Avrà inizio alle 20.35 la serata “One world, family, love”, la parte
serale della “Festa delle Testimonianze” alla quale parteciperà Papa
Benedetto XVI. In diretta mondovisione da Milano a Milano Parco Nord
Aeroporto di Bresso un grande evento dedicato alla famiglia promosso
dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 in collaborazione con Hope e Rai.
Alla presenza del Santo Padre, con la partecipazione di famiglie dai
cinque Continenti, il programma (irradiato in diretta mondovisione da
RAI UNO) sarà arricchito da performance artistiche di grande
suggestione.
Tra gli artisti presenti sul grande palco milanese segnaliamo la star
israeliana NOA, la portoghese DULCE PONTES, la giovane pop-band
svizzera dei 77 BOMBAY STREET, il talento emergente della world-music
africana DUDU MANHENGA, la stella del gospel britannico LOIS KIRBY, e il
gruppo di sette vocalist francesi TALE OF VOICES. A rappresentare l’Italia, oltre ad un saluto del maestro ENNIO
MORRICONE, è prevista la partecipazione di RON, del chitarrista MAURIZIO
COLONNA con la pianista LUCIANA BIGAZZI, della cantautrice italo-somala
SABA ANGLANA, della giovane band dei SONOHRA (insieme alla pop-star
spagnola HEVIA), di alcuni elementi del CIRCO BELLUCCI, dell’ensemble
Rom ALEXIAN GROUP, e del cantautore GIAMPIERO ALLOISIO.
Ad arricchire questa straordinaria serata-evento, anche i contributi
di alcuni grandi attori e celebri volti televisivi: PAOLO BONACELLI,
PAMELA VILLORESI, SERENA AUTIERI, GIUSEPPE CEDERNA, MYRIAM CATANIA,
BENEDETTA RINALDI, FABRIZIO BUCCI, FRANCESCA FIALDINI, MANOLO MARTINI e
MARILU’ PIPITONE.
L’evento prevede anche la partecipazione di diversi grandi
strumentisti solisti, dell’ORCHESTRA TERRACONFINE (diretta e coordinata
dai maestri e Michele Lorusso e Nico Arcieri), dei vocalist ANNO DOMINI e
dei settanta elementi del CORO HOPE.
La regia televisiva di “ONE World Family Love”, sarà affidata a MARCO ALEOTTI. Il Papa, che arriverà a Bresso alle 20.35, guiderà momenti di
preghiera e di riflessione e si intratterrà con i giovani e le famiglie
per circa un’ora rispondendo alle domande delle famiglie provenienti dai
diversi continenti.
La serata, la cui partecipazione è libera e gratuita, è preceduta da
un intenso pomeriggio di festa. Dalle 16 alle 19.00 a Milano Parco Nord –
Aeroporto di Bresso andrà in scena “JubilFamily - La gioia di essere
famiglia”.
Nelle tre ore dal ritmo serrato, si alterneranno numerosi gruppi e
testimoni internazionali, nazionali e del territorio lombardo. Anzitutto
i vincitori del concorso “Giovani Talenti per il Papa”, promosso dalla
Fondazione Milano Famiglie 2012 in collaborazione con l’Associazione
Hope e rivolto a musicisti e gruppi musicali giovanili della Lombardia.
Oltre 100 giovani divisi in 9 gruppi si esibiranno, carichi di emozione,
davanti a decine di migliaia di persone.
Nel JubilFamily il fil-rouge sarà tenuto dal Grande Coro Hope che
eseguirà canzoni dei grandi eventi ecclesiali che coinvolgeranno i tanti
presenti. L’evento sarà arricchito da cantanti internazionali di
Christian Music: grande attesa per Fifito, della Guinea Bissau, da anni
impegnato nell’opera di riconciliazione sociale della sua terra e per
Josh Balckesley, rocker statunitense della rete Spirit and Song, della
Oregon Catholic Press, presieduta dall’Arcivescovo di Portland.
E ancora, la testimonianza in musica della famiglia Gibboni
(violinisti – padre, madre e 3 figli), i The Sun, noto gruppo italiano
di christian music, I Carisma, gruppo comasco che segue una “regola”
specifica di evangelizzazione attraverso la musica. Durante il
pomeriggio troveranno spazio anche testimonianze di famiglie italiane e
del mondo: un ragazzo Albanese in Italia da cinque anni, una coppia
dell’Associazione “Famiglie per l’accoglienza”, la famiglia Fantu
dall’Etiopia, la famiglia Favoti (genitori di 2 gemelle di 3 anni e 3
gemelli di poco più di un anno). Ci sarà anche la testimonianze di una
famiglia di missionari Identes, di una coppia di Nomadelfia che vive
l’esperienza della comunità, mentre Betti e Alfonso del Rinnovamento
dello Spirito testimonieranno la famiglia nella prova: dalla crisi alla
riunificazione.
La giornata verrà condotta da Gigi Cotichella, già animatore degli
incontri del Cardinale con gli animatori degli oratori estivi e del
Natale degli sportivi, Enrico Selleri, giovane conduttore di TV2000 e
Andrea Carretti, storico conduttore dei grandi raduni ecclesiali. “JubilFamily, La gioia di essere famiglia” verrà anche trasmesso in diretta da Tv2000.
LEZIONE DEL PROF. LUIGINO BRUNI SUL TEMA : ECONOMIA A MISURA DI FAMIGLIA
INCONTRO ORGANIZZATO DAL MOVIMENTO ECCLESIALE CARMELITANO DELLA DIOCESI
DI BRESCIA IN COLLABORAZIONE CON I FOCOLARINI E ALTRE ASSOCIAZIONI DEL
23 MAGGIO 2012
" L’Europa è stata la terra sulla quale è fiorita l’economia di
mercato, con un contributo decisivo del cristianesimo, e dei suoi
carismi (basterebbe pensare al solo monachesimo).
Oggi questa economia di mercato vive in Europa una profonda crisi,
dovuta a due principali fattori: innanzitutto il peso eccessivo che la
finanza speculativa ha assunto in rapporto all’economia reale: la
finanza è civile finché è sussidiaria (al servizio) dell’economia reale;
diventa incivile e dannosa quando il rapporto si inverte, e beni,
servizi, ambiente e lavoratori vengono asserviti e strumentalizzati dai
capitali speculativi.
