Un anno in Colombia, perchè…
LETTERA DI DAVIDE PIVA AGLI UNIVERSITARI
Hola compañeros!!!
Come va? Vi scrivo da Norcasia, ridente cittadina appartenete al dipartimento di Caldas, che sorge nel mezzo di due cordigliere delle Ande Colombiane. Qua la natura è uno spettacolo, abbondante in forme e varietà di animali e vegetali… da restare a bocca aperta! Per quello che mi è sembrato in questi due giorni, la povertà è tanta, sia materiale, che spirituale, che educativa. Nonostante questo la gente è molto accogliente e simpatica, anche se non capisco ancora nulla di quello che dicono! Per ora mi sento un po’ un pesce fuor d’acqua, perché non riesco a fare un discorso di senso compiuto con una persona, e mi ritrovo a fare e gesti e versi che non capirei nemmeno io stesso. Ma confido di imparare presto la lingua e cominciare a fare sul serio.
Comunque, tralasciando tali baggianate, vi scrivo per raccontarvi un po’ le motivazioni che mi hanno spinto a venire in missione, e soprattutto per mantenere i contatti con voi. Non voglio infatti che la mia sia un’esperienza solitaria, distaccata da ciò che state vivendo in Italia. Infatti noi tutti, anche se lontani e occupati in faccende diverse, condividiamo il medesimo desiderio di bellezza, pace e amore, che cerchiamo di raggiungere attraverso la fede e con le nostre opere. Per questo spero che anche voi vi prendiate a cuore la mia missione, come io cercherò di prendere a cuore le vostre. Inoltre mi piace pensare che la nostra amicizia per tutto questo tempo resterà sacra e vera come lo è sempre stata, e continui nel reciproco ricordo ed affidamento al Signore durante la preghiera.
Il primo motivo che mi ha mosso verso questa scelta è semplicissimo: un naturale e genuino desiderio di fare del bene al prossimo. Da sempre ciò che più mi ha smosso e riempito il cuore di gioia e di speranza sono stati esempi di opere di carità e gratuità e, nei casi in cui sono io stato io l’artefice di questi gesti, mi sono sentito realizzato ed in Comunione con Dio e con le persone. Voi direte: “Stolto, puoi farlo anche qua a Brescia il bene!”. Verissimo! Ma nell’ultimo anno mi sono sentito particolarmente chiamato a venire a Norcasia, per varie ragioni: perché il progetto che andremo a realizzare è particolarmente legato a ciò che ho studiato, perché ho conosciuto le suore e P.Arcesio e ne sono rimasto affascinato, perché Tommo ha bisogno di aiuto. E poi penso che sia più facile riuscire a fare del bene in una terra dove la povertà è molta e le necessità sono numerose. Oltretutto Punto Missione, e quindi il MEC, cercavano qualcuno che potesse recarsi a Norcasia… Forse molti sarebbero partiti volentieri, ma le loro situazioni in Italia non glielo hanno permesso. Io che ho avuto la fortuna di poter venire, sento forte il mandato da parte loro e da parte vostra. È come se mi diceste: “Vai Davide, sappiamo che puoi fare tante belle cose, vai e porta alto il nostro nome in Colombia!”. Quindi la mia responsabilità aumenta ancora di più, poiché non riguarda solo la gente del posto, ma riguarda anche voi… io rispondo alla chiamata con fierezza, e spero di esserne all’altezza!!!
Inoltre ho sempre voluto fare un’esperienza duratura lontano da casa, perché credo che sia una tappa decisiva nel percorso di crescita di una persona. Lasciare tutte le proprie comodità, i propri affetti, le proprie certezze, per sfidare l’ignoto e mettersi veramente alla prova… è affascinante e non sarà facile: so che incontrerò molte difficoltà, ma spero di superarle e di tornare a casa più uomo di prima, con occhi nuovi, una mente più aperta ed un cuore più accogliente.
Credo che fino ad ora la mia vita sia stata abbondante di doni e di grazia: una famiglia splendida che mi ha sempre voluto bene, amici grandiosi con cui ho condiviso i momenti più belli della mia vita, ed una storia, il MEC, che mi ha aiutato a diventare quello che sono ed a guardare la realtà con gli occhi e l’intelligenza del Cristiano, alla ricerca di Dio, del bene comune e della santità. Ringrazio ogni giorno il Signore per questi doni, ma sarei un egoista ed un ipocrita se me li tenessi solo per me. Quindi credo che ora sia arrivato il momento di donare anche ad altri, meno fortunati di me, tutto quello che io ho potuto ricevere. Quindi sono qui per portare un po’ di speranza a ragazzi, ma anche ad adulti, che nella loro vita hanno subito molti traumi e sono disillusi riguardo alla bellezza della vita. Spero di dimostrare loro, attraverso la parola ed il comportamento, che una vita migliore è possibile, che ognuno può riscattarsi, essere felice, e diventare nella vita tutto ciò che vuole diventare.
