Questa  settimana, mentre il FMI e l’Unione Europea stanno dibattendo sui modi  per cercare di salvare nuovamente la Grecia e mentre gli osservatori si  chiedono se il paese debba uscire dall’euro,  la Grecia sembra sempre più allo sbaraglio, scossa dall’impatto della  rabbia e della disobbedienza civile delle persone che hanno perso  fiducia nei propri governanti, e alle mercé dei mercati che si rifiutano  di credere che possa riuscire ad allontanarsi dall’orlo della  bancarotta. Il direttore esecutivo del FMI, Dominique Strauss-Kahn, ha  recentemente descritto la situazione: “La realtà è che queste persone  sono nella merda fino al collo. Se non fossimo arrivati noi, sarebbero  già precipitati nel baratro. Passate due settimane, il governo non  sarebbe stato in grado di pagare gli stipendi del personale.” 
Ironicamente,  è proprio la medicina presa lo scorso anno con il programma di  salvataggio del FMI/UE di 110 miliardi di euro, adottato per  modernizzare un’economia sclerotica, che ha reso le cose ancora  peggiori. Dodici mesi di pagamento a singhiozzo dei dipendenti pubblici e  di tagli alle pensioni, di perdite massicce di posti di lavoro,  d’incremento delle imposte e con l’inflazione galoppante hanno iniziato  ad avere un effetto pesante. Il PIL è previsto quest’anno in calo del 3  per cento, facendo dell’economia greca la più in recessione di tutta l’Europa.
A  Atene, dove vive quasi la metà degli 11 milioni di greci, i segni della  crisi – e della povertà – si vedono ovunque: nei senza casa e negli  affamati che setacciano l’immondizia durante la notte, nei pensionati al  verde che raccattano gli scarti dai mercati rionali che vendono frutta e  verdura; nei negozi chiusi e sigillati e nelle migliaia di persone  ordinarie che non possono più permettersi di portare fuori la famiglia o  mangiare carne con regolarità.
“Abbiamo  dovuto smettere di andare in trattoria, di comprare i vestiti nuovi e  di mangiare carne più di una volta a settimana”, ci ha detto Vasso  Vitalis, madre di due bambini che lotta con suo marito, dipendente  pubblico, per arrivare alla fine del mese con due stipendi per un totale  di 2.000 euro.
“Con  tutti i tagli abbiamo stimato un risparmio di circa 450 euro al mese.  Stiamo attenti anche al centesimo e, comunque, siamo fortunati. Tutti e  due abbiamo un lavoro. Conosco persone che sono disoccupate e fanno la  fame. Chiedono cibo alla famiglia e agli amici”, ci dice con la voce  rotta. “Quello che ci fa incazzare è che tutti sapevano che il paese era  messo malissimo ma nessuno dei nostri politici ha avuto le palle per  sistemare la situazione. Era come una nave che puntava dritto sugli  scogli e ora gli scogli sono molto vicini.”
I  greci sanno anche che, siccome la loro economia ha bisogno nuovamente  di un’ancora di salvataggio e pochi vogliono prestare soldi a un paese  in queste condizioni, le cose peggioreranno invece di migliorare.
“Nelle  epoche passate, il futuro veniva sempre visto come una fonte di  speranza, ma ora fa paura”, sono le parole di Nikos Filis, editore del  giornale di sinistra Avgi. “Fino a questa settimana la gente ha  pensato che, con tutte le misure prese, la crisi sarebbe stata superata  nel giro di un anno o due. Ora, con la prospettiva di manovre di  austerità ancora più pesanti, ora non vede la luce in fondo al tunnel.”
Con  la disoccupazione che riguarda ufficialmente 790.000 persone – anche se  si pensa sia molto più alta per la chiusura di 150.000 piccole e medie  imprese nell’ultimo anno – ci sono dei timori che la Grecia, il paese al  centro della più pesante debacle finanziaria europea da decenni a  questa parte, stia inesorabilmente avviandosi verso una fase di crisi  sociale e politica. Con l’aumento delle tensioni etniche e la  delinquenza nelle strade, questa settimana il solitamente cauto sindaco  di Atene, Giorgos Kaminis, ha detto che la città “comincia ad  assomigliare a Beirut”.
