sabato 30 giugno 2012

TANTI AUGURI MAMMA ANGELA...da tutto il gruppetto

"....In un'epoca in cui occorre tornare a riflettere sul valore della famiglia, sulla sacralità del matrimonio, sull'amore che dovrebbe profondamente segnare le relazioni tra coniugi e tra genitori e figli, dobbiamo farci aiutare da questo splendido esempio di famiglia cristiana. Louis e Zélie Martin, con i loro figli (dei 9 nati sopravvissero solo 5 figlie - ndr.), sono il segno di un amore infinito, prezioso. La famiglia Martin, della borghesia francese della seconda metà dell'Ottocento, incarnava nella vita di ogni giorno i segni della donazione reciproca, della santificazione dei rapporti tra gli sposi, della responsabilità dell'educazione dei figli".
Icona  dipinta da P.Angelo Lanfranchi e donata a Giovanni Paolo II
Una "santità feriale" diremmo oggi… La storia ci consegna la vicenda di una famiglia molto unita, che affronta le gioie e anche le difficoltà quotidiane con un riferimento fisso al Signore. La cura della casa, l'attività professionale, la scuola, i rapporti con i vicini, la preghiera: sono momenti diversi che hanno come filo conduttore la fedeltà al vangelo e una voglia tenace di santità. In questo senso i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, beatificati insieme da papa Benedetto XVI, rappresentano una luce anche per i giorni nostri. Non sono cristiani relegati nella sacrestia, ma si impegnano a vivere la loro fede nel mondo".

Questo diceva ,tempo fa  Padre Angelo Lanfranchi,durante la presentazione di una mostra sui genitori di santa Teresina ,a Bruxelles ---

Oggi,ricordando il compleanno di Angela,sua madre...ricordiamo la sua sorridente e luminosa figura di madre e sposa, che è di esempio a tutti noi del gruppetto a imitazione dei coniugi Martin...La teniamo sempre vicina nella preghiera e vogliamo dedicarle .una preghiera che certamente lei fa oggi per noi e noi per lei...Auguri Angela ! Ti vogliamo bene...

Credo nella famiglia 
    
Credo nella famiglia, o Signore:
quella che è uscita dal tuo disegno creativo,
fondata sulla roccia dell’amore eterno e fecondo;
Tu l’hai scelta come tua dimora tra noi,
Tu l’hai voluta come culla della vita.
Credo nella famiglia, o Signore:
anche quando nella nostra casa
entra l’ombra della croce,
quando l’amore perde il fascino originario,
quando tutto diventa arduo e pesante.
Credo nella famiglia, o Signore:
come segno luminoso di speranza
in mezzo alle crisi del nostro tempo;
come sorgente di amore e di vita,
come contrappeso alle molte aggressioni
di egoismo e di morte.
Credo nella famiglia: o Signore: come la mia strada
verso la piena realizzazione umana
come la mia chiamata alla santità,
come la mia missione per trasformare il mondo
a immagine del tuo Regno.
Amen. 
(padre Enrico Masseroni, arcivescovo)

GRAZIE AMICI ! Alla Melonera di Bagnolo, tutto il gruppetto

Si educa molto con quello che si dice, 
ancor più con quel che si fa, 
molto più con quel che si è.
(Ignazio di Antiochia ) 

GRAZIE AMICI PER QUESTO ANNO DI S.D.C. VISSUTO INSIEME E PER LE VOSTRE TESTIMONIANZE......

mercoledì 27 giugno 2012

NUOVO SITO DEL VATICANO : ANNO DELLA FEDE 2012-2013


Gesù (Duomo di Cefalù)
http://www.annusfidei.va/content/novaevangelizatio/it.html
clicca sopra......
in questo nuovo sito della Santa Sede, nato in questi giorni...tutte le notizie, le immagini e i documenti utili per partecipare attivamente al nuovo ANNO DELLA FEDE indetto dal Papa che inizierà l'11 Ottobre 2012  (abbiamo aggiunto sulla parte destra del blog il collegamento diretto per tutto l'anno)
NEL SITO ci sono anche le VITE DEI SANTI illustrate da Benedetto XVI durante le udienze del Mercoledì : i video  si possono vedere solo installando Quick Time free (si trova in rete ed è gratis)          COMINCIAMO A CONOSCERLO!
il logo dell'Anno della Fede      Su un campo quadrato, bordato, è simbolicamente rappresentata una barca, immagine della Chiesa, in navigazione su dei flutti graficamente appena accennati, e il cui albero maestro è una croce che issa delle vele che con dei segni dinamici realizzano il trigramma di Cristo; inoltre lo sfondo delle vele è un sole che associato al trigramma rimanda anche all'eucaristia.

