domenica 28 aprile 2013

LO STATO CHIEDE SOPRATTUTTO AI CATTOLICI COME USCIRE DALLA CRISI ECONOMICA E POLITICA

Sottoscrivo in toto quello che dice oggi Antonio Socci nel suo Blog:
Alcide De Gasperi e Don Sturzo
(alcuni brani)
Oggi  in Italia sono sostanzialmente tre politici cattolici, cioè Enrico Letta, Angelino Alfano e Mario Mauro a condurre in porto questa svolta che – se ha successo – può farci uscire dalla guerra civile permanente e portare a una pacificazione storica, a una stagione di ragionevolezza, realismo, bene comune e prosperità.
E anche a un salutare rinnovamento generazionale.
Sono tre giovani politici dai percorsi diversi, ma accomunati dalla fede cattolica e politicamente da un’originaria ispirazione degasperiana .
Anche nel dopoguerra del resto fu la classe politica cattolica, guidata da De Gasperi, a portarci fuori dall’incubo delle ideologie totalitarie e dei loro miti che avevano provocato rovine.
Perché tanto ieri che oggi proprio dei politici cattolici hanno questa funzione storica?
Joseph Ratzinger spiega: Il primo servizio che la fede fa alla politica è la liberazione dell’uomo dall’irrazionalità dei miti politici che sono il vero rischio del nostro tempo”.
“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità”.
“Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Sono considerazioni autorevoli da prendere come bussola. Oggi che, ancora una volta nella storia di questo Paese, proprio dei politici cattolici stanno provando a “smilitarizzare” la politica, a sminarla dai fondamentalismi, a laicizzarla, a mostrare che il compromesso (se non viene svilito) ha una profonda moralità.
Come nel dopoguerra, si trovano a fianco i riformisti, i liberali e i socialisti. Tutti deprecati dai massimalisti.
E’ il caso di portare a compimento questa svolta con un certo orgoglio, non “alla vergognosa”.
“Ciò non significa” conclude Ratzinger “che la fede abbia portato un realismo libero da valori, il realismo della statistica e della pura fisica sociale. Al vero realismo dell’uomo appartiene l’umanesimo e all’umanesimo appartiene Dio”. Un nuovo umanesimo e un nuovo rinascimento potrebbero essere l’orizzonte e l’ambizione di questa pacificazione nazionale. Se non fallisce e non viene sabotata.
Se non diventa un compromesso al ribasso. Se i protagonisti saranno capaci di far fronte alla grandezza della responsabilità. (Antonio Socci)

sabato 27 aprile 2013

LA RESURREZIONE DI CRISTO -Padre Antonio Sicari





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venerdì 26 aprile 2013

RESURREZIONE...ALZA LO SGUARDO, IL DIVINO E' VICINO A TE...Ti tiene in vita, dà un senso a tutto e ti fa sperare....

Molte volte la mia fede si ferma al Venerdì Santo. Metto l'indice sulle fatiche, sulle durezze e sulle negatività che la vita ti propone a volontà. Vedo solo i teli, quello che c'è da vedere, non vedo Gesù, che sembra non esserci. Non intendo la voce dell'angelo, delle donne, cioè di chi mi sta vicino, che mi ripete, guarda che lui qui non c'è, alza lo sguardo per favore.
Allora qui, oggi, io per primo, ognuno di noi, può fare i conti con se stesso e dirsi: ma quando smetto di guardare in basso? Quando smetto di lamentarmi, di ragionare con la logica del mondo, di piangermi addosso per le ingiustizie - vere o presunte - che ricevo? Invece di sprecare questa sofferenza, che tanto mi tengo, perché non la uso per crescere, per fare il bene? Perché non la investo in speranza, mettendo un pizzico di eternità nella mia giornata? Non devo fare gesti eroici, ma le stesse cose di ieri con la consapevolezza che Gesù è qui con me e mi dà la forza che io non ho, basta che gliela chieda. Allora mi accorgo che le lacrime si asciugano, non solo per me, che le ferite si rimarginano, anche quelle degli altri.
A volte rimango come Pietro, un po' testone, tardo e lento di cuore, come dice Gesù ai due di Emmaus.  Eppure corro come fa lui, sfido il buio che prima mi faceva tanta paura e torno indietro, come i due di Emmaus. Perché ho una speranza nuova, che prima non avevo. Ricordo le Parole di Gesù che mi dice: abbi coraggio, io ho vinto il mondo.   (da una testimonianza)


