domenica 10 aprile 2011

Movimento Ecclesiale Carmelitano Blog Gruppetto.... RISPOSTA

A margine dell'incontro avuto con il Prof.Donati,ho trovato queste sue righe da un'intervista pubblicata su un giornale e che parlava di POVERTA' RELAZIONALE ED ECONOMICA DELLA FAMIGLIA...

Professor Donati, quali fatiche“abitano” oggi le famiglie italiane?

«Di getto direi la fatica di vivere, dentro le relazioni e fuori delle relazioni familiari.
In termini un po’ più riflessivi,bisogna osservare però che la nozione di “famiglie italiane”
è troppo generica: i problemi al Nord non sono quelli del Sud, i problemi delle famiglie
di classe medio-alta non sono quelli delle classi sociali più basse, le coppie giovani hanno
altri problemi delle coppie anziane, e così via. In sintesi direi che le fatiche delle famiglie di classe
sociale più bassa sono le povertà materiali tradizionali: difficoltà del lavoro, della casa ecc.
Le fatiche delle famiglie di classe sociale medioalta riguardano di più le “povertà
morali”: che senso dare alla propria vita, incapacità di amare, di sperare, facili stati
di depressione, incapacità di accogliere le famiglie degli altri, come gli immigrati, che
mettono in gioco la loro identità e sicurezza. Non che le famiglie di classe più bassa non
abbiano queste “fatiche”, ma spesso sanno anche essere meno grette e chiuse, più generose,
se si dà loro modo di poter respirare una vita familiare più serena».

Quando queste fatiche diventano occasione di esclusione sociale?

«Quando diventano irreversibili, ossia quando diventano croniche e non c’è più modo
di poterle cambiare. Le famiglie che sperimentano di più l’esclusione sociale sono
quelle discriminate in modo permanente, come le famiglie numerose, o le madri sole dopo
separazioni o divorzi traumatici, o ancora le famiglie immigrate che non sono state
accolte bene. Per evitare di incorrere nell’esclusione sociale, occorre che una famiglia possa ripensarsi,
ri-generarsi come famiglia ».

La famiglia vive una perdita di ruolo o al contrario è sempre più il luogo dove si decide il benessere o meno
della persona?

«La famiglia è stata e continua a essere bistrattata da gran parte della società. Molti non la riconoscono più, dicono che non c’è, ma questa è solo una percezione distorta, alimentata dai mezzi di comunicazione.
Nella vita quotidiana essa continua ad assolvere una quantità impressionante e crescente di funzioni. Ciò vale
per la gran parte della popolazione. 

Per un certo numero di individui (un numero calcolabile intorno al 20-25 per cento della popolazione)è vero che le cose vanno diversamente,nel senso che hanno situazioni familiari più problematiche, ma qui bisognerebbe fare molte distinzioni.
Le persone che rifiutano di fare famiglia ricevono dure risposte dalla realtà: entrano in situazioni di crisi, materiale o morale. Possiamo dire che la famiglia diventa più decisiva per il destino delle singole
persone, ma la cultura in cui viviamo dice loro il contrario.
   

         
Incontro tra Padre Antonio e le  famiglie
Occorre che il nuovo welfare
sia, come io lo chiamo, “relazionale”,
ossia capace di dare
alle famiglie non solo benefici
e servizi di emergenza
contro i rischi di povertà e di
emarginazione, ma soprattutto
le condizioni di contesto
nelle quali le famiglie possano
diventare protagoniste del loro
stesso benessere umano e
materiale.


Pierpaolo Donati

MEC    = FAMIGLIA DI FAMIGLIE......GRAZIE

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