martedì 26 giugno 2012

LA CITTA' DI DIO,UN VANGELO VIVENTE...IL BUON SAMARITANO

La città di Dio di Barbacoas è un'opera di carità iniziata da P.Arcesio Escobar, un sacerdote carmelitano direttore della Fondazione S. Teresa d'Avila.
Barbacoas è una città di 35.000 abitanti, situata nella foresta colombiana. La popolazione è afflitta da gravi problemi sociali, che dipendono soprattutto dalla continua guerriglia, dall'azione di gruppi paramilitari, da un'economica stremata, dalla diffusione di malattie e dalle misere condizioni di vita.     (per donazioni contattare Punto Missione Onlus -link sulla destra del blog)

LA FELICITA' E' UN INCONTRO...CHE DA' SIGNIFICATO A TUTTO


C'è una bellissima storia di un uomo che importunava sempre Dio con
richieste di ogni genere.  
Un giorno Dio sbottò: Basta! Sono stufo! Ti concedo
solo tre richieste. Dopo avertele esaudite, non ti darò più nulla. Su, presentami
le tue tre richieste”.
L'uomo rimase esterrefatto e chiese: “Posso chiederti qualunque cosa?”.
La ricerca della felicità( film del 2006 diretto da Gabriele Muccino)
E Dio: “Sì!, ma solo tre richieste e basta!”.
Allora l'uomo cominciò a dire: “Sai, Signore, ho un po' di vergogna, ma mi piacerebbe liberarmi di mia moglie: è una stupida e sta sempre a... tu lo sai,
Signore! È insopportabile. Non riesco a vivere con lei. Mi potrei liberare di lei?”.
Va bene - disse Dio - il tuo desiderio sarà soddisfatto”. E sua moglie morì.
Quando i parenti e gli amici vennero al funerale e cominciarono a pregare per la morta, all'improvviso l'uomo rientrò in sé ed esclamò: “Mio Dio, avevo una moglie fantastica e non l'apprezzavo quando era in vita”. Allora si sentì molto male, corse incontro a Dio e gli chiese: “Riportamela in vita, Signore”.
Dio rispose: “Va bene; il tuo secondo desiderio sarà accolto”.
Ora gli rimaneva un solo desiderio. Pensò: “Cosa devo chiedere?”. Chiese un parere agli amici. Alcuni gli consigliarono: “Chiedi dei soldi. Con il denaro puoi avere quello che vuoi”. Altri: “A cosa ti serve il denaro se non hai la salute?”. Un altro amico gli disse: “A cosa ti serve la salute se un giorno morirai? Chiedi l'immortalità!. Il pover'uomo non sapeva più cosa chiedere, perché altri dicevano: 
A cosa serve l'immortalità se non hai nessuno da amare? Chiedi l'amore”. 
Allora si mise a pensare, a pensare... e non riuscì ad arrivare ad alcuna conclusione, non riusciva a sapere cosa voleva.
Trascorsero cinque... dieci anni...
Un giorno Dio gli domandò: “Quando pensi di presentarmi la tua terza richiesta?”. E il pover'uomo disse: “Signore, sono tutto confuso, non so cosa chiedere!
Potresti suggerirmi tu cosa devo chiedere?”.
Dio rise quando sentì questo e disse: “Va bene, te lo dico io cosa devi chiedere. 
Chiedi di essere felice, qualunque cosa possa capitarti. Qui sta il segreto!” 
(Anthony de Mello)

LA FELICITA' NON E' UNO STATO D'ANIMO  E NEMMENO l'IMMORTALITA'MA VIVE DI "UN INCONTRO IN CUI IL TERRENO DELL'UOMO ACCETTA LA MORTE D'AMORE DEL SUO DIO.." (dalla scuola di Cristianesimo del MEC tratta dal libro di P. Antonio Sicari..VIAGGIO NEL VANGELO) . Valter

lunedì 25 giugno 2012

La perla...di Andrea Pirlo agli Europei 2012 e il rigore più incredibile della storia...

 
Tra il rigore di Pirlo e il rigore più incredibile della storia c'è la differenza che corre tra il genio e la fortuna però.....

"Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; forse la fortuna è questione di talento." Leggi i commenti.  
Jacinto Benavente y Martínez (1866-1954), drammaturgo spagnolo.

     perchè... "Il genio non è altro che una più grande attitudine alla pazienza." Leggi i commenti. Georges-Louis Buffon  (1707-1788), scienziato francese.


  e ....  "Il genio è un per cento ispirazione e novantanove per cento sudore." Leggi i commenti. Thomas Alva Edison (1847-1931), inventore americano.

questo succede nel calcio e nelle scienze umane....ma tra di noi...

"Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice." Leggi i commenti. Charles Bukowski (1920-1994), scrittore americano. (Questo non è proprio Gesù che stiamo conoscendo con la nostra Scuola di Cristianesimo ? Ma allora anche Andrea Pirlo può rimandarci al vero Signore della Storia? e noi guardando a Lui diciamo...Grazie.! Forza Italia !  Ciao Valter

domenica 24 giugno 2012

Don Andrea Santoro ....la vicenda di un seme gettato nella terra oscura ma che segue il percorso della Provvidenza di Dio

Nelle nostre preghiere,tutti i giorni,il ricordo dei nostri fratelli cristiani perseguitati, testimoni di Dio, Amore in Gesù, che viaggiano con e per il Vangelo...
.
  «Sono qui - spiega in una  lettera - per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne. In Medio Oriente il peccato dell'uomo ha assunto forme terribili. In Medio Oriente i peccati della Chiesa si sono manifestati in modo drammatico e i suoi dolori hanno avuto delle caratteristiche particolari. Il Medio Oriente  deve essere riabitato come fu abitato ieri da Gesù: con lunghi silenzi, con umiltà e semplicità di vita, con opere di fede, con miracoli di carità, con la limpidezza inerme della testimonianza, con il dono consapevole della vita».      
(Don Andrea Santoro) 

CHIEDILO A LORO.... COSA FA LA CHIESA CATTOLICA......un seme che cresce

http://www.chiediloaloro.it/photogallery/ clicca qui..

sotto ogni immagine,ogni volto ,clicca sulla scritta blù....sentirai tante storie...parole,parabole di vita risorta grazie alla mano misericordiosa della Chiesa , famiglia di cristiani... preoccupata a far crescere fratelli per tutti..
il nostro 8 per mille  arriva anche lì...nonostante l'odio viscerale
( per esempio   ...http://www.cattolicesimo-reale.it/italia-vaticana/chiedilo-a-loro/ )
che ci parla sempre della zizzania e che si oppone a farlo crescere.....

OGGI 24 GIUGNO GIORNATA PER LA CARITA' DEL PAPA (obolo di S. Pietro)

CHIARA PETRILLO...la sua storia....un chicco di senapa,un pugno di lievito,un tesoro nascosto,una perla preziosa,CHIARA ..


 IL REGNO DI DIO E' FATTO DI PERSONE COSI'  (che attendono lo Sposo con le lanterne accese)
Noi del MEC stiamo approfondendo nella nostra scuola di cristianesimo le parabole di Gesù..Chiara le ha comunicate con la sua vita..

Chiara ed Enrico si sono conosciuti a Medjugorje, e si sono presto sposati.
La storia familiare : una prima bambina, nata senza cervello ma accolta fino alla morte naturale, arrivata a trenta minuti dalla nascita. Trenta minuti che sono stati sufficienti a battezzarla e circondarla d'affetto. Un secondo bambino che prima sembrava sano, poi a un'altra ecografia è apparso senza le gambe, e poi, in prossimità della nascita, si è scoperto destinato a morire subito. Di nuovo Chiara ed Enrico decidono di accoglierlo, lo mettono al mondo e lo battezzano. Due funerali celebrati senza smettere per un momento di credere, con "i nostri cuori innamorati sulla croce" che "solo Lui è la pace, e in Lui è la vita", sono le parole di Enrico. Poi il terzo bambino, finalmente è sano.
Al quinto mese però diagnosticano a Chiara un carcinoma alla lingua, una forma grave e avanzata. Chissà se abortire per cominciare subito le cure avrebbe salvato la vita alla mamma, non lo sapremo mai, ma comunque per i genitori del piccolo Francesco la sua vita non si tocca. Ancora una volta c'è voluto coraggio per dire quest'altro sì, un sì che è stato possibile solo stringendo ancora di più l'alleanza con Dio. Un'alleanza che non viene dal nulla, che non è scienza infusa, ma qualcosa che si conquista giorno dopo giorno grazie a una regola che Chiara amava molto, quella delle tre p.
Piccoli passi possibili. Francesco viene fatto nascere prima, ma comunque in modo che non sia in pericolo. Poi cominciano le cure. Ad aprile la sentenza: ormai Chiara è in fase terminale, inutile curarsi. Ha vinto quello che lei chiamava "il mio drago". Lei, però, non è morta per suo figlio, lei ha dato la vita a suo figlio, ha detto padre Vito, che è tutta un'altra cosa. E poi, dopo avergli dato la vita, ha lottato con tutte le sue forze per continuare a vivere.
Quando torna a casa, dopo la sentenza, lei dice: "va bene tutto, la prova, la malattia, ma se voi fate queste facce, 'gnela posso fa'". Chiara infatti era sempre ironica e sorridente, sapeva scherzare anche in una situazione assurdamente tragica, se giudicata con parametri umani. Ma loro, venuti da un cammino di fede prima come singoli e poi come coppia [...] non guardavano niente da un punto di vista umano. Tutto sub specie aeternitatis. Però questa fede era stata conquistata piano piano, provata dalla croce e sempre rafforzata. E così Chiara è arrivata a dire che forse non chiedeva la propria guarigione, ma che suo marito e suo figlio fossero sereni durante la malattia e dopo la sua morte, e così tutte le persone che le vogliono bene. Per questo poco prima di morire Chiara aveva affrontato un viaggio a Medjugorje, al quale aveva invitato le famiglie degli amici: giovani coppie e tanti bambini. Era stata una grande fatica per lei, ormai molto malata, ma l'aveva fatta per aiutare gli altri ad accettare il dolore, a capire ai piedi della Madonna il senso della vita qui su questa terra.
Poi è morta felice, sì, felice, ed è stata vestita con l'abito da sposa. Felice, perché chi l'ha detto che la malattia e la morte sono il male assoluto? Dove sta scritto? Chiara è andata incontro al suo sposo, e anche Enrico ha lo stesso sposo, il Signore, che è fedele, e – scrive Enrico – me lo ricorda il nostro bambino. "Ho pensato che fosse finita la gioia, ma poi Francesco me l'ha ricordato, lui è la fedeltà di Dio, è l'amore che non delude, è la follia della croce dell'Amore semplicemente donata"... (da Bastabugie)

