sabato 30 aprile 2011

BEATO GIOVANNI PAOLO II

Ti abbiamo avuto come Padre...perchè sei stato fino in fondo figlio di Dio e della Chiesa.
Da domani possiamo veramente dire : Prega ed intercedi per noi presso il Padre celeste, per  i giovani,per le nostre famiglie,per le nazioni e per il mondo intero...              Pater Noster....

giovedì 28 aprile 2011

"FELICI COME UNA PASQUA"? ..

Questi sono 2 amici che ci fanno ridere...
Si parte domandandosi come è andata la Pasqua....e si arriva...
Il nostro gruppetto è felice anche perchè si  ride insieme.....anche delle battute "fredde".... come questa...

"Sai come chiamerebbero Berlusconi se lo facessero Papa?"
"No"
"Pio tutto"


"Considera l'incontro di due amici come un miracolo sulla tua strada,qualcosa di libero,disinteressato,senza più gelosie e volontà di possesso.Allora l'amicizia diventerà un'esperienza interiore"
(frase tratta dal libro: 500 precetti per una vita felice" di Dugpa Rimboge Oscar Mondadori)

............"L'ateo non dovrebbe possedere l'osso sacro"

mercoledì 27 aprile 2011

LA CHIESA E' POVERA PERCHE' E' FATTA DI UOMINI CHE APPARTENGONO TOTALMENTE A CRISTO

Si stanno ultimando gli ultimi preparativi per la grande giornata del 1 Maggio , giornata della Beatificazione del caro Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtila), giornata della Divina Misericordia.
Con tutto il cuore  vi offriamo  il video di una canzone a Lui dedicata...

"A Gesù Cristo si possono donare soltanto dei santi,cioè:uomini che gli appartengono totalmente.
Questa è la caratteristica povertà della Chiesa e la maniera con cui ella deve sapersi collocare a fianco dei più emarginati.....
....una scelta di povertà che sta altrove : sta nell'accogliere la ricchezza di Cristo,senza inquinarla con le nostre false ricchezze"       pag.98 e pag 101 della nostra scuola di Cristianesimo....

POVERTA' MALATA

Articolo di giornale: 

La crisi è finita e ora se lo possono permettere

Lunedì, 25 Aprile 2011.


E’ boom di divorzi in America. Dopo un periodo relativamente tranquillo, durante il quale erano diminuite le richieste di separazione negli Stati Uniti d’America, ecco che oggi moltissime coppie sposate sono tornate dal giudice per chiedere che il loro matrimonio finisca qui. Come mai? Cosa è successo? Prima andavano tutti d’amore e d’accordo e poi all’improvviso l’incantesimo si è rotto? Niente di tutto ciò. Gli Stati Uniti d’America stanno uscendo dalla loro crisi economica ed ora gli americani hanno a disposizione più soldi.
Durante la crisi economica gli americani hanno dovuto rinunciare alle spese superflue. E tra queste figuravano anche quelle relative al divorzio. Si spiega in questo modo l’aumento del 25 per cento delle cause di divorzio. E gli esperti sorridono a questa nuova fase: vuole dire che se le famiglie americane hanno soldi per divorziare, allora la crisi economica è passata.

Nel 2009, l’anno peggiore della crisi economica, le cause di divorzio si sono drasticamente ridotte. Con conseguente disperazione da parte degli avvocati che hanno attraversato il loro periodo più nero. Ma ecco che nel 2010 le cose hanno cominciato a cambiare. Le coppie hanno cominciato di nuovo ad affidarsi ai legali per rompere i loro matrimoni.

Chissà che fatica per queste coppie doversi sopportare nel periodo più nero della storia economica americana. Già dovevano fare i conti con i soldi che non c’erano e con il lavoro che spesso mancava. In più dovevano sopportare a casa un partner che non potevano nemmeno vedere. Adesso per loro finalmente uno spiraglio … Per la gioia degli avvocati divorzisti!
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Pag.92 della Scuola di Cristianesimo sul libro di P.Antonio Sicari "Ci ha chiamati amici" :
"Coloro che sono detti ricchi sono quelli che riescono a trovare forme compensatrici della propria miseria (ed è per questo che una tale ricchezza può coesistere nella stessa persona con forme tragiche di povertà intellettuale,morale,affettiva ecc..)"
"La polemica di Gesù contro la ricchezza e contro i ricchi insipienti-che il Vangelo testimonia ampiamente-andava appunto nella direzione di rivelare l'estrema povertà che si nasconde e si difende dietro alle maschere di ricchezza"
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Abbiamo trovato un nuovo indicatore del benessere economico di una nazione?
O stiamo progressivamente perdendo la disponibilità a donare noi stessi
cercando più di accaparrarci dei beni che di fare il bene?  Walter


lunedì 25 aprile 2011

Gita a Schilpario

Grazie a Nicoletta e a suo marito abbiamo vissuto una bellissima giornata a Schilpario..
Se la Pasqua si vede dal giorno dopo.....possiamo dire che certamente l'amicizia ci rende ricchi.