Una seconda causa è una cultura fondata sul consumo, che tende a
trasformare i beni, anche quelli relazionali, in merci, e così a
marginalizzare il lavoro umano. Ecco perché alla radice di questa grave
crisi c’è un deficit antropologico, etico, relazionale e quindi
spirituale.
Che fare allora? Occorrono molte cose nuove. Comunità e Movimenti cristiani e i loro
carismi hanno però un contributo specifico da dare, e a più livelli.
Innanzitutto c’è il livello della testimonianza e della vita
quotidiana: l’Europa, grazie ai tanti carismi vivi in essa, è già
popolata di donne e uomini che testimoniano stili di vita sobri, amanti
dell’ambiente, che sanno condividere i beni e usarli come ponti di
comunione e di comunità. Tutto questo c’è già, ma oggi l’urgenza dei
tempi ci spinge a fare di più, e a farlo di più insieme. Questo primo
livello vitale è la base di tutti gli altri, che sono le nuove forme di
finanza etica, il consumo critico solidale, le cooperative, le imprese
sociali."
Oggi,in molte parrocchie di Brescia finisce il Catechismo
Anche nella mia,abbiamo animato la S. Messa con canti e preghiere con i nostri ragazzi e poi abbiamo diviso insieme il pranzo tra noi famiglie..Ma unita alla gioia per quest'anno ,fatto di bellissime iniziative dell' oratorio ecco le notizie di catechisti che si ritirano dal loro compito per il prossimo anno, a bambini che forse non vedremo più in oratorio (perchè ormai hanno ricevuto tutti i sacramenti già in QUINTA ELEMENTARE). I genitori li porteranno a catechismo? Poi fra pochi giorni comincerà il GREST in tante parrocchie, che vedrà impegnati i ragazzi per TRE SETTIMANE come prosecuzione estiva dell'oratorio...e tanti giovani (anche mio figlio) animeranno questi giorni gratuitamente..
ALCUNI MESSAGGI DI SPERANZA E DI INCORAGGIAMENTO PER TUTTE LE NOSTRE FAMIGLIE..ma ritrovandoci a pranzo insieme..ho domandato a loro : abbiamo capito veramente la SFIDA EDUCATIVA che ci attende insieme nei prossimi anni?
FAMIGLIE che non si formano, figli che non vengono fatti nascere..... IL DONO DI SE' sarà sempre più emarginato dalla nostra vita e società che ormai viaggia su altre priorità..lavoro per il benessere e il divertimento del "single"? (vedi parole del Papa citate nel post precedente)
FARE FAMIGLIA CRISTIANA SARA' SEMPRE PIU' UN GESTO EROICO ..ANCHE IL PRESERVARLA DAL MALE...
STRINGIAMOCI INSIEME IN UN'UNICA FAMIGLIA..
NOI QUESTO ANDREMO A CELEBRARE SABATO E DOMENICA IN COMPAGNIA DEL SANTO PADRE... NON SIAMO SOLI...ANZI..GESU' E LO SPIRITO SANTO CHE SEMPRE RIANIMANO LA NOSTRA COMPAGNIA SONO LUCE AL NOSTRO CAMMINO...Ciao... Walter
....facciamolo nostro in attesa dell'incontro di Sabato Sera col Papa a Milano..
Nella società odiernaè più che mai necessaria
e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari. Purtroppo
dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una
secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad
una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una
libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il
benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed
esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le
persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a
emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza
impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e
senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale
mentalità!’.
Care famiglie, siate coraggiose! Non cedete a quella mentalità
secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o
addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra
testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza
riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra
persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità!
L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel
futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la
persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il
bene della Chiesa’. (Papa Benedetto XVI)
Pubblico un estratto
dell’introduzione di don Julián Carrón al libro "Il
miracolo dell’ospitalità", di Luigi Giussani (Piemme), una
raccolta di dialoghi con i membri dell’associazione Famiglie per
l’Accoglienza che festeggia i 30 anni di storia.....
per ringraziare le famiglie che accolgono altre famiglie
e le famiglie che si ritroveranno insieme col Papa a Milano il 2 e il 3 Giugno....
ALLA LUCE DELLA NOSTRA SCUOLA DI CRISTIANESIMO SUI MIRACOLI DI GESU'
Perché l’ospitalità è un
miracolo? Sembrerebbe la cosa più scontata: aprire la porta
della propria casa per fare entrare qualcuno dovrebbe essere normale.
Perché, allora, don Giussani la paragona a un fatto miracoloso?
Perché dovrebbe essere l’esperienza normale di una famiglia, e
invece è così eccezionale che quando accade tutti ci stupiamo.
Viviamo in un contesto umano, culturale e sociale frutto di una lunga
storia, che ha eroso i fattori dell’esperienza elementare: uno
innanzitutto, cioè l’apertura originale del cuore e la percezione
della realtà come positiva, come carica di promessa per la propria
vita. Nel tempo si è introdotta una distanza per cui le cose e le
persone sono diventate come estranee. È terribile questa
affermazione di Sartre: «Le mie mani, cosa sono le mie mani? La
distanza incommensurabile che mi divide dal mondo degli oggetti e mi
separa da essi per sempre»..... È un’esperienza
entusiasmante essere invitati a pranzo da una famiglia e vedere
Cristo all’opera mentre si è a tavola, attraverso i segni di una
umanità che tratta tutto in modo nuovo, non ridotto, con una carità
e una pazienza impossibili all’uomo. E poi con una letizia, pur
dentro le difficoltà e le incomprensioni quotidiane, che è già la
vittoria sul nulla e sulla scontatezza nei rapporti. «Non esiste
oggettivamente nessun atto più grande dell’ospitalità: da
un’ospitalità così radicale come l’adozione, fino
all’ospitalità a pranzo o all’offerta di un tetto a una persona
che passi per Milano anche una volta sola. Una delle cose più
belle che fra i miei amici ho visto realizzare è questo nesso,
questa trama di famiglie disponibili a ospitare chiunque», ricordava
don Giussani nel 1985. L’ospitalità è senza misura e senza
calcolo.È, infatti, il comunicarsi di un "pieno" sul
quale la vita poggia, frutto imprevisto di un’ospitalità che viene
prima, come fu per la Madonna: il suo sì all’annuncio dell’Angelo
ha generato il bene più grande che il mondo potesse desiderare......
