Mi
risulta difficile, in questo momento, anche solo immaginare un eroe più
eroe di questo. Mi commuove e mi esalta – i due sentimenti certe volte
viaggiano insieme – la storia, anzi la vita quotidiana di Yu Xukang,
40enne contadino delle colline cinesi.
È la storia immensa, sconfinata – è uno di quei casi in cui
bisognerebbe esagerare con la retorica fino a diventare pacchiani – di
un padre che ogni giorno percorre 18 miglia a piedi, ovvero 29
chilometri – la metà dei quali con un ragazzo disabile in spalla – e
sapete per cosa? Perché – udite udite – non vuole che suo figlio perda
anche solo un giorno di scuola. «4,5 miglia per andare a scuola nella
borgata più vicina – si legge – 4,5 miglia per tornare in paese a
lavorare, 4,5 per tornare a scuola, 4,5 miglia ancora per riportare il
bambino a casa. 4,5 miglia quattro volte al giorno». Dopo il divorzio,
nove anni fa, decise di “caricare” su di sé (è proprio il caso di dirlo)
suo figlio e il suo futuro. E tutto questo per non fargli mancare –
nonostante il “consumo” (anche qui il senso è letterale…) del proprio
corpo – quel momento di vita comune chiamato scuola e che noi non
sappiamo più apprezzare.
Non aggiungo commenti, cosa potrei aggiungere? Yu Xukang fa pensare a
uno dei personaggi più semplici e profondi della nostra letteratura:
Mastro Geppetto e la sua giacca venduta per quel piccolo birbante di
Pinocchio che non capisce (ma poi sì) il suo amore di padre. Eccolo qui,
in quei 29 km, l’amore di padre. «Piccolo Ercole delle colline cinesi»
lo ha definito Di Stefano sul Corriere, che come me sa che gli eroi, metà uomini e metà dei, esistono ancora. Io concordo, ma toglierei l’aggettivo “piccolo”.
Pino Suriano
Nessun commento:
Posta un commento