Povertà......canto del Musical su San Francesco......e tanti altri su Youtube.....
Chi non l'ha mai visto non si perda almeno questi spezzoni di santità...
sabato 26 febbraio 2011
Vieni e seguimi....il canto....le parole di Madre Teresa ...il papa Beato...la santità
Ho trovato questo video importante per tre motivi:
Il canto dei Gen ripropone l'episodio del Giovane Ricco del Vangelo
Le parole di Madre Teresa ci chiedono di amare nonostante tutto e tutti
Le immagini ci mostrano come la Santità è amore alla vita,dentro un abbraccio.
La nostra condizione originale è di essere poveri e fragili perchè la nostra libertà ha un limite che è fare il male..Questo è una schiavitù mascherata d'autosufficienza.Questo è falsità.
San francesco di Sales diceva: "Che meraviglia è se la debolezza è debole?"
In questo contesto l'atteggiamento più vero che deve essere sempre nel nostro cuore è quello dell'umiltà.
Ogni nostra virtù parte perciò dall'umiltà....che è fare verità su sè stessi...prima di predicarla...
Il nostro cuore diventa bambino in questa semplice scoperta rivoluzionaria.Innanzitutto per noi.
E le figure di questi 2 grandi santi che non hanno desiderato la perfezione ma l'incontro, l'unione profonda profonda con Cristo attraverso i poveri ci dicono una grande verità sulla santità;
"La santità non consiste nel fatto che l'uomo dà tutto,ma nel fatto che il Signore prende tutto"
Adrienne von Speyr
Quindi.....è la nostra povertà come dono di ogni momento a Cristo che ci conduce alla fede.....
Poveri perchè svuotati di noi stessi per riempirci dell'amore di Cristo.
E' questa fede in Lui che può cambiare il mondo. Walter
.
martedì 22 febbraio 2011
Incontro Gruppetto Gianni il 21 febbraio da Betty
All'inizio dell'incontro durante la preghiera della Compieta abbiamo cantato "Povertà è nulla avere...."per ricordarci che l'incontro è sul consiglio di povertà Paragrafo 3 del libro di P.Antonio"Ci ha chiamato amici" pag.93 "Da ricco che era....
Gianni ci ricorda subito come la povertà,da ricca è diventata malata dopo la disubbidienza dei nostri progenitori e questo ci era già stata bene illustrato in uno dei primi esercizi spirituali del Mec.
P.Antonio aveva già dentro di sè tutto questo fin dagli inizi e voleva trasmettercelo perchè lo vivessimo da subito.
Michele questa povertà è andato a meditarla facendo un pellegrinaggio a Padova da S. Antonio e ci ha raccontato la sua esperienza.Walter ci ha ricordato la povertà di Cristo e come essere poveri mettendosi in discussione davanti a Lui,essere poveri di cuore anche tra di noi.
Giorgio ci ha ricordato la santità del gruppetto come obiettivo del nostro comune amore per Cristo.
Nicoletta vede innanzituttoGesù come un Signore pur tra le sue sofferenze e la sua povertà e ci vuole comunicare questa sua impressione . Paola nella sua preghiera ha cercato di passare dal "Dammi Signore" al "Prendi Signore " cioè la povertà come uno svuotarci di noi stessi per riempirci del desiderio di essere del Signore..
Ricorda Walter che il Signore dice al Giovane Ricco....Vendi tutto e seguimi... cioè Lui per primo traccia il cammino,è pronto a condividere tutto con Lui perchè vive questo.
Alla fine gli avvisi: incontro con Padre Cervellera all'Istituto Artigianelli il 23 sera alle 20,30 e si parlerà delle sofferenze e delle persecuzioni dei Cristiani in Asia e nel Medio Oriente che ogni giorno si fanno più frequenti
(i nostri amici in Libano ce lo testimoniano e ......preghiamo per loro)
Sabato c'è lo spiedo in Castello offerto da Gianni per raccogliere fondi per i giovani che si recheranno alla Giornata Mondiale dei Giovani in Agosto a Madrid..
Ci sarebbero da dire tante altre cose....ma passiamo a una notizia importante....
AUGURI A GIANMARIA PER I SUOI 49 ANNI !!!!!!!
E li abbiamo festeggiati tutti insieme ...
grazie a tutti...alle torte...ai cioccolatini...alla nostra compagnia.....
Gianni ci ricorda subito come la povertà,da ricca è diventata malata dopo la disubbidienza dei nostri progenitori e questo ci era già stata bene illustrato in uno dei primi esercizi spirituali del Mec.
P.Antonio aveva già dentro di sè tutto questo fin dagli inizi e voleva trasmettercelo perchè lo vivessimo da subito.
Michele questa povertà è andato a meditarla facendo un pellegrinaggio a Padova da S. Antonio e ci ha raccontato la sua esperienza.Walter ci ha ricordato la povertà di Cristo e come essere poveri mettendosi in discussione davanti a Lui,essere poveri di cuore anche tra di noi.
Giorgio ci ha ricordato la santità del gruppetto come obiettivo del nostro comune amore per Cristo.
Nicoletta vede innanzituttoGesù come un Signore pur tra le sue sofferenze e la sua povertà e ci vuole comunicare questa sua impressione . Paola nella sua preghiera ha cercato di passare dal "Dammi Signore" al "Prendi Signore " cioè la povertà come uno svuotarci di noi stessi per riempirci del desiderio di essere del Signore..
Ricorda Walter che il Signore dice al Giovane Ricco....Vendi tutto e seguimi... cioè Lui per primo traccia il cammino,è pronto a condividere tutto con Lui perchè vive questo.
Alla fine gli avvisi: incontro con Padre Cervellera all'Istituto Artigianelli il 23 sera alle 20,30 e si parlerà delle sofferenze e delle persecuzioni dei Cristiani in Asia e nel Medio Oriente che ogni giorno si fanno più frequenti
(i nostri amici in Libano ce lo testimoniano e ......preghiamo per loro)
Sabato c'è lo spiedo in Castello offerto da Gianni per raccogliere fondi per i giovani che si recheranno alla Giornata Mondiale dei Giovani in Agosto a Madrid..
Ci sarebbero da dire tante altre cose....ma passiamo a una notizia importante....
AUGURI A GIANMARIA PER I SUOI 49 ANNI !!!!!!!
E li abbiamo festeggiati tutti insieme ...
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venerdì 18 febbraio 2011
Suor Emmanuel....Un libro che consiglio a tutti
Andate sul motore di ricerca google
Digitate :google libri
Entrate in google libri
Digitate : ricchezza della povertà
Vedrete il libro di Suor Emmanuel e potrete leggerne alcune pagine....andando sull'indice...
