domenica 30 novembre 2014

Gesù si abbandona ad una madre, ad un popolo nel mistero del Natale (omelia di Christian de Chergé, poi ucciso dai fondamentalisti islamici il 21 maggio 1996, assieme a sei suoi confratelli)


La notte di Natale del 1994, Christian de Chergé, priore del monastero cistercense Notre-Dame de Atlas a Tibhirine, in Algeria, teneva un’omelia a commento del passo evangelico “Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”… Christian de Chergé, fu poi ucciso dai fondamentalisti islamici il 21 maggio 1996, assieme a sei suoi confratelli.
« La meraviglia di Dio per noi, la meraviglia dell’uomo per Dio è questo piccolo bambino avvolto in fasce, giacente, legato, affidato, abbandonato!… ‘Abbandonato’ ha anche un significato attivo, (quello) di colui che si lascia fare, condurre, portare, guidare; colui che abbandona la volontà propria per quella di un altro. Questo tipo di abbandono è “la morte della propria volontà”, diceva Francesco di Sales. È anche il “muoio prima di morire” dei sufi. Il bambino che cade all’indietro nelle braccia di suo Padre (Teresa del Bambino Gesù).
Per me “Gesù abbandonato” è là ed è il segno che ci è donato nella nostra notte, in tutte le nostre notti – non c’è abbandono senza notte, senza quest’atto di fiducia che implica l’ignoto…. Ed ecco precisamente che su questa culla di neonato, tutto abbandonato, è proclamata la Buona Novella della Pace per gli uomini che Dio ama, gli uomini ai quali va la sua benevolenza, ai quali vuole bene! Pace agli uomini che si abbandonano all’amore di Dio….
Dio ha assunto un altro volto per l’uomo: non più l’Onnipotente che si impone dall’alto, da lontano, ma questo Dio che si abbandona, fragile, dipendente, consegnato al ben volere di una madre, di una famiglia, e anche ai capricci di un popolo. In Dio, il Figlio non è che questo nelle mani del Padre. Ed è questo che viene a vivere tra le nostre mani affinché noi possiamo entrare in corrispondenza di cuore con Dio attraverso la piccola via di Natale, quella dell’abbandono amoroso al quotidiano dell’Eterno, una piccola via per noi, qui, adesso ».

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