mercoledì 30 marzo 2011
Giovanni Paolo II disse, in memoria di lui.,."RAFFORZATE L'UOMO INTERIORE!"
domenica 27 marzo 2011
IN UN MONDO MIGLIORE.. .film da vedere....
FILM BELLISSIMO USCITO OGGI IN DVD ( Povertà malata e impaurita.....)
Christian non ride e non perdona mai. Rimasto orfano si trasferisce in Danimarca con il padre, nella nuova scuola incontra Elias, timido, pestato dai bulli d'ordinanza, genitori perfetti sul lavoro e meno nella coppia. I due scolaretti cominceranno insieme un cammino verso il male sotto gli occhi impotenti dei pur coscienziosi genitori.Candidato danese per la corsa agli Oscar 2011, In un mondo migliore è l'ultimo film di Susanne Bier, una delle registe scandinave più famose. Come in Dopo Il Matrimonio, la Bier imposta un racconto spola tra famiglia e diverse realtà: povertà e ricchezza.
In un mondo migliore quindi è un viaggio a colpi di montaggio alternato tra l'Africa dei medici da campo e la Danimarca opulenta dei borghesi. Allieva di Lars Von Trier, la regista ha qualche lascito del dogma: le zoomate improvvise nei momenti cruciali, ma più che forma porta in dote quel contenuto raggelante e intenso, bollino di qualità dei film danesi.
venerdì 25 marzo 2011
GLI AMICI SONO LO SPECCHIO FEDELE DI NOI STESSI...
L'amicizia non è una protesi,una stampella alla quale appoggiarsi.
E' un dono gratuito dello Spirito.
In cambio ti dà,semplicemente,
ciò che tu devi dare a tua volta.
Ti insegna a condividere le infinite Ricchezze della vita.
giovedì 24 marzo 2011
DEDICATO AI MIEI AMICI DEL GRUPPETTO DEL MEC (Giorgio Gaber è un grande !)
Canzone Dell'appartenenza
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell'amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po' della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E' quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell'aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l'abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L'appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un'apparente aggregazione
l'appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L'appartenenza
è un'esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
Sante Gerosa e Capitanio ( i Santi - Martedì 22 Marzo)
Formula per il voto di Carità"
Bartolomea Capitanio la scrive nel 1829 impegnandosi con voto a operare per il bene del prossimo..
A questo scopo promette al Signore piena disponibilità, nello spirito del "Magnificat": Io sono uno strumento povero, che però nelle mani onnipotenti di Dio può fare le cose più grandi.
Mio buon Gesù, so che l'amore per te non va mai disgiunto da un vero amore del prossimo; perciò io, Bartolomea, desiderando di darti gusto in tutto e di assecondare gli impulsi interni, faccio voto di usare al mio prossimo tutta la carità spirituale e corporale che potrò.
Da ora in avanti tutto ciò che Dio mi ha concesso non lo considererò più mio, ma datomi per impiegarlo a vantaggio del mio prossimo.
La vita, la salute, il talento, i pensieri, le parole, le azioni, la roba e tutto quanto potrò avere in mio potere li rivolgerò a vantaggio e a sollievo dei miei cari fratelli.
Per i peccatori offrirò pratiche, orazioni, mortificazioni e ogni volta che mi presenterò ai piedi di te, Crocifisso, ti importunerò e pregherò tanto per la loro conversione che non mi potrai negare questa grazia.
Per impedire il peccato poi farò di tutto e tu avvalora la mia debolezza.
Mi terrò molto cara la gioventù, il mio amato oratorio. Avrò distintamente a cuore le giovani più dissipate e lontane da te.
A queste correrò dietro indefessamente, cercherò tutti i mezzi per insinuarmi nei loro cuori per poi attirarli a te. Se le mie attenzioni non gioveranno, non mi stancherò, anzi raddoppierò le cure e non cesserò finchè non le vedrò tutte tue.
Per gli analfabeti non risparmierò fatica. Quel poco che ho imparato anch'io con carità e pazienza lo insegnerò; andrò io stessa a cercare quelle persone che avessero bisogno di essere istruite e verso queste userò le più caritatevoli attenzioni.
I poveri ammalati e infermi saranno veramente la delizia del mio cuore.
Li visiterò tutti più spesso che potrò, sarò verso di loro operativa con parole e opere, prestando loro i servizi più umili, soccorrendoli e assistendoli, anche in punto di morte se le circostanze e l'obbedienza me lo permetteranno.
