La sedia ...
Stiamo scoprendo la
bellezza dell'orazione a tu per tu, come l'insegna Teresa d'Avila, e
questo testo mi ha particolarmente colpito. Eccolo:
In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al
sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre, che
era molto malato.Quando il sacerdote arrivò nella stanza, trovò questo pover'uomo a letto, con due cuscini per tenergli sollevata la testa.
C'era una sedia di fianco al suo letto, per cui il sacerdote pensò che l’uomo sapesse che sarebbe venuto a trovarlo.
“Suppongo che lei mi stesse aspettando!” gli disse.
“No, chi è lei?”, chiese l'uomo malato.
“Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato per pregare un po’ con lei. Quando sono entrato, ed ho notato la sedia vuota di fianco al suo letto, ho supposto che lei sapesse che sarei venuto a visitarla”.
“Ah sì, la sedia… Non le spiace di chiudere la porta?” disse l’uomo malato.
Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
L'uomo malato gli disse: “Questo non l'ho mai detto a nessuno, ma io ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa, ascoltavo con attenzione quello che veniva detto circa la preghiera, su come si deve pregare e sui benefici che essa porta… ma tutto questo… non so… sempre mi entrava da un orecchio e mi usciva dall’altro. E io non sapevo proprio come fare. Per cui, molto tempo fa, abbandonai completamente la preghiera.
Ho continuato così, dentro di me, fino a circa quattro anni fa, quando - conversando con il mio migliore amico - mi disse: “Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così: prendi una sedia, ti siedi, e metti un’altra sedia vuota davanti a te. E poi, con la fede, guardi Gesù seduto davanti a te. Non è una scemenza far così, dato che Lui ci disse: « Io sarò sempre con voi ». Poi parlaGli ed ascoltaLo, allo stesso modo in cui ora lo stai facendo con me”.
Così feci una volta, e mi è talmente piaciuto che - da allora - ho continuato a farlo per almeno un paio d'ore al giorno. Naturalmente sto ben attento a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi rinchiude subito in un manicomio”.
Il sacerdote provò una grande emozione, ascoltando tutto questo, e disse a Giuseppe che ciò che egli stava facendo era molto buono e non avrebbe mai dovuto smettere di farlo. Poi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla sua parrocchia.
Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe chiamò il sacerdote per dirgli che suo padre era morto.
Il sacerdote le chiese: “È morto in pace?”.
“Sì! Stavo uscendo di casa, verso le due del pomeriggio, e lui mi chiamò a sé. Io andai da lui e lo vidi nel suo letto. Mi disse che mi amava molto, e mi diede un bacio. Quando ritornai dalle commissioni, un'ora dopo, lo trovai già morto. Ma c'è qualcosa di strano nella sua morte: proprio prima di morire, si avvicinò alla sedia che era di fianco al suo letto ed appoggiò la testa su di essa, ed è così che l’ho ritrovato. Cosa può significare, secondo lei, tutto questo?”
Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò lacrime di emozione e le rispose: “Magari tutti noi potessimo andarcene così!”.
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