"L'amicizia è come il profumo dei fiori,odora chi sta in sua presenza.Non cercare di tagliarla o sradicarla per portarla gelosamente con te:la faresti morire....lascia che viva libera e felice e non la perderai più"
 




domenica 24 aprile 2011

ALLELUIA......con musica moderna

Mia figlia ventunenne ha trovato in rete questo complesso di musica religiosa moderna..
Vorremmo dedicare a tutti un canto"giovane".,un ALLELUIA cantato in coro e se anche questo complesso HILLSONG è un complesso cristiano non cattolico QUI si sente la gioa verso Cristo Risorto e quindi...
ALLELUIA A CRISTO CHE CI HA APERTO LE PORTE DEL CIELO, RICCHEZZA INFINITA.
BUONA PASQUA.....  Walter

I GIOVANI HANNO BISOGNO DI RESURREZIONE

 Cari amici.in occasione della Pasqua,ho trovato questo articolo che è un pò anche "nostro"...pensando ai nostri figli e ai figli dei nostri figli...è la testimonianza che Gesù è vivo e presente ..oggi

La forza di Gesù (la vita, la morte, quei 7 mila ragazzi e Caterina)

23 aprile 2011 / In News .. Libero

Tutti nel mondo, in questi mesi, vedono tumulti, catastrofi e caos. Analisti e media brancolano nel buio. Tutto dà segno di disfacimento. Un invisibile tsunami ci sta travolgendo.
Eppure io conosco i segni di una primavera nascosta. Ma bisogna volgere lo sguardo altrove. Bisogna accorgersi di qualcosa che sta accadendo nel silenzio, lontano dai riflettori.
Come quando stava crollando l’impero romano e sembrava vi fossero solo le rovine e le orde barbariche e i lupi che infestavano ogni luogo: invece qualcuno silenziosamente stava piantando il seme di una nuova civiltà e della città di Dio.
Dunque non guardate dove guardano tutti i media, cioè verso le rovine, perché la novità e la speranza non vengono dalla politica, dall’economia, dagli stati, dagli intellettuali, dagli eserciti o dalle sedicenti rivoluzioni.
La novità vera sembra fragile e silenziosa come le gemme che spuntano a rinnovare la vita di un bosco.
Dice Péguy che quando vedi una gemma ti sembra una cosa tanto piccola e fragile che sembra insignificante confrontata alla grande foresta.
Eppure senza quella gemma tutta quella foresta secca non sarebbe che legna da ardere, non sarebbe che un cimitero. Non avrebbe alcuna speranza.
E dunque oggi voglio raccontarvi come spunta una gemma nella foresta morta. Una gemma che sfida lo tsunami del tempo, del dolore e della morte.
Un fatto strano
Immaginate 7 mila giovani fra i 19 e i 15 anni. E pensateli a Rimini, sulla riva del mare. Di sicuro vi viene in mente un gran baccano.
Invece questa immensa folla di giovani sulla sponda dell’infinito era in un silenzio assoluto e commosso, che lasciava sentire la brezza e il rumore delle onde.
E’ accaduto venerdì scorso, venerdì santo, dalle ore 13 alle 18. Settemila giovani dietro a una croce. Anzi dietro al “più bello fra i figli dell’uomo”, dietro all’Inimmaginabile, dietro all’unico uomo veramente affascinante della storia.
L’unico re, umile e veramente potente. L’unico amico fedele, l’unico che ha pietà di noi uomini.
Non crediate che si tratti di extraterrestri. Sono i nostri figli. Frequentano licei e istituti tecnici. Sono normalissimi ragazzi italiani dell’anno di grazia 2011.
Volti normali, abbigliamento tipico della loro generazione, chi col piercing, chi con la coda di cavallo, chi col bordo delle mutande che spunta sotto i jeans.
Non sono ragazzi che non fanno peccati, anzi sono qui proprio perché – come tutti gli altri – li fanno: sono venuti per questo, perché sentono il bisogno dell’abbraccio di un Padre buono, che perdona, di un Amico grande, che non tradisce mai e che medica le loro ferite.
Non sono qui perché non s’innamorano: ma, al contrario, sono qui proprio perché s’innamorano e vogliono capire chi e cosa mai potrà colmare questa loro sete d’amore che è più grande del mare, più immensa, più misteriosa e profonda dei suoi fondali.
Il loro raduno – organizzato da Gioventù studentesca (CL) – era cominciato il giovedì santo, alla fiera di Rimini, proprio con le immagini dello tsunami in Giappone avvolte da una musica che struggeva il cuore.
Don Eugenio Nembrini ha suggellato quelle immagini con una domanda che mette ognuno con le spalle al muro: “che cosa sta in piedi nella vita?”.