A convincerci della verità del fatto che Gesù è Risorto è anche un’osservazione generale. Al momento della morte di Gesù i discepoli si sono dispersi; il suo caso è dato per chiuso: “Noi speravamo che fosse lui…”, dicono i discepoli di Emmaus. Evidentemente, non lo sperano più. Ed ecco che, improvvisamente, vediamo questi stessi uomini proclamare unanimi che Gesù è vivo, affrontare, per questa testimonianza, processi, persecuzioni e infine, uno dopo l’altro, il martirio e la morte. Che cosa ha potuto determinare un cambiamento così totale, se non la certezza che egli era veramente risorto?Non possono essersi ingannati, perché hanno parlato e mangiato con lui dopo la sua risurrezione; e poi erano uomini pratici, tutt’altro che facili a esaltarsi. Essi stessi sulle prime dubitano e oppongono non poca resistenza a credere. Neppure possono aver voluto ingannare gli altri, perché, se Gesù non era risorto, i primi ad essere stati traditi e a rimetterci (la stessa vita!) erano proprio loro. Senza il fatto della risurrezione, la nascita del cristianesimo e della Chiesa diventa un mistero ancora più difficile da spiegare che la risurrezione stessa.
Questi sono alcuni argomenti storici, oggettivi, ma la prova più forte che Cristo è risorto, è che è vivo! Vivo, non perché noi lo teniamo in vita parlandone, ma perché lui tiene in vita noi, ci comunica il senso della sua presenza, ci fa sperare. “Tocca Cristo chi crede in Cristo”, diceva sant’Agostino e i veri credenti fanno l’esperienza della verità di questa affermazione.(P.Cantalamessa)

"Soffrire di coraggio è la più bella malattia" (dall'ultimo cd di Renato Zero 2013 "Amo" )

ANTONIO SOCCI - Sua testimonianza su LA7 con Daria Bignardi a " Le Invasioni Barbariche".....leggete il suo ultimo libro : "LETTERA A MIA FIGLIA" ! !


"Da un grande male che ha colpito la nostra famiglia,per grazia di Dio,possano nascere un bene e un conforto per tanti che sono sottoposti a dure prove"
( Antonio Socci dalla prefazione del suo libro "Caterina")


Il 12 settembre 2009 la figlia maggiore di Antonio e Alessandra Socci, Caterina, 24 anni, cade in coma dopo un inspiegabile arresto cardiaco. Nel libro Caterina. Diario di un padre nella tempesta, Socci aveva raccontato il calvario e la prima “resurrezione” di Caterina, quel giorno in cui uscì dal coma con la sua risata «inconfondibile». Il libro da oggi in libreria per Rizzoli, libro di Socci, Lettera a mia figlia. Sull’amore e la vita nel tempo del dolore (Rizzoli, pagine 190, euro 16,50), è il racconto di ciò che è accaduto dopo. Ed è forse ancora più interessante per la nostra mentalità così cinematograficamente abituata all’happy ending e ai titoli di coda.
UN LIBRO INDISPENSABILE. Perché uscita dal coma Caterina continua a soffrire, a lottare col suo corpo per recuperare il controllo dei muscoli sfidando il dolore con una tenacia quotidiana. Accanto a lei la sua famiglia e un popolo che si riconosce tale in preghiera. L’altro aspetto che rende questo libro indispensabile, infatti, è il racconto di un mondo di fede sconosciuto. Come disse, ed è uno dei bellissimi brani citati da Socci, il cardinale Bagnasco in un’omelia per la festa dell’Immacolata: «Quanto eroismo circola nelle strade della nostra città. Quanta gente, nel segreto dei giorni, vive dentro la luce di Cristo. Il mondo non lo vede, ma Dio sorride, vede e si fa vicino, vede e asciuga le lacrime segrete di quanti, madri e padri, giovani e anziani, portano la vita quotidiana con dignità e sacrificio, con grande umile eroismo. (…) sono le meraviglie di Dio, sono come tante fiammelle che risplendono». Caterina è una fiammella e un fuoco che brucia. In grado di illuminare la vita di chi la incontra.  (Da "Tempi")

DANILO QUINTO...REDENZIONE...DAL PASSATO RADICALE ALLA FEDE CATTOLICA

Un esempio di cosa significa incontrare Cristo oggi..Ti dà la forza di uscire dagli ingranaggi "libertari" dove si vuol fare a meno di Dio e della sua Parola....ma ...basta un incontro che...