Soccorrerò più che potrò i poveri. Procurerò di conoscere quelli che sono veramente bisognosi e a questi farò sentire più largamente la mia carità. Risparmierò il superfluo nel cibo e nel vestito per poter soccorrere maggiormente i poveri e, se per amore di essi mi toccasse soffrire la fame, mi sarà caro. Dove io non potrò giungere, conoscendo un vero bisogno, non mi vergognerò di cercare la carità da altri per soccorrerli.
Mio caro Gesù, di tutto questo faccio voto, ma tu aiuta la mia debolezza. Io sono lo strumento infimo, indegno, incapace. Però, ti prego, trionfa in me con la tua potenza, fà vedere che lo strumento più povero nelle tue mani onnipotenti può fare le cose più grandi.
Io diffido affatto di me stessa, ma confido totalmente in te. Questa dolce confidenza mi anima, mi dà coraggio e mi fa sperare di ottenere tutto da te.
Appoggiata in questa dolce confidenza ardirò, in caso di vera necessità, anche di affrontare i pericoli, sicura che tu avrai cura della tua serva.
Aiutami, buon Gesù, perchè io mi voglio impegnare assai per le tue care creature, e questo per amor tuo.
E mentre penso al bene degli altri, affido interamente a te la cura di me stessa. Pensa tu ai miei bisogni, stammi sempre vicino, sradica dal mio cuore i vizi, piantavi le virtù, fammi santa. In te tutta mi abbandono come cosa tua.
Maria SS., a te mi raccomando di cuore, insegnami tu ad amare il prossimo.
Caro san Luigi, che tanto facesti per il tuo prossimo, dammi il tuo bel cuore caritatevole.
Bartolomea Capitanio la scrive nel 1829 impegnandosi con voto a operare per il bene del prossimo..
A questo scopo promette al Signore piena disponibilità, nello spirito del "Magnificat": Io sono uno strumento povero, che però nelle mani onnipotenti di Dio può fare le cose più grandi.
Mio buon Gesù, so che l'amore per te non va mai disgiunto da un vero amore del prossimo; perciò io, Bartolomea, desiderando di darti gusto in tutto e di assecondare gli impulsi interni, faccio voto di usare al mio prossimo tutta la carità spirituale e corporale che potrò.
Da ora in avanti tutto ciò che Dio mi ha concesso non lo considererò più mio, ma datomi per impiegarlo a vantaggio del mio prossimo.
La vita, la salute, il talento, i pensieri, le parole, le azioni, la roba e tutto quanto potrò avere in mio potere li rivolgerò a vantaggio e a sollievo dei miei cari fratelli.
Per i peccatori offrirò pratiche, orazioni, mortificazioni e ogni volta che mi presenterò ai piedi di te, Crocifisso, ti importunerò e pregherò tanto per la loro conversione che non mi potrai negare questa grazia.
Per impedire il peccato poi farò di tutto e tu avvalora la mia debolezza.
Mi terrò molto cara la gioventù, il mio amato oratorio. Avrò distintamente a cuore le giovani più dissipate e lontane da te.
A queste correrò dietro indefessamente, cercherò tutti i mezzi per insinuarmi nei loro cuori per poi attirarli a te. Se le mie attenzioni non gioveranno, non mi stancherò, anzi raddoppierò le cure e non cesserò finchè non le vedrò tutte tue.
Per gli analfabeti non risparmierò fatica. Quel poco che ho imparato anch'io con carità e pazienza lo insegnerò; andrò io stessa a cercare quelle persone che avessero bisogno di essere istruite e verso queste userò le più caritatevoli attenzioni.
I poveri ammalati e infermi saranno veramente la delizia del mio cuore.
Li visiterò tutti più spesso che potrò, sarò verso di loro operativa con parole e opere, prestando loro i servizi più umili, soccorrendoli e assistendoli, anche in punto di morte se le circostanze e l'obbedienza me lo permetteranno.
Soccorrerò più che potrò i poveri. Procurerò di conoscere quelli che sono veramente bisognosi e a questi farò sentire più largamente la mia carità. Risparmierò il superfluo nel cibo e nel vestito per poter soccorrere maggiormente i poveri e, se per amore di essi mi toccasse soffrire la fame, mi sarà caro. Dove io non potrò giungere, conoscendo un vero bisogno, non mi vergognerò di cercare la carità da altri per soccorrerli.
Mio caro Gesù, di tutto questo faccio voto, ma tu aiuta la mia debolezza. Io sono lo strumento infimo, indegno, incapace. Però, ti prego, trionfa in me con la tua potenza, fà vedere che lo strumento più povero nelle tue mani onnipotenti può fare le cose più grandi.
Io diffido affatto di me stessa, ma confido totalmente in te. Questa dolce confidenza mi anima, mi dà coraggio e mi fa sperare di ottenere tutto da te.