L’avere accolto la preferenza del Mistero nella sua vita,
non avere opposto nulla, neppure i suoi limiti e la sua fragilità,
come facilmente accade a tanti di noi, alla scelta di Dio l’ha resa
madre del Figlio di Dio, che da duemila anni attraversa la storia e
raggiunge ciascuno di noi nella situazione in cui ci troviamo.Avremo
anche noi la semplicità di Maria di farGli spazio, ospitandoLo nel
ventre della nostra vita? C’è qualcosa di più interessante per un
uomo e una donna di questa collaborazione all’opera del Padre nel
mondo, per vincere il vuoto con la forza di una presenza? La forma di
questa collaborazione all’opera del Padre, poi, è libera da ogni
schema precostituito, come ci ricorda sempre don Giussani in questa
pagina impressionante: «Essere padre e madre è buttare fuori un
feto dal ventre materno? No! E se un feto fatto da un’altra donna
tu lo raccogli a due mesi, quattro mesi, cinque mesi e lo educhi, la
madre sei tu, nel senso fisiologico e ontologico del termine! E se tu
fai questo anche senza averlo lì presente perché tuo marito non
vuole, oppure perché hai paura e non ti senti, anche se lo chiedi a
Dio, in quanto conosci un povero bambino che vive male, maltrattato
da una famiglia non sua, e offri tutta la tua giornata alla mattina
dicendo: "Signore, ti offro la mia giornata perché tu aiuti
quel bambino", questa è una maternità più fine ancora, più
"genetica" di qualsiasi altra maternità. Infatti le nostre
madri, che sono state madri cristiane, guardavano a noi figli
così!». Auguriamoci che una briciola di questo sguardo
diventi anche nostra, per essere protagonisti della quotidiana lotta
per affermare l’inesorabile positività del reale davanti al nulla
che incombe sulle nostre giornate, inizio di una umanità nuova.
Julián Carrón - presidente della
Fraternità di Comunione e Liberazione
cliccando sul link sopra potrete sentire alcuni canti di Padre Gianni registrati tempo fa con la chitarra e una voce...siamo tanto grati a Padre Gianni per le sue composizioni musicali con testi di Padre Antonio Sicari..che sono i canti più suonati e cantati nel nostro movimento...(una sua fotografia al pellegrinaggio )
Video con titolo del suo cd (Compratelo ..nelle migliori librerie cattoliche..Grazie)
A pag 60 della nostra Scuola di Cristianesimo Padre Antonio ci ricorda i miracoli "di fondo" che oggi non vediamo o non vogliamo vedere......
prima di chiedere un miracolo accorgiamoci che l'Amore di Dio è già all'opera tra di noi....
DIFENDIAMO LA VERITA' DI CIO' CHE POSSIAMO GIA' TOCCARE...LA VITA...
Dedicato all'amico Gianni.....e ai suoi trasporti per il MEC...
La strada di Paolo, il film che mostra i camionisti da un diverso punto di vista
“Il
mio augurio è che dopo aver visto questa pellicola ognuno di noi,
incrociando sulle strade e autostrade un Tir, uno di quei bestioni che
spesso ci fanno paura, possa vedere sotto una luce diversa le migliaia
di camionisti che li guidano, possa vedere in quei camionisti degli
uomini che attraversano quotidianamente la vita con tutti i suoi
problemi, le sue paure”. Con queste parole Primo Santini, amministratore
delegato di Fai Service, ha presentato la proiezione in anteprima al Festival Internazionale del Film di
Roma, della pellicola “La strada di Paolo”, film di Salvatore Nocita,
prodotto dalla stessa Fai Service (Federazione autotrasportatori
italiani) e da Officina della Comunicazione, in collaborazione con il
Pontificio consiglio della cultura e Rai Cinema e con la partnership
della Fondazione ente dello spettacolo.
Un film che, come ha scritto il cardinal Gianfranco Ravasi,
presidente del Pontificio Consiglio della cultura, rappresenta “un
viaggio dal nord al sud della vita”, non con l’obiettivo di “dare
risposte”, come ha sottolineato monsignor Franco Perazzolo, “ma per far
nascere domande”. E sono davvero tante, e profonde, le domande che il
film, proiettato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, spinge a farsi.
Le stesse domande che Paolo (interpretato da Marcello Mazzarella),
autotrasportatore che “crede di non credere”, uno dei tantissimi “che
cercano rifugio nello scetticismo come autodifesa” si comincia a porre
dal momento in cui, al volante del suo tir, sbarca a Gerusalemme, per
portare alcune forniture a un ospedale pediatrico. Dall’incontro con
piccoli pazienti ricoverati, in cui rivede i suoi figli, per troppi anni
salutati la mattina all’alba nel pieno del sonno, dall’incontro, lungo
una strada di periferia con una bambina e con una donna, che lo
sorprende con impreviste riflessioni sul bisogno di ritrovare la propria
anima, dall’incontro con Lucio, fotografo “provocatore” ottimamente
interpretato da Philippe Leroy, inizia il vero viaggio di Paolo
attraverso riflessioni che gli aprono gli occhi e la mente,
permettendogli di osservare tutto ciò che lo circonda con una rinnovata
capacità di ascolto.