sabato 23 giugno 2012

S.AGOSTINO..... IL GRANO E LA ZIZZANIA

...parole per noi cristiani , bellissime e vere,da vivere anche oggi...Valter


......chi si crede di star saldo, stia attento a non cadere. Credete forse, fratelli miei, che la zizzania non possa salire fino alle cattedre episcopali? Credete forse ch'essa sia solo nei ceti inferiori e non in quelli superiori? Volesse il cielo che noi non fossimo zizzania! A me però ben poco o nulla importa che io sia giudicato da voi. Ma io dico alla Carità vostra: "Anche sulle cattedre episcopali c'è il frumento e c'è la zizzania; e tra le varie comunità di fedeli c'è il frumento e c'è la zizzania. I buoni sopportino i cattivi; i cattivi cerchino di cambiarsi e d'imitare i buoni. Cerchiamo tutti, possibilmente, d'appartenere a Dio. Cerchiamo tutti di fuggire, per la sua misericordia, la malizia di questo mondo. Cerchiamo giorni felici, poiché i giorni in cui ci troviamo sono tristi; ma nei giorni tristi evitiamo di bestemmiare affinché possiamo arrivare ai giorni felici". (S.Agostino)

venerdì 22 giugno 2012

A PROPOSITO DI PAZIENZA .....NELLA SCUOLA DI CRISTIANESIMO..UN PROVERBIO...


Il cammino attraverso la foresta non è lungo se si ama la persona che si va a trovare. 

(Proverbio Africano)

S.ANTONIO DA PADOVA PARLA DEL NOSTRO VERO TESORO...GESU'



Oggi,insieme a Giorgio siamo andati a Padova,alla Basilica dove c'è il corpo di S.Antonio...
Ricorreva oggi il Vangelo che parlava del vero tesoro della nostra vita...
....nella nostra Scuola di Cristianesimo si parla delle parabole di Gesù,del seme.dei talenti,della vigna e dei vignaiouli,ma innanzitutto della ricchezza,ricco epulone,ricco stolto,del debitore malvagio,del fattore infedele....
QUESTO MIRACOLO DI SANT' ANTONIO ,CHE SOTTO VIENE DESCRITTO, CI PARLA DEL CUORE E DELLA RICCHEZZA...bisogna essere intelligenti..... "non si può servire contemporaneamente a Dio e alla ricchezza...
E' importante capirlo soprattutto in questo nostro momento di crisi economica....che deve riportarci alla MISERICORDIA,alla PAZIENZA,all'INTELLIGENZA e all'OPEROSITA' richiamateci da Gesù nelle sue parabole....

Il cuore dell’avaro.
Mentre frate Antonio predicava a Firenze, morì un uomo molto ricco che non aveva voluto ascoltare le esortazioni del Santo. I parenti del defunto vollero che i funerali fossero splendidi e invitarono frate Antonio a tenere l'elogio funebre. Grande fu la loro indignazione quando udirono il santo frate commentare le parole del Vangelo: «Dove è il tuo tesoro, ivi è il tuo cuore» (Mt 6,21 ), dicendo che il morto era stato un avaro ed un usuraio.
Per rispondere all'ira dei parenti ed amici il Santo disse: "Andate a vedere nel suo scrigno e vi troverete il cuore". Essi andarono e, con grande stupore, lo trovarono palpitante in mezzo al denaro e ai gioielli.
Chiamarono pure un chirurgo perché aprisse il petto al cadavere. Questi venne, fece l'operazione e lo trovò senza cuore. Dinanzi a tale prodigio parecchi avari e usurai si convertirono e cercarono di riparare al male compiuto.

mercoledì 20 giugno 2012

BUON COMPLEANNO GIANNI !!! BUON COMPLEANNO LUCIA

                                    Dal chitarrista del gruppetto.....Tanti auguri....e grazie di tutto !!!


Vivere con qualcuno o vivere in qualcuno fa gran differenza.
Vi sono individui nei quali si può vivere senza vivere con essi, e viceversa.
Riunire le due cose è dato solo all’amicizia più pura.

