Noi eravamo nulla ma il Signore ha voluto che esistessimo :questa è la nostra povertà originaria ( P.Aldino)
Da questa deve partire la nostra gioia....
Lettera di Padre AldoTrento del 19 dicembre 2010
Cari amici, buon natale, in particolare ai moltissimi amici che con le loro e-mail mi hanno confidato i loro dolori, difficoltà, le loro sofferenze e spesso la loro non voglia di vivere. Per me è stata una grazia perché chiunque soffre lo sento parte con me e con il mare di dolore che mi circonda, del dolore di Cristo, di ciò che manca alla passione di Cristo per il suo corpo che è la Chiesa. Vi ringrazio di cuore perché le vostre ferite non solo mi impediscono di essere un borghese, cioè un uomo senza domanda, senza drammaticità, bensì di vivere dentro le circostanze della vita con gli occhi fissi sul Mistero. È come se il vostro, il nostro dolore mi renda sempre più cosciente di cosa significa essere sospeso su un pieno, su une certezza.Vi confesso che tutte le sere quando a tarda notte vado a dormire dopo aver visitato le diverse opere della parrocchia dove vedo e sento solo il dolore dei miei figli, dai piccoli appena nati e abbandonati, delle bambine vittime della violenza, agli ammalati terminali e anziani soli o raccolti nelle strade, riconosco come il Mistero domina la mia vita riempiendola di pace.
Che bello essere presi, dominati da quel "TU" ai cui occhi sono prezioso e degno di stima perché sono Suo, come ci ricorda il profeta Isaia. Come vorrei che le tante persone depresse, stanche di vivere, vittime di mille fantasie e di cui conosco personalmente cosa significa, riconoscessero, anche quando la angoscia sembra soffocarle che, comunque il Mistero è un Fatto presente, è un abbraccio che non permetterà mai che ci perdiamo. Il problema non è il dolore, la depressione, la malattia ma la libertà di riconoscere in quel "Tu che mi fai" la propria consistenza. Ci sono dei momenti in cui non vedo niente, ma il giudizio è chiaro e me lo ripeto continuamente "Tu oh Cristo mio" e sempre ritrovo l'energia per camminare.
Vi chiedo, mentre lo chiedo a me di non mettere dei "se" dei "ma" dei "però" fra noi e Cristo perché questo sarebbe la unica grande fregatura e ci perderemo la festa della vita. Il Mistero ama chi rischia, chi non ha paure della realtà, e spesso si diverte permettendoci di arrivare fino al bordo dell'abisso, ma poi come d'improvviso, quando tutto sembra perduto ci salva prendendoci per i capelli.
Da 20 anni sperimento questa fatto anche a livello economico. Pensate alle centinaia di migliaia di Euro di cui hanno bisogno queste opere! Eppure arriva l'ultimo giorno del mese e la Provvidenza arriva. All'inizio chi lavorava con me si spaventava, la amministrazione andava in crisi mentre per me era tutto semplice e lo è tutt'ora: "Signora (all'amministratrice) mancano ancora due giorni per pagare il salario ai 180 dipendenti del Mistero, unico padrone di questa opere, per cui di che si preoccupa?". E il giorno seguente la Provvidenza arrivava con i soldi necessari né uno in più, né uno in meno. Anche su questo il Mistero mi tiene sempre sospeso e quindi sempre mendicando. Non so come pagherò lo stipendio di Gennaio alle 180 persone cioè famiglie, ma per questo non perdo il sonno perché ho la certezza assoluta che il Padrone quel "Tu che mi fai" al momento giusto sarà lì per pagare. Che razza di libertà mi dona stare davanti, davanti a quel Tu mi domina, abbracciandomi.
Ieri mi ha donato due nuovi figlioletti. Sono gemelli, sono stati abbandonati dalla mamma e per via del maltratto sofferto a motivo della "mamma" hanno ambedue una paralisi cerebrale, per cui ancora di più mi lacerano il cuore nel tenerli in braccio. Hanno 1 anno e otto mesi e pesano ognuno 6 kg. La loro storia è di una sofferenza terribile. Eppure il Mistero si è occupato di loro e me li ha donati. La prima notte hanno pianto continuamente, ma questa sera erano già più tranquilli fra le braccia.
In fondo se il nostro abbraccio è il frutto delle esperienza del "Tu che mi fai" si trasmette per osmosi anche a loro la cui innocenza è stato lacerata delle violenza di tutti noi quando ci dimentichiamo di essere relazione con il Mistero.
Guardandoli, penso a quella povera donna che certamente anche lei sarà stata vittima di altra violenza. Li affido alle vostre preghiera, come affido la terza casetta di Betlemme e la nuova casa per le bambine violentate e incinte, che inauguriamo alla vigilia di Natale. Come vedete Gesù me ne fa di regali; doni, che sono anche per voi. È proprio bello essere bruciati dall'amore per Cristo, perché il proprio cuore brucia di amore per l'uomo.
Buon natale
P. Aldo
Da questa lettera di un missionario della cui esperienza si è parlato al Meeting di Comunione e Liberazione,trapela il sentimento profondo che ci deve governare nell'approcciarci a leggere e meditare la Scuola di Cristiansimo di quest'anno sul consiglio di povertà di Gesù.Poveramente chiediamo nella preghiera di sostenerci a vicenda ....
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