Tutto infatti è spazzato via dal tempo e dalla morte. Tutto. Anche il potere più formidabile è ridotto in polvere e non resta nulla.
E così sembra che non valga la pena vivere o pare che si possa vivere solo cinicamente.
Ma cosa può restare in piedi e resistere alla distruzione del tempo, del dolore, del male e della morte?
Il motto degli antichi monaci certosini diceva: “Stat Crux dum volvitur orbis”. Che vuol dire: solo l’uomo della Croce rimane invincibile, mentre tutto nel mondo passa e tutto crolla.
Resta solo il potere dell’Amore, di “Colui che ha preso sulle sue spalle la croce di ognuno di noi, Colui che ha portato tutte le croci del mondo”, come ha detto don Eugenio.
“Lascieretelo voi?”
L’immensa via crucis dei giovani sfilava in silenzio dietro la croce fra gli alberi del parco Marecchia a Rimini, verso il ponte di Tiberio, fra le note sublimi dello “Stabat mater” di Pergolesi, poi dell’antico canto polifonico “O cor soave/ cor del mio Signore…”.
Un passante, in bicicletta, si è fermato sbalordito e ha chiesto: “ma chi siete? Cosa state facendo?”.
Un ragazzo del “servizio d’ordine” gli ha risposto: “siamo studenti, è venerdì santo: stiamo facendo la Via crucis”. Quell’uomo, commosso, si è messo in ginocchio e ha mormorato: “Dio sia benedetto!”.
Intanto quella fiumana di giovinezza si era fermata a una nuova stazione. Per il lungo cammino qualcuno in fondo si distrae e parlotta.
Ma quando viene letto il vangelo della crocifissione e alla fine don Eugenio dice: “Cristo ha dato la vita per noi e muore per noi”, tutti tacciono di colpo e come un’onda silenziosa si inginocchiano commossi.
Proprio tutti i settemila giovani: sono stati cinque minuti infiniti di silenzio che hanno abbracciato il loro cuore e il mondo, tutti i destini e tutto il tempo, da Adamo al Giudizio universale.
Poi il coro, un meraviglioso coro di ragazzi, ha intonato una laude cinquecentesca a quattro voci che lacera l’anima: “Cristo al morir tendea”.
L’intreccio fantastico delle voci ripete le parole che secondo l’autore Maria ha rivolto agli amici di Gesù: “Or, se per trarvi al ciel dà l’alma e ‘l core,/ Lascieretelo voi per altro amore?”.
Prosegue così: “ben sa, ben sa che fuggirete/ di gran timore e al fin vi nascondrete/ Ed ei pur come Agnel che tace e muore/ svenerassi per voi d’immenso amore”.
Quel canto si conclude con questa strofa: “Dunque diletti miei/ se a dura croce, in man d’iniqui e rei/ dà per salvarvi ‘l sangue e l’alma e ‘l core/ Lascieretelo voi per altro amore?”.
E’ un canto a cui sono personalmente affezionato anche perché è uno dei prediletti della mia Caterina.   (ndr. …  sua figlia è molto malata..)
Caterina è cresciuta in questa stupenda compagnia che fa ardere i cuori dei giovani per la Bellezza e la Verità. E’ stata educata da gesti così.
Una mano potente
E quando uno tsunami violentissimo ha investito la sua giovane vita e tutti pensavano e dicevano che ormai non c’era più niente da fare, che Caterina non c’era più, una mano potente l’ha afferrata, quella del Re umile che tante volte lei aveva cantato, e la sua mano benedetta e invincibile l’ha fatta riemergere dall’oceano oscuro del coma. Anzitutto attraverso la voce e i volti di chi l’ama perdutamente.
Ora Caterina sta nuotando verso riva: è una traversata defatigante e durissima, ma una grande catena umana la sostiene: quella compagnia che è il volto e la carezza del Nazareno nel mondo.
Dalla sua faticosa croce Caterina partecipa alla salvezza del mondo. “La Bellezza salverà il mondo”, annunciava Dostoevskij, e lei è parte di questa Bellezza.
Diversi di quei ragazzi presenti a Rimini nei mesi scorsi mi avevano scritto, colpiti e commossi dalla storia di Caterina e dal suo sorriso, dal suo canto, dai suoi amici e dall’amore del suo ragazzo che è più forte della morte e dello tsunami.
Per molti di loro Caterina è diventata una sorta di eroina, ben più ammirabile dei miti e dei mitomani imposti dai media, dalla politica, dai giornali.
Ma la forza di Caterina è la stessa che ha portato loro lì a Rimini, che fa fiorire la primavera, che dà senso alla vita, che ha ispirato a Michelangelo la Pietà, che commuove i cuori e muove le galassie.
La forza di Colui che ha vinto il mondo e ha vinto la morte.