Un arco ellittico inquadra la composizione e ne accentua la
dinamica dall’alto verso il basso. Sporge dall’alto la mano aperta di
Dio Padre, da cui proviene ogni dono e ogni bene. Dal suo nimbo di
gloria piovono fasci di luce sulle persone della Santa Famiglia e
discende su Maria il fuoco dello Spirito Santo. In asse con la mano del Padre e la fiamma dello Spirito, si erge
in piedi, in grembo a Maria seduta, e cammina sulle mani di lei verso di
noi Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, fissando lo sguardo intenso su
di noi, mentre con la mano sinistra scosta il manto protettivo della
Madre e con la destra mostra il rotolo del Vangelo, che viene ad
annunciare. Anche Maria ci fissa con i suoi grandi occhi, mentre con le
mani aperte ci dona Gesù. Accanto a lei San Giuseppe, suo sposo, in
piedi rivolge lo sguardo a Dio Padre, per poterlo degnamente
rappresentare sulla terra, interpretando fedelmente la sua volontà. Ogni
paternità sulla terra ha la sua origine nella paternità in cielo e a
quella è chiamata a conformarsi. La mano destra, portata al cuore,
indica l’amore e la responsabilità, con cui Giuseppe si prende cura di
Gesù e di Maria. La mano sinistra regge un bastone con un verde
germoglio, simbolo della stirpe regale di Davide, alla quale appartiene
il Messia, e segno della fedeltà di Dio alle sue promesse. Nella Santa Famiglia di Nazaret il cielo incontra la terra e la
Trinità divina trova la più perfetta immagine umana. La Chiesa si sente
interpellata a diventare sempre più famiglia, per manifestare mediante
l’amore reciproco la presenza di Cristo al mondo. Le famiglie sono
chiamate ad essere unite e aperte, a preparare i figli per il loro
futuro e la loro missione, senza trattenerli con amore possessivo. Tutte
le relazioni e attività terrene sono sollecitate a seguire la logica
dell’amore, per trovare nuova armonia e bellezza, riflesso e rivelazione
della Trinità. Nell’icona le pietre, gli smalti, i colori e la luce
concorrono a dare alla materia uno splendore pieno di energia, evocando
un mondo trasfigurato, vivificato dallo Spirito. Sullo sfondo le pietre, più sottili e chiare in alto, più grosse e
scure in basso, si dispongono secondo striature dinamiche e
suggeriscono un moto discendente e un tessuto materico progressivamente
più pesante. Nelle vesti delle figure le pietre sono allineate in modo
regolare e armonioso, ma tendono sempre ad avere maggiore consistenza
verso il basso. Maria sopra la tunica blu, colore dell’umanità, indossa
un manto porpora, orlato di rosso, colore che l’antichità cristiana ha
sempre attribuito a Dio. Si vuole così indicare che Maria con la divina
maternità è stata unita a Dio in modo singolarissimo. Al contrario, Gesù
veste una tunica rossa, simbolo della divinità che da sempre gli
appartiene, e sopra di essa un manto blu, per indicare l’umanità che ha
assunto nel grembo di Maria. San Giuseppe porta vesti a colori più
tenui, per sottolineare il suo riserbo e la sua laboriosità, un manto
verde, colore del mondo creato e una tunica ocra, colore della missione
paterna, con bordature del rispettivo colore intensificato.
Nei volti e nelle mani le pietre si saldano a formare una
superficie compatta, liscia e luminosa, che allude al corpo trasfigurato
e spiritualizzato. Infine l’arco ogivale tronco, mentre incornicia
l’icona e sottolinea la direttrice verticale, colloca la Santa Famiglia
al centro della storia della salvezza, indicata con il suo inizio nel
paradiso terrestre, una fioritura di colori vivaci, rossi, verdi,
gialli, nel pennacchio di sinistra, e con il suo compimento nella
Gerusalemme celeste, intessuta di ori e marmi policromi nel pennacchio
di destra. Così viene richiamata anche l’importanza del matrimonio e
della famiglia nel disegno di Dio, creatore e salvatore, e nello
sviluppo storico del genere umano”. (Card.Antonelli)
L’opera di Rupnik, del peso
di 60 Kg, verrà poi esposta al Mico-FieraMilanoCity in occasione del
Congresso Teologico Pastorale che il 30 maggio aprirà ufficialmente in
VII Incontro Mondiale delle Famiglie. In seguito la Sacra Famiglia verrà
portata a Bresso sul palco della “Festa delle Testimonianze” dove
rimarrà anche in occasione della Santa Messa celebrata dal Santo Padre
per poi essere consegnata alla Diocesi che ospiterà l’Incontro nel 2015. (Lì oi la vedremo!)
Il testo dell’inno, rivisto e approvato dal
Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola e dal Cardinale Ennio
Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, celebra
la Trinità, anche in occasione della Festa della SS. Trinità che ricorre
proprio il 3 giugno prossimo. L’immagine della Trinità è espressione
della famiglia intesa come soggetto di comunione e di rapporti tra padre
e figlio.
Protagonista della prima strofa è il Padre:
“Noi Ti preghiamo Padre dell’uomo per ogni famiglia che tu doni a noi.
Noi contempliamo la Tua bellezza in ogni padre e in ogni madre”. Nel
ritornello esplodono la festa e la gratitudine nei confronti del
Signore: “La Tua famiglia Ti rende grazie per tutti i doni che tu le
dai. Festa e lavoro, gioia e fatica, sei nostra vita Signore Gesù”. La
seconda strofa ci parla del Figlio, mentre lo Spirito santo viene
celebrato nella terza parte del canto. Nell’inno trova spazio anche il
tema della famiglia nella prova mentre l’ultima strofa è dominata dalla
famiglia in senso escatologico: l’immagine umana della famiglia viene
proiettata verso il Regno di Dio.
Questo video di questa bella canzone è per ricordarci come per scoprire cose nuove bisogna abbandonare le vecchie,come la vita è un viaggio e nella famiglia lo si sperimenta tutti i giorni....solo resta l'AMORE...oggi vicino,domani magari distaccato ma sempre presente...perchè una cosa sola....
"ricorda che l'umiltà apre tutte le
porte
e che la conoscenza ti renderà più forte ,
lo sai che l'onestà
non è un concetto vecchio
non vergognarti mai quando ti guardi allo
specchio,
non invocare aiuto nelle notti di tempesta
e non ti
sottomettere tieni alta la testa
Ama la tua terra, ama non la tradire
non frenare l'allegria non tenerla tra le dita
ricorda che l'ironia
ti salverà la vita...ti salverà " (dal testo della canzone)
...sempre ricordiamoci che "Il Signore è più tenero di una madre.".(S.Teresa di Gesù Bambino)
ricorda che l'umiltà
apre tutte le porte e che la conoscenza ti renderà più forte lo sai che
l'onestà non è un concetto vecchio non vergognarti mai quando ti guardi
allo specchio non invocare aiuto nelle notti di tempesta e non ti
sottomettere tieni alta la testa Ama la tua terra, ama non la tradire
non frenare l'allegria non tenerla tra le dita ricorda che l'ironia ti
salverà la vita...ti salverà E io ti penserò in silenzio nelle notti
d'estate nell'ora del tramonto "quella muta delle fate" e parlerò al mio
cuore perchè domani partirai in silenzio ma in una notte d'estate io ti
verrò a cercare io ti verrò a parlare e griderò al mio cuore perché tu
lo possa sentire si lo possa sentire tu lo possa sentire
ricorda che l'umiltà
apre tutte le porte e che la conoscenza ti renderà più forte lo sai che
l'onestà non è un concetto vecchio non vergognarti mai quando ti guardi
allo specchio non invocare aiuto nelle notti di tempesta e non ti
sottomettere tieni alta la testa Ama la tua terra, ama non la tradire
non frenare l'allegria non tenerla tra le dita ricorda che l'ironia ti
salverà la vita...ti salverà E io ti penserò in silenzio nelle notti
d'estate nell'ora del tramonto "quella muta delle fate" e parlerò al mio
cuore perchè domani partirai in silenzio ma in una notte d'estate io ti
verrò a cercare io ti verrò a parlare e griderò al mio cuore perché tu
lo possa sentire si lo possa sentire tu lo possa sentire
In occasione dell'incontro internazionale del 2 Giugno della Famiglie con il Papa , a cui parteciperemo , vogliamo proporre questa preghiera da recitare per tutte le famiglie in difficoltà (è per queste che soprattutto pregheremo insieme)
Maria,
Madre dolcissima e Mamma nostra,
ti
voglio presentare tutte quelle famiglie
che
vivono momenti di difficoltà e di crisi.