Yannis  Caloghirou, un professore di economia alla Università Tecnica Nazionale  di Atene, ha riferito: “La Grecia sta diventando un campo di battaglia,  al livello dell’Unione Europea dove i politici hanno reso la crisi  ancora peggiore con la loro mancanza di strategia e le loro iniziative  prese col contagocce, e tra la sua gente che non ha più fiducia nelle  istituzioni e nella capacità del sistema politico di risolvere la  situazione. La mia preoccupazione è che il paese stia precipitando  nell’ingovernabilità, e che i gruppi di estrema destra riescano ad  approfittare del momento.”
I  socialisti, al governo da diciannove mesi, lacerati dal dissenso e dal  sempre più forte disgusto per la loro politica che molti avversano, è  probabile che inizino a mostrare la corda per gli sforzi profusi nel  contenimento della crisi, con il Primo Ministro, George Papandreou, che  deve rimettere in riga i propri ministri.
L’esodo  di massa dei ragazzi più dotati ha aggiunto un altro timore: oltre a  perdere una o forse due generazioni, la Grecia, che ha la bancarotta di  fronte a sé, è anche a un passo dal perdere la sua classe intellettuale.  “Nessuno sta parlando apertamente di questo ma le prospettive per  l’economia greca stanno peggiorando proprio da quando la fuga dei  cervelli è in crescita e il paese ha cominciato a perdere le sue menti  migliori”, ha detto il professor Lois Lambrianidis, che insegna economia  regionale all’Università della Macedonia.
“Circa  135.000 persone, il 9% dei greci con un’istruzione incentrata sul  terziario avanzato, vivono all’estero e questo già prima che la crisi  iniziasse. Non riescono a trovare lavoro in un’economia orientata ai  servizi che dipende dal lavoro pagato pochissimo.” (da comedonchisciotte.org)
I numeri della Grecia
Previsione del PIL: -3% in 2011 (il peggiore in Europa)
PIL: 230 miliardi di euro
Debito: 340 miliardi di euro 
Entrate fiscali annuali: 40 miliardi di euro
Debito pro capite: 30,000 euro
Disoccupazione: 16%
"Manovra 2011 Italia"
Ecco nel dettaglio tutti i tagli della manovra finanziaria 2011-2013 che in tre anni dovrebbe portare un risparmio di 24 miliardi di euro.
STOP CONTRATTI PUBBLICI – Gli stipendi dei dipendenti pubblici non avranno alcun aumento (fino al 2013) TAGLI AI MINISTERI – Meno 10 per cento per i ministri (con alcune  eccezioni fino alla metà). Nessuna riduzione per Presidente del  Consiglio e Protezione Civile
TAGLI AI PARTITI – Meno dei contributi per spese elettorali. Rimborsi per i partiti che scende da 50% a 20%.
PAGAMENTI – Limite di 5mila euro per pagamenti in contanti
BANCOMAT P.A. – Stop libretti al portatore. Nasce il Bancomat per pagamenti dalla pubblica aministrazione
FINANZIAMENTI COMUNI  – 33% dei tributi statali per i comuni che collaborano con la lotta all’evasione
TASSA TURISTI ROMA – Contributo di soggiorno di 10 euro per i turisti negli alberghi di Roma
BONUS MANAGER – Stop dei bonus ai manager e banchieri
GIOCO CLANDESTINO – Monopoli sostituiti da una Agenzia
CONDONO EDILIZIO E CASE FANTASMA – Prevista una sanatoria sugli immobili fantasma entro il 31 dicembre
PENSIONE INVALIDITÀ – Erogabile a chi è invalido almeno per l’80%. Più controlli
IRAP ZERO PER NUOVE IMPRESE SUD
STOP TURN-OVER P.A.
TAGLI ANCHE A MAGISTRATI – Meno 10 per cento
INSEGNANTI SOSTEGNO – Congelato l’organico
PENSIONI – Dalle “finestre fisse” alla finestra “mobile” o ‘”a  scorrimento”. Si potrà andare in pensione dodici mesi e non più nove  dopo la maturazione dei requisiti vigenti per dipendenti pubblici e  privati. Per i lavoratori si sale da 15 a 18 mesi.
SPESA FARMACI – Gli acquisti saranno gestiti direttamente dalle Asl
AUTONOMIE TERRITORIALI -Le Regioni devono tagliare 10 miliardi in 2  anni nel biennio 2011-2012. Comuni e Province 1 miliardo e 100 nel 2012
PEDAGGI SU RACCORDI – A pagamento i raccordi con le autostrade
COME AVETE CAPITO....ANCHE QUEST'ANNO NESSUNA IMPORTANTE....... "INVERSIONE" ......chi pagherà?
 
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