Antonio Socci




BUONA PASQUA......."..LA GLORIA DI DIO E' CHE L'UOMO VIVA.".....

Victimæ paschali laudes immolent Christiani.
Agnus redemit oves: Christus innocens Patri reconciliavit peccatores.
Mors et Vita duello conflixere mirando: Dux Vitæ mortuus, regnat vivus.
Dic nobis, Maria, quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis,
angelicos testes, sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea: præcedet suos in Galilaeam.
Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: Tu nobis, victor Rex, miserere.
Amen. Alleluia.

Traduzione in lingua italiana

Alla vittima pasquale, si innalzi il sacrificio di lode, l'Agnello ha redento il gregge, Cristo l'innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.  Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo. Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto; e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti; Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea. Siamo certi che Cristo è veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. Amen. Alleluia.
Cari amici....è con tutto il cuore che vi auguro Buona Pasqua !!!!
Gesù è venuto per starci sempre vicini...
Lui è un Dio fedele per l'eternità
A Lui tutto il nostro amore perchè dalla Sua Pasqua l'ultima solitudine è Vinta....

mercoledì 20 aprile 2011

Venerdì Santo....Fare i conti con quei chiodi....

Fare i conti con quei chiodi

L’Italia è stata assolta dalla colpa di ledere i diritti umani per la presenza di un crocifisso su una parete, colpevole – per alcuni – di indottrinare con la sua presenza. Era necessaria l’assoluzione della Corte europea. Amen. Se togliamo il crocifisso dovremmo anche eliminare dal nostro calendario, se non le vacanze di Natale, almeno quelle di Pasqua, andare al lavoro anche la domenica, per non subire la violenza della risurrezione di quel crocifisso che ci obbliga a dormire fino a mezzogiorno, stare con la nostra famiglia e mangiare un dolce, senza avere ragioni particolari per festeggiare…
I crocifissi non ci sono sempre stati. Non già alle pareti delle scuole, ma delle chiese. Solo nel V secolo compaiono i primi. Non si può rappresentare Dio in croce: è scandaloso, sia per gli ebrei sia per i pagani, e quindi anche per i cristiani, che provenivano culturalmente da quelle file. Pochi sono i crocifissi, qualcuno in più in età carolingia, finché Francesco ne fa il baluardo della sua preghiera, a partire da San Damiano. Così fiorisce l’immagine del crocifisso nell’arte e nella devozione privata, e conquista anche le pareti degli edifici pubblici. Sono necessari?
Ogni luogo ha i suoi arredi. In chiesa voglio trovare un crocifisso, in classe una lavagna. Non si tratta di mettere crocifissi dove non è necessario che stiano, né toglierli da dove sono sempre stati. Lo scriveva già la Ginzburg, ebrea, negli anni ’80: «Il crocifisso non genera discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in classe, possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino. Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini… A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola».
Va oltre Potok ne Il mio nome è Asher Lev, primo di due romanzi meravigliosi, in cui il protagonista è un ragazzo che ha talento per la pittura. La sua vocazione di artista è minacciata dall’appartenenza a una famiglia di ebrei osservanti. Nel chassidismo infatti le immagini sono un inaccettabile tentativo di scimmiottare la creazione divina, così il padre del ragazzo ostacola la vocazione artistica del figlio come fosse un peccato. Asher persegue ugualmente il suo talento e intanto scopre il nascosto dramma della madre. Così rappresenta nel suo dipinto più famoso la madre crocifissa e, ai suoi piedi, lui e suo padre. Viene allontanato dalla comunità, nonostante il suo tentativo di giustificarsi: «Per tutto il dolore che hai sofferto, mamma. Per il Padrone dell’Universo il cui mondo di sofferenza io non capisco. Io, un ebreo osservante che lavora su una crocifissione perché nella tradizione religiosa non esiste alcun modello estetico al quale far risalire un quadro di angoscia e tormento estremi».
Diceva Eliot che nessuna cultura può comparire e svilupparsi senza una religione e la cultura di un popolo è l’incarnazione della sua religione. Non sono i crocifissi appesi alle pareti, ma viceversa. In quella croce c’è la verticalità che collega cielo e terra, la fame di altezza e profondità che caratterizza persino la struttura del corpo umano rispetto a quella degli animali, e c’è l’orizzontalità che abbraccia tutto e tutti.
Forse il crocifisso è tornato osceno come lo è stato nei primi secoli del cristianesimo. Forse lo toglieremo e ci colpirà ancor più la sua assenza, come mi ha detto un amico: «Chi toglie il crocifisso dai muri non può non fare i conti con il segno dei chiodi».
Questo articolo è stato scritto da Prof 2.0. (Alessandro d'Avenia)

