lunedì 5 ottobre 2015

CASTELLO INTERIORE...LE QUINTE MANSIONI

- 5. Quinte Mansioni - La Trasformazione

INTRODUZIONE:

Il dialogo con Dio ha progressivamente trasformato l'anima: all'inizio la sua preghiera era fatta di balbettii, poi di parole umilmente apprese e ripetute, poi di faticosa perseveranza, poi di riflessioni ragionate, poi di umile ascolto e di sguardi attenti, poi di silenzioso raccoglimento, poi di abbandono nelle braccia stesse di Dio….
Ed ecco che finalmente l'uomo oltrepassa la metà del cammino interiore e si trova alle soglie delle Quinte dimore. Qui la preghiera comincia a diventare davvero una vera e completa trasformazione.

Qui Teresa ricorre al simbolismo della metamorfosi descrivendo come il piccolissimo baco da seta diventa una splendida bianca farfalla.
Teresa guarda tutto il lavorio di conversione, a cui l'anima ha dovuto applicarsi, come provocato "dal sole dello Spirito Santo": è al suo calore che ha ripreso vita la larva che sembrava morta.
Da un lato è l'anima che fila la seta, per fabbricarsi la casa in cui dovrà morire e risorgere, dall'altro questa "casa dorata" è Cristo stesso.

Ed ecco lo splendido equilibrio con cui Teresa raccorda l'opera dell'uomo con quella di Dio: "Guardate qui, figlie mie, che cosa possiamo fare con la grazia di Dio! Possiamo far sì che Sua Maestà diventi la nostra dimora fabbricata da noi stessi. Egli giungerà: prenderà il nostro lavoruccio da niente, lo unirà alla Sua grandezza e farà in modo che sia tutto una cosa sola!"
Una tale unione di volontà porta alla decisione di obbedire totalmente al duplice comandamento dell'amore.

L'amore del prossimo dà evidenza e concretezza all'amore che diciamo di avere per Dio; … ma l'amore per Dio dà all'amore del prossimo la sua radice sostanziale.

Senza l'amore per il prossimo, l'amore per Dio è un'illusione; … e senza l'amore di Dio, l'amore per il prossimo è fragile e precario.



TESTO:
In che modo, sorelle, vi potrei parlare delle ricchezze, dei tesori e delle delizie che si trovano nelle quinte mansioni?
Qui l'anima è addormentata, e profondamente, tanto che per la breve durata di questo fenomeno essa rimane così fuori di sé, da non poter formare alcun pensiero, neppure volendolo. Qui per sospendere il pensiero non c'è proprio da ricorrere ad alcuna industria. Se ama, non sa come, né chi; se vuole, non sa cosa vuole: è come se sia morta al mondo per più vivere in Dio.

L'orazione di cui parlo è appunto la cella vinaria nella quale il Signore intende introdurci, ma quando e come vuole Lui. Da noi, con i nostri sforzi, non vi possiamo entrare: bisogna che ci introduca Lui. Ed Egli lo fa quando entra nel centro dell'anima nostra. Qui, per meglio mostrare le sue meraviglie, vuole che altro non facciamo che assoggettargli la volontà.

Secondo voi, in che consiste la divina volontà ? Per noi la volontà di Dio non consiste che in due cose: nell'amore di Dio e nell'amore del prossimo . Qui devono convergere tutti i nostri sforzi.
Il segno più sicuro per conoscere se pratichiamo questi due precetti è vedere con quale perfezione osserviamo quello che riguarda il prossimo. Anzi, più vi vedrete innanzi nell'amore del prossimo, più lo sarete anche nell'amore di Dio: statene sicure. Ci ama tanto Iddio, che in ricompensa dell'amore che avremo per il prossimo, farà crescere in noi, per via di mille espedienti, anche quello che nutriamo per Lui.

Resta molto da parlare circa gli effetti che Dio produce nelle anime quando esse si dispongono a ricevere le sue grazie. Ne voglio dire qualche cosa, e nel contempo far conoscere lo stato in cui l'anima rimane.
Per farmi meglio capire, voglio servirmi di un paragone che trovo molto appropriato. Avrete già udito parlare delle meraviglie che Dio opera nella produzione della seta, invenzione di cui Egli solo poteva essere l'autore. Si tratta di piccoli semi, simili a granellini di pepe che io non ho mai veduto, ma di cui ho sentito parlare: perciò, se cado in qualche inesattezza la colpa non è mia. Al sopraggiungere dell'estate, quando i gelsi si coprono di foglie, questi semi cominciano a prender vita. Prima che spuntino quelle foglie di cui si devono nutrire, stanno là come morti; a poco a poco, con quell'alimento si sviluppano, finché, fatti più grandi, salgono sopra alcuni ramoscelli, ed ivi con la loro piccola bocca filano la seta che cavano dal loro interno, fabbricandosi certi bozzoli molto densi, nei quali ognuno di quegli insetti, che sono ormai brutti e grossi, si rinchiude e muore. Ma poco dopo esce dal bozzolo una piccola farfalla bianca, molto graziosa. L'anima, di cui quel vermetto è l'immagine, comincia a prendere vita quando per il calore dello Spirito Santo, comincia a valersi dei soccorsi generali che Dio accorda a ognuno e a servirsi dei rimedi che Egli ha lasciato nella sua Chiesa, come le frequenti confessioni, le buone letture e le prediche. Quando questo vermetto si è fatto grande - come abbiamo visto in principio di questo scritto - comincia a lavorare la seta e a fabbricarsi la casa nella quale dovrà morire.

Questa casa è il nostro Signore Gesù Cristo! La nostra vita è nascosta in Cristo, ovvero in Dio.
Orsù, dunque, mettetevi subito al lavoro! Tessiamo questo piccolo bozzolo mediante lo spogliamento di ogni nostro amor proprio e volontà, distaccandoci da ogni cosa terrena e praticando opere di orazione, di meditazione e di obbedienza.

Un'anima che Dio ha condotto a questo punto, se si sforza di andare avanti, vedrà grandi meraviglie.




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