giovedì 3 luglio 2014

Dal sito del MEC un bellissimo articolo..Ciao Teresa di Roma !


di Teresa GENTILONI
Mercoledì scorso eravamo tutti dal Papa, e oggi, a distanza di una settimana, vorrei esprimere le mie emozioni. Sono stata in piazza S. Pietro tante volte ormai, ed ero lì quando Papa Francesco è stato eletto. Ho avuto il privilegio, da romana, di vedere la fumata bianca; poi il 6 Agosto di un anno fa ho incontrato il Papa con Suor Janeth, Tommaso Riva (che ora è in missione in Colombia) e alcuni ragazzi colombiani. Eravamo solo in 70 persone davanti alla casa di Santa Marta: c’è stata una foto di gruppo e quando ho capito che quella  macchia bianca  apparsa accanto a me era l’abito di  Papa Francesco ho creduto di svenire per la gioia!

Eppure mercoledì mattina, che ero in piazza con tutto il mio Mec, ho provato ancora un’emozione fortissima. Il giorno prima, durante l’incontro con Padre Antonio, mi è venuto da piangere solo all’idea che nella mia Parrocchia, a Santa Maria degli Angeli, fossero riunite 600 persone del movimento. E’ quella la Chiesa dove ho battezzato i miei figli, ho dato il mio ultimo saluto a mio padre e, proprio lì, ho visto riuniti tanti amici!  Insomma ho avuto il movimento a casa.
C’è una bella differenza tra avere il movimento nel cuore e averlo proprio nella mia città: nella mia adorata Roma. Ma c’è una cosa in più che ho bisogno di raccontare: l’incontro con la comunità del Libano.

Il giorno del loro arrivo, lunedì sera, li avevamo accolti a Santa Teresa in Corso d’Italia, dove ci riuniamo tutti i martedì sera per la scuola di cristianesimo. Dopo la Messa noi di Roma avevamo preparato una bella cena. E loro, stanchi morti (avevano viaggiato tutta la notte!) ci hanno riempito di regali, di dolci e dei loro sorrisi. Ma il regalo più bello è stato quando sono partiti tutti, i frati, gli amici e loro sono rimasti ancora due giorni per visitare la città. Io, insieme a Luciano, sono diventata l’accompagnatore ufficiale e con il mio inglese un po’ stentato e con i loro traduttori (Elian, Vincenzo e Tony) ho potuto spiegare qualcosa delle nostre Basiliche e soprattutto dell’Estasi di Santa Teresa d’Avila.

L’ultimo giorno, il Venerdì, abbiamo salito insieme i gradini della Scala Santa a San Giovanni e, insieme, abbiamo pregato per il nostro Movimento, per la terra sempre martoriata del Libano e per le nostre famiglie. Che altro dirvi? Solo che un pezzo del mio cuore è arrivato a Beirut, che aspetto la prossima assemblea per rivedere Elian e avere notizie di sua moglie Claudette, delle sue cognate e di tutti quei volti e quelle mani che ho stretto e abbracciato alla partenza del pullman per Fiumicino.

Un giorno abbiamo preso un diluvio sul bus turistico che fa il giro della città (e molti di noi erano seduti allo scoperto) e così mi hanno raccontato che quando in Libano accade qualcosa di imprevisto si dice “tutta colpa degli italiani”, adesso io so che la nostalgia che provo oggi nel ripensare all’udienza dal Papa e a quelle giornate… “è tutta colpa dei libanesi”.

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