venerdì 29 marzo 2013

La Croce : mistero e ricchezza per l’uomo. ( Roberto )



 La  Croce  ,  nel  nostro  mondo  secolarizzato , è  divenuta , spesso  , un  elemento  decorativo da portare  appresso o da  utilizzare  come  elemento  estetico.

La  Croce di  Cristo è , invece, la chiave  per  capire  il  mistero  dell’uomo.

L’uomo  è  un  mistero a se stesso  e per gli altri , perche’ utilizza  categorie  umane  per  trovare  spiegazioni  ai suoi  perché  :  il  significato  della  sua  venuta  al  mondo, del suo  vivere,del suo  soffrire , del  morire.

Solo  alla  luce  della  Croce  e di  Colui  che  vi  “ aderisce “( Cristo )  riesce  a  dare  una  spiegazione  a questi  interrogativi.

Si  riceve  la vita  come  un  dono  d’amore  di  Dio Creatore  .  La  vita,poi, a  causa  della  estrema fragilita’ umana,sia  di corpo che di spirito ,  è  incline  alla  corruzione: lo  vediamo nella  malattia fisica ,esperienza  normale  di  ogni  essere  umano . La  malattia   fisica  puo’, talora,   essere  talmente problematica da  consegnare  all’uomo- creatura  una  vita  di perenne  sofferenza  di cui  non si  capisce    il  perché    il  fine:  perché  soffro?  pechè dovro’ soffrire  finche’ avro’  vita ?

La  Croce  di  Cristo  ci  spiega  che soffriamo per  un  qualcosa  di  piu’  grande: nella nostra  vita  dobbiamo pensare sempre  a    un  di  piu’ “  dobbiamo  sempre  desiderare  cose  grandi , perche’  così  siamo fatti ( ce  l’abbiamo  scritto  dentro  di noi  , sebbene  spesso  non   ce ne  accorgiamo ).

La  Croce di  Cristo,  pedagogicamente , ci  spiega  che  la  nostra  sofferenza, la  nostra  malattia, il  nostro  grigiore quotidiano  possono essere attaccati  ad essa e,  se con  fede semplice  lo  accettiamo, vengono  riscattati  dalla  Resurrezione  di Cristo; le  nostre sofferenze, malattie, mancanze  di  significato  della  vita, 

vengono  trasformate   in  sofferenze  benedette,malattie  offerte  per  il  bene  degli  altri e  della  Chiesa, in  Vita piena  di amore ricevuto  prima che  donato.



Proviamo,quando siamo nella  sofferenza più  dura,dopo che è passato  lo  stordimento iniziale, ad  “inchiodare”  la  nostra  personale  sofferenza alla   Croce : acquisira’  un  significato  diverso;  non  torneremo dalla  Croce  immutati , ma  profondamente   cambiati  , perché il Gesù  Crocifisso  si comporta  con  noi ,qui  ed  ora , nello stesso  modo in  cui     si  comportava  più di 2000 anni  fa sul  Golgota ( ha perdonato il  ladrone e ne  ha fatto  il  I° Santo ). In altre prole  Cristo ha  la  capacita’  di  trasformare le cose, la  realta’.

Anche  adesso, durante  il  Sacrificio della  Messa si trasforma  la  morte  in  vita, la  malattia  dell’anima in  salute, ( e  perche’non  la  malattia  fisica  ? ).  La  nostra   fede, se  grande, ci  aiutera’ anche  nelle  nostre  necessita’  materiali.

Questa realta’(la Croce ) , che dona  la  liberazione dell’ uomo dalle  catene  che  lo tengono  prigioniero, porta con sé ,però, un  impegno : quello  di  accorgerci  delle  croci  che  affliggono  i  nostri  fratelli: dobbiamo essere noi stessi portatori  di Resurrezione .  Quindi,se  vediamo un fratello  che  soffre, cerchiamo  di  vedere  in  Lui   lo stesso  Gesù  che  soffre in Croce  e   cerchiamo  con  la  nostra  carita’  di  aiutarlo in  modo  che  dalla  sua  croce  nasca  una  realta’  nuova: una  realta’  risorta .

Cerchiamo,in altri  termini,di  togliere ( per quanto  ci è  possibile )  la  croce   a  chi  la  porta  e  di  essere noi  stessi  motivo  di  resurrezione.

Molti  sono  gli  esempi  pratici  che  si  possono  portare a  questo  riguardo:  pensiamo a quando  curiamo  un  malato: togliamo  a  lui  un po’ il peso della sua  malattia   e  lo  portiamo  a  una  vita

 nuova.   Se  vediamo  un amico  soffrire  nell’anima, a  volte  basta  occuparci  di  lui,patire  con  lui ( com-patire ) ; una  semplice  telefonata  lo  puo’  risollevare  dal peso  di  quella  croce  che  stava   portando  da  solo.

La  Croce è una  ricchezza  enorme,il Tesoro  dei  Tesori :  siamo  ben fortunati  che   Cristo  ci  abbia  lasciato  il   Sacrificio  Eucaristico  in  cui  si  rinnova  il   Suo  sacrificio sul  Calvario e in cui  si  passa  dal dolore  e  dalla  morte  alla  vita  risorta.

Quindi,non    abbiamo  paura  di  inchiodare  alla  Croce i nostri dubbi,le  nostre  lacerazioni  , le  nostre  sofferenze  :  questa  ce  li  restituira’ trasformati.



Quando ci  ritiriamo in preghiera nella  nostra  solitudine,  non  abbiamo   paura  di  dire: “  Gesù  Crocifisso  attacco  alla Tua   Croce   questa  sofferenza  perche’ sia  offerta   per  il  bene  della  Chiesa,  in  riparazione  dei  peccati  miei  e   dell’umanita’  . “

Vedremo  che  Gesù  trasformera’  le  nostre   sofferenze:  non  saremo  piu’  uguali  a  prima ,  ma  degli  uomini  salvati, coraggiosi e  , soprattutto  redenti. Il  nostro  male , se  non  sara’  scomparso,   risultera’ trasformato.

(Roberto mi ha inviato questa riflessione per condividerla con tutti...)




Nessun commento:

Posta un commento