Un altro motivo per il quale affronto con fiducia e grandi aspettative quest’esperienza è la possibilità di far crescere il mio rapporto con Gesù Cristo. Fino ad ora sono rimasto affascinato, quasi incantato, da un tipo di persone di cui ho letto, o di cui mi è stato raccontato, o che ho potuto incontrare. Si tratta di persone che sono riuscite ad abbandonarsi totalmente nelle mani del Signore, facendo totale affidamento su di Lui. Ho notato in loro una marcia in più, una sicurezza, una spensieratezza, e una felicità invidiabili. Si tratta di persone semplicissime, ma in grado di fare opere grandiose, perché sapendo di poter contare su un appoggio dall’alto, non si sono mai fermati davanti a dubbi e paure, ma hanno proseguito su quella che erano certi fosse la strada indicata loro dal Signore. Qui, con il convento delle suore a due passi, e la possibilità (credo almeno) di avere più tempo per me e per i miei pensieri, spero di riuscire a diventare un vero amico di Gesù, di capire la mia vocazione, di comprendere cosa vuole veramente da me, qual è il mio posto nel mondo e in cosa posso essere utile. E quindi di potermi fidare totalmente di Lui, di abbandonarmi alla sua volontà, per essere un vero prolungamento in terra delle braccia di Dio, per fare la sua volontà e contribuire a costruire il Regno di Dio, un regno di pace e felicità.
Vi chiedo quindi di pregare per me, perché ne avrò bisogno, ma anche per la missione ed i miei compagni… io contraccambierò certamente la vostra vicinanza ricordandovi ogni giorno! Nel frattempo prendetevi cura delle nostre amicizie e del MEC, che è un dono troppo importante per essere sprecato!
Ciao ragazzuoli, fate i bravi, divertitevi, e copritevi che altrimenti vi buscate un accidente, che lì fa freddo! Qui invece il sole è sempre alto nel cielo, e riscalda e rallegra l’aere ed i corazon!
Hasta luego hombres, que les vaya bien!
Sempre vostro, Davo
Hola compañeros!!!
Come va? Vi scrivo da Norcasia, ridente cittadina appartenete al dipartimento di Caldas, che sorge nel mezzo di due cordigliere delle Ande Colombiane. Qua la natura è uno spettacolo, abbondante in forme e varietà di animali e vegetali… da restare a bocca aperta! Per quello che mi è sembrato in questi due giorni, la povertà è tanta, sia materiale, che spirituale, che educativa. Nonostante questo la gente è molto accogliente e simpatica, anche se non capisco ancora nulla di quello che dicono! Per ora mi sento un po’ un pesce fuor d’acqua, perché non riesco a fare un discorso di senso compiuto con una persona, e mi ritrovo a fare e gesti e versi che non capirei nemmeno io stesso. Ma confido di imparare presto la lingua e cominciare a fare sul serio.
Comunque, tralasciando tali baggianate, vi scrivo per raccontarvi un po’ le motivazioni che mi hanno spinto a venire in missione, e soprattutto per mantenere i contatti con voi. Non voglio infatti che la mia sia un’esperienza solitaria, distaccata da ciò che state vivendo in Italia. Infatti noi tutti, anche se lontani e occupati in faccende diverse, condividiamo il medesimo desiderio di bellezza, pace e amore, che cerchiamo di raggiungere attraverso la fede e con le nostre opere. Per questo spero che anche voi vi prendiate a cuore la mia missione, come io cercherò di prendere a cuore le vostre. Inoltre mi piace pensare che la nostra amicizia per tutto questo tempo resterà sacra e vera come lo è sempre stata, e continui nel reciproco ricordo ed affidamento al Signore durante la preghiera.
