4. Quarte Mansioni - Raccoglimento e abbraccio
INTRODUZIONE:
Possiamo sintetizzare così il passaggio di queste Quarte
Mansioni: dalla
preghiera
in cui
ci si raccoglie davanti a Dio, si passa alla preghiera
in cui
ci si lascia raccogliere (o abbracciare) da Dio.
Avendo già percorso le
prime tre Dimore, l'uomo ha ormai compreso d'essere atteso al centro
di se stesso, perciò da tempo lavora a "raccogliersi",
facendo ogni sforzo per scoprire il meraviglioso spazio e le
segrete presenze nella
propria interiorità, vincendo la sua ostinata paralisi, la sua
sordità, il suo mutismo.
L'ingresso nelle Quarte
Mansioni significa che l'anima è ormai giunta alla cosiddetta
"orazione di raccoglimento", alla quale si è lungamente
preparata: si tratta del vertice del nostro protenderci verso Dio.
L'anima ha cominciato a "raccogliersi"
fin dal giorno in cui ha deciso di dedicarsi seriamente al
rapporto col suo Signore. Dapprima lo ha fatto sporadicamente, poi
un po' più frequentemente, poi ha compreso di dovere consacrare
alla preghiera del tempo in maniera stabile, e ha preso la decisione
forte e generosa di considerarlo
come "tempo che appartiene a Dio".
Santa
Teresa insegna che, a partire dalle Quarte Dimore, si sviluppa
un'altra storia interiore che non dipende dall'uomo, ma solo
dalla grazia di Dio. Dio comincia ad intervenire personalmente per
donare alla sua creatura un abbraccio sempre più intimo.
Il
raccoglimento naturale viene pian piano afferrato dentro un più
profondo e più quieto raccoglimento che Dio stesso produce
nell'anima, e si semplifica sempre più, seguendo quanto dice Teresa:
"l'essenziale non sta nel molto pensare,
ma nel molto amare".
Santa Teresa raccomanda
di nuovo di non abbandonare il cammino intrapreso: il rischio è
quello di "allontanarsi da Colui che si è offerto di essere
loro amico", smettendo di pregare e "giocando" con le
occasioni di offendere Dio.
TESTO:
Qui comincia
il soprannaturale, parlar del quale è assai difficile, a meno che
non mi aiuti Sua Maestà. Queste mansioni, essendo più vicine
all'appartamento reale, sono di una magnificenza così grande e
contengono meraviglie così stupende …!!!
Gli effetti di questa orazione sono molti, e
ne dirò alcuni. Ma prima voglio parlare dell'orazione che
ordinariamente la precede.
Si tratta di un
raccoglimento che mi sembra anch'esso
soprannaturale. Benché non consista nello starsene al buio, nel
chiudere gli occhi e in altre cose esteriori, tuttavia gli occhi si
chiudono e si desidera la solitudine. L'anima rientra in se stessa e
alle volte sale sopra se stessa. (Se si allontana), il
gran Monarca che risiede nel castello, vedendo la sua buona volontà
si lascia impietosire, e nella sua grande misericordia decide di
chiamarla a sé. A guisa di buon pastore,
emette un fischio
tanto soave da non esser quasi percepito, ma con il quale fa
conoscere la sua voce, affinché l'anima, lasciata la via della
perdizione, rientri nel castello. E ciò fa immediatamente, perché
quel fischio è di così grande efficacia da districarla da tutte le
cose esteriori fra le quali viveva. Quando il Signore accorda questa
grazia, si ha un aiuto particolare per cercar Dio in noi stessi.
Desidero
soltanto avvertirvi che per inoltrarsi in questo cammino e salire
alle mansioni a cui tendiamo,
l'essenziale non è già nel molto
pensare, ma
nel molto amare, per cui le vostre preferenze devono essere soltanto
in quelle cose che più incitano all'amore. E l'amore di Dio non sta
nei gusti spirituali, ma nell'essere fermamente risoluti a
contentarlo in ogni cosa, nel fare ogni sforzo per non offenderlo,
nel pregare per l'accrescimento dell'onore e della gloria di suo
Figlio e per l'esaltazione della Sua Santa Chiesa. Questi sono i
segni dell'amore, non già non distrarsi, quasi basti la più piccola
divagazione per mandare a monte ogni cosa.
Ma queste cose di
orazione si conoscono meglio esaminando gli effetti e le opere che ne
seguono: infatti, per provarle non v'è crogiuolo migliore.
Soprattutto si richiede umiltà e ancora umiltà.
Oltre
le grandi grazie che si ricevono, Dio dilata l'anima e la rende
capace di contenere ogni cosa.
Questa soavità e dilatamento interiore si
riconoscono anche dall'energia di cui l'anima si sente ripiena,
perché nel servizio di Dio non si porta più grettamente come prima,
ma con larghezza maggiore. E se prima provava tanta ripugnanza per le
tribolazioni, ora le teme di meno, perché la sua fede si è fatta
più viva e vede che accettandole per amor di Dio, ottiene la forza
di sopportarle con pazienza.
. Quanto
più progredisce nella conoscenza di Dio, tanto più bassa è
l'opinione che si fa di sé. E avendo assaporato le dolcezze del
Signore, ritiene per immondizie quelle della terra, da cui si
allontana a poco a poco,
rendendosi, così, sempre più padrona di
sé. Insomma, resta migliorata in tutte le virtù, e andrà sempre
più progredendo, purché non torni ad offendere Iddio, nel qual caso
perderebbe ogni cosa, anche se già arrivata alla cima. Però, non si
deve credere che per trovarsi con tali effetti basti ricevere questa
grazia una o due volte soltanto. Occorre riceverla di continuo: il
nostro bene è tutto in questa perseveranza.
Ecco un avviso
che raccomando molto a chi si trova in questo stato. Si guardi
attentamente dal mettersi nelle occasioni di offendere Iddio.
Qui l'anima non è ancora formata:
è come un bambino che comincia a poppare,
il quale se si discosta dal petto di sua madre non può aspettarsi
che la morte Se tanto insisto sulla fuga dalle occasioni, è perché
il demonio mette più impegno nel rovinare
un'anima sola di queste, che non molte altre a cui Dio non faccia
tali grazie.