mercoledì 3 agosto 2011

I nostri peccati e quelli della Chiesa non ci devono privare del diritto e della gioia di credere". Gesù conosce i nostri limiti...e ci sta vicino come con Pietro ...da questo nasce il nostro entusiasmo.........

"Li occhi santissimi di Dio non hanno veduto fra i peccatori nessuno più vile, né più insufficiente, né più grande peccatore di me, e però a fare quella operazione meravigliosa la quale Egli intende di fare, non ha trovato più vile creatura sopra la terra... E perciò ha eletto me per confondere la nobiltà e la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, acciocché si conosca ch'ogni virtù e ogni bene è da Lui, e non dalla creatura e nessuno si possa gloriare nel cospetto suo". (S.Francesco d’Assisi)

Dice un personaggio di Bruce Marshall che "nel Medioevo la gente era cristiana anche nel peccato: il timore di essere accusata di ipocrisia non la faceva cadere nell'errore di credere nella propria virtù".
Oggi invece, aggiungeva Marshall, "quasi tutti pensano che i loro peccati li abbiano privati del diritto di credere". E questo è il grande errore.
Nasce da qui anche la critica moralista che si abbatte sul clero.
 È una storia antica. Eppure i sacramenti restano egualmente efficaci anche amministrati da sacerdoti indegni.


L'uomo autentico e la Verità
Nelle "Osservazioni sulla morale cattolica" Alessandro Manzoni scriveva: "è necessario che molti, che tutti predichino una morale superiore ai loro fatti. Il ministero... fa che uomini deboli e che in fatto cedono talvolta alle passioni, predichino una morale austera e perfetta. Nessuno può tacciarli di ipocrisia, perché parlano per missione e per convincimento, e confessano implicitamente e talvolta esplicitamente d'essere lontani dalla perfezione che insegnano... Accade purtroppo talvolta che la predicazione discende al livello dei costumi, ma questo è un inconveniente".

La vera purezza consiste nel restare certi ed entusiasti della Verità a prescindere da come la si vive, senza scandalizzarsi dei peccati propri o altrui.
 L'entusiasmo con cui gli amici di Gesù parlavano di lui ai quattro venti non era affatto delegittimato dai loro limiti, dalle loro paure e dai loro peccati.
Nel "Processo a Gesù" di Diego Fabbri, san Pietro parla con appassionata commozione di Gesù e quando gli rinfacciano di averlo tradito, l'apostolo risponde: "se non sai che si può amare e tradire, che uomo sei?".
 L'uomo autentico ama il Vero più di se stesso e non riduce la Verità alla misura dei propri limiti. Questo è il cattolicesimo. (A.Socci)

1 commento:

  1. Sarebbe meglio che i sacerdoti fossero degni di quello che predicano (vedi padre Pio e s .Curato D'Ars).

    Gianni e Anna

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