Alessandro d'Avenia ha scritto il bellissimo libro "Bianca come il latte,rossa come il sangue"
Leggetene la recensione sul blog dello scrittore   :

http://www.profduepuntozero.it

Giovedì Santo....o vivo pan verace...sol Tu puoi darci pace....

Giovedì Santo......Gesù ci fa ricchi col suo corpo e il suo sangue....
Facciamo del nostro cuore un piccolo tabernacolo.....
"Non è per restare nel ciborio d'oro che Gesù discende ogni giorno dal cielo,ma per trovare un altro cielo che gli è infinitamente più caro del primo:il cielo dell'anima nostra,fatta ad immagine sua,il tempio vivo dell'adorabile Trinità"  (S.Teresa di Gesù Bambino)

lunedì 18 aprile 2011

Via Crucis del gruppetto

Ieri,domenica 17 Aprile,il gruppetto ha vissuto il rito della Via Crucis insieme,organizzandolo come già da 5 anni
in una chiesetta sul Monte Maddalena a Brescia.
Da 3 anni viene organizzata nel chiostro della chiesa di San Gottardo (che si vede nelle 2 fotografie)
Eravamo una ventina di persone e tutti hanno partecipato attivamente a questo gesto.




Poi nel gesto conviviale conclusivo di una pizza mangiata insieme ci siamo scambiati le nostre sensazioni
unite agli auguri anticipati di Buona Pasqua.

Abbiamo festeggiato anche i compleanni di Betty e Roberto.AUGURIIIIIIIIII!!!!!!! col brindisi e la chitarra.
Ci siamo dati appuntamento per la Via Crucis cittadina di Mercoledì con il Vescovo e per Giovedì,Venerdì e Sabato Santo dai Frati in Castello.

domenica 17 aprile 2011

La morte vi parlerà della Resurrezione

A tutti gli amici del blog...dedico questo bellissimo testo poetico di Madeline Delbrel
in occasione della Settimana Santa.
Ricordiamoci insieme ......a Gerusalemme tra gli osanna...a tavola con Gesù per il suo Santo pasto, nell'orto degli ulivi ,tra la folla nel Sinedrio,alla salita del Calvario... fino ai piedi della croce
e viviamo questa Spogliazione di Gesù come La Ricchezza donata ad ognuno di noi..


"Beati i poveri di spirito...perchè di essi è il Regno dei Cieli"
Essere poveri non è interessante:tutti i poveri sono di questo parere:
Ciò che è interessante:possedere il Regno dei Cieli,ma i poveri soltanto lo possiedono.
Perciò non pensate che la nostra gioia sia nel trascorrere i giorni
a vuotare le nostre mani e le teste e i cuori.
La nostra gioia è passare i giorni a scavare un posto nelle nostre mani,e nelle teste e nei cuori,
per il Regno dei Cieli che viene.......
Perchè è inaudito saperlo così vicino,sapere Dio così vicino a noi,è prodigioso sapere il suo amore talmente possibile in noi e su di noi,
e non aprirgli questa porta unica e semplice
della povertà di spirito......