Appoggiata in questa dolce confidenza ardirò, in caso di vera necessità, anche di affrontare i pericoli, sicura che tu avrai cura della tua serva.
Aiutami, buon Gesù, perchè io mi voglio impegnare assai per le tue care creature, e questo per amor tuo.
E mentre penso al bene degli altri, affido interamente a te la cura di me stessa. Pensa tu ai miei bisogni, stammi sempre vicino, sradica dal mio cuore i vizi, piantavi le virtù, fammi santa. In te tutta mi abbandono come cosa tua.
Maria SS., a te mi raccomando di cuore, insegnami tu ad amare il prossimo.
Caro san Luigi, che tanto facesti per il tuo prossimo, dammi il tuo bel cuore caritatevole.
Omnia possum in eo qui me confortat.
Grazie Signore del dono di queste sante.... nate A Lovere......e così vicine a noi...Valter
lunedì 21 marzo 2011
Canto che voglio dedicare insieme a tutti i miei amici del gruppetto..a Pietro
Nei tuoi occhi morenti ho visto il cielo che desideravi
nel tuo sorriso,la speranza che donavi...nel tuo volto,Gesù che amavi.
domenica 20 marzo 2011
La Chiesa..la povertà...il MEC...
Da un intervista del 19 Marzo 2011 allo scrittore Vittorio Messori traggo lo spunto per meditare meglio e capire meglio la nostra Scuola di Cristianesimo e il nostro Movimento. Valter
Vittorio,Mondo e Missione ha appena pubblicato i dati di una ricerca secondo la quale appena il 28% degli italiani dichiara di prender parte alla messa domenicale. Un’altra ricerca condotta dall’Università La Sapienza, attesta che solo al 77,46 % dei bambini nati in Italia nel 2004 è stato amministrato il battesimo contro l’89% del 1991. Non ti sembrano segnali preoccupanti che indicano l’avanzare della secolarizzazione in Italia?
Se pensiamo che prima il cardinal Ratzinger e poi Benedetto XVI ha spesso ripetuto che l’Italia è per lui una consolazione, perché qui la fede e l’istituzione ecclesiale hanno tenuto molto meglio che altrove…Se pensiamo a questo, abbiamo un’idea di come sia ridotto quell’ “altrove”… Eppure, come sai, questo tipo di statistiche non mi hai mai impressionato troppo. Innanzitutto, perché Dio solo sa che ci sia davvero nel cuore di coloro che, pur non essendo più “praticanti”, hanno un contatto con Lui magari maggiore del nostro. E poi, perché la Chiesa non è nostra, la Chiesa è di Cristo, è il suo Corpo stesso. Dunque, non prendiamoci troppo sul serio, elaborando piani e disegnando strategie per un recupero. Cerchiamo di fare il nostro dovere, sino in fondo e, per il resto, ci pensi Lui: a noi sarà chiesto conto dell’impegno, non dei risultati che, appunto, solo da Lui dipendono. Tu ed io, nella nostra miseria, ci diamo da fare, scriviamo libri e giornali di apologetica, facciamo conferenze, cerchiamo – come possiamo… - di vivere un poco da cristiani. Almeno nel senso di non cascare, se ci riesce, nei peccatacci peggiori. È il nostro dovere, è la nostra vocazione cui dobbiamo obbedire. Ma, come sappiamo, qualunque cosa facciamo bene, qualunque cosa diciamo benissimo, non arriveremo mai con le nostre forze a convincere alcuno della verità del Vangelo, se Lui non interviene. In questa prospettiva, è certo che dovremmo contare meno sull’attivismo e più sulla preghiera: forse (nel nostro caso) sarebbe meglio fare qualche articolo in meno e recitare qualche buon rosario in più... Sai, per rimediare a una crisi, a un calo dei consensi, a un rarefarsi dei voti, il Segretario di un partito può esortare i dirigenti a darsi da fare, a scendere tra la gente, a incrementare la propaganda. Ma, grazie a Dio, la Chiesa non è un partito. È un luogo dove la contemplazione di Maria vale di più del darsi da fare di Marta. E la Chiesa non è neppure una multinazionale economica che deve tenere a bada i concorrenti e incrementare il fatturato. La contabilità di questa nostra Comunità non è tenuta da nessun amministratore umano e non sappiamo quanto siano il passivo e l’attivo nei libri contabili del Cielo. In ogni caso, dobbiamo deciderci ad accettarlo: per quanto possiamo vedere, la cristianità, intesa come adesione di massa all’istituzione ecclesiale, è da tempo in disarmo. Ma questo, non mi stancherò di ripeterlo, puoi aiutarci a riscoprire la vocazione che il Signore stesso ha voluto per i suoi: sale, lievito, granello di senape, seme gettato nella terra. Insomma, le famose «piccole comunità attive e creative» di cui ha parlato il Papa e che, parola di Vangelo valgono di più e di meglio delle statistiche apparentemente trionfali di un tempo.
