INDIA
Claustrale di Mumbai: La festa del Carmelo, tra papa Francesco e santa Teresa d'Avila
di Nirmala Carvalho
Intervista
a suor Marie Gemma ocd, madre priora del monastero delle Carmelitane
scalze della città indiana. Il senso, al giorno d'oggi, dell'essere
religiose contemplative. "Il silenzio parla più forte delle parole, ma
solo quando è vissuto in intima unione con questo amorevole Dio, Gesù".
Mumbai (AsiaNews) - I continui riferimenti di papa Francesco al mondo dei religiosi e delle
religiose contemplative è "un invito ad avere grande umanità", testimoniando con
la preghiera che "nella nostra profetica vocazione offriamo una risposta, nella
Chiesa e nel mondo, ai bisogni delle persone". Così suor Marie Gemma ocd, madre
priora del monastero delle Carmelitane scalze di Mumbai, parla in un'intervista
ad AsiaNews, alla vigilia della festa di Nostra Signora del Carmelo. Un momento
che anticipa il 2015, quando le claustrali saranno impegnate in una doppia
celebrazione: l'Anno della vita consacrata e il 500mo anniversario della
nascita di santa Teresa d'Avila, riformatrice dell'ordine carmelitano. (Traduzione
a cura di AsiaNews)
Papa Francesco ha fatto ripetuti
riferimenti alle religiose contemplative, affermando tra l'altro che "le suore
di clausura sono chiamate ad avere grande umanità". Cosa pensa di queste
parole?
Una contemplativa è, in pratica, una
persona il cui cuore arde per l'amore verso Dio. Il frutto di questo amore è un
continuo desiderio di compiere la volontà del Signore. Dall'Antico al Nuovo
Testamento, questa volontà di Dio è racchiusa in due comandamenti: "Ama il
Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua mente e con tutta la tua forza" e "Ama il tuo prossimo come te stesso" [Mc
12,30-31].
Per questo Papa Francesco giustamente
dice: "Le monache di clausura - o contemplative come siamo anche chiamate - sono
chiamate ad avere grande umanità". La sola umanità a cui siamo invitate è
quella dell'Unico dopo cui l'intera razza umana è modellata: Gesù. E così noi
vediamo il nostro Dio nell'Antico Testamento - vediamo Gesù, nostro solo e
unico modello nel Nuovo Testamento, chiamarci a essere come Lui - come san
Giovanni dopo averlo toccato diciamo "Dio è amore". Quanto più contempliamo il
Signore nell'Antico o nel Nuovo Testamento, tanto più realizziamo che è un Dio
prodigo. Negli Efesini 3:20 leggiamo: "A colui che in tutto ha potere di fare molto
più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in
noi". Questa è la grande umanità che siamo chiamate ad avere.
Questa "grande umanità" si è realizzata
nella vita di Madre Santa Teresa d'Avila, che era così profondamente e
appassionatamente umana, prodiga e generosa nelle sue risposte a Dio, e nei
suoi stessi desideri di fare tutto il possibile per raggiungere quelli che lei
considerava dannati. E questo è ciò che desiderano essere e fare tutte le sue
suore.
Alla solennità
dell'Ascensione papa Francesco ha detto che la Chiesa "è una comunità 'in
uscita', 'in partenza'". Anche le comunità di clausura, "perché sono sempre 'in
uscita' con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio".
Ci parli, nel concreto, di questa realtà.
La Chiesa è stata fondata sul mandato di
Gesù, "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" [Mc
16,15]. Se la Chiesa dovesse mai dimenticare questo mandato, perderebbe la sua
caratteristica essenziale, la ragione d'essere del suo fondamento. Ogni organizzazione
nella Chiesa è segnata da questo in modo esplicito o implicito.
Anche le contemplative di clausura sono
implicitamente segnate nel proclamare la Buona Novella di Gesù a tutto il
mondo. È l'unica ragione che spiega come mai santa Teresina - pur rimanendo all'interno
del monastero senza mai mettere un piede fuori dai 15 ai 24 anni - è oggi chiamata
"Patrona delle missioni".