E' stupendo per approfondire la nostra scuola di cristianesimo di quest'anno..
E' veramente consigliabile l'acquisto....Vi arricchirà lungamente....
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Contempliamo l'amorosa povertà di Gesù
Gesù era ricco?
“E Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo».” (Mat 8:20)
“Ma Gesù gli disse: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».” (Luc 9:58)
“Voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.” (2Co 8:9)
Certi astuti sostenitori del vangelo della “prosperità “si attaccano al fatto che la tunica di Gesù "era senza cuciture, tessuta d’un sol pezzo da cima a fondo" e i soldati decisero di non dividerla in parti ma di tirare a sorte perché era di valore, dicono. Il fatto è che i soldati tirarono a sorte perché se la tunica fosse stata tagliata in quattro parti sarebbe stata inutile dato il modo di come era fatta, e non perché era di molto valore. La tunica non era stata fatta da un costoso couturier francese ma con tutta probabilità era lavoro di mano delle semplice donne che Lo approvvigionavano dalle loro poche sostanze,. E' proprio vero che la mente umana è brava a razionalizzare quello che vuole provare.
Questo è come un preambolo a quello che dirò dopo…..
Vediamo onestamente dall'evidenza del Vangelo se Gesù era veramente ricco.
Egli nacque in una stalla (i suoi genitori sapevano il tempo approssimativo della sua nascita e avrebbero potuto benissimo prenotare un bel posto se erano ricchi, infatti Dio stesso avrebbe potuto provvedere una stanza) ma invece fu una stalla perché senza alternative. E così Gesù nacque in una grotta e la sua culla fu una mangiatoia. Inoltre Maria potette solo sacrificare due tortore che era il più basso sacrifico tipico delle famiglie povere per la purificazione dal parto). Gesù lasciò tutte le sue infinite ricchezze in cielo per diventare uomo e nascere in una famiglia povera, anche se non completamente indigente. Suo patrigno Giuseppe era un carpentiere, perciò povero, se avessero avuto tanti soldi dall'oro ricevuto alla Sua nascita non avrebbe avuto più bisogno di lavorare come ha fatto, perché la Parola cita "il figlio del carpentiere" quando Gesù aveva 30 anni. La Bibbia non parla delle ricchezze di Gesù, ma della Sua povertà.
Gesù fu portato dai Suoi genitori al Tempio per la Sua presentazione come ogni neonato maschio doveva essere) e per la purificazione di Maria per il parto ma loro potettero solo offrire l'offerta dei poveri, due tortore, Se loro fossero stati ricchi, come gli insegnanti della prosperità dicono, avrebbero dovuto offrire un più grande sacrificio. Se non l'avessero fatto essendo ricchi avrebbero infranto la Legge, ma i genitori di Gesù erano gente pia, non inclinati ad andare contro la Legge.
Come Gesù crebbe Egli lavorò nel mestiere di carpentiere del suo patrigno come voleva la tradizione, non un mestiere conosciuto per le sue ricchezze Come avrebbe potuto Gesù diventare ricco con un patrigno che era solo un carpentiere? Non c'è indicazione alcuna che Egli era ricco dalla Sua famiglia o nel viaggiare con i Suoi discepoli. E a proposito Egli non prese mai la decima e sia Lui come i Suoi discepoli vissero sulle offerte della gente. Infatti quando Egli mando i Suoi discepoli da città a città comandò loro specificatamente di non portare nulla: “E disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio: né bastoni, né sacca, né pane, né denari, e non abbiate due tuniche ciascuno.” Essi dovevano vivere in fede che Dio avrebbe provveduto ai loro bisogni, come aveva provveduto per Suo Figlio.
Egli fu seppellito nella tomba di un'altro uomo. Se Lui o la Sua famiglia fossero stati ricchi l'avrebbero seppellito nella tomba di famiglia, e anche questo prova che loro non avevano denaro per fare questo, Gesù sulla croce persino affidò Sua madre al discepolo Giovanni per il suo sostentamento. Né la Sua famiglia, né gli Apostoli avevano soldi per comprare una tomba per Lui, ma la prestarono, infatti fu donata. Dopo tutto non era cosa permanente.
Egli fu seppellito nella tomba di un'altro uomo. Se Lui o la Sua famiglia fossero stati ricchi l'avrebbero seppellito nella tomba di famiglia, e anche questo prova che loro non avevano denaro per fare questo, Gesù sulla croce persino affidò Sua madre al discepolo Giovanni per il suo sostentamento. Né la Sua famiglia, né gli Apostoli avevano soldi per comprare una tomba per Lui, ma la prestarono, infatti fu donata. Dopo tutto non era cosa permanente.
Gesù durante la Sua Vita prestò molte cose: una mangiatoia, prestò barche, prestò un puledro d'asino, prestò una casa per la Pasqua e fu sepolto in una tomba prestata.
Cristo venne in completa umiltà come espresso in: “Voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.” (2Co 8:9) (significando ricchi spiritualmente)
In conclusione possiamo dire che Dio non tiene la Sua gente povera, visto che provvede per i loro bisogni,
In conclusione possiamo dire che Dio non tiene la Sua gente povera, visto che provvede per i loro bisogni,
Egli provvede sempre per le necessità dei Suoi, ma non per la loro ingordigia. Gesù e i Suoi discepoli non erano degli indigenti mendicanti in strada, essi avevano un pasto e un tetto, loro o offerto da qualcuno in supporto al loro ministero perché il lavoratore è degno della sua paga) e il Signore provvede per il bisogno corporeo dei Suoi come ha sempre fatto. Il Signore può benissimo fare qualcuno ricco, come ha fatto con Abramo ma bisogna sempre ricordare che non è roba nostra da vantarci, noi siamo solo dei custodi Qui stiamo parlando contro l'amore per le ricchezze (diventare ricchi e famosi) che non è il modo di seguire Gesù e un figlio di Dio, perché l'amore per il denaro è la radice di tutti i mali Infatti è molto raro vedere una persona ricca che serve il Signore con tutto il cuore, perché dovrebbe per prima cosa liberarsi del suo denaro come Gesù comandò al giovane ricco, ma come il giovanotto non lo fa.
La nostra vita di cristiani dovrebbe essere come quella di Davide che chiese al Signore di non farlo troppo povero e nemmeno troppo ricco affinché non Lo dimentichi.