Se pensiamo che prima il cardinal Ratzinger e poi Benedetto XVI ha spesso ripetuto che l’Italia è per lui una consolazione, perché qui la fede e l’istituzione ecclesiale hanno tenuto molto meglio che altrove…Se pensiamo a questo, abbiamo un’idea di come sia ridotto quell’ “altrove”… Eppure, come sai, questo tipo di statistiche non mi hai mai impressionato troppo. Innanzitutto, perché Dio solo sa che ci sia davvero nel cuore di coloro che, pur non essendo più “praticanti”, hanno un contatto con Lui magari maggiore del nostro. E poi, perché la Chiesa non è nostra, la Chiesa è di Cristo, è il suo Corpo stesso. Dunque, non prendiamoci troppo sul serio, elaborando piani e disegnando strategie per un recupero. Cerchiamo di fare il nostro dovere, sino in fondo e, per il resto, ci pensi Lui: a noi sarà chiesto conto dell’impegno, non dei risultati che, appunto, solo da Lui dipendono. Tu ed io, nella nostra miseria, ci diamo da fare, scriviamo libri e giornali di apologetica, facciamo conferenze, cerchiamo – come possiamo… - di vivere un poco da cristiani. Almeno nel senso di non cascare, se ci riesce, nei peccatacci peggiori. È il nostro dovere, è la nostra vocazione cui dobbiamo obbedire. Ma, come sappiamo, qualunque cosa facciamo bene, qualunque cosa diciamo benissimo, non arriveremo mai con le nostre forze a convincere alcuno della verità del Vangelo, se Lui non interviene. In questa prospettiva, è certo che dovremmo contare meno sull’attivismo e più sulla preghiera: forse (nel nostro caso) sarebbe meglio fare qualche articolo in meno e recitare qualche buon rosario in più... Sai, per rimediare a una crisi, a un calo dei consensi, a un rarefarsi dei voti, il Segretario di un partito può esortare i dirigenti a darsi da fare, a scendere tra la gente, a incrementare la propaganda. Ma, grazie a Dio, la Chiesa non è un partito. È un luogo dove la contemplazione di Maria vale di più del darsi da fare di Marta. E la Chiesa non è neppure una multinazionale economica che deve tenere a bada i concorrenti e incrementare il fatturato. La contabilità di questa nostra Comunità non è tenuta da nessun amministratore umano e non sappiamo quanto siano il passivo e l’attivo nei libri contabili del Cielo. In ogni caso, dobbiamo deciderci ad accettarlo: per quanto possiamo vedere, la cristianità, intesa come adesione di massa all’istituzione ecclesiale, è da tempo in disarmo. Ma questo, non mi stancherò di ripeterlo, puoi aiutarci a riscoprire la vocazione che il Signore stesso ha voluto per i suoi: sale, lievito, granello di senape, seme gettato nella terra. Insomma, le famose «piccole comunità attive e creative» di cui ha parlato il Papa e che, parola di Vangelo valgono di più e di meglio delle statistiche apparentemente trionfali di un tempo.
“Quando rischiamo di perdere la speranza…..è il momento in cui possiamo gettarci tra le braccia di Dio…
Quando rischiamo di perdere l’amore…. È il momento in cui scoprire nel proprio arido terreno la sorgente misteriosa dell’Amore stesso di Dio
Quando la nostra fede rischia di vacillare…è il momento di ricordare quanto è grande il bene che
possediamo….
Fede,speranza e carità sono ogni giorno i doni con cui lo Spirito rende la Sua Chiesa e ogni singola anima..povera di ogni umana sicurezza e ricca di ogni dono che viene dall’alto”
Pag.99 del libro “Vi ho chiamato amici “ di Padre Antonio Sicari
sabato 19 marzo 2011
Dolcissimo Gesù
O AMORE INEFFABILE ( Marco Frisina) Testo del canto cantato anche dal Coro S.Luca..ai santi...
Tu, abisso di carità,
pare che sii pazzo delle tue creature chi ti muove a fare tanta misericordia?
L’amore….
L’amore….
O amore ineffabile, dolcissimo Gesù,
o amoroso Verbo, eterna Deità,
sei Fuoco d’amore, eterna Verità
Resurrezione nostra, Signore.