Iniziate le vostre giornate senza idee prefabbricate in anticipo 
e senza una già prevista stanchezza,
senza progetti su Dio,e senza ricordi su di Lui,
senza entusiasmi, senza biblioteca, incontro a Lui.
Partite senza carta stradale per scoprirlo,sapendo che  
Egli si trova lungo il cammino e non al suo termine:
Non tentate di trovarlo con ricette originali,
ma lasciatevi trovare da Lui nella povertà di una vita banale.
La monotonia è una povertà, accettatela, non cercate i bei viaggi immaginari.
Che le varietà del Regno di Dio possano bastarvi e rallegratevi.
Disinteressatevi della vostra vita,perchè è una ricchezza preoccuparsene così tanto,
allora la vecchiaia vi parlerà della nascita,e la morte vi parlerà di resurrezione.
Il tempo vi sembrerà una piccola piega sulla grande eternità,
e voi giudicherete tutte le cose secondo le sue tracce eterne...... 

E quando impoveriti di tutto non riuscirete più a vedere nel mondo
che una casa depredata,
e in voi vedrete soltanto un'indigenza senza volto,
pensate a quegli occhi segreti aperti nel centro della vostra anima,
fissi a cose ineffabili,
perchè il Regno dei cieli è vicino. 

(Madeleine Delbrel)




......

lunedì 11 aprile 2011

San Giuseppe... Tu hai veramente protetto il BAMBINO...hai reso ricca la nostra vita,,,

Canto in inglese...Inno a San Giuseppe...cantato dalle Suore Benedettine (USA)...non riesco a trovare il testo in italiano..
Sarebbe bello che mi aiutiate perchè per me è bellissimo...cosa ne dite?
Prepararsi a domani sera perchè c'è l'ultimo ritratto di Santi di questa quaresima e indovinate su chi è ?

"Lo spirito dell'infanzia ci rende RICCHI in eterno"   .... e tu Giuseppe lo hai veramente vissuto....

domenica 10 aprile 2011

Movimento Ecclesiale Carmelitano Blog Gruppetto.... RISPOSTA

A margine dell'incontro avuto con il Prof.Donati,ho trovato queste sue righe da un'intervista pubblicata su un giornale e che parlava di POVERTA' RELAZIONALE ED ECONOMICA DELLA FAMIGLIA...

Professor Donati, quali fatiche“abitano” oggi le famiglie italiane?

«Di getto direi la fatica di vivere, dentro le relazioni e fuori delle relazioni familiari.
In termini un po’ più riflessivi,bisogna osservare però che la nozione di “famiglie italiane”
è troppo generica: i problemi al Nord non sono quelli del Sud, i problemi delle famiglie
di classe medio-alta non sono quelli delle classi sociali più basse, le coppie giovani hanno
altri problemi delle coppie anziane, e così via. In sintesi direi che le fatiche delle famiglie di classe
sociale più bassa sono le povertà materiali tradizionali: difficoltà del lavoro, della casa ecc.
Le fatiche delle famiglie di classe sociale medioalta riguardano di più le “povertà
morali”: che senso dare alla propria vita, incapacità di amare, di sperare, facili stati
di depressione, incapacità di accogliere le famiglie degli altri, come gli immigrati, che
mettono in gioco la loro identità e sicurezza. Non che le famiglie di classe più bassa non
abbiano queste “fatiche”, ma spesso sanno anche essere meno grette e chiuse, più generose,
se si dà loro modo di poter respirare una vita familiare più serena».

Quando queste fatiche diventano occasione di esclusione sociale?

«Quando diventano irreversibili, ossia quando diventano croniche e non c’è più modo
di poterle cambiare. Le famiglie che sperimentano di più l’esclusione sociale sono
quelle discriminate in modo permanente, come le famiglie numerose, o le madri sole dopo
separazioni o divorzi traumatici, o ancora le famiglie immigrate che non sono state
accolte bene. Per evitare di incorrere nell’esclusione sociale, occorre che una famiglia possa ripensarsi,
ri-generarsi come famiglia ».

La famiglia vive una perdita di ruolo o al contrario è sempre più il luogo dove si decide il benessere o meno
della persona?

«La famiglia è stata e continua a essere bistrattata da gran parte della società. Molti non la riconoscono più, dicono che non c’è, ma questa è solo una percezione distorta, alimentata dai mezzi di comunicazione.
Nella vita quotidiana essa continua ad assolvere una quantità impressionante e crescente di funzioni. Ciò vale
per la gran parte della popolazione. 

Per un certo numero di individui (un numero calcolabile intorno al 20-25 per cento della popolazione)è vero che le cose vanno diversamente,nel senso che hanno situazioni familiari più problematiche, ma qui bisognerebbe fare molte distinzioni.
Le persone che rifiutano di fare famiglia ricevono dure risposte dalla realtà: entrano in situazioni di crisi, materiale o morale. Possiamo dire che la famiglia diventa più decisiva per il destino delle singole
persone, ma la cultura in cui viviamo dice loro il contrario.
   