Per aiutarci e per salvarci Gesù si fece povero. Egli si fece povero perchè noi potessimo diventare ricchi:
1. Egli scelse la condizione di povertà, nella forma di un servo
2. Egli nacque in una famiglia povera anche se era discendente da Davide la famiglia era caduta in rovina ed era povera,
3. Tutta la sua vita fu una vita di povertà. Non aveva casa, scelse di essere dipendente sulla carità di qualche amico che Egli attrasse accanto a Se, tutti poveri, piuttosto che crearsi mangiare in abbondanza per i Suoi bisogni. Non aveva fattorie ne piantagioni, nemmeno palazzi splendidi, non aveva soldi accaparrati in inutili forzieri o banche. Non aveva proprietà da distribuire ai suoi amici, e tutto quello che aveva di personale proprietà era il vestiario che aveva addosso che fu diviso fra i soldati che lo crocifissero.
4. Non fece nessun piano per diventare ricco, e sempre parlò su i pericoli che attendono gli sforzi per accumulare proprietà e soldi. Egli parlò contro accumulare ricchezze: “«Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano.” “Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? Ovvero, che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?”
5. Egli morì povero. Non fece nessun testamento a riguardo la Sua proprietà perché non ne aveva alcuna da disporre. Sapeva benissimo gli effetti che sicuramente avrebbero seguito la Sua morte se avesse avuto ricchezze ammassate da dividere fra i Suoi seguaci. Essi erano molto imperfetti. e persino attorno alla croce ci sarebbero state ansiose discussioni , e persino conflitti per la distribuzione dei beni, come ci sono spesso sopra la bara o sulla tomba aperta di un ricco sciocco padre che è appena morto. Gesù intendeva che i Suoi discepoli non fossero distolti dal grande lavoro al quale Lui li chiamò per ricchezze che Lui avrebbe lasciato a loro, per questo non lasciò a loro nemmeno un ricordo come memoriale a suo nome. Tutto questo è straordinario per due considerazioni:
1. Egli aveva nel Suo Potere di venire come voleva. Avrebbe potuto venire benissimo come uno splendido principe con una meravigliosa carrozza e vivere in un suntuoso palazzo. Avrebbe potuto avere tesori magnifici ancora più grandi di quelli di Salomone, ma non lo fece, preferì le vesti di un servo.
2. Sarebbe stato giusto e proprio per Lui di ammassare ricchezze e di cercare possessioni principesche, ed anche per i Suoi discepoli. Quello che era giusto per Lui sarebbe stato anche giusto per loro. Non si può dimostrare che tutti i Suoi discepoli avrebbero cercato di essere poveri come Lui, però e assolutamente vero che Egli intendeva che il Suo esempio operasse in loro costantemente a limitare qualsiasi desiderio di ammassare ricchezze. In Lui era cosa volontaria mentre in noi ci deve essere sempre una volontà ad essere poveri, se questo è il volere di Dio. Dobbiamo avere una preferenza ad essere in circostanze moderate ed essere come era il nostro Redentore.
In conclusione:
1. Colui che ha interesse a Gesù ha ricchezze molto più preziose di tutte le cose il mondo possa conferire,
2. Il diritto alla eredità eterna, è il più grande dono di Cristo, la promessa della gloria immortale è la sua più importante promessa
3. Avere tesori in cielo. Così il Salvatore paragona le benedizioni del cielo ai tesori terreni: “anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.” anche voi patirete la stessa fine.
4. In un mondo dove il guadagno è la grande meta, dove tutti gli uomini formano piani per diventare ricchi, è bene avere un modello che continuamente dimostra la follia di questo agire e che punta a cose migliori.
5. Il Signore non vuole che noi siamo poveri soltanto per essere poveri, ma ci invita a non ammassare ricchezze come la nostra meta della vita, perché le ricchezze terrene hanno nessun valore nell'eternità: “Che giova infatti all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? Ovvero, che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?”
6. Gesù Cristo nella Sua forma umana perse tutto sulla croce per farci ricchi per sempre e condividere con noi il suo Regno.
Gesù. Maria,i santi….con S.Francesco….Tutto è nostro….il presente e il futuro.. ma noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio…
persino nella Relazione della Trinità’ c’è questo continuo donare in ricchezza e donarsi in povertà…Pag.93-94-95 della Scuola di Cristianesimo
lunedì 14 febbraio 2011
Ma cos'è la povertà?
Un video per parlare della povertà da un'altro punto di vista.....quello che nella Scuola di Cristianesimo stiamo cercando di specificare sempre meglio.
Potremmo fare per esempio un bella passeggiata in montagna per capirlo...magari col gruppetto!??!
Potremmo fare per esempio un bella passeggiata in montagna per capirlo...magari col gruppetto!??!
domenica 13 febbraio 2011
La nostra povertà è per Lui un bene
Marta , Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta.(Lc.10,41)
Il contemplativo è come un grosso albero sempreverde, il quale è ben radicato al suolo e resiste alle intemperie ed al vento delle bufere. Nulla del frastuono esteriore lo turba, non agisce perché "non sa altrimenti cosa fare". La sua azione è sempre suggerita dallo Spirito, il quale spesso gli propone silenziosamente apparenti momenti di inerzia contemplativa che all'occhio del mondo paiono perdita di tempo.
Come quando magari da bambino magari ti alzavi prestissimo e andavi a tastare il freddo, la neve gelata che crocchiava sotto i tuoi piedi. Che pazzie!
La tua vita può essere un assaporare la creazione, e anche un interrogare le cose, un ascoltare la novità nascosta entro le cose, e un rinvenire la luce che illumina le cose dalla parte nascosta, di là da esse.
Questa contemplazione pare come una pazzia, ma è l'esigenza più importante del nostro essere messo a nudo di fronte alla realtà. Dio ci ha creati ed immersi in un'infinità di fenomeni, ma c'è in noi un centro fisso, duraturo, perenne, immortale, dal quale tutti i fenomeni possono essere osservati con distacco. La povertà interiore consiste in questo distacco e nel continuo riferimento a Colui che ha permesso questa incredibile pluralità di essenze e fenomeni.
La vera trasformazione del creato è quella interiore, dove dal nostro centro, innestato in Dio, si irradia la luce che da un senso a tutto ciò che esiste.
Maria Vergine col bimbo Gesù tra le braccia è l'icona più emblematica per questa attività interiore.
Ella aveva, tra le tante, un'unica reale occupazione: allevare suo figlio per donarlo all'umanità. Il Vangelo non ha mai riferito di una qualche sua attività frenetica. Non fa strepito , non fonda organizzazioni, non realizza opere visibili...è solo presente in maniera silenziosa all'opera di suo Figlio, ed è presente in atteggiamento di preghiera nella primissima chiesa.
La sua maternità nei nostri confronti deve essere recepita in questi termini : Ella è il prototipo dell'uomo rinnovato, il nostro autentico esempio da imitare. Come Lei, lo scopo della nostra vita è, in obbedienza al Padre, quello di allevare nel nostro più puro centro interiore Gesù Cristo, per donarlo agli altri. Di fronte ad una mansione così importante, cosa valgono la frenesia del potere terreno, le ricchezze materiali, la sete di dominio, l'orgoglio e la fama, la ricerca del benessere personale, la sapienza di questo mondo che causa spesso discussioni inutili?