Tu sei somma dolcezza nell’amarezza nostra,
splendore nelle tenebre, sapienza nella stoltezza
Tu sei Signore, Padre, tu sei fratello nostro
Tu sei Deità eterna, purissima bellezza
O Amore, Amore inestimabile, eterna Deità
Pietro.....una roccia...
Parole di vita del giovane frate Pietro Antonini(dell'Addolorata) volato giorni fa alla casa del Padre dopo lunga malattia ....perchè viva sempre in noi il suo ricordo .(tratte dall'omelia di padre Fabio alla cerimonia funebre)
Un caro e affettuoso abbraccio alla sua famiglia.
“Io prometto di non voler essere importante e di non voler stare in prima fila. Prometto di non essere disobbediente e di pregare sempre. E chiedo a Gesù di donarmi un cuore buono, per onorare Lui con la mia vita”.
Oggi riesco a fare piccole cose, ma le faccio come se fossero grandi… E vorrei dire a tutti che la malattia, anche se difficile, non è però un ostacolo; va accettata consapevolmente e può essere vissuta con serenità. Ma ciò che più aiuta, ciò che più mi ha aiutato nei momenti difficili, è stato Dio. Perché Dio ha cambiato la mia vita. Con lui non mi sono mai arrabbiato, ma gli ho sempre offerto i miei dolori, per farli diventare preghiera. La malattia mi ha avvicinato di più al Signore ed ho capito di dover provare le sue stesse fatiche”.
Sapete che Pietro, il 20 febbraio del 2010 si è consacrato al Signore con voti privati, in obbedienza al vescovo, ed è entrato a far parte della famiglia del Carmelo. Né a caso ha ricevuto il nome di
fr. Pietro dell’Addolorata, consacrandosi profondamente al mistero materno e dolce del dolore di Maria. Quanto hanno imparato i frati dalla gioia di questo suo gesto, dalla luce di quel giorno, e che quel giorno era tutta prigioniera dei suoi occhi! :
“Da quel giorno ho avuto il Signore nel cuore e nell’anima e non l’ho più lasciato” precisando così, nel suo atto di consacrazione a Maria nel Carmelo:“Io non ho nulla da donare, ma so di essere un mendicante dell’Amore di Dio e chiedo a te, dolce Maria, il tuo sorriso, il tuo sostegno, la tua intercessione, per cercare davvero l’unione con Dio”.
“Cara famiglia mia, cari frati, cari amici e tutti voi che mi siete stati vicini.. Con voi ho condiviso tante esperienze e tanti momenti significativi. Mi avete aiutato e dato tanto e spero che anch’io sia stato per voi un aiuto sulla strada di Gesù. Sono certo che continuerete a testimoniare il Signore e che chi fra di voi non l’ha ancora trovato lo trovi, anche nel mio ricordo. Ed io vi sarò vicino, sia fisicamente che spiritualmente”
E così, poi, le sue ultime parole: dette in un soffio, ma piene sino al cuore, sino all’ultimo respiro, quelle di una vita intera. Le parole del suo saluto, le parole dei suoi due grandi e unici amori: “Mamma, ti amo. Gesù, io ti amo”.
venerdì 18 marzo 2011
Frasi di Henry Newman a noi vicine....la povertà è saper ringraziare...
Non si fa niente senza sofferenza e senza umiliazione, e tutto può essere fatto con questi mezzi.
Ognuno confronti quanto ha pregato nel momento della prova a quanto ha ringraziato quando le sue preghiere sono state esaudite.
Ho impiegato tutta la vita per imparare a pregare un quarto d'ora.
Spesso ci capita di scoprire la presenza di Dio nella nostra vita solo dopo, quando guardiamo indietro.
Ogni istante ha un senso; si tratta di coglierlo.