Mamma
cara,
hanno
bisogno della tua serenità per potersi comprendere,
della
tua tranquillità per poter dialogare,
del
tuo amore per consolidare il loro
e
della tua forza per ripartire.
I
loro cuori sono stanchi e distrutti dalle situazioni quotidiane,
ma
davanti al tuo Figlio avevano detto:
"Sì,
nella buona e cattiva sorte, in salute e malattia".
Dona
l'eco di quelle parole, accendi la luce ormai spenta
per
ridonare il giusto equilibrio a questa tua famiglia.
C’è chi lo ha definito «il maestro Yoda della sociologia». Se Zygmunt Bauman ha qualcosa del personaggio di Guerre Stellari,
oltre al volto simpaticamente incartapecorito, è la vitalità
insospettata per i suoi 87 anni, tra conferenze in giro per il mondo e
un’attività pubblicistica che non si arresta, dal suo romitaggio di
Leeds in Inghilterra. E l’umanità del vecchio saggio, insieme allo
sguardo lucido su un presente che, rispetto alla Polonia in cui è nato e
si è formato a cavallo della guerra, sembra effettivamente
fantascienza.
Professore,
quanto è profonda la crisi economica-finanziaria che stiamo vivendo? Si
richiama ogni tanto la Grande depressione del 1929: quella colpì una
società povera ma ricca di valori tradizionali di riferimento. Oggi la
situazione sembra opposta: una società incomparabilmente più benestante
rispetto agli anni prima della guerra, ma ben più povera in valori
condivisi.
«Ci sono stati due fatali allontanamenti che
rendono differenti le due crisi: il divorzio tra potere e politica – con
poteri emancipati dal controllo politico e una politica afflitta da un
cronico deficit di potere – e una pervasiva privatizzazione di interessi
e responsabilità, che ha dato come risultato una società sempre più
atomizzata, un aggregato di individui alle prese con un compito improbo,
quello di trovare soluzioni individuali a problemi generati a livello
sociale. .... Quello che manca clamorosamente oggi da quel quadro di
valori condivisi che lei cita è il valore della "buona società", da cui
dipendono il benessere e la dignità di ogni singola vita. Siamo passati
dall’atteggiamento del giardiniere a quello del cacciatore: il primo si
manifesta nella cura del bene comune – migliorare la qualità della vita
rendendo la società più umana –, il secondo nel tentativo di ognuno di
ritagliarsi uno spazio relativamente sicuro nel mezzo di una società i
cui guasti e la cui insicurezza sembrano senza speranza».
Se
la situazione economica peggiorasse, cosa dovremmo aspettarci: una
rivolta sociale diffusa, con aspetti anche violenti, o una discesa lenta
e apatica di intere fasce della popolazione nella povertà?
«La
sua capacità di previsione è buona quanto la mia: entrambi non siamo
profeti in grado di anticipare il futuro e ciò che sarà determinato dai
nostri comportamenti. Incapaci di predire con sicurezza la forma e gli
esiti di quei comportamenti, dobbiamo essere almeno consci delle
alternative che abbiamo di fronte. Dovrebbe essere chiaro a tutti che,
di fronte al collasso della strategia che cercava di mantenere l’orgia
dei consumi attraverso denaro non guadagnato, lo stile di vita presente –
e anche il volerne misurare la qualità dal volume dei consumi e
dall’intensità degli acquisti – non è sostenibile. Abbiamo bisogno di
imparare a cercare delle fonti di felicità e di dignità altre rispetto a
quelle che richiedono un ulteriore saccheggio delle risorse del
pianeta. Il nostro modo di vivere, guidato dagli ideali dell’opulenza
privata e del lucro ma dimentico del valore del mutuo aiuto, della cura
reciproca, del bene comune e del contributo personale al benessere di
tutti, non è la sola forma immaginabile di una gratificante e umana
coabitazione… al contrario! Abbiamo dimenticato le qualità necessarie
per impostare un’alternativa e abbiamo bisogno urgentemente di
riappropriarcene, per quanto grande sia lo sforzo necessario».
Di
fronte a una possibile nuova Grande depressione: se lei dovesse
indicare delle risorse di speranza a cui la società occidentale può
attingere, cosa direbbe?
..... valuterei
bene il messaggio che lancia Elinor Ostrom, nel suo Governare i beni collettivi,
secondo cui l’assunto che le persone siano naturalmente inclini ad
agire per un profitto di breve termine non sta in piedi. Dai suoi studi
sulle economie locali e di piccola scala, Ostrom trae una conclusione
ben diversa: le persone che vivono in comunità tendono a prendere
decisioni che non sono mosse dal puro profitto».
Siamo ancora nel campo delle osservazioni critiche: in cosa avere fiducia, su cosa puntare?
«È
assolutamente tempo di chiedersi: quelle forme di vita in comune, che
la maggior parte conosce ormai solo da studi etnografici sulle poche
nicchie rimaste di una vita e di una civiltà ormai superate, sono da
considerare per forza cose del passato? O non sta forse emergendo una
visione alternativa della storia e del progresso? Tale da poter
considerare la ricerca della felicità attraverso l’acquisto di beninon
piùcome un avanzamento, per di più irreversibile, ma come una semplice
deviazione del cammino sociale, intrinsecamente ed inevitabilmente
temporanea? (articolo tratto da Avvenire)
“Se
trovo in me un desiderio che niente in questo mondo è in grado di
soddisfare, la sola spiegazione logica è che io sono stato creato per un
altro mondo”.
Le parole di Padre Aldo spiegano bene i sentimenti che sono nei nostri cuori..