Perché tanto attivismo se non è supportato da una sana consapevolezza che tutto è finalizzato ad una cosa sola? Maria si è scelta la parte migliore. "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo".(1 Rom.12, 1-2)
Ad ogni inizio di giornata, appena svegliati, il nostro pensiero dovrebbe lasciarsi invadere dalle cose divine: eccomi qua di fronte ad un'altra giornata regalata da Colui che ha fatto bene tutte le cose. Egli ha permesso un'ennesima notte di riposo. Molti vengono presi durante il sonno tragicamente o dolcemente.
A noi ha dato ancora l'opportunità di offrirgli qualche libero atto d'amore. Fa, o Signore, che tutta la giornata sia per noi un continuo compimento della tua volontà, la quale è santa ed è finalizzata al trionfo della verità e dell'Amore. Ogni azione dovrà essere suscitata dal desiderio di vedere santificato il nome del Signore, attraverso atti di bontà ed altruismo nel clima di preghiera, cioè di intima unione con lo Spirito. Il senso della vita è proprio l'intima unione con il Padre.
Se recepiamo bene questo senso ultimo della nostra esistenza tutto diviene più facile e gioioso. Se sappiamo che Dio ci ama, nonostante i numerosi difetti, allora potremo diffondere la vera gioia in famiglia, a scuola, nell'ambiente di lavoro, tra gli amici. Toccheremo gli oggetti in modo diverso perché anche nella materia che sembra inerte vedremo muoversi l'energia dello Spirito, il quale si manifesta in miriadi di modi nel pieno rispetto della nostra libertà di scelta.
"Anche la bufera che nessuno contempla, e la maggior parte delle sue opere , sono nel mistero."(Sir.16.21) Vedremo negli altri il volto del Signore, perché ogni uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Affronteremo il dolore e la sofferenza con forza e coraggio, ben sapendo che nulla di ciò che esiste è inutile, come nessuna sofferenza è completamente inutile se la innestiamo nella volontà divina.
Rendere gloria a Dio è il tema che deve restare vivo e vivificare tutta la vita e ogni giornata a ogni momento di essa. Non v'è altra ragione dell'esistere e del vivere: rendere gloria a Dio. Anche il caldo soffocante che mi opprime può essere un elemento valido che renda gloria a Dio. Anche questo disgusto e amarezza sono attimi che rendono gloria a Dio, situazioni interiori che rendono gloria a Dio, malgrado non sembri.
Eppure l'assurdo sembra avvolgerci angosciosamente. Perché qui, così, ora, con questo modo di essere così incredibilmente complesso rispetto al nulla, ma così limitato e ripetitivo di fronte all'infinita pienezza dell'Essere? Che senso ha il tutto? Aveva proprio bisogno il Creatore di scagliarci in una realtà così effimera e particolare? Di fronte alla pienezza del suo Essere cosa è il nostro?
Ma il Signore mi chiede solo di fidarmi e di seguirlo fiducioso nella via dell'amore, che è rinuncia di se stessi e contemporaneamente gioia, perché Egli stesso ci guida e ci conduce nella Verità dell'Amore. Il cristiano ha la certezza che è proprio Lui il senso di tutto quello che cerchiamo .
Lo sappiamo, o Signore, che Tu ci ami e che da noi sei così poco corrisposto. Facci capire che ogni atto, gesto, respiro, battito del cuore, sguardo e movimento ha senso in Te e che il nostro essere è nel tuo Essere e vibra con Te se ci abbandoniamo fiducioso in Te. Tutte le ansie e le preoccupazioni fuori di Te sono così inutili e non fanno altro che ritardare il momento in cui il nostro piccolo essere sarà completamente racchiuso in Te. Sarà proprio allora che scomparirà in noi ogni interrogativo sul senso della vita, perché capiremo perfettamente che Tu sei il senso di tutti i sensi. E allora sarà assoluto silenzio . Ogni cosa, ogni vivente, ogni fantasia, ogni moto dello spirito ha in Te il suo fondamento: solo allora potremo accettare serenamente ciò che per ora ci pare assurdo. Intuiamo che Tu vuoi da noi un certo distacco unito all'abbandono fiducioso. Se il nostro pensiero non si allinea con il Tuo, vana è la nostra ricerca. Se tutto viene da Te, tutto ha la sua ragion d'essere in Te.
Fuori di Te saremmo come quella meteora vagante nei gelidi abissi cosmici, la cui orbita muta con il mutare delle circostanze, fino a che non va a disintegrarsi in qualche oscuro pianeta.
Aiutaci a riconoscere questa nostra estrema povertà.
Perché tanta agitazione nella nostra vita quotidiana? Crediamo o non crediamo nelle parole del Signore?
La giornata passa tra mille superficialità ed inutili preoccupazioni. Programmazioni, impegni, lavoro, fatica e stress, familiari da accontentare, acquisti, pagamenti, divertimenti. Tutte cose buone e lecite, anche se non sempre.
E l'essenziale? Il Signore cerca i frutti dietro le numerose foglie. Loda Maria che si era seduta ai suoi piedi per ascoltare la sua parola. Apparentemente inerte, tanto da suscitare la disapprovazione di sua sorella : "dille dunque che mi aiuti!". Maria, però, si era scelta la parte migliore, quella, per intenderci, che dura in eterno perché " non le sarà mai tolta". La giornata passa tra mille superficialità ed inutili preoccupazioni. Programmazioni, impegni, lavoro, fatica e stress, familiari da accontentare, acquisti, pagamenti, divertimenti. Tutte cose buone e lecite, anche se non sempre.
Il contemplativo è come un grosso albero sempreverde, il quale è ben radicato al suolo e resiste alle intemperie ed al vento delle bufere. Nulla del frastuono esteriore lo turba, non agisce perché "non sa altrimenti cosa fare". La sua azione è sempre suggerita dallo Spirito, il quale spesso gli propone silenziosamente apparenti momenti di inerzia contemplativa che all'occhio del mondo paiono perdita di tempo.
Come quando magari da bambino magari ti alzavi prestissimo e andavi a tastare il freddo, la neve gelata che crocchiava sotto i tuoi piedi. Che pazzie!
La tua vita può essere un assaporare la creazione, e anche un interrogare le cose, un ascoltare la novità nascosta entro le cose, e un rinvenire la luce che illumina le cose dalla parte nascosta, di là da esse.
