sabato 15 febbraio 2014
Gianni in Libano in visita alla Comunità del MEC e testimonianza di Elian
Vorrei raccontarvi in due parole che cosa vuol dire essere cristiani in Libano e quale impegno comporti:
• vuol dire essere testimoni e condurre un'intera vita di testimonianza
• essere una persona che si distingue dagli altri nella sua società
• avere una storia e una missione
• essere responsabili del futuro del nostro paese
• vivere una situazione di rischio permanente, nell'instabilità e nell'insicurezza.
Un adulto può sopportare questo impegno e accettarlo, ma questo peso può scoraggiare i giovani, che non vedono una via sicura per il futuro.
Allora che cosa cercano i nostri giovani?
• Come tutti, la felicità
• La fede
• La realizzazione delle promesse che sono state fatte loro
• Risposte fatte di situazioni reali e non soltanto di parole
Di che cosa hanno bisogno?
• Di punti di riferimento in cui identificarsi
• Di esperienze di vita, di avvenimenti quotidiani per scoprire e consolidare la loro identità.
• Di uno spazio per vivere liberamente la loro fede.
• Di capire sè stessi e la realtà che li circonda
Quali risposte offriamo loro nel Mec?
Noi cerchiamo di:
• Offrir loro la possibilità di guardare e valutare la realtà in modo diverso, di allargare l'orizzonte del loro sguardo
• Far rinascere in loro lo sguardo originario capace di distinguere il male dal bene.
• Svegliare in loro il senso di un'appartenenza ad una storia reale, che prende i nomi di famiglia, Mec, Chiesa...
• Far loro sentire che sono amati, accompagnarli e proteggerli.
Su quale strada li lanciamo?
Cerchiamo di trasformare il loro scoraggiamento in impegno e senso di appartenenza».
Elian..per gli amici del Libano.....
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