martedì 15 luglio 2014

FESTA DEL CARMELO...TESTIMONIANZA DALL'INDIA....Il mondo di oggi, con la sua spiritualità newage, con il grande bisogno del cuore umano di essere colmato con quello di cui l'uomo moderno non ha nemmeno idea, i carmelitani hanno qualcosa di prezioso da offrire

INDIA
Claustrale di Mumbai: La festa del Carmelo, tra papa Francesco e santa Teresa d'Avila
di Nirmala Carvalho

Intervista a suor Marie Gemma ocd, madre priora del monastero delle Carmelitane scalze della città indiana. Il senso, al giorno d'oggi, dell'essere religiose contemplative. "Il silenzio parla più forte delle parole, ma solo quando è vissuto in intima unione con questo amorevole Dio, Gesù".


Mumbai (AsiaNews) - I continui riferimenti di papa Francesco al mondo dei religiosi e delle religiose contemplative è "un invito ad avere grande umanità", testimoniando con la preghiera che "nella nostra profetica vocazione offriamo una risposta, nella Chiesa e nel mondo, ai bisogni delle persone". Così suor Marie Gemma ocd, madre priora del monastero delle Carmelitane scalze di Mumbai, parla in un'intervista ad AsiaNews, alla vigilia della festa di Nostra Signora del Carmelo. Un momento che anticipa il 2015, quando le claustrali saranno impegnate in una doppia celebrazione: l'Anno della vita consacrata e il 500mo anniversario della nascita di santa Teresa d'Avila, riformatrice dell'ordine carmelitano. (Traduzione a cura di AsiaNews)
Papa Francesco ha fatto ripetuti riferimenti alle religiose contemplative, affermando tra l'altro che "le suore di clausura sono chiamate ad avere grande umanità". Cosa pensa di queste parole?
Una contemplativa è, in pratica, una persona il cui cuore arde per l'amore verso Dio. Il frutto di questo amore è un continuo desiderio di compiere la volontà del Signore. Dall'Antico al Nuovo Testamento, questa volontà di Dio è racchiusa in due comandamenti: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza" e "Ama il tuo prossimo come te stesso" [Mc 12,30-31].
Per questo Papa Francesco giustamente dice: "Le monache di clausura - o contemplative come siamo anche chiamate - sono chiamate ad avere grande umanità". La sola umanità a cui siamo invitate è quella dell'Unico dopo cui l'intera razza umana è modellata: Gesù. E così noi vediamo il nostro Dio nell'Antico Testamento - vediamo Gesù, nostro solo e unico modello nel Nuovo Testamento, chiamarci a essere come Lui - come san Giovanni dopo averlo toccato diciamo "Dio è amore". Quanto più contempliamo il Signore nell'Antico o nel Nuovo Testamento, tanto più realizziamo che è un Dio prodigo. Negli Efesini 3:20 leggiamo: "A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi". Questa è la grande umanità che siamo chiamate ad avere.
Questa "grande umanità" si è realizzata nella vita di Madre Santa Teresa d'Avila, che era così profondamente e appassionatamente umana, prodiga e generosa nelle sue risposte a Dio, e nei suoi stessi desideri di fare tutto il possibile per raggiungere quelli che lei considerava dannati. E questo è ciò che desiderano essere e fare tutte le sue suore.
Alla solennità dell'Ascensione papa Francesco ha detto che la Chiesa "è una comunità 'in uscita', 'in partenza'". Anche le comunità di clausura, "perché sono sempre 'in uscita' con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio". Ci parli, nel concreto, di questa realtà.
La Chiesa è stata fondata sul mandato di Gesù, "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" [Mc 16,15]. Se la Chiesa dovesse mai dimenticare questo mandato, perderebbe la sua caratteristica essenziale, la ragione d'essere del suo fondamento. Ogni organizzazione nella Chiesa è segnata da questo in modo esplicito o implicito.