Danilo Quinto, che si era avvicinato ai radicali negli anni del liceo, condividendo alcune delle loro battaglie politiche, aveva  intrapreso il ruolo di tesoriere all'interno del partito come professione. Fu durante quegli anni che incontrò la persona che ha cambiato la sua vita: la moglie Lydia. Oggi Danilo la considera un dono di Dio nei suoi confronti. Ella, di professione cantante lirica e fervente cattolica, gli ha mostrato un'altra realtà. Gli ha fatto riscoprire Gesù Cristo e il Vangelo, che aveva ormai dimenticato da 40 anni. Dopo tutti questi anni si è di nuovo confessato ed ha ricominciato a pregare. Dopo pochi mesi si è sposato con Lydia in chiesa, cosa che i suoi "amici" del partito hanno dimostrato di non gradire, mancando all'invito. Dopo quel primo segnale di delegittimazione nei suoi confronti, sono cominciate, da parte di Pannella, tutta una serie di provocazioni e azioni denigratorie verso Danilo, consistenti soprattutto in una serie di mail inviate a lui, ma per conoscenza anche a tutti gli altri del giro, dove veniva accusato di aver commesso errori o provocato problemi. Nonostante la sofferenza che questo continuo doversi giustificare gli provocava, egli non riusciva a staccarsi da quel lavoro, perché psicologicamente invischiato e legato a degli strani meccanismi che lo rendevano dipendente dagli altri appartenenti al partito.
Lydia, presente in sala durante la testimonianza del marito, è poi salita sul palco ed anche lei ha spiegato come fossero tutti concatenati e dipendenti l'uno dall'altro, proprio come in una setta in cui sia stato fatto un patto di sangue, e come siano stati duri i primi due anni di matrimonio, durante i quali Danilo, ha lottato strenuamente per uscire dagli ingranaggi del partito. Lydia ha anche spiegato perché si fosse innamorata di una persona così lontana dalla sua fede cattolica e dai suoi principi. "Perché in fondo ho visto in lui una persona buona, una persona pulita", così ha risposto Lydia alla domanda di uno dei presenti in sala. La testimonianza di Lydia, dimostra come lei e il marito si siano affidati totalmente al Signore ed abbiamo sentito ciò a cui Egli li stava chiamando. Danilo stesso ha affermato come abbia percepito chiaramente nel periodo in cui è iniziata la sua conversione, la vicinanza di Dio.Quando Danilo chiese a Pannella la liquidazione per lasciare il lavoro, questa gli fu negata. E adesso si trova a doversi difendere da un'accusa di appropriazione indebita dei soldi che in realtà erano stati i suoi stipendi. Tuttavia egli si dichiara una persona felice, perché unisce le sue sofferenze odierne a quelle di Cristo sulla croce. E afferma di sentirsi comunque sempre indegno perché ritiene il male che ha compiuto molto più grande di quello che subisce lui adesso. Così ha trasformato un periodo che poteva essere di disperazione in un periodo di offerta e di purificazione. Grazie a questo distacco fisico dalle cose terrene può guardare a quelle del cielo, le sole che valgono per la salvezza eterna. Salvezza che egli ritiene ancora di doversi conquistare ma che sta facendo di tutto per aggiudicarsi. Mi pare opportuno riportare queste parole di Danilo Quinto: "In molti mi dicono che ho avuto coraggio. Non credo si tratti di questo. Si tratta di amore per la verità e per la libertà, che è l'essenza di essere cristiani. Si tratta soprattutto del mio tentativo di conquistarmi il Paradiso o di fare, se non ci riuscirò, meno tempo di Purgatorio possibile."
Da cristiano vuole battersi per la verità e la libertà facendo conoscere il suo percorso negativo e quello di redenzione in cui ha scoperto la speranza della vita eterna.
Ciò di cui oggi si rammarica Quinto è di vedere come molti cattolici illustri nel mondo politico finanzino Radio Radicale e dialoghino con Pannella e i suoi, visto che gli ideali radicali sono del tutto inconciliabili con il messaggio cristiano e i suoi principi. Nei suoi libri, "Da servo di Pannella a figlio libero di Dio" e "Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale?", egli fa nomi e cognomi di coloro i quali appoggiano direttamente o indirettamente i radicali.
( dalla sua testimonianza tenuta Venerdì 12 aprile al Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese) )