Johann Wolfgang Goethe

martedì 19 giugno 2012

il seme - claudio chieffo ......e i nostri bambini....

Il Signore ha messo un seme...il Signore raccoglierà.....la grazia del Signore sia con tutte le nostre famiglie
"Il tempo del suo germoglio lo conosce il mio Signore"
Le parabole ci parlano di Dio e del lavoro dell'uomo...Gesù prende tutta la nostra quotidianità e ne fa immagine del Regno di Dio.
Perchè,seppur nascosto(è una perla preziosa !),il Regno comincia già su questa terra...
I nostri figli ce lo ricordano tutti i giorni...perchè saranno sempre bisogno del padre..

Gesù lo sapeva.....la parabola parte dalla terra,tocca il cielo,e ritorna giù.....
Viviamo secondo le Parabole,i nostri talenti,la misericordia,l'attesa.......e i nostri figli "germoglieranno"...Valter

domenica 17 giugno 2012

PREGHIERA DELLA SERA



Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre.
 Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. 
Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, 
 e al ritorno dell'alba intoni                
 la tua lode.Amen.
                                         

PREGHIERA PER QUANDO SI È TRISTI E STANCHI

DEDICATA A TUTTI QUELLI CHE STANNO VIVENDO UN PERIODO FATICOSO


Le due grazie che il Signore dona sono:
la tristezza e la stanchezza.
La tristezza perchè mi obbliga alla memoria
e la stanchezza perchè mi obbliga alle ragioni per cui faccio le cose.

Fà, o Dio
che una positività totale guidi il mio animo,
in qualsiasi condizione mi trovi,
qualunque rimorso abbia,
qualunque ingiustizia senta pesare su di me,
qualunque oscurità mi circondi,
qualunque inimicizia, qualunque morte mi assalga,
perché Tu, che hai fatto tutti gli esseri,
sei per il bene.
Tu sei l'ipotesi positiva su tutto ciò che io vivo.


Luigi Giussani

Penso ai tanti amici che mi confidano le loro difficoltà e le loro fatiche....anche io ho le mie...ma con S.Teresina diciamo insieme anche oggi: "Dio ti trova degna di soffrire per suo amore ed è questa la più grande prova di tenerezza che ti possa dare,poichè è la sofferenza che ti rende simile a Lui "...............e abbiamo insieme la sua fiducia :"...il Signore mi renderà amore..."    Valter

ULTIMA MEDITAZIONE ESERCIZI 2012 MOVIMENTO ECCLESIALE CARMELITANO

(Alcuni Brani significativi.).
....E adesso, vorrei dirvi di che cosa abbiamo bisogno........Mi dite cosa faremo nel nostro Movimento?

Beato Angelico (part.del Giudizio Universale)
Noi abbiamo bisogno di bambini che non siano tiranni (ci sono dei bambini che in casa sono dei piccoli tiranni), che non siano idolatrati; abbiamo bisogno di bambini che non sia cinici (già a pochi anni son capaci di ridere di tutti e di tutto), abbiamo bisogno di bambini difesi dallo sporco e dalle impurità degli adulti (ci sono bambini che già nel modo in cui vengono aggiustati dai genitori sono aggiustati in maniera impura, se capite quello che vuol dire), non precocemente smaliziati (in fatto di affettività e simili), bambini coltivati misticamente soprattutto nella preghiera, nella affezione a Gesù, nella tenerezza dei gesti, nella cura dei particolare, bambini capaci, come diceva Dostoievski, di conservare nel cuore bei ricordi mistici  (Dostoievski diceva: “io ho imparato a leggere su un libro di storie sacre, dove la mamma mi insegnava a leggere e quel libro non l’ho più abbandonato”. E’ uno dei pochi libri rimasti sul suo scaffale anche quando stava morendo. Non ha più dimenticato quel libro. E diceva: “beato un bambino che ha dei bei ricordi di infanzia, perché sarà salvato”). Soprattutto, e questa adesso è la cosa essenziale, abbiamo bisogno dibambini che, appena sentono la parola “amore”, persino se la sentono in televisione dove c’è l’attore che la ripete mille volte, persino se la sentono a scuola dove i compagni ridono maliziosi, bambini che appena sentono la parola “amore” pensano a papà e mamma e a quello che c’è tra di loro, perché lo vedono, perché ne sono sicuri, perché sanno; bambini che appena sentono la parola”amore” sanno che la parola amore vuol dire felicità, felicità mantenuta, promessa mantenuta, perché la vedono mantenuta. Diceva la figlia del celebre genetista Jérome Lejeune: “Noi guardavamo papà e mamma e abbiamo avuto una infanzia stupenda perché, vedendo come si volevano bene, capivamo perché siamo al mondo, perché capivamo come eravamo nati, perché vedevamo il posto”. Di recente, durante un battesimo celebrato al bambino di una nostra famiglia, mi hanno detto: P. Antonio, fai una preghiera. E io l’ho fatta; ed era questa: Signore, concedi a questo bambino che per tutta la vita possa essere sicuro del perché è nato e dove è nato, guardando suo padre e sua madre. E’ chiaro? Ripeto, chiunque può, muova la ruota. Può essere anche il bambino che non si sente voluto bene o la nonnina che gli spiega cosa vuol dire l’amore. Tutto può accadere.

