sabato 25 marzo 2023
Via Crucis della mia unità pastoriale Card. Giulio Bevilacqua
Fotografie della via Crucis per le strade di S.Anna a Brescia
Coi ragazzi delle elementari e con il coro...
25 Marzo L' Annunciazione a Maria (don Epicoco)
Nove mesi esatti separano la data di oggi dal Natale. Ecco perché la festa di oggi è una festa del tutto speciale. La festa dell’annunciazione ci fa fare memoria dell’incarnazione del Figlio di Dio. Attraverso il Si di Maria, Dio mette piede nello spazio e nel tempo. Questo mistero è così grande che nessun racconto e nessuna immagine possono rendere fino in fondo l’idea di tutto questo. Ma a noi basta ricordare una cosa essenziale: entrando nella storia nessuno di noi può più dire di essere solo. Dio è venuto a riempire della Sua Presenza la nostra solitudine. Il primo vero grande frutto della vita spirituale è coltivare costantemente la Presenza di Dio in noi. Il male sa bene che quando siamo soli siamo vulnerabili. Chi ravviva la Presenza di Dio nella propria vita crea i presupposti affinché il male non possa più vincere. È però importante non dimenticare che tutto questo è accaduto per mezzo di Maria. Ella rimane non solo il motivo ma anche il modello a cui dobbiamo ispirarci. Nella pagina del Vangelo di Luca di oggi non è occultata la sua umanità: “A queste parole – sottolinea l’evangelista – ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto”. Il primo impatto che abbiamo con Dio non è rassicurante ma bensì il suo contrario. La fede quando è vera mette in discussione, smonta i nostri castelli di carte, rimette ordine nelle nostre priorità. Maria ci insegna che per prendere sul serio Dio bisogna lasciarsi condurre da Lui attraverso questa modalità. Ricercare nella fede solo ciò che vorremmo è un po’ come confinare l’opera di Dio alle sole nostre sole aspettative. Dio è più grande della nostra immaginazione e delle nostre aspettative e proprio per questo ci chiede di seguirlo un passo la volta senza paura. Maria non segue Dio perché lo ha compreso fino in fondo ma perché si fida fino in fondo. È una grazia molto bella da domandare anche per noi.
(don Epicoco)
La Bibbia e ... Costanza Miriano (il suo nuovo libro)
Miriano e la Bibbia, il centuplo (quaggiù) è qualcosa che “si mangia”
Cristiana Caricato
“Il libro che ci legge” di Costanza Miriano è dedicato alla Bibbia, “il nostro libretto delle istruzioni: ci dice come funzioniamo noi”, ma ci dice anche “chi è Dio”.
CostanzaMiriano è così: o la sia ama alla follia o la si detesta. Io sono fuori quota per entrambe le categorie, vanto una relazione di amicizia che mi pone al riparo dalla scelta, ma compromette la mia oggettività.
Per questo, con pudore, affronto l’impresa di recensire il suo ultimo libro che non ha avuto fortuna critica, nel senso che è stato per di più ignorato, per la malcelata invidia che spesso accompagna, come uno sciame di mosche fastidiose, le uscite di autori di successo. Con l’aggravante dell’irritazione che provoca una blogger orgogliosamente cattolica e fortemente felice.
Perché è innegabile che la Miriano sia una penna che piace e che vende, peccati imperdonabili nella lamentosa editoria nostrana. Ha un pubblico che la segue fedelmente e che affronta ogni tema che lei pone, persino quelli tosti.
Il libro che ci legge, per i tipi della Sonzogno, è dedicato proprio al libro dei libri, e infatti il sottotitolo recita La Bibbia come mappa al tesoro. Ha l’ambizione di proporre un tema ostico ai cattolici di ogni latitudine, abituati da pochi decenni a sfogliare il Vecchio Testamento, accontentandosi dei raccontini in formato bignami di qualche catechismo o di brevi stralci di salmi.
Costanza Miriano affronta quindi la questione divenuta tale per la grande massa di fedeli solo dopo il Concilio Vaticano II, in maniera ispirata, con la scioltezza di scrittura che le è propria, senza rinunciare al tono leggero, oserei dire santamente frivolo, che contraddistingue i suoi lavori. Proprio il contrasto tra lo stile da divertissement e la materia, a cui è consegnata tutta la profondità, permette di godere in maniera nuova e freschissima della Parola Rivelata.
L’esperimento funziona ancora una volta: la Bibbia viene approcciata con la gioiosità di una bambina impegnata nella caccia al tesoro, filtrata da tutto il candido stupore dei piccoli, ma è la sofferta maturità di una donna fatta e finita che tira le conclusioni. Così un “testo multistrato” viene consumato: mangiato e digerito come scrive la stessa Miriano, specificando che la Bibbia dovrebbe avere le pagine “piene di fondotinta, impronte di fette di kiwi, appunti, briciole, chiazze di unto”. Insomma, è un libro che va spezzato e divorato.
Affermazione che mi ha ricordato la pratica di “masticare” il Vangelo, ripetendolo con insistenza, scandendo le parole, delle Piccole Sorelle dell’Agnello, congregazione religiosa nata in Francia che vive radicalmente gli ideali evangelici, accanto agli ultimi, esperienza che avevo conosciuto e frequentato a Lione qualche anno fa.
Nel suo volume, Costanza spiega che la Bibbia è un po’ come “il nostro libretto delle istruzioni: ci dice come funzioniamo noi”, ma ci dice anche “chi è Dio”. Così legge le storie eterne di Giuseppe e i suoi fratelli, di Ester, Davide, Rut e gli altri accostandole a quelle degli amici incontrati navigando in rete e per le autostrade italiane, sempre in corsa, piumata, affaticata, ma anche sempre attenta alla pedagogia di Dio, e al suo operare di sorpresa in sorpresa.
Una narrazione che riesce ad appropriarsi delle vicende bibliche senza snaturarle, né “adattarle” (termine orrendo), ma semplicemente regalando ritratti di cristiani a tutto tondo, così belli da volerli abbracciare e stritolare, così imperfetti da non farti sentire una marziana.
Insomma, ancora una volta il cristianesimo del centuplo, quello che ti rende felice, emerge dalla scrittura di una donna che dona molto di sé al lettore e tutto ciò che ha ricevuto da Dio.
venerdì 3 marzo 2023
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