giovedì 17 marzo 2011
....IL TUO SPLENDORE BRILLI SU DI NOI
Martedì 15 marzo 2011 Prima meditazione sui Santi
P.Antonio Sicari -Il Beato Cardinale Henry Newman
Preghiamo con le sue parole
HO PENSATO A TE, SIGNORE
Preghiamo
con John Henry Newman
Creatore della luce Risuscitaci a novità di vita Signore misericordioso e gentile Ricorda di che sono fatto Per amore del tuo nome Non dimentico i miei peccati Signore, non mi sgridare Abbi misericordia di me, o Dio Alzerò le mie mani Credo, Signore, in te Aiuta la mia incredulità Speranza di tutta la terra Signore dei morti e dei vivi Signore della messe Signore dei signori Tu che stabilisci ogni autorità Dio nostro e dei nostri figli Unica è la tua compassione Mi affido a te In alto i cuori Te che le stelle inneggiano Ricordiamo nelle nostre preghiere anche il nostro amico ora in cielo Fra Pietro dell'Addolorata | Benedetto sii tu, Signore Confesserò i miei peccati Pietà di me, figlio di Davide Allontana da me il male Concedimi, o Dio Credo in Dio Dio creatore, ascoltaci Dio salvatore, ascoltaci Dio amore, ascoltaci Dio di misericordia, ascoltaci Benedirò il Signore | All'aurora ti cerco Sii misericordioso verso di me Cerco il tuo volto Ascolta, Signore, e abbi pietà Ricordati, Signore Perfeziona in me i tuoi doni Guida i nostri passi Credo Signore, concedi benedizioni Tu, Signore, sii lodato in Sion L'anima mia loda te, Signore Gloria a te, Signore | Ho pensato a te, Signore Signore, sei tu nostro padre Per amore del tuo nome Concedimi il pentimento Signore salvami Difendimi, o Dio Concedimi, o Dio Credo la santa Trinità Eccellente è la tua bontà Apri la tua mano Ricordati d'ogni cristiano Concedi a tutti pace profonda Nell'immensa tua compassione Di tutto il tuo popolo ricordati Concedi pace e amore Il tuo splendore brilli su noi Lode a te di eternità in eternità La sua vita è sta veramente vissuta in compagnia di Gesù Crocifisso | Benedetto sii tu, Signore Convertici, Signore, a te Porgimi l'orecchio e ascolta Fammi grazia, Signore Credo che egli c'è Signore della pace Con Maria tua madre Per la grazia del Signore Gesù Cristo Signore, mio Signore Cosa renderò al Signore? | Fin dal mattino a te la mia preghiera Sii benedetto per il seme che dà vita T'ho resistito, Signore Hai risollevato la mia vita Guardami, Signore Volgiti a me, Dio Per la tua grazia, o Dio O Cristo, santificami Credo che tu m'hai creato Prego per tutti i fratelli in Cristo Sia benedetto il tuo nome Tu sei degno, o Signore Ora è insieme a Gesù Risorto Grazie Pietro... | Signore, sii benigno con noi Elevo a te il mio volto Sei il Dio dei penitenti Gesù maestro, abbi misericordia Signore, perdono Signore, facci dono Credo in te, Padre Figlio Spirito Santo Re del cielo A Dio sia gloria Benedetto, lodato, celebrato Tu solo sei il Santo Dio sarà il nostro Dio, alleluia |
domenica 13 marzo 2011
Prof. Melazzini "La notte oscura"
Incontro ad Adro con prof.Melazzini e la sua testimonianza di vita...In occasione del ritiro
di inizio quaresima del Movimento Ecclesiale Carmelitano
P.Gino ci ha ricordato la tenerezza di SANGUE di Gesù,una tenerezza capace di vincere il male e la morte.
"Forse che il fine della vita è vivere? Non vivere,ma morire e dare in letizia ciò che abbiamo" P.Claudel I video che sono presentati sono la testimonianza del prof. Melazzini a Canale 5....Vale veramente la pena anzi la gioia di sentire parole così cariche di Passione. Walter
di inizio quaresima del Movimento Ecclesiale Carmelitano
P.Gino ci ha ricordato la tenerezza di SANGUE di Gesù,una tenerezza capace di vincere il male e la morte.
"Forse che il fine della vita è vivere? Non vivere,ma morire e dare in letizia ciò che abbiamo" P.Claudel I video che sono presentati sono la testimonianza del prof. Melazzini a Canale 5....Vale veramente la pena anzi la gioia di sentire parole così cariche di Passione. Walter
sabato 12 marzo 2011
UNO DI NOI.....
Osserva il mondo in un altro modo:Cambia il tuo modo di guardare le cose.
Cambiare mondo vuol dire cambiare coscienza.
BUON TEMPO DI QUARESIMA A TUTTI........NEL SIGNORE.....Walter
Cambiare mondo vuol dire cambiare coscienza.
BUON TEMPO DI QUARESIMA A TUTTI........NEL SIGNORE.....Walter
martedì 8 marzo 2011
Incontro gruppetto 7 marzo
Un breve riassunto dell'incontro a casa di Betty:
Gianni ci ricorda che la Chiesa è il prolungamento di Cristo nella Storia
E' una realtà fatta di persone e che è la possibilità attuale di incontrare Cristo.
Ognuno è la Chiesa là dove vive e la Comunità è l'unico luogo dove Tu puoi essere amato,desiderato e cercato....