Questa contemplazione pare come una pazzia, ma è l'esigenza più importante del nostro essere messo a nudo di fronte alla realtà. Dio ci ha creati ed immersi in un'infinità di fenomeni, ma c'è in noi un centro fisso, duraturo, perenne, immortale, dal quale tutti i fenomeni possono essere osservati con distacco. La povertà interiore consiste in questo distacco e nel continuo riferimento a Colui che ha permesso questa incredibile pluralità di essenze e fenomeni.
La vera trasformazione del creato è quella interiore, dove dal nostro centro, innestato in Dio, si irradia la luce che da un senso a tutto ciò che esiste.
Maria Vergine col bimbo Gesù tra le braccia è l'icona più emblematica per questa attività interiore.
Ella aveva, tra le tante, un'unica reale occupazione: allevare suo figlio per donarlo all'umanità. Il Vangelo non ha mai riferito di una qualche sua attività frenetica. Non fa strepito , non fonda organizzazioni, non realizza opere visibili...è solo presente in maniera silenziosa all'opera di suo Figlio, ed è presente in atteggiamento di preghiera nella primissima chiesa.
La sua maternità nei nostri confronti deve essere recepita in questi termini : Ella è il prototipo dell'uomo rinnovato, il nostro autentico esempio da imitare. Come Lei, lo scopo della nostra vita è, in obbedienza al Padre, quello di allevare nel nostro più puro centro interiore Gesù Cristo, per donarlo agli altri. Di fronte ad una mansione così importante, cosa valgono la frenesia del potere terreno, le ricchezze materiali, la sete di dominio, l'orgoglio e la fama, la ricerca del benessere personale, la sapienza di questo mondo che causa spesso discussioni inutili?
Perché tanto attivismo se non è supportato da una sana consapevolezza che tutto è finalizzato ad una cosa sola? Maria si è scelta la parte migliore. "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo".(1 Rom.12, 1-2)
Ad ogni inizio di giornata, appena svegliati, il nostro pensiero dovrebbe lasciarsi invadere dalle cose divine: eccomi qua di fronte ad un'altra giornata regalata da Colui che ha fatto bene tutte le cose. Egli ha permesso un'ennesima notte di riposo. Molti vengono presi durante il sonno tragicamente o dolcemente.
A noi ha dato ancora l'opportunità di offrirgli qualche libero atto d'amore. Fa, o Signore, che tutta la giornata sia per noi un continuo compimento della tua volontà, la quale è santa ed è finalizzata al trionfo della verità e dell'Amore. Ogni azione dovrà essere suscitata dal desiderio di vedere santificato il nome del Signore, attraverso atti di bontà ed altruismo nel clima di preghiera, cioè di intima unione con lo Spirito. Il senso della vita è proprio l'intima unione con il Padre.
Se recepiamo bene questo senso ultimo della nostra esistenza tutto diviene più facile e gioioso. Se sappiamo che Dio ci ama, nonostante i numerosi difetti, allora potremo diffondere la vera gioia in famiglia, a scuola, nell'ambiente di lavoro, tra gli amici. Toccheremo gli oggetti in modo diverso perché anche nella materia che sembra inerte vedremo muoversi l'energia dello Spirito, il quale si manifesta in miriadi di modi nel pieno rispetto della nostra libertà di scelta.
"Anche la bufera che nessuno contempla, e la maggior parte delle sue opere , sono nel mistero."(Sir.16.21) Vedremo negli altri il volto del Signore, perché ogni uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Affronteremo il dolore e la sofferenza con forza e coraggio, ben sapendo che nulla di ciò che esiste è inutile, come nessuna sofferenza è completamente inutile se la innestiamo nella volontà divina.
Rendere gloria a Dio è il tema che deve restare vivo e vivificare tutta la vita e ogni giornata a ogni momento di essa. Non v'è altra ragione dell'esistere e del vivere: rendere gloria a Dio. Anche il caldo soffocante che mi opprime può essere un elemento valido che renda gloria a Dio. Anche questo disgusto e amarezza sono attimi che rendono gloria a Dio, situazioni interiori che rendono gloria a Dio, malgrado non sembri.
Eppure l'assurdo sembra avvolgerci angosciosamente. Perché qui, così, ora, con questo modo di essere così incredibilmente complesso rispetto al nulla, ma così limitato e ripetitivo di fronte all'infinita pienezza dell'Essere? Che senso ha il tutto? Aveva proprio bisogno il Creatore di scagliarci in una realtà così effimera e particolare? Di fronte alla pienezza del suo Essere cosa è il nostro?
Ma il Signore mi chiede solo di fidarmi e di seguirlo fiducioso nella via dell'amore, che è rinuncia di se stessi e contemporaneamente gioia, perché Egli stesso ci guida e ci conduce nella Verità dell'Amore. Il cristiano ha la certezza che è proprio Lui il senso di tutto quello che cerchiamo .
Lo sappiamo, o Signore, che Tu ci ami e che da noi sei così poco corrisposto. Facci capire che ogni atto, gesto, respiro, battito del cuore, sguardo e movimento ha senso in Te e che il nostro essere è nel tuo Essere e vibra con Te se ci abbandoniamo fiducioso in Te. Tutte le ansie e le preoccupazioni fuori di Te sono così inutili e non fanno altro che ritardare il momento in cui il nostro piccolo essere sarà completamente racchiuso in Te. Sarà proprio allora che scomparirà in noi ogni interrogativo sul senso della vita, perché capiremo perfettamente che Tu sei il senso di tutti i sensi. E allora sarà assoluto silenzio . Ogni cosa, ogni vivente, ogni fantasia, ogni moto dello spirito ha in Te il suo fondamento: solo allora potremo accettare serenamente ciò che per ora ci pare assurdo. Intuiamo che Tu vuoi da noi un certo distacco unito all'abbandono fiducioso. Se il nostro pensiero non si allinea con il Tuo, vana è la nostra ricerca. Se tutto viene da Te, tutto ha la sua ragion d'essere in Te.
Fuori di Te saremmo come quella meteora vagante nei gelidi abissi cosmici, la cui orbita muta con il mutare delle circostanze, fino a che non va a disintegrarsi in qualche oscuro pianeta.
Aiutaci a riconoscere questa nostra estrema povertà.
martedì 8 febbraio 2011
Un bellissimo canto corale sulla povertà di San Francesco
San Francesco, i luoghi dove visse, il canto di Marco Frisiana e... mentre vediamo e ascoltiamo possiamo godere della Ricca Povertà di tutto questo....
Incontro gruppetto 7/02/2011
Oggi incontro gruppetto a casa di Betty.
Gianni ci ha ricordato,da uno scritto di P.Antonio,che il movimento ,cioè tutto ciò che vive nella nostra compagnia,dall'educazione alle opere,ci vuole portare ad essere degli INNAMORATI di Cristo.