Poi, continuando: abbiamo bisogno di ragazzi che non siano maestri di se stessi. Non c’è niente di più penoso e stupido di uno che pensi di farsi da maestro (è come il famoso Barone di Munchhausen che voleva tirarsi fuori dallo stagno tirandosi per i capelli. E’ la stessa cosa.). Ragazzi che considerino sacre le relazioni in cui sono coinvolti e perciò ragazzi che non siano presuntuosi nel loro sentimentalismo o nella loro voracità. Ragazzi che non cerchino di conoscere la vita a partire dal peggio. C’è della gente che si convince che più va a frugare nell’immondizia della vita, più è maturo e più cresce. E’ esattamente il contrario: più vai a frugare nella corruzione della vita, più diventi un’ameba, inarticolato. Ragazzi che sappiano gustare il bello a qualunque livello, che abbiano ripugnanza per il brutto e che sappiano anche chiedersi se una musica è bella o brutta, se dell’arte è bella o brutta, se uno spettacolo è bello o brutto, perché non possiamo più andare avanti così: stiamo arrivando ad un punto in cui l’ esaltazione del brutto e dell’orrido sembra diventato l’ideale della vita.Cosa che non è mai stata nella storia del mondo.
Ragazzi che non vivano la famiglia in maniera parassitaria: tutto mi è dovuto, niente devo dare. Parassitismo familiare. Ragazzi che siano seri nell’amicizia. L’amicizia non va svenduta, costruita e distrutta nel giro di 48 ore. L’amicizia deve essere capace di durata, deve essere capace di perdono, deve essere capace di profondità. Abbiamo bisogno di ragazzi che abbiano ribrezzo della menzogna. Abbiamo bisogno di ragazzi che dicano: io non mento mai. Perché la difesa della menzogna è un triste nascondiglio di vigliacchi. Ragazzi capaci di imparare, che siano magnanimi, cioè che abbiano un’anima grande. Si vedono dei ragazzi a cui, se dici qualcosa di vero, gli si illuminano gli occhi e poi ne vedi altri che è come se si restringessero davanti a qualunque cosa, come se tutto fosse pericoloso. Ragazzi che sappiano diventare grandi restando bambini in queste cose: nell’amore a Gesù, alla Madonna e ai Santi. Lì come bambini. Davanti a Dio non bisogna avere pura di essere bambini.
E, poi, ragazzi che giungano al momento della scelta vocazionale (che cosa devo fare nella vita, che cosa devo essere?), che giungano a quel momento come atto di preghiera non come atto notarile, ma come domanda, come preghiera: Signore, che vuoi da me? Abbiamo bisogno di ragazzi così

.Abbiamo bisogno di adulti che non coltivino una adultezza deforme. Un conto è essere deformi perché la natura non ti ha facilitato nel fisico e un conto è essere deformi perché sei cresciuto con un cervello grande ed un cuore piccolo, sei cresciuto con un braccio lungo che prende e l’altro, piccolo piccolo, quando devi dare. Non abbiamo bisogno di adulti deformi: ognuno come può, ma compiuto. Abbiamo bisogno di adulti certi della loro vocazione. Sei sposato? Sei in quel posto? Ti è stata data quella responsabilità? Tu lì ci stai e ci stai con certezza e ci stai con durata e ci stai con stabilità (adesso parlo dei frati, così nessuno si sente colpito): ci sono dei frati che sembra che nella vita abbiano un solo problema, sono sempre nel convento sbagliato. E a volte ci sono delle persone sposate che hanno sempre un problema solo: hanno sempre il rapporto affettivo sbagliato, quello vero sarà il prossimo.Persone stabili nella loro vocazione. Fidanzati per i quali la vita affettiva o l’esperimento affettivo non sia un gioco, che abbiano come ideale: io devo capire ed esperimentare che cosa vuol dire il “per sempre”. Questa è la parola dell’uomo: “Per sempre”. Dio non gioca con te, ti ama per sempre. Tu non puoi giocare, soprattutto all’interno delle relazioni. Il per sempre è ciò che prende la relazione e la innesta nella Trinità. Il: vediamo se …già …..forse …..chissà….., tutto il gioco nelle relazioni è lontananza dalla Trinità. Si può perdonare soltanto quel paziente lavoro che dice “non capisco tutto subito”; certo si progredisce, si matura, ma ciò che ti innesta nella Trinità è il “per sempre”. Uomini e donne capaci di lavorare nel campo dove Dio li ha messi (intendo anche campo di lavoro, vita sociale, vita politica, vita economica, vita culturale) onorando la Trinità e onorare la Trinità significa onorare le relazioni. Tu devi onorare anche le relazioni che hai nel posto dove lavori. Le devi onorare. Sapete cosa vuol dire “onorare le relazioni”? Vuol dire che tu nelle relazioni non giochi in maniera stupida. In quel famoso romanzo “Il rifugio”, quando Dio vuole spiegare cosa vuol dire onorare le relazioni dice: pensa quando ti metti a giocare con tuo figlio. Tuo figlio ti dice: papà giochiamo a pallone? Tu giochi con tuo figlio ma non usi tutta la forza che hai per tirare calci al pallone in modo che così lo stendi; tu onori le relazioni con tuo figlio. Se tuo figlio ti dice: “papà giochiamo assieme” oppure “mi aiuti a dipingere?” non stai a fargli vedere quanto sei bravo, perché con tuo figlio onori la relazione. Cosa vuol dire? Vuol dire che la relazione ti prende, ti detta quello che devi fare e quello che non devi fare, quello che è giusto e quello che non è giusto, la misura, l’armonia. - Gente che onora le relazioni anche nel posto di lavoro, anche negli impegni assunti, anche nell’economia, anche nell’uso dei soldi.
Gente che onora le relazioni.
Abbiamo bisogno di gente che costruisca una famiglia di famiglie.

