giovedì 14 giugno 2012

Il figliol prodigo .....Per la nostra Scuola di Cristianesimo

Bellissima interpretazione di Gigi Proietti...in veste di un Santo sacerdote che ha riempito con la Misericordia di Dio la sua vita andando a "riacciuffare" tanti ragazzie e riportandoli al Padre..


San Filippo Neri viveva in gioia e in letizia  l’assoluto desiderio di sprofondare nella meditazione e nella preghiera e il bisogno prepotente di dedicarsi agli umili, ai malati, a chi era rimasto senza amici e senza risorse. Che non sono solo gli anziani, ma anche i ragazzi, i giovanissimi della scuola dell’obbligo. Tanto è vero che si deve a lui la creazione del primo oratorio” afferma Proietti.
Se mi è consentita qualche osservazione – pur senza pretendere la competenza del teologo o dello storico – direi che certamente Filippo è il “profeta della gioia cristiana”, secondo la sapiente definizione data da Giovanni Paolo II

Anche i nostri amici Luca e Micaela ci ricordano dopo gli Esercizi del Mec che l'amore di Dio è unico e misericordioso:
"Le  meditazioni di P. Antonio ci hanno colpito soprattutto per questa verità sull’uomo: che ognuno di noi é unico e irripetibile, tanto prezioso in tale unicità che il mondo non può fare a meno di nessuno di noi. In questo diffuso e fastidioso appiattimento odierno, in cui dopo aver tolto di mezzo Dio stiamo rischiando di perdere anche l’uomo, é stato sacrosanto sentire dall’autorità e dal carisma di questo padre cose che abbiamo nel cuore e cioè che si può e si deve vivere a questo livello di autenticità e profondità, dove la vita ed i rapporti interpersonali diventano finalmente degni dell’uomo così come Dio lo ha creato: quest’uomo che é tanto amato da Dio da donarci il suo stesso Figlio che é venuto a farsi uno di noi, a soffrire e a morire in croce per riscattare quel nostro allontanamento dalla casa del Padre perché altra via di ritorno per noi non c’era.
Questo Dio é venuto a prenderci di persona, a bruciare nel braciere ardente del suo amore il nostro odio, e risorgendo, a riportarci a casa, laddove ognuno di noi é stato concepito e realmente appartiene, al grembo dell’Amore Trinitario. É così bello scoprire che un Dio così alto e lontano e l’uomo così piccolo e fragile sono dopotutto più vicini che mai, tanto da aver già preso un volto e un nome, Gesù Cristo."

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