
Cominciamo a provare il terrore del vuoto, le
vertigini del nulla. Come sacchi vuoti che non si reggono più in piedi e si
afflosciano. Ci accontentiamo di esteriori lumini, di tremolanti accendini o
la lacrimuccia adolescenziale di una stupida emoticon. Ci manca la meditazione
che non è una sterile esercitazione di new age, ma è l'evento unico di un Dio
che nasce a Betlemme, da porre al centro. Altrimenti dimentichiamo le ceneri di
Auschwitz e il ghiaccio del Gulag, l'acqua e il sangue delle risaie dell'Asia,
dei laghi dell'Africa, paradisi massacrati. Ci scordiamo di tanti bambini
negati, prostituiti, mutilati e la strage dei giovani cristiani fucilati in
Kenya - alcuni decapitati, perché non ricordavano il nome della madre di
Maometto. Nessuno mi dice la app per colorare la mia faccina su whattsapp con
i colori della Nigeria, della Libia e dell'Eritrea?
Padre Ettore Moscatelli
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