“Breve metodo carmelitano per l’orazione mentale” ripreso da P. Gianni Bracchi.
1) LA PREPARAZIONE
Sei
davanti a Gesù, realmente presente nell’Eucarestia come era presente
nel grembo di Maria: con la sua santa umanità, con la sua onnipotente
divinità. Rinnova la tua fede in Gesù: adoralo, confessagli la tua
povertà e i tuoi peccati, offrigli il tuo «niente», e, fiducioso nel suo
infinito amore misericordioso, digli che lo ami.
2) LA LETTURA
Il
testo sacro che stai leggendo ti introduce alla meditazione, ti
suggerisce le prime parole di un dialogo unico e irripetibile che Gesù
vuole avere con te. Hai davanti agli occhi il Crocifisso: è a lui che ti
puoi rivolgere. La «lettura» deve durare quanto basta per accenderti in
cuore una scintilla d’amore per il tuo Dio e Salvatore. Torna alla
«lettura» quando ti accorgi d’esserti distratto, per raccoglierti
nuovamente con il tuo Dio. La lettura può essere supplita anche da una
“preghiera vocale” (Padre nostro, Ave Maria): prega lentamente, rifletti
alle parole che pronunci, ricordando sempre che tu stai parlando con
Dio.
3) L’ORAZIONE MENTALE
– Usa
l’immaginazione per «rappresentare», dentro di te, il mistero che stai
meditando, fissando soprattutto la persona di Gesù. Non affannarti e non
perdere tempo in fantasticherie. L’importante è che Gesù si
«ri-presenti» alla tua anima e che tu resti «alla Sua presenza»
(“Guardiamo Lui che ci guarda”, “ascoltiamo Lui che ci parla”, insegna
Santa Teresa d’Avila). Gesù vivo, ora, per te: questo basta.
– La
riflessione: rifletti brevemente a quello che stai meditando, per
comprendere l’amore che Dio ti porta e quello che egli attende da te.
–
Entra presto nel cuore della preghiera: il «colloquio affettivo».
Lascia parlare il Signore: ascoltalo e rispondigli. Stai con Gesù, nella
certezza che è veramente presente: il Suo desiderio di stare con te è
infinitamente grande. Non c’è bisogno di molte parole: amare e sapersi
amati, scambiandosi espressioni d’amore.
- Il ringraziamento: in un
vero dialogo d’amore non devi mai dimenticare di ringraziare per il dono
che Dio ti fa di sé stesso e per tutti i doni che ti sta facendo
proprio mentre Lo preghi.
- L’offerta: un dialogo d’amore tende
per sua natura al dono. E non c’è nulla di più gradito a Dio che “il
dono di te stesso”: l’offerta di te è perciò il culmine della preghiera.
E’ il momento del “proposito”: per offrirgli tutto comincia ad
offrirgli qualcosa, ad offrirgli ogni volta qualcosa in più. E non
dimenticare poi di verificare se hai mantenuto il proposito
precedentemente fatto
- La domanda: un dialogo affettuoso col
Signore non può concludersi senza che gli domandi ciò che più ti sta a
cuore. Dio è contento – come noi d'altronde! - quando gli si chiede
aiuto. Chiedi con umiltà, con fiducia, con abbandono; sempre dicendo:
“Sia fatta la tua volontà”.
* * *
Così l’orazione può essere conclusa: ma la sua amicizia non ha mai fine!
(riprendiamo questi appunti dopo l'incontro di ieri sera del nostro gruppetto) Walter-P.Agostino
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