domenica 24 giugno 2012

CHIARA PETRILLO...la sua storia....un chicco di senapa,un pugno di lievito,un tesoro nascosto,una perla preziosa,CHIARA ..


 IL REGNO DI DIO E' FATTO DI PERSONE COSI'  (che attendono lo Sposo con le lanterne accese)
Noi del MEC stiamo approfondendo nella nostra scuola di cristianesimo le parabole di Gesù..Chiara le ha comunicate con la sua vita..

Chiara ed Enrico si sono conosciuti a Medjugorje, e si sono presto sposati.
La storia familiare : una prima bambina, nata senza cervello ma accolta fino alla morte naturale, arrivata a trenta minuti dalla nascita. Trenta minuti che sono stati sufficienti a battezzarla e circondarla d'affetto. Un secondo bambino che prima sembrava sano, poi a un'altra ecografia è apparso senza le gambe, e poi, in prossimità della nascita, si è scoperto destinato a morire subito. Di nuovo Chiara ed Enrico decidono di accoglierlo, lo mettono al mondo e lo battezzano. Due funerali celebrati senza smettere per un momento di credere, con "i nostri cuori innamorati sulla croce" che "solo Lui è la pace, e in Lui è la vita", sono le parole di Enrico. Poi il terzo bambino, finalmente è sano.
Al quinto mese però diagnosticano a Chiara un carcinoma alla lingua, una forma grave e avanzata. Chissà se abortire per cominciare subito le cure avrebbe salvato la vita alla mamma, non lo sapremo mai, ma comunque per i genitori del piccolo Francesco la sua vita non si tocca. Ancora una volta c'è voluto coraggio per dire quest'altro sì, un sì che è stato possibile solo stringendo ancora di più l'alleanza con Dio. Un'alleanza che non viene dal nulla, che non è scienza infusa, ma qualcosa che si conquista giorno dopo giorno grazie a una regola che Chiara amava molto, quella delle tre p.
Piccoli passi possibili. Francesco viene fatto nascere prima, ma comunque in modo che non sia in pericolo. Poi cominciano le cure. Ad aprile la sentenza: ormai Chiara è in fase terminale, inutile curarsi. Ha vinto quello che lei chiamava "il mio drago". Lei, però, non è morta per suo figlio, lei ha dato la vita a suo figlio, ha detto padre Vito, che è tutta un'altra cosa. E poi, dopo avergli dato la vita, ha lottato con tutte le sue forze per continuare a vivere.
Quando torna a casa, dopo la sentenza, lei dice: "va bene tutto, la prova, la malattia, ma se voi fate queste facce, 'gnela posso fa'". Chiara infatti era sempre ironica e sorridente, sapeva scherzare anche in una situazione assurdamente tragica, se giudicata con parametri umani. Ma loro, venuti da un cammino di fede prima come singoli e poi come coppia [...] non guardavano niente da un punto di vista umano. Tutto sub specie aeternitatis. Però questa fede era stata conquistata piano piano, provata dalla croce e sempre rafforzata. E così Chiara è arrivata a dire che forse non chiedeva la propria guarigione, ma che suo marito e suo figlio fossero sereni durante la malattia e dopo la sua morte, e così tutte le persone che le vogliono bene. Per questo poco prima di morire Chiara aveva affrontato un viaggio a Medjugorje, al quale aveva invitato le famiglie degli amici: giovani coppie e tanti bambini. Era stata una grande fatica per lei, ormai molto malata, ma l'aveva fatta per aiutare gli altri ad accettare il dolore, a capire ai piedi della Madonna il senso della vita qui su questa terra.
Poi è morta felice, sì, felice, ed è stata vestita con l'abito da sposa. Felice, perché chi l'ha detto che la malattia e la morte sono il male assoluto? Dove sta scritto? Chiara è andata incontro al suo sposo, e anche Enrico ha lo stesso sposo, il Signore, che è fedele, e – scrive Enrico – me lo ricorda il nostro bambino. "Ho pensato che fosse finita la gioia, ma poi Francesco me l'ha ricordato, lui è la fedeltà di Dio, è l'amore che non delude, è la follia della croce dell'Amore semplicemente donata"... (da Bastabugie)

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