Conosciuta come "il piccolo fiore", i
suoi desideri abbracciavano il mondo intero. Ella voleva essere apostolo,
medico, predicatore, martire di Dio e del suo popolo, per portare la Buona
Novella di Gesù a tutti. Con grande gioia ha detto: "Io ho trovato la mia
vocazione. Nel cuore della mia Madre Chiesa sarò amata". Santa Teresa d'Avila ha
detto: "Avrei dato mille volte la vita pur di salvare anche una sola di queste
anime". San Francesco di Sales ha detto: "Chi ama Dio desidera scrivere il Suo
nome su ogni cuore". Questi sono modi per ritrarre come i contemplativi e le
contemplative hanno i loro cuori aperti al mondo, con l'orizzonte di Dio.
Papa Francesco ha detto: "I santi
carmelitani sono stati grandi predicatori e maestri di preghiera. Questo è ciò che
ancora una volta si richiede al Carmelo del ventunesimo secolo. Lungo tutta la
vostra storia, i grandi Carmelitani sono stati un forte richiamo alle radici
della contemplazione, radici sempre feconde di preghiera". Una sua riflessione.
I grandi Carmelitani erano tutti amanti
straordinari, trasformati dall'amore di Dio, testimoniando che le loro
preghiere non erano nient'altro che un'intima relazione con l'Unico dai cui
sapevano di essere amati. Il mondo di oggi, con la sua spiritualità newage, con
il grande bisogno del cuore umano di essere colmato con quello di cui l'uomo
moderno non ha nemmeno idea, i carmelitani hanno qualcosa di prezioso da
offrire. Ciò che abbiamo non è solo una litania di preghiere, ma una relazione
con l'Unico che soddisfa ogni nostra sete, creando in noi i pozzi della vita
eterna con la Sua propria presenza. Nella nostra profetica vocazione offriamo
una risposta, nella Chiesa e nel mondo, ai bisogni delle persone. Abbiamo posto
il nostro dito nella ferita della Chiesa e messo Dio al centro della vita, in
una relazione intima con Lui, cuore contro cuore nella solitudine e nel
silenzio dei nostri monasteri. Il silenzio parla più forte delle parole, ma
solo quando è vissuto in intima unione con questo amorevole Dio, Gesù.
Il 2015, l'Anno della vita
consacrata, sarà un momento di doppie celebrazioni per le carmelitane
contemplative, poiché celebrate il 500mo anniversario della nascita di santa
Teresa d'Avila. Come accoglierete questi festeggiamenti, che cosa state
preparando e come celebrerà la vostra comunità questo anno?
È davvero un tempo emozionante per noi,
due celebrazioni ed entrambe di grande proporzione! La nostra prima
preparazione è stata studiare la nostra Santa Madre nel profondo, rileggendo i
suoi libri che sono diamanti senza prezzo, capaci di rivelare sempre un nuovo
volto della luce e dello splendore per la nostra riflessione, la nostra
comprensione e le nostre vite pratiche. Questo studio è stata un'impresa
affascinante perché fatto in modo individuale e comunitario. Essendo l'Anno
della vita consacrata, abbiamo anche ricevuto lettere dalla Santa Sede per aiutarci
a guardare nella nostra vita di religiose in modo nuovo. Questo è un dono del
nuovo anno. È davvero una grande grazia vedere come queste celebrazioni hanno
coinciso. Che sia la nostra Santa Madre, che dopo 500 anni ha riformato il
Carmelo, a chiamarci 500 anni dopo a una nuova trasformazione? Non lo sappiamo,
ma siamo aperte a tutto quello che lo Spirito vorrà portare nelle nostre vite,
per la gloria di Dio.
Riguardo al 500mo anniversario, tutte
noi celebreremo una giornata speciale dedicata a santa Teresa d'Avila, tutte le
attività saranno incentrate su di lei. Possa il desiderio di Gesù, "Sono venuto
a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!" [Lc 12,49],
essere una realtà in ciascuno di noi carmelitani.
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