I Santi hanno sempre amato e difeso la Chiesa....
La lettera testamento di Bhattì è un segno della povertà e carità della Chiesa,vissuta fino al martirio...
Dobbiamo vivere sempre Nell'Amore di Cristo e non solo Per Amore di Cristo e questo in
tutto quello che facciamo..
Ricordiamoci gli impegni per la Quaresima: l'iniziativa dei Quaresimali al Martedì sui Santi , Domenica il Ritiro di Inizio Quaresima, le opere dì Carità del Movimento, l'iniziativa del nostro gruppetto per la Quaresima
La scala santa a Roma.......Agosto 2010....
Vogliamo che Cristo ci renda ricchi? Vivere con intensità il tempo di Quaresima è l'occasione per seguirlo. Walter
Gianni ci ricorda che la Chiesa è il prolungamento di Cristo nella Storia
E' una realtà fatta di persone e che è la possibilità attuale di incontrare Cristo.
Ognuno è la Chiesa là dove vive e la Comunità è l'unico luogo dove Tu puoi essere amato,desiderato e cercato....
I Santi hanno sempre amato e difeso la Chiesa....
La lettera testamento di Bhattì è un segno della povertà e carità della Chiesa,vissuta fino al martirio...
Dobbiamo vivere sempre Nell'Amore di Cristo e non solo Per Amore di Cristo e questo in
tutto quello che facciamo..
Ricordiamoci gli impegni per la Quaresima: l'iniziativa dei Quaresimali al Martedì sui Santi , Domenica il Ritiro di Inizio Quaresima, le opere dì Carità del Movimento, l'iniziativa del nostro gruppetto per la Quaresima
La scala santa a Roma.......Agosto 2010....
Vogliamo che Cristo ci renda ricchi? Vivere con intensità il tempo di Quaresima è l'occasione per seguirlo. Walter
lunedì 7 marzo 2011
POVERTA'
Per giungere dove non sei, devi passare per dove non sei. Per giungere a possedere tutto, non volere possedere niente. Per giungere ad essere tutto, non volere che essere niente.
San Giovanni della Croce
Per giungere.....per giungere ad essere poveri ...non voler che essere ricchi di Lui....
San Giovanni della Croce
Per giungere.....per giungere ad essere poveri ...non voler che essere ricchi di Lui....
sabato 5 marzo 2011
La povertà della Chiesa è la povertà con cui si donano i suoi santi.....
Una testimonianza che arriva al cuore.....
Voglio un posto ai piedi di Gesù» Ecco il testamento di Bhatti
Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.
Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune».
Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri.
Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.
Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna".
Caro Shahabaz ho voluto pubblicare questa tua lettera perchè sono certo che ora tu Gesù lo guardi faccia a faccia in Paradiso.
Grazie perchè ci hai fatto ricchi della tua vita....
E' questa la vera povertà della Chiesa ...da sempre....
Voglio un posto ai piedi di Gesù» Ecco il testamento di Bhatti
di Shahbaz Bhatti
04-03-2011
Quella che segue è una testimonianza di Shahbaz Bhatti, il ministro pachistano per le Minoranze religiose ucciso il 2 marzo da un commando di fondamentalisti islamici che lo hanno "punito" perché cercava di modificare la Legge sulla blasfemia che in 25 anni di applicazione è costata la vita a centinaia di cristiani. Il testo è tratto da "Cristiani in Pakistan. Nelle prove la speranza", Marcianum Press 2008.
"Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia.
"Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia.
Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico.
Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune».
Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora — in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan — Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.
Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri.
Credo che i cristiani del mondo che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.
Voglio dirvi che trovo molta ispirazione nella Sacra Bibbia e nella vita di Gesù Cristo. Più leggo il Nuovo e il Vecchio Testamento, i versetti della Bibbia e la parola del Signore e più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra redenzione e la nostra salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro Signore ha detto: «Vieni con me, prendi la tua croce e seguimi».
I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianze sia Gesù a venirmi incontro.
I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianze sia Gesù a venirmi incontro.
Per cui cerco sempre d’essere d’aiuto, insieme ai miei colleghi, di portare assistenza ai bisognosi, agli affamati, agli assetati.
Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna".
Caro Shahabaz ho voluto pubblicare questa tua lettera perchè sono certo che ora tu Gesù lo guardi faccia a faccia in Paradiso.
Grazie perchè ci hai fatto ricchi della tua vita....
E' questa la vera povertà della Chiesa ...da sempre....
venerdì 4 marzo 2011
San Filippo Neri,la povertà,l'oratorio......così il Signore sarà contento pure Lui....