Anche le contemplative di clausura sono implicitamente segnate nel proclamare la Buona Novella di Gesù a tutto il mondo. È l'unica ragione che spiega come mai santa Teresina - pur rimanendo all'interno del monastero senza mai mettere un piede fuori dai 15 ai 24 anni - è oggi chiamata "Patrona delle missioni".
Conosciuta come "il piccolo fiore", i suoi desideri abbracciavano il mondo intero. Ella voleva essere apostolo, medico, predicatore, martire di Dio e del suo popolo, per portare la Buona Novella di Gesù a tutti. Con grande gioia ha detto: "Io ho trovato la mia vocazione. Nel cuore della mia Madre Chiesa sarò amata". Santa Teresa d'Avila ha detto: "Avrei dato mille volte la vita pur di salvare anche una sola di queste anime". San Francesco di Sales ha detto: "Chi ama Dio desidera scrivere il Suo nome su ogni cuore". Questi sono modi per ritrarre come i contemplativi e le contemplative hanno i loro cuori aperti al mondo, con l'orizzonte di Dio.
Papa Francesco ha detto: "I santi carmelitani sono stati grandi predicatori e maestri di preghiera. Questo è ciò che ancora una volta si richiede al Carmelo del ventunesimo secolo. Lungo tutta la vostra storia, i grandi Carmelitani sono stati un forte richiamo alle radici della contemplazione, radici sempre feconde di preghiera". Una sua riflessione.
I grandi Carmelitani erano tutti amanti straordinari, trasformati dall'amore di Dio, testimoniando che le loro preghiere non erano nient'altro che un'intima relazione con l'Unico dai cui sapevano di essere amati. Il mondo di oggi, con la sua spiritualità newage, con il grande bisogno del cuore umano di essere colmato con quello di cui l'uomo moderno non ha nemmeno idea, i carmelitani hanno qualcosa di prezioso da offrire. Ciò che abbiamo non è solo una litania di preghiere, ma una relazione con l'Unico che soddisfa ogni nostra sete, creando in noi i pozzi della vita eterna con la Sua propria presenza. Nella nostra profetica vocazione offriamo una risposta, nella Chiesa e nel mondo, ai bisogni delle persone. Abbiamo posto il nostro dito nella ferita della Chiesa e messo Dio al centro della vita, in una relazione intima con Lui, cuore contro cuore nella solitudine e nel silenzio dei nostri monasteri. Il silenzio parla più forte delle parole, ma solo quando è vissuto in intima unione con questo amorevole Dio, Gesù.
Il 2015, l'Anno della vita consacrata, sarà un momento di doppie celebrazioni per le carmelitane contemplative, poiché celebrate il 500mo anniversario della nascita di santa Teresa d'Avila. Come accoglierete questi festeggiamenti, che cosa state preparando e come celebrerà la vostra comunità questo anno?
È davvero un tempo emozionante per noi, due celebrazioni ed entrambe di grande proporzione! La nostra prima preparazione è stata studiare la nostra Santa Madre nel profondo, rileggendo i suoi libri che sono diamanti senza prezzo, capaci di rivelare sempre un nuovo volto della luce e dello splendore per la nostra riflessione, la nostra comprensione e le nostre vite pratiche. Questo studio è stata un'impresa affascinante perché fatto in modo individuale e comunitario. Essendo l'Anno della vita consacrata, abbiamo anche ricevuto lettere dalla Santa Sede per aiutarci a guardare nella nostra vita di religiose in modo nuovo. Questo è un dono del nuovo anno. È davvero una grande grazia vedere come queste celebrazioni hanno coinciso. Che sia la nostra Santa Madre, che dopo 500 anni ha riformato il Carmelo, a chiamarci 500 anni dopo a una nuova trasformazione? Non lo sappiamo, ma siamo aperte a tutto quello che lo Spirito vorrà portare nelle nostre vite, per la gloria di Dio.
Riguardo al 500mo anniversario, tutte noi celebreremo una giornata speciale dedicata a santa Teresa d'Avila, tutte le attività saranno incentrate su di lei. Possa il desiderio di Gesù, "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!" [Lc 12,49], essere una realtà in ciascuno di noi carmelitani.

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