Il volto umano che ci ricorda Cristo presente
Pubblicato il maggio 13, 2012
«Contemplerò ogni giorno il volto dei santi per trovare riposo nelle
loro parole», «Non aspettatevi un miracolo, ma un cammino». Essendo un
cammino a volte lungo, a volte corto, come vedo ogni giorno nella
Clinica san Riccardo Pampuri, è necessario un compagno che ci prenda per
mano. Durante questo percorso, infatti, ci troviamo in qualsiasi genere
di difficoltà e problema. A volte ci può sorprendere la notte, la
stanchezza; altre volte la pioggia o il terribile sole tropicale. Tutte
queste circostanze che sembrano essere nemiche della realtà, o meglio
del cammino, appartengono invece alla logica del cammino che è quella
della vita. Per questo il Mistero non ci lascia mai da soli e ci ha
messo di fianco una Presenza, che a volte sembra essere invisibile
durante un lungo tragitto, come è successo ai discepoli di Emmaus. A un
certo punto, non previsto né ipotizzato, si rivela la grande Presenza
per la quale il nostro cuore è fatto e che in quel momento, come è stato
per quei due amici, riconosciamo: «Non ci ardeva il cuore mentre,
camminando con noi, ci spiegava le Scritture?».
Risveglia in noi il desiderio di incontrarlo e riconoscerlo come
risposta a ciò che la nostra umanità desidera. Questa grande Presenza
che ci fa vibrare il cuore quando siamo semplici e poveri in spirito,
continua a essere viva nel cammino quotidiano della vita attraverso i
santi, quelle persone nel cui volto è evidente la Presenza umana del
Mistero. Se ciascuno avesse la semplicità che ha un bambino con sua
madre, potrebbe accorgersi di quanto questi volti gli hanno fatto
compagnia nel cammino della vita, quanto questi tratti inconfondibili di
Cristo lo hanno preso per mano nei momenti più difficili, oltre la
nebbia verso la luce luminosa del giorno. La vita è difficile e il
Mistero, così come non ha risparmiato nessun sacrificio a suo Figlio
prediletto, nello stesso modo non lo risparmia a noi, né ci esonera da
un lavoro personale. Nonostante ciò, come Gesù non ha avuto nemmeno un
istante nel quale non contemplare il volto del Padre, per ognuno di noi
non esiste un momento in cui Dio non ponga al nostro fianco, durante il
cammino, un volto, una mano amica.
Tutta la mia vita è una testimonianza di questa verità. Ci sono stati
dei momenti, e molti, nei quali mi sembrava di essere già sull’orlo del
precipizio, di stare per cadere nell’abisso. All’ultimo momento, quando
sentivo il brivido che indicava che tutto stava per terminare, appariva
sempre una mano amica che, afferrandomi a volte per il capelli, a volte
dalla mano, e altre volte prendendo tutta la mia persona, mi salvava
portandomi nuovamente sul cammino della vita. Per questo ho sempre amato
in modo particolare la voce dei profeti che, nei momento più difficili
nei quali il popolo si lamentava delle difficoltà o non voleva seguire,
ricordavano i prodigi che il Signore aveva fatto per loro fin
dall’origine. I profeti erano la memoria storica delle meraviglie che il
Signore aveva operato. Questa memoria risvegliava nella gente il
desiderio e l’energia per andare avanti. Per quelle persone era
fondamentale riconoscere ogni giorno il volto dei santi per trovare
riposo, cioè la forza per proseguire. Siamo circondati di volti che ci
ricordano la presenza di Cristo oggi, che ci testimoniano la Sua
contemporaneità che si manifesta, come per i discepoli di Emmaus,
camminando al nostro fianco. Il problema è che la nostra libertà sia
disponibile a riconoscerli per poter riconoscere Cristo. E quando accade
questo riconoscimento tutto diventa positivo, perfino le circostanze
più dolorose, come quelle che vivono ogni giorno i miei ammalati. (Padre Aldo Trento)
"IL VERO MIRACOLO E' LA NOSTRA FEDE...E QUALCUNO AL NOSTRO FIANCO..."
In onore di Maria Regina di Tutti i Santi ricordata oggi nel pellegrinaggio organizzato dal MEC ( la pioggia non ha interrotto le nostre preghiere ed i nostri canti) e della ricorrenza della prima apparizione di Maria a Fatima,abbiamo scovato un bel film che magari non avete mai visto...un bel film,fedele a tutta la vicenda e presentato anche a Giovanni Paolo II...
Maria benedica le nostre famiglie,le nostre mamme e la nostra Famiglia di Famiglie..che sabato si è arricchita di una nuova famiglia (Piergiuseppe e Federica)a cui siamo riconoscenti del bellissimo momento di festa..
C'E' IN NOI QUALCOSA DI UNICO..SCOPRIRLO E' AMARE DIO
Primogenito di una famiglia serbacristiana,
Nick Vujicic nacque a Melbourne,
Australia con
una rara malattia genetica: la tetramelia;
è privo di arti, senza entrambe le braccia, e senza gambe eccetto i
suoi piccoli piedi, uno dei quali ha due dita. Inizialmente, i suoi
genitori rimasero scioccati per questo.
La sua vita è stata piena di difficoltà. Non ha potuto
frequentare la scuola
tradizionale a causa del suo handicap,
come la legge australiana
richiede. Durante il suo periodo scolastico, la legge fu cambiata, e
Nick fu uno dei primi studenti disabili a frequentare una scuola
normale. Ha imparato a scrivere usando le due dita del suo "piede"
sinistro, e un dispositivo speciale che si aggancia al suo grande
alluce. Ha anche imparato ad usare un computer ed a scrivere usando
il metodo "punta tacco" (come mostra durante i suoi
discorsi), lanciare palle da tennis, rispondere al telefono, radersi
e versarsi un bicchiere d'acqua (anche questo mostrato nei suoi
discorsi). La sua fede in Dio è molto grande infatti lui parla
davanti a milioni di persone .
Preso di mira dai bulli della scuola, Nick diventò estremamente
depresso, ed all'età di otto anni, cominciò a pensare al suicidio.
Dopo aver supplicato Dio di fargli crescere braccia e gambe, Nick
comprese che le sue condizioni erano di ispirazione per molte
persone, e cominciò a ringraziare Dio di essere vivo. Un punto
chiave della sua vita fu quando sua madre gli mostrò un articolo di
giornale che parlava di un uomo che viveva con grandi difficoltà
dovute ai suoi handicap. Questo gli fece capire di non essere il solo
a vivere con grandi difficoltà.