Il primo motivo che mi ha mosso verso questa scelta è semplicissimo: un naturale e genuino desiderio di fare del bene al prossimo. Da sempre ciò che più mi ha smosso e riempito il cuore di gioia e di speranza sono stati esempi di opere di carità e gratuità e, nei casi in cui sono io stato io l’artefice di questi gesti, mi sono sentito realizzato ed in Comunione con Dio e con le persone. Voi direte: “Stolto, puoi farlo anche qua a Brescia il bene!”. Verissimo! Ma nell’ultimo anno mi sono sentito particolarmente chiamato a venire a Norcasia, per varie ragioni: perché il progetto che andremo a realizzare è particolarmente legato a ciò che ho studiato, perché ho conosciuto le suore e P.Arcesio e ne sono rimasto affascinato, perché Tommo ha bisogno di aiuto. E poi penso che sia più facile riuscire a fare del bene in una terra dove la povertà è molta e le necessità sono numerose. Oltretutto Punto Missione, e quindi il MEC, cercavano qualcuno che potesse recarsi a Norcasia… Forse molti sarebbero partiti volentieri, ma le loro situazioni in Italia non glielo hanno permesso. Io che ho avuto la fortuna di poter venire, sento forte il mandato da parte loro e da parte vostra. È come se mi diceste: “Vai Davide, sappiamo che puoi fare tante belle cose, vai e porta alto il nostro nome in Colombia!”. Quindi la mia responsabilità aumenta ancora di più, poiché non riguarda solo la gente del posto, ma riguarda anche voi… io rispondo alla chiamata con fierezza, e spero di esserne all’altezza!!!
Inoltre ho sempre voluto fare un’esperienza duratura lontano da casa, perché credo che sia una tappa decisiva nel percorso di crescita di una persona. Lasciare tutte le proprie comodità, i propri affetti, le proprie certezze, per sfidare l’ignoto e mettersi veramente alla prova… è affascinante e non sarà facile: so che incontrerò molte difficoltà, ma spero di superarle e di tornare a casa più uomo di prima, con occhi nuovi, una mente più aperta ed un cuore più accogliente.
Credo che fino ad ora la mia vita sia stata abbondante di doni e di grazia: una famiglia splendida che mi ha sempre voluto bene, amici grandiosi con cui ho condiviso i momenti più belli della mia vita, ed una storia, il MEC, che mi ha aiutato a diventare quello che sono ed a guardare la realtà con gli occhi e l’intelligenza del Cristiano, alla ricerca di Dio, del bene comune e della santità. Ringrazio ogni giorno il Signore per questi doni, ma sarei un egoista ed un ipocrita se me li tenessi solo per me. Quindi credo che ora sia arrivato il momento di donare anche ad altri, meno fortunati di me, tutto quello che io ho potuto ricevere. Quindi sono qui per portare un po’ di speranza a ragazzi, ma anche ad adulti, che nella loro vita hanno subito molti traumi e sono disillusi riguardo alla bellezza della vita. Spero di dimostrare loro, attraverso la parola ed il comportamento, che una vita migliore è possibile, che ognuno può riscattarsi, essere felice, e diventare nella vita tutto ciò che vuole diventare.
Un altro motivo per il quale affronto con fiducia e grandi aspettative quest’esperienza è la possibilità di far crescere il mio rapporto con Gesù Cristo. Fino ad ora sono rimasto affascinato, quasi incantato, da un tipo di persone di cui ho letto, o di cui mi è stato raccontato, o che ho potuto incontrare. Si tratta di persone che sono riuscite ad abbandonarsi totalmente nelle mani del Signore, facendo totale affidamento su di Lui. Ho notato in loro una marcia in più, una sicurezza, una spensieratezza, e una felicità invidiabili. Si tratta di persone semplicissime, ma in grado di fare opere grandiose, perché sapendo di poter contare su un appoggio dall’alto, non si sono mai fermati davanti a dubbi e paure, ma hanno proseguito su quella che erano certi fosse la strada indicata loro dal Signore. Qui, con il convento delle suore a due passi, e la possibilità (credo almeno) di avere più tempo per me e per i miei pensieri, spero di riuscire a diventare un vero amico di Gesù, di capire la mia vocazione, di comprendere cosa vuole veramente da me, qual è il mio posto nel mondo e in cosa posso essere utile. E quindi di potermi fidare totalmente di Lui, di abbandonarmi alla sua volontà, per essere un vero prolungamento in terra delle braccia di Dio, per fare la sua volontà e contribuire a costruire il Regno di Dio, un regno di pace e felicità.
Vi chiedo quindi di pregare per me, perché ne avrò bisogno, ma anche per la missione ed i miei compagni… io contraccambierò certamente la vostra vicinanza ricordandovi ogni giorno! Nel frattempo prendetevi cura delle nostre amicizie e del MEC, che è un dono troppo importante per essere sprecato!
Ciao ragazzuoli, fate i bravi, divertitevi, e copritevi che altrimenti vi buscate un accidente, che lì fa freddo! Qui invece il sole è sempre alto nel cielo, e riscalda e rallegra l’aere ed i corazon!
Hasta luego hombres, que les vaya bien!
Sempre vostro, Davo
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