Poi bisogna curare la SANTITA' di ognuno del gruppo per creare una compagnia sempre più santa.
Michele ci ha ricordato come la povertà è vivere,partendo dallo svegliarsi al mattino,in un continuo affidamento e ringraziamento verso il Signore,attraverso la preghiera e il dono di sè stessi agli altri,dal saluto al gesto di carità.
Orsola ci ha fatto presente dell'esperienza del gruppo di Patch Adams che fa sorridere il bambini gravemente ammalati negli ospedali (vi ricordate questa settimana d'andarvi a rivedere il bel film con Robin Williams?)
Il sorriso ti toglie dal ricordo del dolore ti offre una prospettiva nuova della vita.
Gianni T. ci fa presente che nell'incontro introduttivo di P.Claudio lui ci aveva ricordato il ruolo del Padre e della Madre nel rapporto con i figli: la madre li introduce alla vita e il padre alla responsabilità. Oggi purtroppo c'è nella società una grande POVERTA' EDUCATIVA.
Walter(cioè io che scrivo)ricorda che la povertà è anche ciò che ti può succedere df'improvviso e che ti ricorda che tu sei nulla senza l'aiuto del Signore e che Lui si mostra proprio lì quando ti sembra di avere perso tutto e tu diventi uno che mendica amore.La compagnia degli amici in Cristo diventa per te la salvezza che viene dal Signore .Giovanni Maria ci ricorda che il giovane ricco (risentire la canzone di Chieffo) non sa che è importante diventar povero per seguire il Signore e non capisce che solo seguendo il Signore(la vera legge) diventa povero.
Alla fine gli avvisi...l'incontro con Padre Cervellera del 23 Febbraio sulla Persecuzione odierna dei cristiani che si terrà all'Istituto Artigianelli.La SDC in Castello del 14 Febbraio,lo SPIEDO per raccoglier fondi per la GMG dei giovani e......una preghiera finale per i 4 bambini morti nel villaggio rom di Roma ieri notte.....la povertà e il dramma che tante persone stanno oggi vivendo : che i Signore possa accogliere col suo sguardo paterno questi pover bimbi e la loro famiglia.
Se ho dimenticato o sbagliato a riferire qualcosa vorrei essere corretto col vostro post.
Comunque questo è tutto per stassera ......Sempre unito a voi nel Signore...Walter
Gianni ci ha ricordato,da uno scritto di P.Antonio,che il movimento ,cioè tutto ciò che vive nella nostra compagnia,dall'educazione alle opere,ci vuole portare ad essere degli INNAMORATI di Cristo.
Poi bisogna curare la SANTITA' di ognuno del gruppo per creare una compagnia sempre più santa.
Michele ci ha ricordato come la povertà è vivere,partendo dallo svegliarsi al mattino,in un continuo affidamento e ringraziamento verso il Signore,attraverso la preghiera e il dono di sè stessi agli altri,dal saluto al gesto di carità.
Orsola ci ha fatto presente dell'esperienza del gruppo di Patch Adams che fa sorridere il bambini gravemente ammalati negli ospedali (vi ricordate questa settimana d'andarvi a rivedere il bel film con Robin Williams?)
Il sorriso ti toglie dal ricordo del dolore ti offre una prospettiva nuova della vita.
Gianni T. ci fa presente che nell'incontro introduttivo di P.Claudio lui ci aveva ricordato il ruolo del Padre e della Madre nel rapporto con i figli: la madre li introduce alla vita e il padre alla responsabilità. Oggi purtroppo c'è nella società una grande POVERTA' EDUCATIVA.
Walter(cioè io che scrivo)ricorda che la povertà è anche ciò che ti può succedere df'improvviso e che ti ricorda che tu sei nulla senza l'aiuto del Signore e che Lui si mostra proprio lì quando ti sembra di avere perso tutto e tu diventi uno che mendica amore.La compagnia degli amici in Cristo diventa per te la salvezza che viene dal Signore .Giovanni Maria ci ricorda che il giovane ricco (risentire la canzone di Chieffo) non sa che è importante diventar povero per seguire il Signore e non capisce che solo seguendo il Signore(la vera legge) diventa povero.
Alla fine gli avvisi...l'incontro con Padre Cervellera del 23 Febbraio sulla Persecuzione odierna dei cristiani che si terrà all'Istituto Artigianelli.La SDC in Castello del 14 Febbraio,lo SPIEDO per raccoglier fondi per la GMG dei giovani e......una preghiera finale per i 4 bambini morti nel villaggio rom di Roma ieri notte.....la povertà e il dramma che tante persone stanno oggi vivendo : che i Signore possa accogliere col suo sguardo paterno questi pover bimbi e la loro famiglia.
Se ho dimenticato o sbagliato a riferire qualcosa vorrei essere corretto col vostro post.
Comunque questo è tutto per stassera ......Sempre unito a voi nel Signore...Walter
giovedì 3 febbraio 2011
Una battuta di spirito serve spesso come veicolo di verità
Non parlatemi della gente che non sorride mai : non è seria...
Da questa battuta avete capito che oggi voglio citare qualche frase umoristica che ci può far pensare sul cammino della Scuola di Cristianesimo sulla povertà .Non avetene a male ma è...... per non essere gente poco seria...
"Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci " E.Hubbard
"I ricchi ci assicurano che la ricchezza non dà la felicità e dobbiamo credergli.Altrimenti è probabile che ci regalerebbero un pò della loro" G.Feydeau
"I soldi non danno la felicità,dicono.Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri" S.Guitry
"L'oro non è tutto.Ci sono anche i diamanti ": Paperon de Paperoni
"Durante la Grande Depressione del'22 in Central Park i piccioni portavano le briciole di pane ai passanti" Groucho Marx
"Sbagliare è umano.Dare la colpa a un altro ancora di più " Jacob
"Il mio papà è molto ricco.Guadagna 31 miliardi al mese che divisi per 31 giorni che ci sono in un mese, fa ...un miliardo al giorno"
"Il mio papà è povero.Guadagna 10.000 lire al mese che divise per 31 giorni che ci sono in un mese fa..10.000 al giorno.Al primo giorno,poi dopo basta....." Giorgio Gaber (vedere tutto lo spettacolo "Il Signor G.")
"Ogni volta che mi guardo allo specchio mi convinco sempre più che Dio ha un ottimo senso dell'umorismo "
Matteo Molinari Buon cammino Ciao....
Da questa battuta avete capito che oggi voglio citare qualche frase umoristica che ci può far pensare sul cammino della Scuola di Cristianesimo sulla povertà .Non avetene a male ma è...... per non essere gente poco seria...
"Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci " E.Hubbard
"I ricchi ci assicurano che la ricchezza non dà la felicità e dobbiamo credergli.Altrimenti è probabile che ci regalerebbero un pò della loro" G.Feydeau
"I soldi non danno la felicità,dicono.Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri" S.Guitry
"L'oro non è tutto.Ci sono anche i diamanti ": Paperon de Paperoni
"Durante la Grande Depressione del'22 in Central Park i piccioni portavano le briciole di pane ai passanti" Groucho Marx
"Sbagliare è umano.Dare la colpa a un altro ancora di più " Jacob
"Il mio papà è molto ricco.Guadagna 31 miliardi al mese che divisi per 31 giorni che ci sono in un mese, fa ...un miliardo al giorno"
"Il mio papà è povero.Guadagna 10.000 lire al mese che divise per 31 giorni che ci sono in un mese fa..10.000 al giorno.Al primo giorno,poi dopo basta....." Giorgio Gaber (vedere tutto lo spettacolo "Il Signor G.")
"Ogni volta che mi guardo allo specchio mi convinco sempre più che Dio ha un ottimo senso dell'umorismo "
Matteo Molinari Buon cammino Ciao....
mercoledì 2 febbraio 2011
Partire da questo......
Noi eravamo nulla ma il Signore ha voluto che esistessimo :questa è la nostra povertà originaria ( P.Aldino)
Da questa deve partire la nostra gioia....
Lettera di Padre AldoTrento del 19 dicembre 2010
Cari amici, buon natale, in particolare ai moltissimi amici che con le loro e-mail mi hanno confidato i loro dolori, difficoltà, le loro sofferenze e spesso la loro non voglia di vivere. Per me è stata una grazia perché chiunque soffre lo sento parte con me e con il mare di dolore che mi circonda, del dolore di Cristo, di ciò che manca alla passione di Cristo per il suo corpo che è la Chiesa. Vi ringrazio di cuore perché le vostre ferite non solo mi impediscono di essere un borghese, cioè un uomo senza domanda, senza drammaticità, bensì di vivere dentro le circostanze della vita con gli occhi fissi sul Mistero. È come se il vostro, il nostro dolore mi renda sempre più cosciente di cosa significa essere sospeso su un pieno, su une certezza.Vi confesso che tutte le sere quando a tarda notte vado a dormire dopo aver visitato le diverse opere della parrocchia dove vedo e sento solo il dolore dei miei figli, dai piccoli appena nati e abbandonati, delle bambine vittime della violenza, agli ammalati terminali e anziani soli o raccolti nelle strade, riconosco come il Mistero domina la mia vita riempiendola di pace.
Che bello essere presi, dominati da quel "TU" ai cui occhi sono prezioso e degno di stima perché sono Suo, come ci ricorda il profeta Isaia. Come vorrei che le tante persone depresse, stanche di vivere, vittime di mille fantasie e di cui conosco personalmente cosa significa, riconoscessero, anche quando la angoscia sembra soffocarle che, comunque il Mistero è un Fatto presente, è un abbraccio che non permetterà mai che ci perdiamo. Il problema non è il dolore, la depressione, la malattia ma la libertà di riconoscere in quel "Tu che mi fai" la propria consistenza. Ci sono dei momenti in cui non vedo niente, ma il giudizio è chiaro e me lo ripeto continuamente "Tu oh Cristo mio" e sempre ritrovo l'energia per camminare.
Vi chiedo, mentre lo chiedo a me di non mettere dei "se" dei "ma" dei "però" fra noi e Cristo perché questo sarebbe la unica grande fregatura e ci perderemo la festa della vita. Il Mistero ama chi rischia, chi non ha paure della realtà, e spesso si diverte permettendoci di arrivare fino al bordo dell'abisso, ma poi come d'improvviso, quando tutto sembra perduto ci salva prendendoci per i capelli.
Da 20 anni sperimento questa fatto anche a livello economico. Pensate alle centinaia di migliaia di Euro di cui hanno bisogno queste opere! Eppure arriva l'ultimo giorno del mese e la Provvidenza arriva. All'inizio chi lavorava con me si spaventava, la amministrazione andava in crisi mentre per me era tutto semplice e lo è tutt'ora: "Signora (all'amministratrice) mancano ancora due giorni per pagare il salario ai 180 dipendenti del Mistero, unico padrone di questa opere, per cui di che si preoccupa?". E il giorno seguente la Provvidenza arrivava con i soldi necessari né uno in più, né uno in meno. Anche su questo il Mistero mi tiene sempre sospeso e quindi sempre mendicando. Non so come pagherò lo stipendio di Gennaio alle 180 persone cioè famiglie, ma per questo non perdo il sonno perché ho la certezza assoluta che il Padrone quel "Tu che mi fai" al momento giusto sarà lì per pagare. Che razza di libertà mi dona stare davanti, davanti a quel Tu mi domina, abbracciandomi.
Ieri mi ha donato due nuovi figlioletti. Sono gemelli, sono stati abbandonati dalla mamma e per via del maltratto sofferto a motivo della "mamma" hanno ambedue una paralisi cerebrale, per cui ancora di più mi lacerano il cuore nel tenerli in braccio. Hanno 1 anno e otto mesi e pesano ognuno 6 kg. La loro storia è di una sofferenza terribile. Eppure il Mistero si è occupato di loro e me li ha donati. La prima notte hanno pianto continuamente, ma questa sera erano già più tranquilli fra le braccia.
In fondo se il nostro abbraccio è il frutto delle esperienza del "Tu che mi fai" si trasmette per osmosi anche a loro la cui innocenza è stato lacerata delle violenza di tutti noi quando ci dimentichiamo di essere relazione con il Mistero.
Guardandoli, penso a quella povera donna che certamente anche lei sarà stata vittima di altra violenza. Li affido alle vostre preghiera, come affido la terza casetta di Betlemme e la nuova casa per le bambine violentate e incinte, che inauguriamo alla vigilia di Natale. Come vedete Gesù me ne fa di regali; doni, che sono anche per voi. È proprio bello essere bruciati dall'amore per Cristo, perché il proprio cuore brucia di amore per l'uomo.
Buon natale
P. Aldo
Da questa lettera di un missionario della cui esperienza si è parlato al Meeting di Comunione e Liberazione,trapela il sentimento profondo che ci deve governare nell'approcciarci a leggere e meditare la Scuola di Cristiansimo di quest'anno sul consiglio di povertà di Gesù.Poveramente chiediamo nella preghiera di sostenerci a vicenda ....
martedì 1 febbraio 2011
31 Gennaio S.Giovanni Bosco e la povertà anche di questi tempi
Il 5 giugno 1841 Giovanni Bosco è consacrato Sacerdote dall'Arcivescovo di Torino, mons. Fransoni, nella cappella dell'Arcivescovado.