Nick uscì dal college all'età di 21 anni con un double
major in Ragioneria
e Promozione
Finanziaria. Cominciò a viaggiare come uno speaker motivatore
(motivational speaker), concentrandosi sull'argomento dei giovani di
oggi. Regolarmente viaggia di paese in paese per parlare a
congregazioni cristiane, scuole, meetings aziendali. Ha tenuto
discorsi a più di due milioni di persone fino ad ora, in dodici
paesi di quattro continenti. (Africa,
Asia, Oceania,
e America
Settentrionale).
GESU' ,il vero Sposo dell'Umanità,benedica il vostro amore..
"fate tutto quello che lui vi dirà!" dice Maria alle nozze di Cana...e oggi lo dice a voi..
perchè Lui ci dà la forza,Lui ci dà la tenerezza,con la libertà e la fedeltà che non abbiamo...
NOZZE DI CANA.GUARIGIONE DEL PARALITICO,EMOROISSA,
LEBBROSO,INDEMONIATI,
MIRACOLI DEL MARE,
MIRACOLI DI RISURREZIONE....
"ALZATI E VA'...LA TUA FEDE TI HA SALVATO!"
IL MIRACOLO PIU' GRANDE E' IL CAMBIAMENTO
MARTIRI,TESTIMONI,MISTICI,SANTI DELLA CARITA'..
.IL MIRACOLO DEFINITIVO E' ANCORA ALL'OPERA..
(il video illustra alcuni miracoli e il cambiamento di coloro che sono stati contagiati dalla divina-umanità di Cristo-clicca sul quadrato in basso per ingrandire lo schermo)
MARIA,REGINA DI TUTTI I SANTI.....DOMENICA 13 MAGGIO...clicca sull'indirizzo internet sopra per conoscere l'iniziativa,tutti i dettagli...e venire insieme a noi!
(se nel sito clicchi su "edizioni precedenti" puoi vedere anche le tante fotografie scattate e renderti conto della bellezza del pellegrinaggio)
La meditazione inizia con un canto arabo di lode alla
Madonna.
Ci siamo detti due parole: unicità e irripetibilità
questo è il miracolo per cui possiamo essere una massa di persone e ognuna è
diversa, nessuno è superfluo e ognuno di noi è necessario per il disegno di
Dio, cadere alla triste sensazione della superfluità significa non vedere la
verità.
Rapporto è la parola necessaria perché il nostro essere
unici è insito di aperture comunicative.
Questa verità la capiamo nei momenti più forti delle nostra
vita, quando ci innamoriamo, quando ci sposiamo, quando diventiamo genitori,
quando siamo figli. Ogni uomo necessita di rapporti uniti.
Quando ci si dedica agli altri e si spende la propria vita,
il proprio tempo, la propria fede, la propria creatività, sappiamo di cooperare
al bene.
D’altra parte, non ci dobbiamo nascondere quando pecchiamo
fortemente con coscienza o con superficialità o in modo ignobile, è la malattia
che ci porta a mutare l’unicità in narcisismo, in idolatria, ci si compiace o
ci si butta via dichiarandosi superflui a se stessi.
Così facendo si trasforma la relazione in una parola simile:
relativismo, una relazione vale l’altra, la si nega, la si interscambia.
Ripeto, peccati gravi fatti coscientemente e quelli che
rischiano di far parte del tessuto quotidiano.
Ma veramente io posso dire di vivere relazioni che tendono all’unità e che
sono tese verso l’unicità e verso il rispetto della relazione?
Siamo abituati a dire che l’amore rende simili crea
somiglianza e devo dirvi che è una menzogna… Si è simili in amore ma non
significa essere uguali, anzi…
Quando si ama l’atro, l’altro diventa sempre più se stesso,
la diversità non è una minaccia ma una ricchezza.
Dobbiamo stare attenti alla malattia che ci fa usare le
parole con il senso contrario del loro significato.
Il dramma del peccato non è una stupidaggine, si è oscurato
il mistero della Trinità nel quale Dio non è più Padre, il Figlio non esiste e
lo Spirito non può più abbracciare.
Il peccato è che noi stessi non comprendiamo più l’Amore
trinitario.
Se poi abbiamo la sensibilità di vedere tutte le vicende
umane dove il male accade nelle famiglie, luogo in cui l’Amore dovrebbe essere
custodito.
CHI CI SALVERA’?
Ecco che si pone il problema della fede.
Cristo rivela l’uomo all’uomo, Cristo è venuto per rivelate
te a te.
Senza di Lui non mi capisco, ecco che scatta la fede,
l’incontro e sentire la parola Cristo è come sentire chiamare il proprio nome…
l’innamoramento.
La buona notizia è il dono della persona: un immenso bene
La patria è la comunione di tutti gli uomini
Il dramma sta nella rottura dell’immagine umana.
Il punto in cui tutto viene contenuto, dove tutto può essere
recuperato, un posto, un luogo un rapporto in cui tutto può essere abbracciato.
E’ Cristo
Guardiamo l’icona della Trinità di Rublev sarebbe solo una
bella immagine se non ci descrivesse un evento, se la osserviamo, a partire dal
basso nel centro, è tutto un calice.
Gesù si dona in anticipo!
Proviamo ad osservare la Trinità di Masaccio, questa opera è
stata messa in una chiesa alla quale di fronte vi era una porta che portava al
cimitero.
IL Padre regge tra le braccia la croce da cui pende il
Figlio abbandonato, mentre la colomba dello Spirito unisce e separa l’Amante e
l’Amato abbandonato a colui che lo ha creato.
donati come Gesù.
Affidare tutto nelle mani di Gesù, i nostri peccati pesano e
Gesù si è allontanato dal Padre per raggiungere noi, ha assunto su di se il
peso dei peccati ma il legame che lega Gesù al Padre chiede resurrezione e
nulla può distruggere. Esiste un luogo in cui tutto può essere affidato, le
nostre fatiche, i nostri peccati, le nostre relazioni belle e sofferenti, i
nostri colleghi di lavoro, gli amici che in qualche modo ci hanno ferito,amici
che non vogliono più la nostra amicizia, c’è un luogo in cui possiamo offrire
tutto, c’è una Persona che accoglie su di se tutto, questa persona è Gesù,
questo luogo è l’Eucarestia. L’Eucarestia è il luogo in cui anche ciò che è più
lontano si fa vicino ed è l’unico luogo in cui tu puoi essere al posto giusto
Santa Teresina leggeva la preghiera di Gesù come se fosse
sua perché, se l’ha detta Gesù, anche lei poteva dirla, un cuore che si
spalanca ad ogni creatura.