Vanità di Vanità......i bambini ci suggeriscono come vivere.........fare il bene è stare bene......
."L'avete fatto a Me..."
."L'avete fatto a Me..."
mercoledì 2 marzo 2011
Video dedicato ai tanti miei amici medici
Il Santo medico dei Poveri....Giuseppe Moscati......In questo video c'è tutta la sua RICCA POVERTA'
martedì 1 marzo 2011
Un messaggio dopo la lezione di P.Aldo del 28/2/2011 sulla povertà nella e della Chiesa
"Bisogna che tutti noi troviamo il tempo di restare in silenzio e di contemplare, soprattutto se viviamo nelle metropoli come Londra o New York, dove tutto si muove tanto in fretta. Ecco perchè ho deciso di aprire la prima Casa per le sorelle contemplative (la cui vocazione è pregare per buona parte della ghiornata) a New York anzichè sull'Himalaya: ritenevo che silenzio e contemplazione fossero più necessari nelle città del mondo.
"Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perchè è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perchè ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi".
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"Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di farlo ogni giorno. Puoi pregare in qualsiasi momento, ovunque. Non è necessario trovarsi in una cappella o in chiesa. Puoi pregare al lavoro: il lavoro non deve necessariamente fermare la preghiera nè la preghiera deve fermare il lavoro.".
Il frutto della preghiera è la fede
"Dio è ovunque e in ogni cosa e senza di Lui non possiamo esistere. Io non ho mai dubitato dell'esistenza di Dio, nemmeno per un momento, ma so che talune persone sono dubbiose. Se non credi in Dio, puoi aiutare gli altri facendo opere d'amore, e i frutti di queste opere saranno le grazie che entrano nella tua anima. Comincerai allora, lentamente, ad aprirti e a desiderare la gioia di amare Dio.
"Vi sono moltissime religioni, e ciascuna ha modi diversi di seguire Dio. Io seguo Cristo:
Gesù è il mio Dio,
Gesù è il mio Sposo,
Gesù è la mia Vita,
Gesù è il mio unico Amore,
Gesù è ogni Cosa per me,
Gesù per me è Tutto.
" Per questo non ho mai paura. Faccio il mio lavoro con Gesù, lo faccio per Gesù, lo faccio a Gesù e dunque i frutti sono Suoi non miei. Se hai bisogno di una guida, basta che tu guardi a Gesù.. Devi darti a Lui e affidarti a Lui completamente. Quando lo fai, ogni dubbio viene dissolto, e raggiungi una piena convinzione. Gesù ha detto: <Se non diventerete come bambini, non potrete venire a me>. "............
"La peggiore malattia dell'Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati nè amati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l'unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l'amore. Vi sono molte persone al mondo che muoiono per un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d'amore. E la povertà in Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma è anche povertà spirituale. Vi è fame d'amore, e vi è fame di Dio".....
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"La preghiera attiva è amore, e l'amore attivo è servizio. Cerca in ogni momento di dare incondizionatamente qualsiasi cosa di cui una persona abbia bisogn. L'importante è fare qualche cosa (per quanto piccola) e dimostrare con le proprie azioni, donando il proprio tempo, che si vuol bene. A volte vorrà dire impegnarsi in un lavoro fisico (come facciamo nelle nostre Case per i malati e i moribondi), altre volte offrire sostegno spirituale a chi se ne sta sempre chiuso in casa. Se un malato vuole medicine, dàgli medicine, se ha bisogno di conforto, confortalo".
Il frutto del servizio è la pace......................
"Abbiamo il diritto di vivere felici e in pace. Siamo stati creati per questo - per essere felici - e possiamo trovare la vera felicità e la vera pace solo quando siamo in un rapporto d'amore con Dio: vi è grande felicità nell'amarLo. Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco, perchè ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose cui pensare. Se tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza, allora usala per i Suoi scopi: aiutare gli altri, aiutare i poveri, creare posti di lavoro, dare lavoro agli altri. Non sprecare la tua ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità, libertà, salute e istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per cui dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi.
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"Quando offendiamo i poveri, o ci offendiamo l'un l'altro, offendiamo Dio".
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" Per finire, io ho soltanto un messaggio di pace, quello di amarvi gli uni gli altri come Dio ama ognuno di voi.
Gesù è venuto per portarci la buona novella che Dio ci ama, e desidera che noi ci amiamo l'un l'altro.
E quando verrà il tempo il tempo di morire per tornare nuovamente a casa, da Dio, Egli ci dirà: ''Venite e prendete il Regno preparato per voi, poichè avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato. quanto avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli,
l'avete fatto a me''.
Dio vi benedica.
Madre Teresa".
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