In quei tempi Torino era ripiena di poveri ragazzi in cerca di lavoro, orfani o abbandonati, esposti a molti pericoli per l'anima e per il corpo. Don Bosco incominciò a radunarli la Domenica, ora in una Chiesa, ora in un prato, ora in una piazza per farli giocare ed istruire nel Catechismo finché, dopo cinque anni di enormi difficoltà, riuscì a stabilirsi nel rione periferico di Valdocco e aprire il suo primo Oratorio.
Nell'Autunno 1844 inizia la "migrazione" dell'Oratorio di don Bosco in diversi luoghi della città: presso l'Opera della Marchesa Barolo, nel cimitero di san Pietro in Vincoli, presso i Molini di città, in casa Moretta, in un prato dei fratelli Filippi. Dovunque i ragazzi sono mal sopportati per il loro chiasso. Don Bosco è sospettato di ribellione alle autorità civili e addirittura di pazzia.
Nel Settembre 1845 quando l'Oratorio è presso i Molini di città, don Bosco fa uno degli incontri fondamentali della sua vita. Lo avvicina un ragazzetto pallido, 8 anni, orfano di padre: Michelino Rua. Diventerà suo braccio destro, e suo successore alla testa della Congregazione Salesiana.
Il 12 aprile 1846 l'Oratorio si trasferisce sotto una tettoia affittata da Francesco Pinardi, in Valdocco. È il giorno di Pasqua, ed è il suo trapianto definitivo.
Nell'Oratorio i ragazzi trovavano vitto e alloggio, studiavano o imparavano un mestiere, ma soprattutto imparavano ad amare il Signore: San Domenico Savio era uno di loro.
Don Bosco era amato dai suoi "birichini" (così egli li chiamava) fino all'inverosimile. A chi gli domandava il segreto di tanto ascendente rispondeva: " Con la bontà e l'amore cerco di guadagnare al Signore questi miei amici". Per essi sacrificò tutto quel poco denaro che possedeva, il suo tempo, il suo ingegno che aveva fervidissimo, la sua salute. Con essi si fece santo.
Da una sua lettera:
"Ma i miei giovani non sono amati abbastanza? Tu sai se io li amo.Tu sai quanto per essi ho sofferto e tollerato nel corso di ben quarant'anni e quanto tollero e soffro adesso,Quanti stenti,quante umiliazioni,quante opposizioni,quante persecuzioni per dare ad essi pane,case,maestri e specialmente per procurare la salute delle loro malattie.
Ho fatto quanto ho saputo e potuto per coloro che formano l'affetto di tutta la mia vita...che cosa ci vuole ancora dunque?"
E la risposta che ha trovato è:
"Che i giovani non solo siano amati ma che essi sappiano di essere amati"
Loro erano poveri...ma ricchi di AFFETTO....L'affetto che traspariva da questo grande santo....
Ecco perchè...
Insieme a Giorgio,mi sono recato qualche mese fa a Torino a Valdocco per poter incontrare Don Bosco e la sua straordinaria vicenda umana....Davanti alla sua tomba ho affidato alla sua protezione anche quel piccolo
gruppo di amici che umilmente vogliono seguire il Signore nella comunità del MEC .
Don Bosco è un'altra immagine della povertà vera in mezzo ai poveri.Una "ricca" povertà .
"Distinguendo tra povertà e miseria abbiamo già un inizio di risposta" Pag .88 di SDC.
In quei tempi Torino era ripiena di poveri ragazzi in cerca di lavoro, orfani o abbandonati, esposti a molti pericoli per l'anima e per il corpo. Don Bosco incominciò a radunarli la Domenica, ora in una Chiesa, ora in un prato, ora in una piazza per farli giocare ed istruire nel Catechismo finché, dopo cinque anni di enormi difficoltà, riuscì a stabilirsi nel rione periferico di Valdocco e aprire il suo primo Oratorio.
Nell'Autunno 1844 inizia la "migrazione" dell'Oratorio di don Bosco in diversi luoghi della città: presso l'Opera della Marchesa Barolo, nel cimitero di san Pietro in Vincoli, presso i Molini di città, in casa Moretta, in un prato dei fratelli Filippi. Dovunque i ragazzi sono mal sopportati per il loro chiasso. Don Bosco è sospettato di ribellione alle autorità civili e addirittura di pazzia.
Nel Settembre 1845 quando l'Oratorio è presso i Molini di città, don Bosco fa uno degli incontri fondamentali della sua vita. Lo avvicina un ragazzetto pallido, 8 anni, orfano di padre: Michelino Rua. Diventerà suo braccio destro, e suo successore alla testa della Congregazione Salesiana.
Il 12 aprile 1846 l'Oratorio si trasferisce sotto una tettoia affittata da Francesco Pinardi, in Valdocco. È il giorno di Pasqua, ed è il suo trapianto definitivo.
Nell'Oratorio i ragazzi trovavano vitto e alloggio, studiavano o imparavano un mestiere, ma soprattutto imparavano ad amare il Signore: San Domenico Savio era uno di loro.
Don Bosco era amato dai suoi "birichini" (così egli li chiamava) fino all'inverosimile. A chi gli domandava il segreto di tanto ascendente rispondeva: " Con la bontà e l'amore cerco di guadagnare al Signore questi miei amici". Per essi sacrificò tutto quel poco denaro che possedeva, il suo tempo, il suo ingegno che aveva fervidissimo, la sua salute. Con essi si fece santo.
Da una sua lettera:
"Ma i miei giovani non sono amati abbastanza? Tu sai se io li amo.Tu sai quanto per essi ho sofferto e tollerato nel corso di ben quarant'anni e quanto tollero e soffro adesso,Quanti stenti,quante umiliazioni,quante opposizioni,quante persecuzioni per dare ad essi pane,case,maestri e specialmente per procurare la salute delle loro malattie.
Ho fatto quanto ho saputo e potuto per coloro che formano l'affetto di tutta la mia vita...che cosa ci vuole ancora dunque?"
E la risposta che ha trovato è:
"Che i giovani non solo siano amati ma che essi sappiano di essere amati"
Loro erano poveri...ma ricchi di AFFETTO....L'affetto che traspariva da questo grande santo....
Ecco perchè...
Insieme a Giorgio,mi sono recato qualche mese fa a Torino a Valdocco per poter incontrare Don Bosco e la sua straordinaria vicenda umana....Davanti alla sua tomba ho affidato alla sua protezione anche quel piccolo
gruppo di amici che umilmente vogliono seguire il Signore nella comunità del MEC .
Don Bosco è un'altra immagine della povertà vera in mezzo ai poveri.Una "ricca" povertà .
"Distinguendo tra povertà e miseria abbiamo già un inizio di risposta" Pag .88 di SDC.
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