E così, cosa posso dirvi ancora? Pregare!.......

(P.Antonio Sicari) N.B.Appunti non rivisti dall'autore)

sabato 16 giugno 2012

CUORE DI GESU' E CUORE DI MARIA...


Cuore immacolato di Maria  (16 Giugno)
«Salva l'anima mia» 
Furono gli stessi santi che ardevano d'amore per il Cuore di Gesù a capire subito che la sua festa doveva essere abbinata a quella del Cuore Immacolato di Maria. Lo decise il papa Pio XII in seguito alle apparizioni di Fatima (1917). La Vergine Santa aveva chiesto allora che il mondo intero fosse consacrato al suo Cuore Immacolato. Tale consacrazione avvenne nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, e la festa fu approvata nel 1944. Anche questa devozione, però, non deve far leva soltanto sul sentimento (pur se è dolce e consolante sapere che il mondo è cullato dal battito di un cuore materno), ma deve ricondurci all'esperienza di Maria che ci è stata raccontata dal Vangelo. Di lei ci vien detto che, fin dalla notte di Natale, «conservava tutti gli avvenimenti nel suo cuore, meditandoli» (Lc 2,19). L'espressione viene ripetuta dopo il sofferto ritrovamento del Bambino nel Tempio. Sappiamo che Maria e Giuseppe non compresero l'accaduto, ma che lei «serbava tutto nel suo cuore»
(Lc 2,51). Fu dunque la prima a imparare che il rapporto con suo Figlio (anche per lei che l'aveva portato nel grembo!) doveva farsi preghiera continua, e che il cuore adorante della creatura è il luogo dove l'intera Trinità vuole abitare. Nell'ultima sera della sua vita terrena, infatti, Gesù dirà: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Maria fu la prima a «osservare la Parola di Dio», così pienamente che essa si fece carne in lei. Ma trascorse, poi, tutto il resto della sua vita a conservarla e meditarla nel cuore, rendendolo sempre più "immacolato" e sempre più materno, per poterci accogliere tutti misericordiosamente.
 (P.Antonio Sicari)