         
Incontro tra Padre Antonio e le  famiglie
Occorre che il nuovo welfare
sia, come io lo chiamo, “relazionale”,
ossia capace di dare
alle famiglie non solo benefici
e servizi di emergenza
contro i rischi di povertà e di
emarginazione, ma soprattutto
le condizioni di contesto
nelle quali le famiglie possano
diventare protagoniste del loro
stesso benessere umano e
materiale.


Pierpaolo Donati

MEC    = FAMIGLIA DI FAMIGLIE......GRAZIE

venerdì 8 aprile 2011

mercoledì 6 aprile 2011

Chiara Luce Badano è diventata un dono per tutti

8 minuti in compagnia di Chiara Luce......una gioia sapere che lei ci vede e ci sorride dal Paradiso.
Una Ricca Povertà
"Nella vicenda dei giovani Santi, è certamente in atto una particolare pedagogia divina: con loro e per loro Dio ha dovuto "avere fretta" nell'amore: Lui ha dovuto essere molto RICCO di doni,e la creatura ha dovuto essere molto generosa nella risposta" (dal testo dei Ritratti di Santi di P.Antonio Sicari, letto ieri sera dallo lui nella chiesa di S.Pietro del convento dei Carmelitani Scalzi, Brescia)

lunedì 4 aprile 2011

Povertà è....desiderare di piacerGli.

 Leggere un libro di Tomas Merton (semi di Contemplazione,la Montagna dalle sette balze ecc..)
Ho trovato questa splendida preghiera che è per me un  affidarsi povero ma con una certezza che mi fa sempre più ricco....


«Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando.
Non vedo la strada che mi sta davanti.
Non posso sapere con certezza dove andrò a finire.
Secondo verità, non conosco neppure me stesso
e il fatto che penso di seguire la tua volontà non significa che lo stia davvero facendo.
Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti 
e spero di averlo in tutte le cose, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio.
So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giusta via,
quantunque io possa non capirne nulla.
Avrò sempre fiducia in te,anche quando potrà sembrarmi di essere perduto
e avvolto nell'ombra della morte.
Non avrò paura,perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli»

(Tomas Merton, Preghiere)

domenica 3 aprile 2011

Povero Vasco..........hai bisogno di un' inguaribile voglia di vivere!”


Il rocker Vasco Rossi è un idolo per molti.  Da lui c’è chi accetta tutto: musica e filosofia.
Ad alcuni piace solo la musica.  Altri non apprezzano né l’una né l’altra.
Presentando il nuovo disco Vivere o niente,  il cantautore rivendica il suo ruolo di vate (profeta!) di una nuova umanità sempre in rotta con il potere e la mentalità dominante.  Il suo manifesto, che ha di mira il rispetto per se stessi, si fonda, parole sue, su alcuni (pochi) princìpi:

  • La vita non è un dono, è un caso.
  • La fede è un’illusione.  L’uomo nuovo non crede più alle verità eterne. È  la scienza a dirci quali sono le verità.  L’uomo nuovo è senza Dio.
  • Decido io quando la vita deve finire.  Quando avrò pensato di averne abbastanza spegnerò l’interruttore.
Vasco Rossi dice di essere “sempre in fuga”.  Speriamo!  Speriamo di vederlo in fuga anche dalla imperante dittatura del relativismo che impone pari pari, con le stesse parole, le cose che lui dice (o ripete?):  se io sono tutto, niente vale al di fuori di ciò che mi pare e piace.

Mario Melazzini non è una star.  È  un uomo provato e segnato dalla SLA (sclerosi laterale amiotrofica).  La SLA  porta via tutto,  rende inesorabilmente l’uomo prigioniero del suo corpo.
Ragazzo come tanti, ricco di valori e impegnato nel volontariato, diventa un brillante primario oncologo.   Nel pieno della carriera  piomba nel buio più fitto: da medico diventa malato. Lui che aveva scalato tante montagne, si vede ora costretto a guardarle solo dal basso all’alto.  Allontana tutti e pensa seriamente al suicidio.  Ma in quella solitudine si fa strada una luce.  Scrive: “Ho affrontato la realtà e non è stato facile, ma oggi sono felice.” Questo è ciò che ci dice di aver scoperto:
“La vita è un Mistero, dono di Qualcuno che è più grande.  La dignità di ogni vita ha un carattere intrinseco che non si misura secondo un principio utilitaristico.  La vita è un dono e io la amo. “
“Non basta guardare con lo sguardo della scienza, bisogna guardare con lo sguardo dei genitori.   Dobbiamo avere il coraggio di guardare con lo sguardo giusto.  Lo sguardo che liberamente porgo sull’altro, ridà dignità a me stesso e custodisce la dignità dell’altro.”
“Il miracolo è scoprire una inguaribilità nuova.  Di inguaribile ho solo la voglia di vivere!”
“Importante è riconoscere e accettare il proprio limite. Mi auguro e vi auguro la serenità che si può provare quando si accetta il proprio limite.  Ti fa sentire una persona forte, una persona vera.”