L’unità con Gesù, l’unità con l’Eucarestia porta all’unità
trinitaria ed il prezzo di questa unità è il sangue di Cristo, i santi non
dimenticano questo, la conversione di ogni uomo è importante perché il prezzo
di questa conversione è il sangue di Gesù.
Più ci innamoriamo di Gesù più la Trinità entra a far parte
della nostra persona. Vivere come diceva Santa Elisabetta della Trinità “sono
abitata” “Spirito Santo fa che in me si compia una nuova incarnazione del Verbo
affinché io sia una aggiunta di Gesù affinché Dio si serva della nostra umanità
per così da espandere il Suo bene.
Diciamo a Dio: “la mia umanità ti appartiene” in modo tale
che l’unicità e la bellezza infinita della Trinità si riuniscono, solo così io
posso trovare il mio posto.
“Non può la Croce del Golgota liberarti dal male se essa non
è innalzata anche dentro di te”
Capitolo 17,1-26 Vang.Giovanni *Dopo aver parlato così, Gesù alzò gli
occhi al cielo e disse: Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo,
affinché il Figlio glorifichi te: *perché tu gli hai dato potere sopra ogni
uomo, affinché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai affidato.
*Questa è la vita eterna: conoscere te, il solo vero Dio, e colui che tu hai
mandato, Gesù Cristo. *Io ti ho glorificato sulla terra portando a termine
l'opera che mi hai dato da compiere. *E ora, Padre, glorificami presso di te
con quella gloria che avevo acanto a te prima che il mondo fosse. *Ho
manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato (traendoli) dal mondo.
Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno conservato la tua parola. *Ora
sanno che tutto ciò che mi hai dato viene da te, *perché le parole che tu mi
hai date, io le ho date a loro, ed essi le hanno accolte, e hanno veramente
riconosciuto che io sono uscito da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.
*Io prego per loro. Non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato,
perché ti appartengono. *Tutto quello che è mio è tuo, e tutto quello che è tuo
è mio, e io sono stato glorificato in loro. *Io non sono più nel mondo, essi
invece restano nel mo do, mentre io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel
tuo nome che mi hai dato, affinché siano uno come noi. *Mentre ero con loro, li
ho custoditi nel tuo nome che mi hai dato, e li ho protetti, e nessuno di loro
si è perduto, tranne il figlio della perdizione., affinché si adempisse la
Scrittura. *Ora vengo a te. Dico queste cose mentre sono nel mondo, affinché
abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. *Ho dato loro la tua parola,
e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come anche io non sono
del mondo. *Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li preservi dal
maligno. *Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. *Santificali
nella verità: la tua parola è verità. *Come tu mi hai mandato al mondo, così
anch'io li ho mandati al mondo. *Per loro santifico me stesso, perché siano
anche essi santificati nella verità. *Non prego soltanto per questi, ma anche
per coloro che crederanno in me tramite la loro parola: *che tutti siano uno;
come tu, Padre, in me e io in te, anch'essi siano una cosa sola in noi,
affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. *Ho dato loro la gloria che tu
mi hai data, affinché siano uno come lo siamo noi: *io in loro e tu in me,
perché giungano alla perfetta unità, e il mondo possa conoscere che mi hai mandato
e hai amato loro come hai amato me. *Padre, voglio che coloro che mi hai dato
siano anch'essi con me là dove sono io, affinché contemplino la gloria che mi
hai data, perché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. *Padre
giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e anche essi
hanno conosciuto che tu mi hai mandato. *Ho fatto conoscere loro il tuo nome, e
glielo farò conoscere ancora, affinché l'amore con cui mi hai amato sia in loro
ed io in essi.
“La croce è il racconto della Trinità di Dio la
rivelazione dell’infinito Amore”
“Si può dire che vedi la Trinità se vedi l’Amore
(sant’Agostino) e vedi l’Amore se guardi la croce dove il Padre dona a noi il
Figlio”
cliccare a questo link sopra per leggere descrizione dell'icona
La
Chiesa ortodossa nel concilio dei 100 capitoli (del 1551) dichiarò canonica
l’icona della Trinità, dichiarò santo Andrej Rublev, e lo scelse
come modello fra tutti
gli iconografi.
Questa
icona intende rappresentare Dio in Sé stesso. Quindi troviamo in
questo panorama
celeste: i tre angeli apparsi ad Abramo che sono diventati le tre
persone della Trinità. Il Padre, alla sinistra vestito di rosa. Il Figlio al centro, vestito
in rosso e in blu con
il clavo giallo-oro con cui vestivano i diaconi. Lo Spirito Santo
alla sinistra, vestito di blu
e di verde.
N.B.Un grazie a Padre Aldino per la sua spiegazione agli Esercizi del Mec dell'icona della Trinità
"Allora di che cosa ha bisogno la famiglia cristiana nell’attuale
situazione? Ha bisogno della Trinità, ha bisogno di sposi che assumano
il paradigma trinitario come misura delle loro relazioni e della loro
unità. Elementi costitutivi di questo paradigma trinitario ci paiono
essere il dono, la gratuità e la reciprocità. Infatti la logica del dono
è inscritta nell’essere stesso dell’uomo, poiché in quanto creatura
egli riceve in dono l’essere che è. Esistere ed esistere come dono
coincidono. Il dono offerto è veramente ricevuto e accolto solo quando
suscita una risposta secondo un’analoga logica di dono e di gratuità.
In questo sta la reciprocità. Ciò che è in gioco è una concezione non
istintiva, «naturale», dei rapporti coniugali e intrafamiliari."(dall'articolo di Padre Aldino Cazzago che si pùò leggere integralmente nel sito del Mec-vedere link a destra nel blog)
Nel
2003 Padre Josè Arcesio Escobar, un sacerdote carmelitano nostro amico,
ha fondato l’opera di carità “Città di Dio”, attivando una fattiva e
feconda collaborazione tra religiosi e laici.
In
Colombia gestisce case di accoglienza per ex-prostitute, poveri,
bambini e anziani, vittime della guerriglia dei narcotrafficanti.
Attualmente
sono ospitati 130 bambini dai 3 mesi ai 5 anni, per permettere alle
madri di svolgere un'attività lavorativa, 12 anziani e alcune famiglie
che hanno perso tutto, sostenute e accompagnate fino a quanto possono
tornare a vivere autonomamente.