venerdì 15 giugno 2012

MISERICORDIA...L'ULTIMA PAROLA DELLA STORIA DI DIO

TEMPO E NECESSITA’ DI MISERICORDIA

Quell’ansia luminosa

Sommersi sempre da un fiume di parole. Dal primo radiogiornale del mattino alla televisione al web, camminiamo ogni giorno come dentro una selva di parole. Noi giornalisti, poi: con questo schermo davanti agli occhi su cui scorrono allineate falangi di parole, e quasi sempre parole di sconfitte, di violenze, di torti; oppure vacue e inutili e chiassose parole, che non dureranno un giorno. Dentro a questa selva ogni tanto però passano rare parole pesanti. Come facce care, tra una folla estranea e distratta. Ciò che ha detto Benedetto XVI alla Penitenzieria apostolica, per esempio. Parlava ai confessori: conoscere e visitare l’abisso del cuore umano, ha detto, alimenta la certezza che «l’ultima parola sul male dell’uomo e sulla storia di Dio, è della sua misericordia, capace di fare nuove tutte le cose».
Provate a rileggerla, questa frase breve come un dispaccio d’agenzia. Soppesatela: non è inchiostro, ma materia più densa e più antica. L’ultima parola sul male e sulla storia è la misericordia di Dio, che rinnova ogni cosa. Il Papa parla di ciò che avviene nella Penitenza, sacramento oggi desueto e quasi generalmente avversato già per il suo stesso nome. Penitenza? E di che? Noi rivendichiamo, protestiamo, accusiamo – preferibilmente, gli altri – ma quanto ci suona antiquato e sgradevole questo termine che indica un ripensamento su di sé, un’umiltà – un inginocchiarsi. Senonché in questa ostilità epidermica dimentichiamo l’altro lato, e il più grande, del sacramento. Che è la misericordia di Dio; che fa nuovi gli uomini e le loro anime lise.
La storia degli uomini è stata segnata da ogni male: ferocia di assedi e guerre, persecuzioni, stupri. Noi non sappiamo che cosa c’è fra le pietre di ogni nostro augusto palazzo, e cosa hanno visto i selciati e i ponti delle strade millenarie. Ma se sapessimo, potremmo rimanere atterriti; e per reazione diventare disperati, oppure, più facilmente, cinici.
Il fatto è però che sempre ha agito in fondo alla storia dell’Occidente cristiano quel motore occulto e forte: del domandare perdono a Dio, e averne la grazia di ricominciare. Sappiamo bene che molte delle nostre più splendide cattedrali sono sorte anche con donazioni di briganti e di ladri. Ma contemplando Chartres o la cattedrale di Strasburgo, e pensando che sono state fatte con le mani e con gli ori di poveracci come noi, sembra di vedere incisa nella pietra la misericordia di cui parla il Papa; misericordia che crea e rinnova ogni cosa. Che trae, afferma Tommaso, dal male un bene più grande.
Quale grande motore abbiamo avuto, possente, silenzioso, nelle fondamenta, mentre costruivamo la civiltà occidentale e le città che oggi ammiriamo stupiti, senza saperle rifare così belle. Questo tesoro avevamo: come la misericordia di una madre, come la forza di un padre che ogni volta ripete: non disperarti, io ti do la grazia di andare oltre. Ora che ci affermiamo invece creature autonome e senza bisogno di alcun padre, il grande motore gira piano. Gli manca quell’acqua cattiva, direbbe il poeta Charles Peguy, da cui trarne di pura, quell’acqua vecchia da cui trarne di giovane: l’acqua che trasformi le “anime calanti” in “anime sorgenti”.
Sarebbe bello ritornare a fidarsi, semplicemente, di ciò che è promesso. Noi superinformati, noi complicati, noi orgogliosi e diffidenti: fidarci ancora, semplicemente.
Basta guardarsi e vedersi, e riconoscere il nostro male, e chiedere perdono. Il resto è grazia, è la misericordia di un Dio che non ripaga secondo la nostra misura, ma ricrea. E sua è l’ultima parola sulla storia, non nostra, non atterrita dalla nostra miseria. Fidarsi ancora, bisognerebbe; e rimettere in moto quel possente motore che, in tutto il nostro male, ricostruisce ogni volta, e afferma un’ansia irriducibile di vita, di un destino buono.  (Marina Corradi)

SACRO CUORE DI GESU' .."CHE IO VI AMI SEMPRE PIU'" P.Antonio Sicari ("Il Santo del Giorno"- Avvenire)

Ci sono dei Santi – come san
Giovanni Eudes (1601-1680),
san Claude de la Colombière
(1641-1682) e santa Margherita
Maria Alacoque (1647-1690) – che
hanno dato la vita perché questa
festa venisse accolta e celebrata in
tutta la Chiesa convinti della
necessità urgente di riaccendere nel
mondo il fuoco dell’amore divino.

La decisione fu presa da papa Pio IX
nel 1856, e la solennità del Sacro
Cuore viene celebrata nel venerdì
successivo alla festa del Corpus
Domini. Da qualche anno, poi, si
celebra in questo stesso giorno la
Giornata mondiale di preghiera per
la santificazione dei Sacerdoti
. Il
santo Curato d’Ars diceva, infatti,
che «il sacerdote è l’amore del
Cuore di Gesù» e, per adempiere la
sua missione, ha bisogno, lui per primo, di essere custodito da quell’Amore che deve annunciare.La devozione al Cuore di Gesù,inoltre, non deve indurci soltanto acustodire nel nostro intimo dei sentimenti affettivi, ma deve diventare contemplazione del mistero d’Amore che si è aperto, per grazia, davanti ai nostri occhi. Nel cuore di Gesù dobbiamo imparare a comprendere il cuore di Dio, il cuore dell’uomo, il cuore della Chiesa, il cuore del mondo... Si tratta, insomma, di imparare l’Amore, in tutti i suoi legami e in tutte le sue esigenze: l’amore esige perdono, maturazione, pienezza.
Una moderna poetessa lo ha cantato così: «Il Cuore... / si offrì alla lancia del soldato / venne squarciato e ne zampillò sangue ed acqua, / torrenti di misericordia e di grazia, / fiumi di pace. / Levate lo sguardo al Trafitto, / fissatelo nelle sue profondità / voi che lo trafiggeste! / Contemplate il Cuore nel Cuore! / Toccatelo! / Voi che lo avete aperto, / entrate!» (O.Schneider).         Padre Antonio Sicari