I gesti della  vita, come bere un bicchiere d’acqua o abbracciare gli amici, sembrano gesti così semplici che finiamo per non apprezzarli.  Non pensiamo mai che all’improvviso potrebbero non essere più nostri, almeno nello stesso modo in cui lo sono oggi.
D’altra parte se e la vita è un caso, chi se ne frega?
Ma se la vita è un dono e un mistero anche le cose da niente si riempiono del TUTTO.
P.G.

Il peccato e le sue conseguenze.....siamo poveri...

Passeggiando sabato mattina al mercato di Piazza Loggia , incontro Paola...poi Patrizia...poi Michele con la sua bancarella ....poi Gianni........poi tante altre persone, ma ,ciò che mi sorprende,è l'incontrare nel centro di Brescia tanti .....poveri ; ogni 100 metri uno di loro mi chiede la carità,  persino... dentro la chiesa tra i banchi...
La povertà è la realtà più vicina a noi che ci sia...e molte volte è DENTRO di noi...
"La naturale ripulsa che l'uomo prova verso i poveri e verso la povertà è al fondo ripulsa di ciò che tutti siamo diventati e di ciò che costantemente ci minaccia.Un accostamento umile ai poveri e alla povertà è il primo passo verso la conoscenza di sè,verso la MENDICANZA che ci fa anelare alla ricchezza di Dio"
Pag 107 del libro di SDC "Ci ha chiamato amici "di P.Antonio Sicari

Il video e le parole di De Gregori mi hanno fatto pensare una volta di più a questa verità...

Cammino come un marziano, come un malato,
come un mascalzone, per le strade di Roma.
Vedo passare persone e cani e pretoriani con la sirena.
E mi va l'anima in pena, mi viene voglia di menare le mani,
mi viene voglia di cambiarmi il cognome.
Cammino da sempre sopra i pezzi di vetro,
e non ho mai capito come, ma dimmi dov'è la tua mano,
dimmi dov'è il tuo cuore?


Povero me! Povero me! Povero me!
Non ho nemmeno un amico qualunque per bere un caffè.
Povero me! Povero me! Povero me!
Guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è.
Povero me! Povero me! Povero me!
Mi guardo intorno e sono tutti migliori di me.
Povero me, povero me, povero me,
guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è,
guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è.


Cammino come un dissidente, come un deragliato,
come un disertore, senza nemmneno un cappello
o un ombrello da aprire, ho il cervello in manette.
Dico cose già dette e vedo cose già viste,
i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste.
Mi fa paura il silenzio ma non sopporto il rumore,
dove sarà la tua mano, dolce,
dove sarà il tuo amore?


Povero me! Povero me! Povero me!
Non ho nemmeno un amico qualunque per bere un caffè.
Povero me! Povero me! Povero me!
Guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è.
Povero me! Povero me! Povero me!
Mi guardo intorno e sono tutti migliori di me.
Povero me, povero me, povero me,
guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è,
guarda che pioggia di acqua e di foglie, che povero autunno che è ...

venerdì 1 aprile 2011

Movimento Ecclesiale Carmelitano Gruppetto Brescia...con Lucia...



Cena del Giovedì grasso del nostro gruppetto ma anche e SPECIALMENTE per salutare LUCIA che oggi è partita per visitare la missione in Madagascar dei Frati Carmelitani e per portare un nostro piccolo contributo ad un' opera di carità....La serata è stata magnifica perchè arricchita anche dalle fantasie culinarie di tutti i componenti del gruppetto (grazie a Betty !).Non dico altro per non fare venire l'acquolina in bocca a qualcuno..Basti pensare che alla fine i canti  e le lodi si sprecavano........Non è mancato nemmeno l'omaggio floreale e l'augurio di Buona Pasqua ( con lavoro di pizzo) da parte di Nicoletta .     Ciao e grazie a tutti
Buona continuazione di Quaresima..
O MADRE DEL CREATORE PROTEGGI SEMPRE IL NOSTRO MOVIMENTO....